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Scientology, il processo parigino: parere dei periti sull'E-meter

Nel corso del processo che si è concluso il 16 ottobre 2013 con la condanna definitiva di due entità Scientology francesi e di 6 suoi operatori per truffa organizzata e abuso di professione, la corte ha voluto sentire il parere di alcuni periti sull'apparecchio essenziale all'auditing di Scientology, l'elettropsicometro o E-meter. Ecco il resoconto del giornalista che ha seguito tutte le fasi processuali.

Di © Jonny Jacobsen, giugno-luglio 2009.

© Traduzione a cura di Simonetta Po,novembre 2013.

 
Si vedano anche gli altri articoli relativi al processo parigino:



All'inizio dell'udienza di oggi [3 giugno 2009] il giudice Sophie-Hélène Château ha letto un fax di M. Ionesco, il perito chiamato dal tribunale. Nel 1993 Ionesco aveva scritto una relazione sull'elettrometro - l'apparecchio usato durante le sedute di consulenza Scientology - per il processo di Lione del 1996, che vide coinvolta Scientology.

Jean Christophe Hullin, il magistrato inquirente che rinviò a giudizio gli scientologist, aveva messo agli atti quella relazione ed è questo il motivo per cui Ionesco era stato chiamato ad esprimersi. Ma nel fax inviato alla corte, il perito si è scusato di non poter partecipare per problemi di salute.

Scientology aveva convocato i suoi periti di parte, che hanno espresso le loro conclusioni. Prima, però, il giudice Château ha riassunto le conclusioni del pubblico ministero sulla questione.

L'E-meter è un apparecchio essenziale per l'auditing di Scientology. [1] Durante le sedute di consulenza, il soggetto tiene fra le mani due cilindri metallici collegati all'E-meter. L'auditor, che gli sta seduto di fronte, interpreta le letture date dall'apparecchio. Il dispositivo viene usato per localizzare momenti di afflizione e brutti ricordi e lo scopo finale [dell'intero procedimento] è dissipare la loro influenza negativa.

Gli scientologist credono che le letture dell'E-meter aiutino a localizzare quelle memorie, che nella terminologia Scientology si chiamano engram, e poi a determinare se i loro effetti negativi siano stati affrontati.

Il rinvio a giudizio di Hullin si era basato in particolare su due perizie provenienti dal caso di Lione: quella di Ionesco e quella di un certo François Kirchner, stilata nel 1994.

Per Kirchner, l'E-meter misurava semplicemente la resistenza elettrica: l'affermazione di essere uno strumento di precisione per la ricerca di engram non aveva senso. Innanzitutto, aveva argomentato Kirchner, le letture dell'apparecchio potevano essere influenzate da un grande numero di variabili. Ma in ogni caso, aveva rigettato come totalmente ascientifica l'idea che l'apparecchio potesse in qualche modo misurare lo stato psicologico del soggetto. «In queste condizioni è chiaro che l'apparecchio non è altro che una facciata finalizzata a dare un'aura di scientificità a un'operazione che di scientifico non ha nulla», aveva concluso.

[Per una valutazione tecnica dell'E-meter fatta da un dottore in ingegneria italiano, si veda qui.]

Il rapporto di Ionesco era giunto a conclusioni simili in merito all'accuratezza dell'apparecchio e al suo valore scientifico.

Il rinvio a giudizio di Hullin faceva notare poi che un modello di E-meter pubblicizzato su una rivista Scientology del 2004 era venduto a 4.800 euro. Sul libero mercato un ohmetro, apparecchio equivalente atto a misurare la resistenza elettrica, costava un decimo di quella cifra.

Oggi, però, a parlare erano i periti della difesa.

Philippe Ripoche, 63 anni, è un gentiluomo con gli occhiali, alto e distinto, pantaloni scuri e maglioncino a scacchi. Nel corso della testimonianza si è descritto come cattolico con inclinazioni allo scetticismo.

Ripoche ha spiegato di essere un ingegnere elettronico e di aver ricevuto una richiesta da Scientology per fornire una perizia sull'E-meter. Aveva accettato a patto che potesse lavorare in modo indipendente e che le sue conclusioni fossero accettate per intero, oppure interamente scartate.

Oltre ad esaminare l'E-meter, Ripoche aveva letto le perizie di Kirchner e di Ionesco e le sue conclusioni preliminari erano praticamente le stesse degli altri due tecnici: si trattava essenzialmente di uno strumento per la misurazione della resistenza elettrica.

Ma, dopo averlo testato, non concordava con le loro conclusioni in merito alla mancanza di accuratezza: «Ho notato che si trattava di un eccellente dispositivo per la misurazione della resistenza elettrica.» Benché non accettasse la versione ufficiale Scientology sulla funzione dell'E-meter, c'erano comunque degli aspetti interessanti: «Le spiegazioni di Scientology sono forzate, ma si può comunque osservare un fenomeno.»


"Mi sono incuriosito"

Durante le dimostrazioni, Ripoche era rimasto affascinato nel vedere che quando il soggetto pensava a ricordi dolorosa, l'apparecchio lo registrava. Aveva provato su se stesso con il medesimo risultato. «Mi sono incuriosito così ho preso in mano le lattine... ho ripensato a un'esperienza dolorosa e immediatamente la lancetta è caduta verso destra.» Ripoche aveva allora deciso di portarsi a casa uno degli apparecchi e continuare la sua ricerca. A tale scopo si era avvalso di alcuni amici come soggetti sperimentali informali.

«Ho chiesto a quelle persone di pensare a certe cose dolorose», ha riferito in aula: quasi sempre l'E-meter registrava qualcosa. E quando le persone parlavano di quell'esperienza dolorosa, si verificava un altro fenomeno: «Ciò che non mi sarei aspettato è che la resistenza elettrica calava dal 10 al 30%.»

Certo, l'apparecchio andava resettato su ogni individuo per tener conto dei diversi livelli base di resistenza, ha detto Ripoche. Ma riteneva di aver individuato qualcosa meritevole di nota: un fenomeno fisico misurabile. «Quando le persone ricordavano memorie negative, la resistenza precipitava.»

Ripoche aveva provato l'apparecchio solo su 18 persone e ha specificato che quello non poteva essere considerato un campione scientifico, solo un esperimento interessante che meritava ulteriori indagini. E ha sottolineato di non essere né un medico, né uno psicologo. Ma dell'E-meter ha detto: «Permette misure precise e ho riscontrato corrispondenza tra i ricordi dolorosi e il movimento della lancetta.»

Ripoche si è detto riluttante a criticare gli autori delle perizie precedenti. Ma contrariamente a quanto da loro suggerito, riteneva che l'E-meter fosse uno strumento di misura perfettamente accurato - e i suoi esperimenti avevano rivelato che esso misurava un fenomeno fisico.

In merito all'uso corretto dell'apparecchio, non aveva niente da aggiungere: non aveva letto il manuale di istruzioni.

Incalzato dalle domande del giudice Château, Ripoche ha approfondito: «Il dispositivo misura la resistenza elettrica che sembra essere correlata ai cambiamenti dello stato emotivo che si sta evocando - un argomento doloroso.»

Stava dicendo che in qualche modo lo strumento misurava o localizzava eventi del passato? Gli ha chiesto il giudice. «Lo strumento in quanto tale, no», ha risposto Ripoche. «Forse potrebbe farlo uno psicologo competente, ma lo strumento da solo, no. Non puoi distinguere le emozioni con una macchina.» Ma è possibile identificare un cambiamento, ha aggiunto.

E che cosa succede se parli semplicemente con qualcuno, senza usare l'E-meter? Gli ha chiesto il giudice. «Uno psicologo potrebbe essere perfettamente efficace senza E-meter», ha risposto l'ingegnere.

Il giudice Château ha espresso disagio all'idea di un esercizio il cui obiettivo è localizzare i problemi e le esperienze dolorose del passato dell'individuo. «Non dovrebbe essere fatto da persone con una certa competenza?» si è chiesta. Persone in grado di comprendere i rischi insiti in tale pratica?

«Sono del tutto d'accordo con lei», ha replicato Ripoche. Si augurava che chi utilizza l'apparecchio avesse delle qualifiche - ma non in ingegneria. Dovrebbe avere competenze di psicologia.

Il giudice Château è rimasta colpita da quanto Ripoche fosse rimasto affascinato dalle possibilità dell'apparecchio: perché, si è chiesta, non era stato usato allo stesso modo fuori da Scientology? «Mi sono fatto la stessa domanda», ha risposto Ripoche. «Se c'è qualcosa, allora dovrebbe essere portato all'attenzione dei medici.»

Il giudice ha fatto notare che la letteratura Scientology parlava delle letture dell'E-meter in termini di certezza assoluta. Il Sig. Ripoche condivideva quella certezza?

No, ha risposto lui. Le letture erano forse un indicatore. Per quanto riguarda le affermazioni più ambiziose fatte da Scientology, ha detto: «A me sembrano esagerate. In quella letteratura troviamo molte dichiarazioni non plausibili.» [2]

Scientology per esempio metteva molta enfasi sui microprocessori inseriti negli E-meter di ultima generazione, capaci di migliorarne le prestazioni: «Ma lì c'è del folklore.»

Il giudice Château ha poi lasciato la parola a Olivier Morice, avvocato dei ricorrenti.

"... una risibile logorrea"

Ripoche aveva mai spiegato con chiarezza soddisfacente che cosa succedeva con l'E-meter, come effettivamente funzionava? Gli ha chiesto Morice.

Di nuovo Ripoche ha risposto di non aver letto tutta la letteratura Scientology, solo alcuni documenti. Non era tuttavia rimasto impressionato dai discorsi Scientology sui pensieri dotati di massa. «Ecco che cos'è esagerato», ha commentato. «Devono esistere da qualche parte dei documenti più scientifici. I pensieri non creano massa, e la massa non crea resistenza.» [3]

Morice ha prodotto un documento in cui L. Ron Hubbard, il fondatore di Scientology, magnifica le virtù dell'E-meter:

... l'elettropsicometro sovrasta di gran lunga l'invenzione del microscopio, che a Leeuwenhoek servì unicamente per trovare il modo di scovare i batteri; l'elettropsicometro fornisce all'uomo la via per trovare la sua libertà e elevarsi forse a livelli sociali e creativi che non ha mai sognato, e per evitare i pericoli sulla strada che l'uomo, percorrendola, avrebbe trovato più mortale di qualsiasi batterio mai evolutosi o inventato. [4]

Che cosa ne pensava Ripoche di tali affermazioni? Ha chiesto Morice.

«Una logorrea fantasiosa, ambiziosa e risibile», ha risposto l'ingegnere.

Il giudice Château è intervenuta per chiedere quanto pensasse fosse il valore dell'apparecchio. Prodotto industrialmente, ha calcolato che il costo di fabbricazione potesse aggirarsi sui 500 euro l'uno. Tenendo conto di margini ragionevoli, il prezzo al dettaglio sarebbe stato attorno ai 2500 euro. In realtà, il prezzo di vendita era un po' sopra i 4800 euro - che secondo Ripoche erano eccessivi. «Forse ha un suo valore», ha aggiunto un po' esitante.

La parola è poi passata al pubblico ministero Nicolas Baïetto, che ha chiesto a Ripoche di confermare che nel corso della sua ricerca aveva avuto modo di testare soltanto un numero limitato di persone. Ma quando gli ha suggerito che l'E-meter fosse poco più di un rilevatore di bugie [lie detector], il perito si è mostrato riluttante a sposare quell'idea. Tuttavia ha convenuto che i due apparecchi hanno dei punti in comune.

Baïetto non si è mostrato particolarmente convinto che si trattasse dell'apparecchio ad alta resa che Ripoche sembrava suggerire. Che cosa poteva dirgli di variabili come mani sudate, o mani di dimensioni diverse che portavano a quantità di pelle diverse a contatto con le lattine?

Tutto questo, ha risposto il perito, poteva essere risolto con il resettaggio dell'apparecchio [stabilire una lettura-zero] per ogni soggetto audito. Baïetto ha fatto riferimento al rapporto Kirchner, che sembrava mostrare che non tutti gli scientologist ponevano la stessa cura nelle letture.

Il fatto abbastanza curioso è che quanto Kirchner stilò il suo rapporto del 1994, era stato l'imputato Alain Rosenberg a dimostrargli l'utilizzo dell'E-meter. Secondo Kirchner, però, non solo Rosenberg non aveva osservato la procedura della lettura-zero, ma aveva fatto un altro errore che rendeva le letture prive di significato. [5]

A questa osservazione Ripoche ha replicato dicendo che Kirchner non aveva compreso in che modo veniva utilizzato l'E-meter, e a questo punto è intervenuta Maud Morel-Coujard, collega di Baïetto per l'accusa. Ripoche aveva già detto di non aver letto tutta la letteratura Scientology su come l'apparecchio veniva utilizzato, ha sottolineato. Allora come poteva criticare Kirchner per la sua scarsa conoscenza? «Lei ha ragione», ha ammesso Ripoche e ha cercato di chiarire la sua posizione in merito all'E-meter.

Era certamente rimasto impressionato dall'accuratezza delle letture dello strumento e dalla correlazione con l'evocazione di memorie penose. Ma lui non aveva la competenza per interpretare ulteriormente il fenomeno: si sarebbe dovuto chiedere a uno psicologo o a un elettro-fisiologo.

I metereologi hanno la scala Beaufort, i sismologi la scala Richter, ha commentato. «Non penso che gli psicologi abbiano creato una scala per misurare gli stati emotivi.» [6]

Alle domande della difesa, ha confermato che l'apparecchio da lui testato non era perfettamente identico a quelli usati da Kirchner e Ionesco nelle prove precedenti. Il punto della questione sembrava essere che il nuovo apparecchio è molto più sofisticato e perciò più accurato. Incalzato con ulteriori domande, Ripoche ha criticato come sciocchezza l'affermazione di Ionesco secondo cui l'E-meter non misura alcunché: è chiaro che qualcosa misura. E alla richiesta di approfondire le conclusioni dei suoi esperimenti, ha sottolineato quanto potenti fossero stati in alcuni casi gli effetti del richiamare alla memoria eventi dolorosi, e quanto catartico fosse stato il procedimento su alcuni soggetti da lui testati. Alcuni si erano addirittura messi a piangere.


"Totalmente incomprensibile"

Il secondo perito di parte di Scientology è stato il Sig. Bernard Denis-Laroque, un gentiluomo alto e distinto al pari di Ripoche, anche se con un girovita più abbondante.

S'è detto d'accordo con Ripoche che l'E-meter è un apparecchio di misurazione estremamente accurato e, come Ripoche, si era sentito a disagio davanti alle critiche più schiaccianti fatte da Kirchner e Ionesco nei rapporti precedenti: dire che lo strumento non misura alcunché non era molto serio, a suo parere. Ma a parte questo, si è comunque espresso in termini molto cauti.

Il giudice Château gli ha chiesto se ritenesse che lo strumento misurasse qualcosa di più di un fenomeno fisiologico, per esempio i ricordi. Denis-Laroque ha dichiarato che la domanda esulava dalle sue competenze.

«Non lo ha provato su di sé?», gli ha chiesto il giudice. «No, io sono un ingegnere», le ha risposto lui. «A me quelle cose non interessano. Io sono un tecnico.»

In risposta a ulteriori domande ha comunque confermato di avere qualche conoscenza di macchine della verità. «Siamo nello stesso campo», ha commentato. «È lo stesso tipo di principio.» [7]

Suggerimenti che indicassero un qualche tipo di relazione tra stato psicologico del soggetto audito e quanto l'E-meter misura, ha aggiunto, non erano scientifici.

Dopo avergli chiesto una stima dei costi di costruzione dell'apparecchio, gli è stato chiesto che cosa ne pensasse del prezzo di vendita imposto da Scientology. «Mi sembra caro», ha commentato.

Denis-Laroque si è mostrato altrettanto riservato sulle domande postegli da Morice, ma l'impressione è che la riservatezza derivasse più dal compito professionale che non da reticenza o timori che l'avvocato stesse cercando di farlo cadere in contraddizione. Ha chiarito di aver accettato di eseguire una perizia tecnica come ingegnere e di non volersi avventurare in campi estranei alle sue competenze. Morice, sfoderando il suo jolly, ha chiesto anche a lui, come aveva fatto con Ripoche, che cosa ne pensasse delle affermazioni di Hubbard secondo cui l'E-meter era una invenzione più significativa del microscopio.

Sulle prime l'ingegnere è stato sulle sue: «Si tratta di filosofia. Ho molto rispetto per la filosofia, ma non credo di poterle rispondere.» Pressato da Morice, ha risposto che a volte gli inventori hanno la tendenza a sopravvalutare le loro invenzioni. «È chiaro che qui si è spinto un po' troppo oltre», ha risposto. (...il est allé un peu fort). [8]

In merito all'affermazione di Kirchner secondo cui l'apparecchio serviva semplicemente come una facciata, uno stratagemma per dare un'aura di scientificità ai procedimenti, Denis-Laroque si è mostrato riluttante a farsi coinvolgere nel dibattito. Come poteva lui esprimere giudizi di sorta? È sembrato voler dire che prendere una posizione di quel tipo corrispondesse a fare ipotesi sulle intenzioni altrui, e questo esulava dalle sue competenze.

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Poi ha preso la parola Baïetto della pubblica accusa. Ha stabilito che per quanto Denis-Laroque avesse riconosciuto che l'apparecchio dava una buona misura della resistenza elettrica, condivideva i dubbi di Ionesco che potesse misurare qualcosa di più esoterico. In merito al manuale ufficiale scritto da L. Ron Hubbard, Denis-Laroque ha rimarcato che quella miscela di tecnica e filosofia lo aveva infastidito. Il giudice Château è intervenuta per chiedergli che cosa ne pensasse delle affermazioni Scientology secondo cui i processi mentali avevano "massa" o "carica", e che l'E-meter potesse in qualche modo misurarla.

«Per me è totalmente incomprensibile», ha risposto il perito, citando poi la credenza di alcuni secondo cui l'anima peserebbe 21 grammi e che, dopo la morte, il peso del corpo cambierebbe di conseguenza. [9] Ma per quanto riguardava le affermazioni di Scientology, «Non corrispondono a nulla che io conosca. Preferisco Platone e Aristotele. Massa, energia - in fisica hanno un significato molto preciso.»

«Perciò con questo apparecchio non è possibile misurarle?», gli ha chiesto il giudice.

« Ah non! »


Note dell'autore:

1. Benché esistano forme di auditing che possono essere fatte senza un E-meter - Dianetics, o auditing di "Libro Uno" - l'auditing di Scientology utilizza l'apparecchio. Sui livelli superiori si utilizza l'E-meter su se stessi.

2. Non è molto chiaro quali documenti avesse in mente il giudice Château in questo passaggio, ma un documento citato nella stessa udienza è stato "Electropsychometric Auditing Operator's Manual", scritto da L. Ron Hubbard nel 1952. In esso, Hubbard scrive: «L'agile lancetta dell'elettropsicometro può individuare con accuratezza cose che altrimenti sarebbero state nascoste all'uomo per sempre... vede tutto, sa tutto. Non si sbaglia mai.»

3. Benché non sia stato molto chiaro a quale letteratura si riferisse di preciso Ripoche, non è difficile trovare affermazioni del genere sui siti web di Scientology e nella letteratura del movimento. Un sito in italiano dichiara, per esempio: «Le immagini nella mente contengono energia e massa. L'energia e la forza racchiuse nelle immagini di esperienze dolorose, o che l'hanno turbata, possono avere un effetto dannoso sulla persona. Questa energia o forza dannosa viene chiamata "carica"». Lo stesso sito descrive l'E-meter come uno "strumento religioso utilizzato nell'auditing".

4. Si veda nota 2.

5. Per maggiori dettagli sul punto di vista di Kirchner, si veda questo allegato.

6. È chiaro che Ripoche non aveva mai sentito parlare della Scala del Tono di Scientology, che sostiene di fare proprio quello.

7. Affermazione di L. Ron Hubbard nel suo manuale del 1952 (si veda il link fornito alla nota 2).

8. In realtà non fu Hubbard a inventare l'E-meter originale, ma Volney Mathison, uno dei suoi primi seguaci. Si veda questa pubblicità di una delle prime versioni dell'apparecchio pubblicata in una edizione del 1952 di The Aberree, una specie di fanzine di ciò che allora era Dianetics.

9. Se la memoria non mi inganna, si stava riferendo a "21 grammi", il film del 2003 di Alejandro González Iñárritu.

 
 
 
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