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Liz e Philip Gale, scientologist di quarta generazione. Una famiglia distrutta

Liz e Philip erano fratelli. Poi Philip si suicidò ad appena 19 anni. Il padre era morto di infarto due anni prima a soli 47 anni. La madre, ex portavoce nazionale del Citizen's Commission on Human Rights, è entrata in conflitto con la figlia, che ha abbandonato Scientology. Una famiglia letteralmente polverizzata.

Di © Tony Ortega, The Underground Bunker, 28 novembre 2016

© Traduzione di Simonetta Po, settembre 2017

 


Liz Gale - la sua storia

Liz Gale oggi
Liz Gale oggi
Liz Gale, Leah Remini e Mike Rinder durante le riprese della
seconda stagione di Scientology and the Aftermath della A&E
«Oggi ho interrotto i rapporti con mia madre, la scientologist più devota che io conosca.»

Ecco l'apertura di uno scritto di Liz Gale pubblicato il mese scorso sul sito web di Mike Rinder, ex portavoce di Scientology.

Abbiamo trovato stupefacente quello scritto per un paio di motivi. Non solo perché si tratta di una ex scientologist che "disconnette" dalla madre scientologist, e non il contrario come si sente di solito, ma anche perché conoscevamo Liz Gale e sapevamo già qualcosa della storia complicata e tragica della sua famiglia.

Philip Gale, fratello maggiore di Liz, era stato un bambino prodigio, un mago del computer molto dotato che nel 1998, a 19 anni, si lanciò dal 15esimo piano di un palazzo del MIT. Nel 1999, il nostro amico ed ex collega Mark Ebner aveva scritto per il New Times di Los Angeles, giornale per cui entrambi lavoravamo, un bell'articolo sulla sua vita e l'inquietante morte. Il New Times è stato chiuso nel 2002 e i suoi archivi rimossi dalla Rete, ma l'articolo di Ebner è stato riportato in vita da Gawker, che lo ripubblicò nel 2008.

Philip, come la sorella Liz, era cresciuto in Scientology per poi allontanarsene. E quasi 20 anni dopo quel suo fatale volo dalla finestra, ancora ci si fanno domande sul perché un ragazzo così talentuoso e amabile possa essersi ucciso, e lo abbia fatto il 13 marzo - giorno del compleanno del fondatore di Scientology L. Ron Hubbard.

L'anno scorso mentre eravamo a Portland, Oregon, per il tour del nostro libro, Liz Gale è venuta a presentarsi e a salutarci. Le dicemmo che volevamo conoscere la sua storia, messa così in ombra da quella del fratello. Il suo scritto sul sito di Mike Rinder ci ha ricordato che anche lei ha dovuto combattere la sua battaglia, molto diversa da quella di Philip.

Liz, che oggi ha 34 anni, è una scientologist di terza generazione. Sua nonna era diventata seguace di Hubbard e aveva cresciuto i suoi figli a quella filosofia, compresa la minore Marie, madre di Liz, che cominciò a frequentare Scientology a 12 anni.

Ancora adolescente, Marie già lavorava nello staff all'org delle Hawaii. Tentò un paio di volte con la "Sea Org", che la portò a Los Angeles. Nonostante fosse così giovane, si era già sposata due volte. Fu proprio a L.A. che Marie conobbe il terzo marito, uno scientologist di nome David Gale.

I due si sposarono nel 1978 e sei mesi dopo nacque Philip. Tre anni dopo si trasferirono nel New Hampshire, dove David aveva aperto un'azienda di software. Nel 1982, quando suo fratello aveva appena compiuto 4 anni, nacque Liz. Quattro anni dopo la famiglia si trasferì a Clearwater, Florida, patria della mecca spirituale di Scientology, la Flag Land Base.

«Ero una delle mocciosette di Flag», racconta Liz del periodo trascorso a Clearwater, dai 4 agli 8 anni. «Mia madre era sempre impegnata in qualche corso o servizio, mio padre era al lavoro, mio fratello in collegio. E io ciondolavo intorno alla piscina del Sandcastle.»

Ricorda ancora oggi una dipendente 16enne della Sea Org che, accaldata e sudata nel suo abito di poliestere, esplodeva spesso contro Liz e gli altri bambini abbandonati a se stessi in piscina mentre i genitori erano impegnati nei corsi Scientology. «Non siamo delle baby sitter!», urlava la poveretta.

«Mia madre era una scientologist professionista. E' arrivata a OT8, mio padre a OT 5. Mamma lavorava per WISE, per il CCHR/CCDU e penso anche per OSA», ricorda Liz riferendosi al gruppo imprenditoriale World Institute of Scientology Enterprises, al gruppo di facciata antipsichiatria Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani e al servizio di spionaggio di Scientology, l'Ufficio degli Affari Speciali.

La madre trascorreva anche molto tempo sulla Freewinds, la nave da crociera di Scientology, oppure era impegnata su qualche corso. «Ricordo che quando lei era sulla nave le parlavo con un telefono satellitare, c'era sempre un grosso ritardo. E io ero sempre molto triste. Mi diceva che sarebbe stata via due settimane, poi diventavano due mesi.»

A 8 anni Liz fu mandata in un costoso collegio Scientology in Oregon, il Delphian, mentre i genitori si trasferirono in Utah. Il fratello frequentava il collegio già da alcuni anni ed era considerato un prodigio. Ma la coppia aveva difficoltà a pagare le rette dei due figli, così Liz tornò dai genitori in Utah prima della fine dell'anno scolastico. Philip finì la scuola superiore e ad appena 14 anni partì per il MIT [Massachusetts Institute of Technology - NdT], mentre Liz tornò alla Delphian, dove rimase dai 10 ai 12 anni.

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«Poi mi cacciarono. Ero una piantagrane. Ero folle e attirai parecchia attenzione», ricorda. «Mi era già cresciuto il seno, ma avevo ancora l'apparecchio ai denti. Mi cacciai in ancora più guai. Facevo davvero dei casini, rubavo soldi e caramelle. E baciai un ragazzo. Avevo 12 anni e niente genitori. Sembravo più grande della mia età e avevo soldi da spendere. Ero davvero una cattiva ragazza.»

Le diedero un ultimatum: prima sarebbe andata a Flag a fare qualche corso, poi l'avrebbero riaccettata alla Delphian. Nel 1995 Liz trascorse quattro mesi a Clearwater e tornò ad essere la mocciosa viziata di Flag.

«Finii per vivere con un parrucchiere di una ventina d'anni. Mi fecero fare una "verifica di sicurezza" per bambini», dice riferendosi a un interrogatorio studiato da L. Ron Hubbard per i ragazzini. «Me ne avevano già fatta fare una a 8 anni, adesso ne avevo 12.»

Mentre Liz ciondolava alla Flag Land Base, i genitori si trasferirono in North Carolina, dove il padre aveva trovato lavoro alla IBM. Poi in ottobre del 1995, dopo una battuta di pesca David Gale ebbe un infarto e morì. Aveva appena 47 anni.

Liz fu rimandata alla Delphian in Oregon e ancora una volta si cacciò nei guai. «Me ne lasciarono passare lisce molte, forse perché mio fratello era stato il loro studente più celebre.»

Philip Gale si era diplomato alla Delphian a 14 anni ed era subito stato accettato al MIT. Lo abbandonò perché Sky Dayton, lo scientologist che aveva fondato EarthLink, gli offrì un impiego molto ben retribuito.

«Philip aveva ottenuto l'emancipazione legale, credo per motivi fiscali. Stava facendo un sacco di soldi», spiega Liz.

Intanto alla Delphian la ragazza si era cacciata in grossissimi guai. «Mi misero sotto l'ala del funzionario di etica del personale...» La ragazza era talmente pestifera che a occuparsi di lei era la persona che puniva gli insegnanti. «Così tutti i venerdì dovevo andare nel suo ufficio e fare una "stesura di O/W". Quindi facevo quel che mi pareva, basta che a fine settimana confessassi tutto.»

La cosa era ridicola. Alla fine le chiesero: «Davvero vuoi restare qui?» No, rispose.

«A 14 anni mi cacciarono di nuovo.»

Quando la madre le chiese che cosa volesse fare, Liz rispose che voleva diventare attrice. Così si trasferirono a Los Angeles. «Vivevamo a Los Feliz, andavo alle superiori. Stavo a scuola fino a mezzogiorno, poi andavo a fare dei corsi Scientology al Celebrity Centre », ricorda. In seguito si sportarono a Sunland, a nord della città, e Liz andava in centro con una donna che aveva affittato una stanza a casa loro. A contribuire all'affitto c'era anche una coppia di coinquilini.

«Come attrice me la cavavo molto bene. La mia agente era la madre di Patrick Renna», dice riferendosi all'attore di The Sandlot, uno scientologist.

Una volta a Sunland, Marie andò a Flag e Liz cacciò i tre coinquilini. Visse per un po' da sola, poi il suo ragazzo andò a stare da lei. «Smisi di andare a scuola e di fare i corsi Scientology. Vivevo con un ragazzo di 19 anni e scoprii la marijuana.»

Poi la madre tornò da Flag. Aveva promesso alla coppia di coinquilini (che Liz aveva cacciato) che potevano usare casa sua per il loro matrimonio, che fu celebrato il 31 agosto 1997.

Fu il giorno in cui la Principessa Diana morì a Parigi, ricorda Liz. Mentre la casa si riempiva di ospiti, la ragazza cominciò a bere smodatamente. E intanto che il suo ragazzo era all'aeroporto a prendere alcuni ospiti, Liz cominciò a pomiciare con un altro. Confusa, ubriaca e disgustata di se stessa, ingoiò una manciata di Tylenol (paracetamolo). Sopravvisse all'overdose e si risvegliò in ospedale. Mancavano un paio di mesi al suo 16esimo compleanno.

Una delle cose che quel giorno avevano peggiorato il suo stato erano le forti pressioni che subiva dai reclutatori Scientology. Ancora ragazzina l'avevano convinta a firmare il contratto da un miliardo di anni con la Sea Org; a 16 anni sarebbe dovuta entrare nel corpo per lavorare tutto il giorno per pochi centesimi, separata da familiari e amici. «Quando presi quei farmaci non era solo per il mio ragazzo. C'era questa cosa che incombeva su di me», racconta.

Con la figlia in crisi così profonda, Marie Gale cercò di riorganizzarsi. Per prima cosa ottenne per la figlia un diploma di scuola superiore. Si rivolse alla Dennison Academy, dove gli scientologist che volevano entrare nella Sea Org potevano ottenerlo in appena un giorno.

«Feci un test e mi stamparono un diploma.» Secondo Liz si trattava chiaramente di una truffa, ma le sembrava l'unica cosa da fare visto che la madre stava cercando una sistemazione migliore. «La sua soluzione fu di lasciare L.A. e tornare in Oregon», racconta.

Nel progetto era coinvolta una segheria della famiglia di Marie, nel sud dell'Oregon. La proprietà comprendeva anche tre case, e Marie vi portò a vivere la figlia. «Vennero con noi anche il mio ragazzo e la coppia che avevamo conosciuto a Sunland. Ma se ne andarono subito, il mio ragazzo li seguì poco dopo.»

Liz viveva sola con la madre, ma intorno alla fattoria c'erano altre famiglie e amici. Un giorno del marzo 1988 Liz era fuori con alcuni di loro, si stavano divertendo su un fuoristrada nel bosco quando furono avvicinati da un altro mezzo che fece segno di fermarsi. «Il tizio mi disse: "Devi tornare subito a casa, brutte notizie". Ma non mi disse di che cosa si trattava. Confabulò con l'autista della nostra auto, io lo tampinai finché mi disse: "non dovrei dirtelo, ma tuo fratello è morto".»

Philip e Liz Gale nel 1991

Philip Gale aveva lavorato un anno per la EarthLink poi era tornato al MIT, ma come Ebner scoprì parlando con molti che conoscevano il giovane genio del computer, Philip faceva fatica ad adattarsi al mondo normale. Beveva e fumava erba in modo smodato, e dopo la morte improvvisa del padre e altri tormenti, era sopraffatto dall'emotività.

La sera del 13 marzo Philip Gale salì al 15esimo piano dell'edificio più alto del MIT, il palazzo di Scienze Atmosferiche, Planetarie e della Terra. Andò alla lavagna dell'aula e accese un registratore digitale. «Scrisse sulla lavagna la famosa equazione di Newton sull'accelerazione di un oggetto in caduta. Di fianco disegnò un omino che lanciava una sedia e scrisse: "Phil è stato qui"», raccontò Ebner nel suo splendido articolo.

Poi lanciò una sedia di legno contro la finestra e si gettò nel vuoto.

Nella sua stanza del dormitorio, gli addetti alla sicurezza trovarono una lettera:

Pare che mi sia lanciato da un palazzo alto. Sì, è strano. Dirvi perché sarebbe rivelarvi la mia mente. Non posso farlo. Non sono pazzo, sebbene sia stato indotto al suicidio. Non riguarda una singola persona o un singolo evento. Riguarda una tristezza infinita e una visione distaccata del mondo. Vedo la mia vita - così tetra, banale, una perdita di tempo all'inseguimento di obiettivi irraggiungibili - e non provo attaccamento per il futuro. In senso relativo non è poi così male. Esagero. Alla fine è che non sono disposto a vivere nella mediocrità, sono stanco di vivere. E questo è il motivo della mia scelta. La parte più triste è il senso di colpa e il dolore di cui sto inevitabilmente caricando la mia famiglia e gli amici. Ma non c'è molto che io possa dire. Mi dispiace. Cercate di capire che si tratta di me e delle mie "idee di merda". Non è perché sono stato cresciuto male, poco amato. E' come è. Per favore, date i miei soldi alla mia famiglia e i miei aggeggi a chi possa usarli. E non fatevi causa!! Ho paura della caduta. Ho paura dell'impatto. Ma quando succederà, sarà finita. Mondo, abbi cura di te, Philip. E restate sereni!
Liz ricorda che la madre prese subito un aereo per Boston, lei la raggiunse dopo per il funerale. Ma riuscì a leggere la lettera di suo fratello solo molti anni dopo.

«Mi chiusi in me stessa. Non lessi molto di quel che succedeva, so solo che mia madre era sotto attacco. Fu orribile.»

All'epoca Marie Gale era diventata la portavoce nazionale del CCHR [Commissione dei Cittadini per i diritti umani, CCDU in Italia - NdT] il gruppo di facciata Scientology che attacca la psichiatria.

«Mamma diceva che Scientology era fantastica. E ne era convinta.» Ma adesso era diventata un peso, suo figlio si era suicidato gettandosi da una finestra del MIT il 13 marzo - giorno del compleanno di L. Ron Hubbard. «In aprile l'avevano già cancellata dai siti del CCHR/CCDU», ricorda Liz.

In Internet dilagarono le speculazioni sul ruolo di Scientology nel suicidio di Philip, scrive Ebner. Risultò che una settimana prima di uccidersi, il Boston Herald aveva pubblicato una serie di articoli critici sulla chiesa, e Philip aveva parlato con l'autore. Non si fa il suo nome, ma in uno degli articoli si fa riferimento a lui.

In un post online, la stessa Marie Gale suggerì che il coinvolgimento di Philip in quell'articolo potesse aver contribuito al suo stato mentale. «Posso solo presumere che esista qualche collegamento tra questo newsgroup (o le persone che lo frequentano) e il giornalista che lo contattò», scrisse su un gruppo Usenet critico di Scientology. «L'intervista lo aveva molto turbato. Ed è stata l'ultima volta in cui ho parlato con mio figlio.»

I critici però furono pronti a sottolineare che il fatto di essere stato cresciuto in Scientology poteva aver impedito a Philip di cercare aiuto - Scientology demonizza la psichiatria, e lo fa in particolare attraverso il CCHR/CCDU, il gruppo di facciata per cui lavorava sua madre.

Padre e fratello morti, la madre ancora devota a Scientology e ai suoi gruppi di facciata nonostante fosse stata cancellata dai suoi siti web, Liz doveva andare avanti da sola, trovare la sua strada. Piano piano le cose cominciarono a sistemarsi. Si iscrisse a un college di Eugene e si laureò alla Portland State University. Frattanto, a 19 anni era entrata nello staff dell'org Scientology di Portland. «Resistetti sei mesi. Ero andata a vivere con una famiglia di scientologist, mamma mi manteneva. Ero la PES dell'org, la Segretaria Esecutiva del Pubblico. Ma non ero molto brava. Sostanzialmente dovevo esaminare i risultati del test della personalità, non mi piaceva perché dovevo sempre dire a quella gente che aveva dei grossi problemi.»

In quel periodo ricevette anche dell'auditing, che per lei si trasformava regolarmente in interrogatorio. «Dovevo confessare tutto, durava ore e non è che sia a buon mercato», racconta.

Uscì dallo staff, ma continuò a frequentare saltuariamente l'org. A poco a poco si allontanò da Scientology.

Nel 2004 Liz conobbe Justin, un suo vicino, e cominciarono a uscire insieme. 12 anni dopo sono ancora insieme e hanno due bambini. Racconta che Justin cercò di capire che cosa Scientology avesse rappresentato per la sua famiglia. Alcune cose erano difficili da digerire, come quando Marie lo zittì mentre Liz stava partorendo il primo figlio. Non capiva perché si dovesse restare muti durante il "parto silenzioso" di Scientology. Poi non apprezzò che Marie annunciasse che il neonato sarebbe stato uno scientologist di quarta generazione, che doveva essere allevato secondo i dettami della chiesa (Liz e Justin hanno tenuto i due figli lontani da Scientology).

Col passare del tempo, le tensioni a proposito di Scientology cominciarono ad allontanare madre e figlia.

Nel 2005 fu trasmesso un episodio di South Park che rivelava gli insegnamenti segreti dei livelli superiori di Scientology, Liz fece domande alla madre. «Le chiesi: "mamma, OT 3 è quella roba?" Lei rispose di non poter né confermare, né negare. Una cosa del genere. Forse fu una di quelle volte in cui cominciai a chiedermi che cosa ci fosse sotto», racconta Liz. E ricorda di aver pensato che il fatto che la madre non ne volesse parlare era del tutto ridicolo. «Sai vero che posso cercare su Google?»

Cinque anni fa Liz e Justin hanno lasciato Portland e si sono trasferiti nella segheria di famiglia. Sono andati a vivere in una delle case della proprietà, vicini di casa di Marie e di suo marito, Jere Matlock, uno scientologist di lungo corso. Jere aveva vissuto all'Apollo con L. Ron Hubbard e lavorato per il suo controverso Guardian's Office.

«Faceva il webmaster e gestiva i siti del Narconon», racconta Liz in merito ai siti che indirizzano i potenziali clienti al Narconon, la rete di centri di disintossicazione di Scientology.

Approfittando delle nuove leggi dell'Oregon, Liz e Justin cominciarono a coltivare marijuana sui terreni di famiglia. Il che non fece piacere a Marie e a suo marito.

Liz racconta che, oltretutto, lei aveva cominciato a leggere Underground Bunker e a un certo punto accennò alla madre e al patrigno le numerose cause legali presentate contro il Narconon, di cui abbiamo parlato.

«Non ne furono entusiasti. Cercai di parlare con mia madre di un sacco di cose. All'inizio sembrava abbastanza ricettiva, ma a un certo punto mi disse di ritenere che Scientology facesse più bene che male.»

Liz venne a sapere che dopo essersi allontanata da Scientology uno dei suoi vecchi amici aveva presentato contro di lei un "Rapporto per Conoscenza". In Scientology esiste la cultura della delazione e uno dei suoi amici aveva fatto la spia. Scoprì che la chiesa l'aveva dichiarata "PTS di tipo B, H e J". In poche parole, la chiesa la considerava una "fonte potenziale di guai", un gradino sotto la scomunica palese e la dichiarazione di "Persona Soppressiva".

In base alla letteratura interna, PTS di Tipo B indica che secondo Scientology Liz era una "criminale", e questi soggetti «non dovrebbero perciò essere ammessi al processing da organizzazioni o da auditor.»

Il Tipo H indica che aveva una "mente aperta", cioè, in realtà, «non hanno mente aperta, ma sono incapaci di decidere e raramente si rivelano molto responsabili». Il Tipo J dice che si tratta di persone che «tentano di agire in veste di giudici di Scientology nel corso di udienze o che tentano di condurre delle investigazioni su Scientology.»

Mentre aumentavano le tensioni tra lei e la madre circa il rispettivo giudizio su Scientology, aumentavano anche quelle col patrigno per la coltivazione di marijuana, che divenne un elemento di discordia sempre più importante visto il suo coinvolgimento con il Narconon. «Mia madre e suo marito erano sconvolti che coltivassimo marijuana per uso medico e che gli altri parenti ce lo permettessero. Un giorno salirono sul camper e se ne andarono. Da allora sono sempre stati in giro.»

L'11 agosto 2015 Marie e Jere partirono su un Beaver Marquis di 11 metri del 1987 e da allora Marie ha mantenuto un blog sui loro viaggi, che li hanno portati dall'Oregon alla Florida, poi su nel Maine e di nuovo a sud, in Georgia.

Marie ha anche un suo sito web su cui si legge: «Sono sempre contenta di parlare di Scientology, quindi per favore sentitevi liberi di contattarmi se avete domande al riguardo.» Abbiamo scritto all'indirizzo mail riportato, ma non abbiamo avuto risposta.

Liz racconta che la madre aveva promesso di mandare una lettera in cui le spiegava ciò che provava e il perché se n'era andata, ma non ha mai avuto sue notizie.

«Le voglio bene, ma non desidero immischiarmi. Eccola che viaggia con suo marito fanatico di Scientology, e pensano che mio marito sia un soppressivo», dice Liz. Visti i rapporti di Liz con suo marito e la sua coltivazione di marijuana, sua madre e il patrigno non possono ricevere ulteriori servizi alla Flag Land Base di Scientology. E anche questo fa parte di ciò che ha avvelenato il loro rapporto. Liz è molto amareggiata che sua madre la incolpi del fatto che la sua carriera Scientology sia in stallo. Una delle ultime cose che la madre le ha detto, prosegue Liz, è stata: «Tu hai scelto il tuo, io il mio», riferendosi ai rispettivi mariti. Liz è rimasta offesa, pensa che sua madre non abbia nemmeno cercato di comprendere Justin. Ma con il trascorrere del tempo ha cominciato a pensare che forse sua madre ha ragione. Marie ha scelto Jere e Scientology. Liz ha scelto Justin e i loro due figli.

A giugno, stanca di aspettare la lettera che la madre le aveva promesso, Liz ne ha scritta una di suo pugno. Ha detto alla madre che il loro rapporto era finito. Nel gergo di Scientology, stava disconnettendo.

Il lavoro di ricerca e traduzione di questo e dei numerosi articoli collegati ha comportato molte ore di impegno volontario. Contribuisci a difendere questo sito e il suo importante ruolo informativo offrendo una pizza a chi ha lavorato anche per te.

Il mese scorso Liz ha reso pubblica la sua decisione con un saggio sul sito web di Mike Rinder.

Ho impiegato quasi dieci anni per raggiungere la stabilità finanziaria, per essere emotivamente pronta e spiritualmente forte abbastanza da uscire da "sotto il radar". Sono giunta alla conclusione che le pratiche della Chiesa di Scientology, e il suo sistema fondamentale di credenze, siano intrinsecamente corrotte. L. Ron Hubbard non ha la risposta alle relazioni personali, a come risolvere droghe, crimini e guerra. Ha imparato molto sull'ipnotismo e il controllo mentale, che credo abbia usato per far soldi sui suoi fiduciosi seguaci...

Perciò oggi dico addio all'estorsione spirituale. Dico addio alle minacce, al mettere a tacere, alla censura e al governare con la paura. Non incolpo mia madre di queste cose, ma lei gioca ancora il gioco Scientology e io me ne tiro fuori.

Abbiamo detto a Liz che la Chiesa di Scientology sostiene di non imporre la disconnessione alle famiglie, anche se esistono molte prove che lo fa. E che non ci sorprenderemmo se Scientology facesse riferimento alla sua situazione per dire che sono gli ex-scientologist che attuano la disconnessione.

Ma Liz è rimasta impassibile. «Credo che adesso mia madre se la passi meglio. Può fare la sua preziosa Scientology. So che io sto meglio, almeno in questo momento. Non devo avere a che fare con la delusione costante, il parlarmi dietro le spalle ad altri membri della famiglia», racconta. «Non faccio più finta che Scientology sia OK.»


Morte di un genio di Internet
Di © Mark Ebner, 1999. Ripubblicato da © Gawker, 2008

Philip Gale

10 settembre 2008

Nel 1999 la rivista Rolling Stone affidò al reporter di Hollywood Mark Ebner l'articolo su Philip Gale, un prodigio del MIT nato in Scientology che si era suicidato il giorno del compleanno del fondatore del culto. L'organizzazione [Scientology] inviò a Rolling Stone un dossier accusatorio su Ebner e l'articolo fu aggiustato. Secondo Ebner, il suo caporedattore gli disse che Jann Wenner, proprietario di Rolling Stone, era amico di John Travolta, che a Hollywood è uno dei più importanti sostenitori della setta. Da allora la Chiesa di Scientology ha ammorbidito la sua reazione ai critici e gli sbocchi Internet si sono dimostrati meno facilmente tiranneggiabili.

Ecco a voi, perciò, l'articolo originale di Ebner, Morte di un genio di Internet.


Tra tirate di bong e sorsate di birra, Philip Gale rimuginava di porre termine alla sua giovane vita. Fuori dal suo appartamento il vento gelido di marzo spazzava le strade della squallida Central Square di Cambridge. L'aria del suo appartamentino era piena del fumo delle Camel Filter che si accendeva di continuo.

Gale, prodigio diciannovenne del computer e laureando al MIT, aveva riempito il suo riproduttore CD di canzoni così angosciose da far pensare un po' tutti al suicidio: la freddezza elettronica dei Kraftwerk e gli impulsi pseudo-industriali dei Filter. L'ultimo disco che il riproduttore di Gale suonò quella notte fu la paranoia musicale degli Steel Pole Bathtub, "Scars from Falling Down".

Philip chiuse sulla maglietta la zip del suo piumino, si aggiustò il berretto arancione fluorescente sui capelli dello stesso colore e uscì dalla stanza, la musica ad accompagnarlo. Camminò fino a Massachusetts Avenue, quasi intasata dai festaioli del venerdì sera, e si diresse al campus del MIT. Salì l'imponente scalinata dell'ingresso principale e puntò al passaggio pedonale principale del MIT, "The Infinite Corridor". Portava con sé un nuovo e costoso registratore digitale. Era venerdì 13 - il giorno del compleanno di L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology.

Scientology aveva avuto un ruolo importante nella sua vita, anche se ormai Gale aveva rotto con la chiesa. Entrambi i genitori erano scientologist dedicati: sua madre era la portavoce nazionale di un gruppo di facciata Scientology che cerca di mettere fuori legge la pratica della psichiatria.

Nato a Los Angeles, Gale era stato mandato in un collegio Scientology in Oregon, dove aveva perfezionato il suo straordinario talento di fanatico del computer. Matricola sedicenne del MIT, aveva scritto un programma chiave per la EarthLink, l'Internet provider con sede a Pasadena fondato da Sky Dalton, altro scientologist.

Da settimane Gale chiedeva ai suoi compagni di studi come fare per arrivare al tetto dell'edificio più alto del MIT, il Earth, Atmospheric & Planetary Sciences, meglio noto come Palazzo 54 o Green Building. I suoi amici non avevano pensato nulla, ricordando forse il rito annuale di lanciare zucche dal tetto per vederle spiattellarsi 18 piani più in basso. Una trovata più recente aveva spinto gli studenti del MIT a disporre l'illuminazione di un'aula del Green Building a forma di statuetta dell'Oscar, un tributo al film Genio Ribelle. Ma Gale non aveva in mente uno scherzo.

Evidentemente impossibilitato a raggiungere il tetto, Gale entrò in un'aula vuota del 15esimo piano. Accese il suo registratore digitale e iniziò a scrivere sulla lavagna. Con la sua calligrafia riportò la famosa equazione di Newton su come un oggetto accelera durante la caduta. A fianco disegnò la figurina di un uomo che lancia una sedia e firmò l'opera: «Phil è stato qui». Poi prese una sedia di legno e la scagliò contro i vetri di una finestra. Ripulì il davanzale dalle schegge di vetro, vi salì e lasciò che il suo corpo di un metro e novanta scivolasse nella notte gelida. Il registratore non colse alcun grido.

Qualche momento dopo l'urto violento del corpo di Gale sul cemento del cortile interno dell'East Campus, un inquietante avviso in tempo reale al 911 lampeggiò sui computer dei dormitori del MIT. I messaggi continuarono in una discussione online durata sei giorni:

Time: 19:28:08 Date: Fri Mar 13 1998 Host... rapidissimi, qual è il numero della CP? [polizia del campus]

Time: 19:28:23 Date: Fri Mar 13 1998 Host... 253-1212?

Time: 19:28:25 Date: Fri Mar 13 1998 Host... 100 per le emergenze

Time: 19:28:31 Date: Fri Mar 13 1998 Host... Bene, capito. Qualcuno è saltato dal 54.

Time: 19:28:35 Date: Fri Mar 13 1998 Host... Parli sul serio?

Time: 19:28:39 Date: Fri Mar 13 1998 Host... minacciato?

Time: 19:29:40 Date: Fri Mar 13 1998 Host... Vero. C'è la polizia. Pare sia morto.

Time: 19:30:01 Date: Fri Mar 13 1998 Host... proprio davanti alla mia finestra. Cristo santo.

Time: 19:30:39 Date: Fri Mar 13 1998 Host... polizia sul posto.

Time: 19:30:41 Date: Fri Mar 13 1998 Host... ha minacciato di buttarsi o si è buttato? Ah no, ho visto adesso

Time: 19:30:58 Date: Fri Mar 13 1998 Host... stavo per chiedervi se non era autorizzato a stare sul tetto. Adesso ho capito

Time: 19:34:05 Date: Fri Mar 13 1998 Host... arrivata l'ambulanza.

Time: 19:34:49 Date: Fri Mar 13 1998 Host... quest'anno c'è qualcosa di decisamente insalubre nell'essere uno studente del MIT...

«Sono i miei quindici minuti di celebrità?», ha scherzato Bob Randolph, il barbuto e pacioccone preside degli studenti nel suo ufficio affacciato sull'Infinite Corridor. Tra i suoi compiti c'è anche quello di gestire le tragedie del MIT. All'epoca del suicidio di Philip Gale, nel marzo 1998, Randolph ne aveva già viste diverse. Mark Sitton, uno studente post-laurea, si era recentemente sparato e un grand jury di Boston stava indagando sulla morte della matricola 18enne Scott Kreuger dopo una notte di bagordi alla festa di una confraternita del MIT.

Randolph ha elencato pazientemente le risorse disponibili per gli studenti che soffrono di qualche disagio: consiglieri di facoltà, tutor degli studenti, un telefono rosso attivo 24 ore su 24, il reparto psichiatrico del campus. Ma ha riconosciuto che nel caso di Philip «il sistema non ha funzionato.»

Il lavoro di ricerca e traduzione di questo e dei numerosi articoli collegati ha comportato molte ore di impegno volontario. Contribuisci a difendere questo sito e il suo importante ruolo informativo offrendo una pizza a chi ha lavorato anche per te.

Il suicidio è la terza causa di morte tra gli americani di età compresa tra i 15 e i 24 anni (dopo gli incidenti e gli omicidi). Ma nonostante la fama del MIT di pentola a pressione intellettuale, il suo tasso di suicidi si colloca nella norma nazionale delle università. Per motivi che nessuno sa spiegare, nei campus i suicidi si verificano spesso a grappoli. Per esempio, la Cornell ne ha visti cinque nel 1995, nessuno nel 1997.

Time: 13:40:11 Date: Sat Mar 14 1998 Host... Se non ci sono biglietti o cose del genere, tendo a credere che non è stato per attirare attenzione o mandare un messaggio. Infatti mi sembra più una cosa non premeditata, su due piedi...

Time: 13:41:12 Date: Sat Mar 14 1998 Host... Uno non sale fino al 15esimo piano di un palazzo "su due piedi".

In famiglia, il suicidio di Philip Gale fu la seconda morte tragica in meno di due anni e mezzo. Il padre David, un esperto informatico vagabondo, era morto di infarto nell'ottobre 1995, ad appena 47 anni. Marie Gale, la madre di Philip, è recentemente scesa da un furgone in una cittadina costiera dell'Oregon per discutere la breve vita di suo figlio con l'esuberanza di un'adolescente.

Alta e vestita di un paio di jeans e una camicia da lavoro, Marie vive in un ranch non lontano dal Coos Bay Café dove l'abbiamo intervistata. Ha accettato di parlare di Philip a condizione che la sua storia non venga usata per attaccare Scientology. «Per prima cosa, e soprattutto - sono una scientologist», ci ha detto. Pratica Scientology da quando aveva 12 anni. I suoi genitori e i suoi nonni erano scientologist, così come lo era suo marito. Anche la figlia di 15 anni [Liz Gale - NdT] è membro della chiesa.

Nella gerarchia ecclesiastica Marie è considerata OT VIII, stato che non solo dovrebbe averle dato il completo controllo psichico su materia, energia, spazio e tempo, ma che la mette anche a conoscenza di tutti i segreti commerciali di Scientology, quelli che sono oggetto di infinite cause legali per violazione di copyright scatenate da legioni di critici che postano materiali su Internet.

Come portavoce capo della Citizens Commission on Human Rights [Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, CCDU in Italia - NdT], ha predicato per anni le apparenti malvagità della psichiatrica con discorsi, interviste radiofoniche e articoli di giornale.

Scientology ha come obiettivo il "chiarimento del pianeta", l'eliminazione dalla vita di tutti gli esseri umani dei traumi emotivi, e vuole mettere al bando la psichiatria.

Philip era nato nel 1978. Sua madre si era sforzata di aderire alle istruzioni di L. Ron Hubbard sul parto silenzioso. «Mi piace pensarlo [di essere rimasta in silenzio], ma non credo di non aver emesso suono», dice ridendo. All'epoca il padre del ragazzo aveva un impiego a Los Angeles nel campo dell'informatica, ma la coppia decise che quello non era il luogo adatto per crescere un bambino e si trasferirono nel rurale North Hampshire settentrionale.

Philip aveva dimostrato una attitudine precoce per i numeri e le macchine. Un giorno, poco prima di compiere due anni, era gattonato nella stanza di Marie, impegnata a riordinare alcune schede. Mentre le metteva in sequenza - 67, 68, 69 ecc., - gli disse: «Passami la 70». Lui prese la scheda giusta e gliela porse. «Cristo, rimasi scioccata!», racconta Marie. A 4 anni il bambino scorrazzava il padre sul suo tre ruote Yamaha nelle strade di campagna del New Hampshire. «Ecco Philip alla guida, le gambe ancora troppo corte per arrivare al pedale del freno e del cambio», racconta la madre. «Voglio dire, sapeva guidare quell'affare meglio di tanti adulti.»

Marie educò il figlio a casa fino all'età di quattro anni e mezzo, poi aprì una scuola familiare assieme a un'altra mamma. «In sostanza, avevo questo bambino che risolveva i problemi di seconda e terza elementare, e leggeva come un bambino di seconda e terza», ricorda. «Era uno studente brillante e non mi andava di mandarlo alla scuola pubblica.»

A sei anni Philip decise di volere un lavoro. Individuò la posizione di tutte le scrivanie e mise a punto un progetto per fare da messaggero nell'ufficio del padre in relazione ai messaggi ricevuti dalla reception. Ma le leggi sul lavoro lo impedivano. «Ne uscì devastato», racconta Marie. «Disse qualcosa del tipo "Che cosa intendi dire? Posso benissimo svolgere questo lavoro". Penso che quella fu la prima volta in cui la società lo schiaffeggiò con un "sei troppo giovane". Per lui diventò un vero problema. Lo faceva star male fino a inveire e piangere.»

Il bambino, con la sua intelligenza vivace, era particolarmente turbato perché «era una cosa contro cui non poteva combattere», ricorda la madre, aggiungendo che l'esperienza gli lasciò un duraturo cinismo e risentimento verso "l'establishment".

Nonostante la rabbia per il mancato lavoro, Philip era più analitico che emotivo e spesso si scervellava per ore sulle cose che aveva visto. Quando un amico dei genitori fece comparire una caramella dal suo orecchio, il bambino non si accontentò della semplice spiegazione "magica". «Ci rimuginò su prima di chiedere finalmente: come ha fatto il mio corpo a reincartarla?" Continuava a riflettere sulle cose in questo modo, fino a che la logica non aveva la meglio», ricorda.

Nel 1986 i vagabondi Gale si trasferirono a Clearwater, Florida, per essere vicini alla sede mondiale di Scientology. David Gale aprì un'azienda di computer e Philip fu iscritto a una scuola privata che usava il sistema di apprendimento Scientology. Ma la mente di Philip aveva già spiccato il volo verso regni in cui né gli insegnanti, né i genitori potevano seguirlo. «Faceva troppe domande», racconta Marie con un sospiro. «Per potergli rispondere dovevo consultare i libri della biblioteca e parlare con la gente. Non riuscivo a farlo... credo che l'istruzione in casa sia una cosa positiva, ma ecco che non riuscivo più a farlo.»

Perciò a 8 anni Philip fu mandato alla Delphian School di Scientology, a Sheridan, Oregon. Situato in una proprietà di 700 acri di colline, foreste e pascoli nella rigogliosa Willamette Valley, il collegio fa parte di una rete di scuole gestite dalla chiesa, che negli Stati Uniti comprende sei altre strutture.

A 12 anni, Philip aveva terminato le "sedute di auditing" di Scientology, che implicano l'utilizzo di uno strumento chiamato e-meter. Secondo gli scientologist, l'e-meter localizza delle reazioni emotive dannose chiamate engram. Gli scientologist credono che grazie all'auditing la "carica" negativa degli engram possa essere eliminata, accelerando così il raggiungimento dello stato di "Clear", dove la persona funziona unicamente sulla base della "mente analitica" piuttosto che della "mente reattiva", che è emotiva e segnata dai traumi.

Time: 15:28:48 Date: Sat Mar 14 1998 Host... La cosa che secondo me è interessante è il suo collegamento con Scientology. E' andato alla Delphi Academy, un liceo pro-Scientology, e sua madre è il direttore di una organizzazione di facciata di Scientology (secondo le pagine web). Quell'organizzazione è nota per incasinare davvero la vita della gente.

Time: 15:31:24 Date: Sat Mar 14 1998 Host... Ohssignore, non Scientology...

Time: 10:33:57 Date: Thu Mar 19 1998 Host... Ho amici che hanno frequentato la scuola cattolica. Questo non significa necessariamente che siano cattolici.

Fu alla Delphian che il talento di programmatore di Philip cominciò a emergere. Uno dei suoi amici della scuola era Colby Africa, che incontrò Philip quando aveva 14 anni. Africa, all'epoca 16enne, cominciò a frequentare il ragazzino più giovane: lanciavano a canestro, stavano ai video-giochi, andavano a lezione di fisica. All'inizio tra loro c'era una competitività elettrica, fino a che Africa non cominciò a rendersi conto che Philip «aveva un'intelligenza molto più vivace di quanto io avessi mai potuto sperare di avere».

Africa aveva hackerato un'applicazione del computer, che poi mostrò all'amico. Ma Philip la migliorò immediatamente «di 500 volte». Ben presto Philip cominciò a insegnare all'amico più grande tutto quel che c'era da sapere sui software e lo incanalò verso quella che sarebbe stata la sua carriera in Microsoft, dove ora lavora nel settore marketing.

Fu sempre alla Delphian che Philip cominciò a fare uso frequente di quell'arma sociale di vecchia data degli adolescenti svegli: la denigrazione arguta. «Era molto sarcastico», racconta Africa, che oggi ha 23 anni. «Veramente molto.» E Philip non sopportava gli sciocchi. «Se riteneva che tu gli fossi intellettualmente inferiore allora facevi meglio a tacere», aggiunge.

A differenza di Philip, quando Africa si iscrisse alla Delphian non era scientologist. Nei guai con la legge, in una biblioteca aveva trovato del materiale pubblicitario della scuola e deciso di voler andare lì. Diventò scientologist a scuola, il cui personale è composto interamente da seguaci del movimento. «Sei adolescente. Vuoi essere accettato. Perciò che fai? Beh, cominci a fare come fanno loro, a parlare come loro e ben presto - puf! - sei uno di loro», ci spiega.

Mentre frequentava la Delphian, continua il vecchio amico che poi ha lasciato la chiesa, Philip cominciò ad allontanarsi da Scientology. «Si stava avvicinando all'età adulta prima del resto di noi, ma era anche più giovane di noi», racconta Africa. «Era una cosa strana. Era quasi come se il suo intelletto compensasse il fatto di non aver trascorso molto tempo su questo pianeta per comprendere veramente la vita senza avere una religione. Si allontanò da Scientology e a quel punto fu costretto a guardare l'universo senza quella "cassetta degli attrezzi".»

Come aveva promesso ai genitori, Philip si diplomò a 14 anni. Frattanto la sua famiglia si era trasferita nello Utah e il giovane si trovò presto un lavoro da programmatore nell'azienda di marketing di Salt Lake City dove lavorava il padre. Ma il ragazzino precoce dava la polvere ai programmatori adulti, compreso suo padre. Il lavoro, disse Philip alla madre, gli era difficile perché lui era «più veloce e più sveglio, e un programmatore migliore di alcuni dei tizi che sono lì da sempre, che programmano da sempre.»

Ancora una volta il ragazzo non riusciva a trattenere la tendenza a sminuire le persone che considerava meno intelligenti di lui - tratto che irritava parecchio i suoi colleghi più anziani. «Le sue pubbliche relazioni personali erano pessime», dice la madre ridendo. «Voglio dire, la sua tolleranza per gli adulti stupidi era vicina allo zero.» Sebbene il suo lavoro informatico gli fruttasse parecchio denaro, per mendicare più soldi ai genitori citava Platone e invocava le teorie marxiste sulla guerra di classe. «Con lui non ho mai trovato alcun sistema che funzionasse», continua Marie. «Riusciva a demolire a colpi di logica ogni sistema adottassi. Alla fine lasciai semplicemente perdere, visto che non potevo vincere.»

Nell'autunno 1994, mentre sua madre scriveva infuocati articoli contro la psichiatria sui giornali dello Utah e suo padre usciva ogni giorno per andare al lavoro, Philip fece il suo ingresso al MIT. Aveva 15 anni. Il trasferimento a Cambridge lo tagliò letteralmente fuori dai genitori, ma secondo Marie suo figlio non aveva comunque mai prestato molta attenzione ai legami familiari. Per tutta la vita aveva insistito per chiamare i genitori con i loro nomi di battesimo. «Non aveva un senso forte della famiglia», continua Marie. «Non so perché. Nonni, zie e zii, questa roba... non è che li evitasse, semplicemente... non so, è strano.» Col senno di poi, ci dice, avrebbe dovuto preoccuparsi di più di questo figlio che così giovane se ne andava all'università così lontano. Ma Philip considerava il MIT una grande avventura e lei non vedeva motivi per ostacolarlo. Infatti Marie non andò mai a Cambridge se non alla fine, per identificare il corpo del figlio.

Il campus del MIT è geograficamente diviso in due metà - l'East Campus e il West Campus - che a volte sembrano diversi come Berlino Est e Ovest prima del crollo del muro. I dormitori dell'East Campus alloggiano studenti eccentrici e amanti dell'avventura che si divertono ad hackerare videogiochi e a fare escursioni notturne per forzare le serrature dell'invitante rete sotterranea dei tunnel del campus. Il West Campus è un ambiente più rilassato, il paradiso dello studente serio.

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Poi c'è il grande sistema delle confraternite, che gestisce gli esuberi dei dormitori. Per qualche motivo, Philip rinunciò all'East Campus per trovare alloggio alla Phi Sigma Kappa. Ma non restò a lungo al MIT. Quell'anno, durante le vacanze di Natale, accettò un lavoro alla EarthLink Network Inc., all'epoca Internet service provider alle prime armi fondato dal ventitreenne Sky Dalton, scientologist ed ex alunno della Delphian.

Ancora a Cambridge, Philip aveva progettato un pacchetto software user friendly chiamato Total Access che permetteva all'azienda di connettere a Internet molti più utenti. Il programma, che gli fu pagato 10.000 dollari, fu una svolta tecnica cruciale che contribuì a lanciare tra i maggiori Internet provider del paese la piccola azienda di Dalton, che oggi ha oltre un milione di clienti e un valore di mercato di 2 miliardi di dollari.

Dalton rimase così impressionato fa Philip che gli offrì un lavoro a tempo pieno nella sua sede di Pasadena: direttore della programmazione e dello sviluppo, stipendio di 750.000 dollari l'anno, quote azionarie e un'auto, ci dice Marie Gale. Philip accettò e si trasferì a Ovest nella primavera del 1995. Aveva appena compiuto 16 anni.

Alla EarthLink, il suo miglior amico era il Web designer Brian Ladner, all'epoca 30enne. Tra un progetto informatico e l'altro, i due cominciarono a frequentare insieme concerti e rock club. Sebbene fosse ancora minorenne, Philip viveva la vita scatenata di un ultraventenne, a un certo punto andò addirittura a Las Vegas con Ladner e Sky Dalton. Durante il giorno partecipavano al Comdex, il convegno annuale di tecnologia, di notte si attardavano ai tavoli di poker, scommettevano e bevevano fino alle 4 o alle 5 del mattino.

A Vegas Philip risaltava ancor più che a L.A. Pallido, allampanato, tutto pelle e ossa con questi capelli rossi rasati corti, uno spacciatore gli chiese se venisse da un altro pianeta. Philip rispose «dandogli 25 centesimi di mancia», ricorda Ladner con una risata.

Tornati alla EarthLink, Philip e Ladner si sentirono chiedere di fare ciò che Ladner descrive come "affari laterali". Poiché erano entrambi bravi nel Web design, furono assunti da un'altra azienda Internet per creare Super Nudes, un sito pornografico ospitato da EarthLink.

Oltre a bere, scommettere e collaborare alla vendita online di pornografia, Philip fumava erba e si lanciò nel rock alternativo arrabbiato, gruppi come Nine Inch Nails e Garbage. E scoprì il sesso. «Ne parlavamo parecchio», racconta Marie. «Mi raccontava quando scopava.» Le mostrò anche "la scena del crimine". «Quando andai a trovarlo nel suo appartamento [di L.A.], mi mostrò la sua stanza da letto. Aveva questo letto nuovo, e il materasso per terra. Gli chiesi "che è successo?", e lui mi fa "il letto ha ceduto".» Mentre le raccontava la storia, Marie si piegò dalle risate.

Volantini pubblicitari della Church of Sub Genius
Bob Dobbs

Secondo Ladner, Philip abbandonò le credenze scientologiche quando lavorava alla EarthLink. Si era innamorato della satirica Church of Sub Geius, specializzata nello smontare i culti e che trova i suoi seguaci nella "Generazione X". Ladner diede a Philip la bibbia ironica del gruppo, Revelation X: The Church of Sub Genius, e guardarono insieme il loro "video di reclutamento". «Era divertentissimo», ricorda Ladner. «C'erano certe cose che colpirono veramente Philip. Entrambe le religioni [Sub Genius e Scientology] attingono per certi versi da idee simili. Una ha senso dell'humor, l'altra no.»

I "Sub Genii" venerano Bob Dobbs, un personaggio dei fumetti che fuma la pipa. Philip adorava un punto del video in cui Dobbs «dice a L. Ron Hubbard: "saranno anche rosa, ma il loro denaro è verde"», ride Ladner. Philp appese addirittura il poster di Bob Dobbs alla porta del suo ufficio.

Nonostante avesse preso le distanze da Scientology, Philip continuava a lavorare per Dalton, scientologist di spicco, in un'azienda gestita secondo i principi manageriali di Scientology. Philip uscì anche per breve tempo con una 17enne, membro attivo della chiesa. Ma la fede della ragazza lo irritava, spingendolo a chiedere a Ladner: «Perché non riesce a vedere oltre?»

Philip non era esattamente il dirigente modello, ricorda Ladner. «Sky arrivava di corsa in ufficio e lui stava giocando a un video game», racconta. «Una volta Sky gli disse "abbiamo bisogno di X migliaia di dischetti di Netscape che puntino alla homepage di Vattelapesca, e ne abbiamo bisogno subito, ora!" Phil continuò a giocare, allora Sky gli urlò "Abbiamo bisogno di questo, subito!", e Phil "Ok, ok", ma continuò la sua partita. E Sky: "Beh, quando pensi di farlo?" "Quando ho finito qui", che avrebbe potuto anche significare sei o sette ore dopo. »

Per Philip, gli uffici della EarthLink avevano un'attrattiva importante: Susie Wu, una collega snella e molto carina di qualche anno più grande. Non solo diventò la sua ragazza, ma anche la sua migliore amica e confidente.

«Ero la sola con cui poteva parlare apertamente di certe cose importanti come l'amore, la vita, la morte, la speranza - questo tipo di cose», dice la Wu, oggi 25enne. Ma anche tra i giovani maghi del computer della EarthLink, l'arroganza intellettuale del ragazzo continuava a emergere. «Era giovane, si comportava male, si atteggiava», continua la Wu. «Sapeva di essere più avanti di tutti gli altri.» Continuava a usare quel suo umorismo cinico come una barriera tra se stesso e «qualsiasi cosa gli generasse emozioni.» Ironicamente, secondo la Wu, quel suo bagaglio di ragazzo prodigio gli si rivoltò contro, perché i suoi superiori della EarthLink riposero su di lui troppe aspettative. «Se voleva prendersi una pausa per riflettere sulle cose, nessuno riusciva a capire la sua necessità. Nessuno gli lasciava spazio per esplorarsi come individuo.»

In ottobre 1995 il padre di Philip morì. Sei mesi dopo, il ragazzo ottenne l'emancipazione legale che gli permise di esercitare i suoi diritti azionari sulla EarthLink, che stava per entrare in borsa. Quell'estate raggiunse la madre in North Carolina, si tolse l'apparecchio ai denti e si tinse i capelli di blu. Nell'autunno del 1996, fresco diciottenne, tornò al MIT.

Time: 01:20:18 Date: Sat Mar 14 1998 Host... è rimbalzato oppure l'impatto è stato sufficientemente non elastico per eliminare tutta l'energia cinetica?

Time: 01:20:49 Date: Sat Mar 14 1998 Host... Beh, potresti approssimare la velocità orizzontale di quando si è lanciato dall'edificio...

Time: 01:20:52 Date: Sat Mar 14 1998 Host... anche i pezzi di legno e di vetro non erano direttamente sotto la finestra, direi almeno 3 metri a est

Time: 01:21:46 Date: Sat Mar 14 1998 Host... da quel che ho sentito, da quell'altezza c'è sicuramente rimbalzo. Il legno non era così distante - probabilmente meno vento a spostarlo. Ho sentito che almeno una persona l'ha visto succedere... (tremo)

Time: 01:22:43 Date: Sat Mar 14 1998 Host... Mi chiedo quanto ci metteranno a sostituire la vetrata.

Eric Hu, ragazzo attraente con la coda di cavallo, si accascia così profondamente nel separé del ristorante di Cambridge da quasi scomparire. Si comporta come se non volesse essere visto, ma risponde in modo libero e franco alle domande sul suo amico defunto.

Hu conobbe Philip quando erano entrambi membri della confraternita Phi Sigma Kappa, dove legarono grazie alla passione comune per un certo tipo di musica e per l'erba. Hu è convinto che Philip si allontanò definitivamente da Scientology tra il momento in cui entrò alla EarthLink e il suo ritorno al MIT, un anno e mezzo dopo. Nonostante stigmatizzasse la religione dei genitori, sembrava ancora combattere per qualcosa in cui credeva. «Per quel che posso dire, per lui fu un'esperienza impegnativa.»

Tornato a Cambridge, Philip cominciò improvvisamente anche a piangere il padre, morto un anno prima. «Aveva considerato il padre come se fosse diventato questa specie di tipo presuntuoso, corporativo», ricorda Hu. «Poi sua madre gli mostrò una sua vecchia foto, quando il padre era una persona libera, amante del divertimento. Questa cosa lo commosse al punto da cominciare a piangerne la morte.»

Jason Politi, anch'egli compagno di confraternita di Philip e in seguito suo coinquilino, conferma che la morte di David Gale colpì molto il figlio, seppur in ritardo. «Credo che l'immagine più indimenticabile di Phil sia che quando sorrideva, lo faceva sul serio», ha detto Politi al servizio funebre tenuto al campus. «Ma oltre a quello non mostrava molte emozioni. Ricordo una volta a una riunione alla confraternita, dopo il suo ritorno dalla California. I membri della casa facevano girare il martelletto [per poter parlare] e lui cominciò a piangere. Piangeva per la morte di suo padre. E' una cosa di Phil che non dimenticherò più.»

Marie Gale sostiene che Philip e il padre avevano un rapporto sincero e comunicativo. «Erano amici, avevano molto rispetto reciproco su molte cose tra cui i computer», mi ha scritto in una e-mail in risposta ad alcune domande dopo l'intervista iniziale. «Andavano a pescare e a sciare insieme.» Benché avesse parlato molte volte con lui della morte del padre, si è detta «molto sorpresa» nel sentire della reazione emotiva del figlio.

In autunno 1997 Philip si era già stancato di quasi tutti i membri della sua confraternita, per non parlare del cibo che servivano alla casa. Con un paio di altri laureandi si trasferì in un appartamento in Brookline Street a Central Square. Fece anche un cambiamento importante nel suo percorso scolastico, scegliendo di laurearsi in musica invece che in fisica e ingegneria. «E' abbastanza insolito che gli studenti facciano un cambiamento così radicale [da una laurea scientifica a una umanistica]», fa notare Hu. «Ma Philip non trovava niente che alleviasse il suo senso di noia. Diceva "perché combattere il dolore?"»

Philip entrò anche nel gruppo di élite degli studenti del Professor Tod Machover del celebre Media Lab del MIT, dove lavoravano alla creazione di nuovi ambienti e strumenti musicali per i bambini.

"Inventare il futuro" è lo slogan per il lavoro e molto del gioco del Media Lab, un think tank di intelligenza artificiale e parco divertimenti tecnologico che attira fan come Robin Williams e Penn & Teller.

Philip lavorò a un progetto con altri due studenti, ma se ne andò prima di finirlo. «Sostanzialmente pensava che gli altri due fossero troppo ottusi per lavorarci assieme e se ne andò per conto suo», dice Machover, noto per essere stato un pioniere della musica elettronica.

Ma l'interesse di Philip per la musica continuava a crescere. Partecipò al Concert Choir del campus e a un gruppo di studenti che suonavano strumenti a percussione balinesi. Formò poi una rock band con l'amico Michael Tarkanian, post-laurea in scienze materiali proveniente dalla proletaria Brockton, Massachusetts. Tarkanian suonava il basso, Philip le percussioni e un terzo studente era alla chitarra.

Alla fine tornò al Media Lab con il prototipo di un gioco musicale «molto forte», ricorda Machover. Usando la tastiera del computer per far comparire o scomparire palle colorate dentro dei tubi sullo schermo, il dispositivo di Philip non solo sintetizzava musica, ma poteva anche cambiare di tono. «Ho visto centinaia di queste cose, ma con Philip ti bastava dargli un'occhiata per dire "Ok, questo ragazzino ha capito tutto"», racconta il fanciullesco e capellone Machover, 45 anni. «Un sacco di aziende di giocattoli con cui collaboravamo l'avrebbero adorato.»

Il professore cercò di incoraggiare il suo innovativo studente. Prima di partire per un sabbatico post-natalizio a Big Sur, scrisse a Philip una e-mail: «Guarda Phil, questo è l'inizio di qualcosa di grande... sarebbe bello lavorarci con te, sarebbe divertente averti intorno.» Philip non gli rispose.

Nonostante la sua genialità e creatività, Philip Gale si sentiva raramente soddisfatto delle sue conquiste. Si lasciava incantare da qualcosa quasi fosse sotto incantesimo, imparava a padroneggiarlo («Più velocemente di chiunque altro», sottolinea Eric Hu) e poi altrettanto velocemente perdeva interesse. Prendete il suo breve amore per gli scacchi. «Giocavo a scacchi da tempo e Phil voleva davvero imparare», racconta Hu. «Nel giro di un mese o due cominciò a battermi. E io giocavo da anni. Poi, dopo un altro mese, smise di giocare. Quando mi batteva a scacchi, o qualsiasi fossero i suoi mini-obiettivi del momento, aveva un moto di soddisfazione, ma secondo me più le cose duravano, più perdeva interesse.»

Hu fa l'esempio del nuovo corso di laurea di Philip. La prima cosa che impari quando studi musica al MIT è come scrivere una corale di Bach. Ma lui non voleva perderci tempo. «Era scocciato dal dover fare quelle cose», ci dice l'amico.

Jesse Koontz, un altro dei coinquilini di Philip, racconta che nei mesi precedenti alla sua morte il ragazzo sembrava quasi sempre arrabbiato. Era scocciato dal fatto che non riusciva a entrare nella zona di Boston dei rock club, che tende ad applicare molto rigidamente la legge del Massachusetts che proibisce l'alcol prima dei 21 anni. «Credo che in certi locali non lo lasciassero entrare proprio perché aveva meno di 21 anni», racconta Koontz. «Mi pare che al Media Lab si fosse fatto una carta di identità falsa, ma odiava certe cose. Diceva "è ridicolo, voglio andarci". Non che gli interessasse bere, ma era arrabbiato di non poterci andare per la musica, lo respingevano per l'età.»

Nonostante le frustrazioni, con le ragazze non aveva problemi. La relazione con Susie Wu era finita, anche se restavano in contatto. Ma quell'autunno, a una festa della confraternita aveva conosciuto una ragazza che era quasi la sua immagine emotiva speculare: Christine Hrul, 21 anni, studentessa alla vicina Wellesley. Alta e bionda, Christine ben comprendeva la depressione di Philip. Infatti nemmeno lei stava troppo bene e aveva recentemente cominciato ad assumere antidepressivi. Durante la loro tempestosa relazione, Philip si auto-medicava con l'alcol e l'erba, mentre il farmaco di elezione di Christine era lo Zoloft. Benché Christine ammetta che con Philip «non avevamo poi tanto in comune di cui parlare», riusciva a capire che cosa l'amico stesse attraversando. Gli spiegl che con quel farmaco si sentiva meglio, ma respinse la richiesta Philip di un po' delle sue pastiglie.

«Mi diceva, che ne pensi?», ricorda Christine. «E io, "no, non è una buona idea". Della serie "e se non è la cosa giusta?", quindi non gliele diedi. Forse avrei dovuto. Ma a quel punto, non ne avrei avute a sufficienza per me.»

Hu dice che Philip fumava erba tutti i giorni e aveva anche fatto un ordine di LSD a uno spacciatore del campus, anche se pare non lo abbia mai ricevuto. «Fu una delle prime cose che chiesi [dopo il suicidio]», spiega Hu. «Ha ricevuto qualcosa per posta o cose del genere? Tutti quelli con cui ho parlato hanno detto di no.»

Alla fine, su istruzioni del consigliere di facoltà, Philip andò a trovare lo strizzacervelli del campus. Ma secondo Hu, l'amico aveva anche un'altra motivazione. «Mi disse "voglio provare a farmi dare qualche psicofarmaco e vedere che cosa mi fa". Era quella la sua motivazione principale.» Philip uscì dalla seduta dichiarando che lo psichiatra - che non gli aveva prescritto alcun farmaco - era un "cazzone".

Tra feste e recite, Philip e Christine condividevano molte di quelle conversazioni lunghe, intense, sincere che caratterizzano tutte le relazioni al college. Uno di quegli scambi, avuto sul tetto del Phi Sigma Kappa, si è fissato indelebilmente nella mente della ragazza. «Mi chiese se avessi mai pensato di gettarmi da un palazzo», ricorda. «Ma non me lo chiese in un contesto di suicidio. Me lo chiese nel contesto di "Non sarebbe forte buttarsi giù e vedere l'effetto che fa?"» Il tetto della confraternita non era probabilmente alto a sufficienza per uccidersi, ma la conversazione allarmò Christine.

«Ho fatto questi corsi per pari [colleghi, amici, compagni, consimili ecc. - NdT] in cui ti dicono che anche se sei molto amico, se una persona fa riferimento al suicidio devi prenderla molto sul serio e chiederle come farebbe», racconta. «Perciò anche se stavamo solo scherzando, glielo chiesi. Mi disse "mi butterei giù", e io "faresti un bel casino". Poi cominciammo a parlare d'altro.»

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La coppia si lasciò in febbraio 1998 e Philip mandò a Christine alcune e-mail: «Parlava di pigrizia e noia, e di come non gli piacesse stare con me perché con me era troppo a suo agio», dice con tristezza. Quando le fece l'ultima telefonata, il 23 febbraio, lei sentì che era lo strappo finale. Christine gli chiese di andare da lei, ma lui rifiutò dicendo che non era una buona idea. Lei gli disse "Ok" e cercò di interrompere la comunicazione, ma lui la pregò di non farlo. Alla fine qualcuno interruppe la connessione. Fu l'ultima volta in cui si parlarono.

Il giorno dopo, Susie Wu ricevette sul posto di lavoro vicino a Washington, DC, questa e-mail di Philip:

Mi è piaciuta la nostra relazione, mi è piaciuta la sua anormalità, ero così attratto da te e dal tuo cocciuto idealismo. Dopo la morte di mio padre mi siedo sul letto a notte fonda e piango, piango. Ma l'assurdo egoismo di tutto questo è che piango per te, non per lui. Ho concluso così poco, finora; non voglio rallentare. Ma non sento nessuna spinta, adesso. La mia vita ha riguardato il crescere... ma non mi sono reso conto che comprende, più di ogni altra cosa, le persone e le esperienze. I soldi della EartLink hanno semplicemente eliminato una scocciatura. Non ho obiettivi materiali. E nel regno dell'intelletto, dell'intellettuale... beh, in verità non ci sono tagliato - sono più una persona che fa, che agisce. Il mio interesse per i computer - le infinite perdite di tempo per tutti i miei altri vuoti - ha frammenti di raro divertimento. Una TV sofisticata. E la musica, beh, ho scelto la musica per la combinazione di aspetti tecnici, intellettuali e sociali. Ma fino a poco tempo fa non sono riuscivo nemmeno a vedere che la gente, l'altra gente, guida il macchinario. In altre parole, per quanto mi piacciano queste attività, esse non possono più riempire i buchi della mia vita. Temo il ripiegamento, il sistemarsi: comprare una casa, avere figli, perché postulo (il vero significato, non quello di elron :-) ) [elron è un evidente riferimento a L. Ron Hubbard] che trascorrerò il mio tempo ad augurarmi di aver fatto cose diverse, o che la mia vita sia diversa. Perché sono così annoiato dalla vita dell'uomo comune, e ciò che ritengo una vita interessante sembra solo il privilegio di pochi. E soprattutto non credo che mi innamorerò mai più di nuovo.

Non so come affrontare questi problemi, forse potrei galleggiare sulla vita nello stato di semi-sedazione in cui mi trovo già da un po'. Il mio consigliere (senza che gli dicessi nulla di personale) mi ha detto di ritenere che dovessi vedere uno psichiatra. Prendere qualche farmaco e dire alla mia mente che le cose sono diverse? Non so. Spero di non impressionarti nel dire certe cose. A volte se ci penso sto male, questi sprazzi di depressione. Molti lo sopporterebbero, ma per me è insignificante. Lo dico non per cercare compassione: ho pensato al suicidio. E' così surreale. Rido tra me quando leggo la FAQ di alt.suicide [un newsgroup internet relativo al suicidio]. Se dovessi farlo, probabilmente mi getterei dal Green Building del MIT. Ma non credo di averne il coraggio (non per l'altezza, ma per la morte in sé). E ho paura dell'impatto che avrebbe sulla mia famiglia. Ne sarebbero terribilmente feriti, ancora di più della morte per cause naturali di mio padre. Beh, se ancora non pensi che sia un fottuto perdente (:> - rido davvero nel mettere questa faccina, sappilo), allora ti chiedo se hai voglia di viaggiare. A me non piace viaggiare, ma... solo per un po', per poco. E' intrigante. Ok Susie, ciao Fil

Una settimana prima di salire le scale del Green Building, l'agitato ragazzo prodigio mandò una mail di tono molto diverso al Professor Machover a Big Sur: «Ho avuto questa idea, sono molto interessato a questa cosa», gli scrisse. «Mi dica che cosa ne pensa, mi piacerebbe farci un [progetto di classe].»

Machover ricorda bene l'idea. Si trattava di creare uno strumento che avrebbe permesso di prendere suoni ambientali del mondo che ci circonda e trasformarli in musica. Philip voleva registrare diversi tipi di suoni - gente che parla per strada, rumori della metropolitana, musica nei club, suoni di animali - e scrivere un software che analizzasse le loro specifiche qualità. Poi li avrebbe missate per trasformarli in melodie. Il passo successivo sarebbe stato mettere il materiale registrato in una biblioteca audio che potesse essere navigabile con un joystick. L'obiettivo di Philip era rendere possibile alle persone fare musica del mondo circostante e combinare suoni che di solito non stanno assieme.

«Stupendo!», gli scrisse Machover. «Non solo mi interessa personalmente, ma è un'idea fantastica e credo tu sia una grande persona. Adesso sono in California ma... procedi!»

Philip cominciò a lavorare immediatamente al suo progetto coinvolgendo anche l'amico Michael Tarkanian. Tarkanian costruì un microfono per il registratore digitale sonoro ad alta definizione acquistato da Philip, e i due cominciarono a mettersi alla ricerca di suoni. Un giorno entrarono nel centro registrazione degli studenti per catturare il suono dei flipper.

Intanto, però, Philip si ingozzava di cibo spazzatura e aveva smesso di andare a lezione. «Non gli importava di arrivare in ritardo, nemmeno di andare a lezione», commenta Jesse Koontz. «Penso non gli importasse nemmeno niente di una corretta alimentazione. Voglio dire, per certi versi era divertente. Mangiava McDonald fino a che non si rendeva conto di non poterne inghiottire un boccone di più. Credo cominciasse ad avere paura. Non gli interessavano più i dettagli della vita. C'erano molti fattori fastidiosi che sembravano seccarlo.»

Il giorno prima di uccidersi, Philip passò un po' di tempo con Jason Politi, fumò molta marijuana e disse che lo strizzacervelli del campus era un idiota. Quella sera andò nella camera di Tarkanian per prendere di nuovo a prestito il suo microfono e quella notte restò sveglio fino a tardi a giocare Dark Reign in Internet, litigandosi pesantemente online con i giocatori di punta.

La mattina di venerdì 13, Philip aveva le occhiaie ed era esausto. Cominciò ad alternare tiri di erba dal bong e sorsate di birra. Più tardi mise alcuni CD nel lettore e cominciò ad ascoltare musica ad alto volume. Uno era un album dei Filter's Short Bus che comprendeva la canzone "Hey Man, Nice Shot" che parla di un uomo che si fa saltare le cervella con la pistola:

Pensano che la tua fine precoce sia uno sbaglio/Hanno ragione quasi del tutto/Ma guarda come sono diventati tutti più forti/Ecco perché dico ehi amico, bel colpo
Poco dopo le 6 del pomeriggio Philip scese le scale del suo appartamento verso Central Squale, a quell'ora brulicante di persone in cerca di un party. Poi si diresse verso il Green Building. Non si preoccupò di spegnere la musica.

Matt Munsey, matricola dalla faccia seria del MIT, trovò il corpo immobile di Philip Gale qualche minuto dopo l'impatto. «Giaceva sulla schiena», ricorda Minsey. «Sul suo volto un'espressione di grande disagio o dolore. O rabbia.»

Nonostante non conoscesse Philip, Minsey rimase molto turbato da ciò che aveva visto. Nel tentativo di dare un senso ai suoi sentimenti e condividere informazioni su Philip, ha creato un sito web in suo ricordo intitolato Chi era Philip Gale?. Nell'introduzione si legge: «Poiché l'ho visto giacere sull'asfalto, ho pensato che Philip Gale volesse dirci qualcosa, farci sapere qualcosa, su di sé e la sua vita. Questo pensiero mi ha spinto a creare questo sito web in suo ricordo e come monito al mondo contro Scientology». Munsey conclude la sua introduzione con queste parole: «Philip Gale, sarai ricordato per sempre».

Time: 14:23:32 Date: Tue Mar 17 1998 Host... quanto è certo che quello di Philip Gale sia stato un suicidio? (tutti sembrano pensarlo, anche se non ci sono comunicazioni ufficiali)

Time: 14:24:48 Date: Tue Mar 17 1998 Host... Credo che nessuno lo sappia con certezza. Ci sono state molte speculazioni.

Time: 14:26:24 Date: Tue Mar 17 1998 Host... Credo che debbano decidere tra suicidio e omicidio. Non sembra essere stato un incidente.

Time: 14:30:41 Date: Tue Mar 17 1998 Host... Il punto è: se volessi assassinare uno studente del MIT, quale miglior copertura? Sospetto che la polizia del campus indagherà per un bel po'...

Time: 14:33:20 Date: Tue Mar 17 1998 Host... Nemmeno le storie peggiori che ho sentito sulla Chiesa di Scientology contemplano il buttar giù qualcuno da un palazzo. Anche se è possibile che siano stati meno scrupolosi.

Time: 00:54:34 Date: Thu Mar 19 1998 Host... Whee, una guerra di flame sulla bacheca del mit.

Quando gli utenti di un noto newsgroup anti-Scientology vennero a sapere del suicidio di Philip, fiorirono le speculazioni su un possibile coinvolgimento della chiesa. Poco dopo Marie Gale si collegò dal Media Lab e intervenne alla discussione, lasciando intendere che la morte del figlio avesse qualcosa a che fare con una intervista che lui aveva rilasciato a un giornalista del Boston Herald per un articolo critico di Scientology. «Posso solo presumere che esistessero collegamenti tra questo newsgroup (o i suoi utenti) e quel giornalista che lo contattò», scrisse Marie. «L'intervista lo turbò. Quella fu l'ultima volta che parlai con mio figlio.»

Nonostante quel rimprovero, sul newsgroup scoppiò una flamewar. Tra le altre cose, alcuni utenti si chiesero se il fatto che Philip fosse cresciuto in Scientology - e la sua forte opposizione alla psichiatria - potesse avergli impedito di cercare quell'aiuto che poteva salvargli la vita. Marie respinse fermamente l'idea. Scrisse: «Se Philip avesse dato retta ai principi in cui è stato cresciuto non avrebbe fatto uso di droghe, giusto? Mio figlio ha deciso con la sua testa. Ha deciso che il codice morale di Scientology non lo riguardava... Il che è evidente dal modo in cui viveva. Perciò la decisione di incontrare o meno uno psichiatria è stata totalmente sua.»

Gli esperti di sette e qualche ex-scientologist la pensano diversamente. La chiesa, sostengono, inculca insidiosamente nei suoi seguaci l'idea che se se ne allontanano gli capiterà qualcosa di brutto, tipo il suicidio.

Steven Hassan, assistente all'uscita dai culti, ha descritto Scientology come una «setta a controllo mentale» e ha discusso sul fatto che Philip, come altri membri del passato e del presente, era «sistematicamente indottrinato con fobie verso il sistema di salute mentale.»

In ogni caso, i problemi emotivi di Philip erano molto simili a quelli di molti altri studenti universitari dotati che andavano a vivere per conto proprio.

L'esperto di suicidi Ralph L.V. Rickgarn cita un numero di fattori collegati ai suicidi di giovani di talento: morte del padre; mobilità e mancanza di radici; una storia d'amore finita o mancata; perdita di un confidente e - soprattutto - un diminuito coinvolgimento sociale e basso livello di tolleranza verso gli altri. Un altro problema, fa notare Rickgarn nel suo libro Perspective on College Student Suicide, è la «comprensione di situazioni adulte e del mondo, ma impotenza a portare cambiamento.» Tutto questo, continua, contribuisce a sentimenti di inutilità e frustrazione che possono contribuire a scatenare un comportamento suicida. E naturalmente, il forte uso di alcol e droghe può diminuire le inibizioni naturali verso il suicidio. Ma è stato lo stesso Philip, in una nota rinvenuta nel suo appartamento, a fornire la spiegazione più profonda del perché si è tolto la vita:

Pare che sia saltato da un palazzo molto alto. Sì, è strano. Dirvi perché sarebbe raccontarvi la mia mente! Non posso farlo. Non sono pazzo, anche se sono arrivato al suicidio. Non riguarda un singolo evento o persona. Riguarda una tristezza permanente e una visione distaccata del mondo. Vedo la mia vita - così banale, noiosa, una perdita di tempo sperando in obiettivi irraggiungibili - e provo poco attaccamento al futuro. Ma in senso relativo non è così male. Esagero.

Alla fine è che non sono disposto (malattia del vivere) a vivere nella mediocrità. E questa è la soluzione che ho trovato a riguardo. La parte più triste è l'inevitabile dolore che imporrò alla mia famiglia e ai miei amici. Ma non ho molto altro da dire. Mi dispiace. Cercate di capire che riguarda me e le "mie idee del cazzo". Non è perché sono stato tirato su male o non ci si è presi abbastanza cura di me. E' semplicemente così. Per favore, date i miei $ alla mia famiglia e i miei aggeggi a gente che li userà. E non fatevi causa!

Ho paura della caduta. Sono terrorizzato dall'impatto. Ma quando sarà finita, sarà finita. Mondo, prenditi cura di te,

Philip

Alla fine della lettera c'è una faccina sorridente e l'aggiunta: «E siate felici!»
Time: 12:21:46 Date: Sat Mar 14 1998 Host... C'è qualcun altro che ha avuto una reazione di rabbia tipo "ma vaffanculo!" verso questa persona? Sono stato colto dalla rabbia perché questo si è ammazzato in un modo che è stato dannatamente traumatico per un sacco di persone totalmente innocenti.
Dopo un sobrio servizio funebre tenuto nella cappella del MIT, Philip Gale è stato cremato da una impresa di pompe funebri di Boston. Le ceneri sono state spedite alla madre, che pensava di disperderle vicino a un alberello nel suo ranch in Oregon. Gli amici hanno avuto alcuni dei suoi giocattoli; Eric Hu un amplificatore; alcuni CD sono stati distribuiti ad altri amici.

Passata la tragedia il campus è tornato ai suoi ritmi normali, alle sue migliaia di laureandi che si preparano agli appuntamenti di primavera. Ma Philip ha continuato a indugiare nella mente di chi lo ha conosciuto meglio. Michael Tarkanian lo ricorda come «uno su un milione... la persona più incredibile che abbia conosciuto.» Eric Hu, che sulla scrivania ha una foto di Philip in un momento felice, lo descrive come la persona più intelligente che abbia mai incontrato. Susie Wu lo definisce «un raggio di speranza per tutti noi che volevamo vivere la nostra vita a modo nostro.» Per la sua sempre razionale mamma scientologist, Philip «ha aperto la porta a concetti informatici che io non posso nemmeno sperare di capire.»

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Tra chi è rimasto più colpito dalla morte di Philip c'è il suo vecchio amico della EarthLink, Brian Ladner.

All'epoca Ladner lavorava come capo ingegnere informatico per un'altra azienda Internet di Los Angeles e rimase molto scosso dal suicidio dell'amico. Faticava a concentrarsi sul lavoro, non riusciva a smettere di pensare a Philip. In quel periodo Ladner era alle prese con un progetto lavorativo particolarmente complicato, stava cercando di scrivere un codice che avrebbe permesso a un server Web di dialogare con un nuovo database Oracle. «Per quasi una settimana avevo chiesto a tutti e ovunque sulla Rete, al telefono, sui newsgroup, sulle mailing list, anche alla stessa Oracle», ricorda Ladner. Nessuno riusciva ad aiutarlo. Ma una sera decise di farlo comunque e cominciò a compilare del codice. Lavorò ininterrottamente per 72 ore, determinato a risolvere il problema. «Di notte parlavo con gli amici, tutti preoccupati che lavorassi così tanto e non dormissi», racconta. «Alla fine ammisi a loro e a me stesso che non potevo lasciare l'ufficio. Se lo avessi fatto sarei dovuto andare a casa a piedi, e durante la passeggiata avrei inevitabilmente pensato a Philip. E non ero ancora pronto ad affrontare la cosa.»

Alla fine Ladner trovò la risposta, e quella risposta gli fornì una visuale più profonda su altre sfide tecniche che ha affrontato. Infatti lo spinse a pensare in modo completamente nuovo all'integrazione di sistemi informatici e Internet. Emozionato e felice, avrebbe voluto avere qualcuno con cui discutere il suo trionfo. Ma quasi nessuno tra le sue conoscenze aveva il cervello per comprendere ciò che aveva fatto, e a ancor meno sarebbe stato interessato. Fu in quel momento, racconta, che comprese davvero che cosa voleva dire essere come Philip Gale.

 
 
 
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