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Scientology: un culto in crescita che scava pericolosamente nella mente dei seguaci

Life dedicò a Scientology un lungo articolo. Il giornalista Alan Levy condivise con i lettori la sua devastante esperienza iniziata a New York e finita alla St. Hill Organization di Hubbard nel Sussex, Inghilterra.

© Alan Levy, Life Magazine, 15 nov. 1968.

© Traduzione di Simonetta Po, febbraio 2016

 
Nella sala le luci si abbassarono lasciando illuminato solo il busto in bronzo del Fondatore, al centro del palco. Dagli altoparlanti arrivò la voce profonda e professionale di L. Ron Hubbard. Era un nastro intitolato Some Aspects of Help, Part. 1, una "conferenza fondamentale" di Scientology che Hubbard registrò quasi 10 anni fa.

Nessuno tra il pubblico decisamente rispettabile di Los Angeles — alcuni hanno pagato fino a 16 dollari per poter assistere — riteneva strano stare ad ascoltare quella voce disincarnata. Tra i credenti, Scientology e il suo fondatore non possono essere criticati. Scientology è la Verità, è il percorso verso una "civiltà priva di pazzia, senza criminali e senza guerra..." e "per la prima volta dall'inizio dei tempi c'è qualcosa che... ha tutte le risposte alle eterne domande e fornisce l'immortalità".

Tanta parte di questo credo potrebbe essere ritenuto innocua — praticamente indistinguibile da molti altri percorsi di miglioramento dell'Uomo. Ma Scientology è temibile per le sue dimensioni e il suo tasso di crescita, e per le tecniche potenzialmente disastrose che usa in modo sconsiderato. Per arrivare alla Verità, lo scientologist si abbandona completamente al "auditing", una forma rozza di psicanalisi. Nella pratica medica rispettabile la psicanalisi è una procedura delicata, ma in Scientology essa viene praticata da un "auditor", un semplice scientologist in addestramento che fa uso di un "E-meter", una specie di macchina della verità. Un rapporto governativo ordinato tre anni fa dal parlamento dello Stato di Vittoria, in Australia, definì Scientology «la più vasta organizzazione al mondo di persone non qualificate che si impegnano nella pratica di tecniche pericolose mascherate da terapia mentale». Il giornalista Alan Levy, che ha fatto un'esperienza personale con il movimento, ha scoperto che l'auditing può essere devastante.

E' impossibile dire con precisione quante persone sono rimaste affascinate da Scientology. L'affiliazione mondiale — Inghilterra, Sud Africa, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Francia, Germania, Giappone e Stati Uniti — ammonta probabilmente a due-tre milioni di persone. Nei centri statunitensi di Washington, New York, Los Angeles e di altre sette città, oggi si parla di alcune centinaia di migliaia di affiliati. Ciò che sorprende — e spaventa — è il suo tasso di crescita negli Stati Uniti, dove negli ultimi tre anni il numero è probabilmente triplicato o quadruplicato.

I neofiti di Scientology sono soprattutto giovani, intelligenti e idealisti. Diventano fanatici, impermeabili alla critica, pronti a distaccarsi da chi solleva dubbi. Molti giovani sono stati istruiti dalle loro organizzazioni Scientology, o "org", a "disconnettere" dalle proprie famiglie. "Disconnettere" significa esattamente quello: troncare ogni tipo di rapporto. Questo allontanamento può essere profondo e duraturo e si lascia dietro genitori distrutti che non riescono più a parlare in modo razionale con i propri figli.

Scientology è costosa: raggiungere il primo stadio significativo costa circa 650 dollari. Diventare Thetan Operante, Classe VIII — il livello attualmente più alto — può far lievitare i costi complessivi (libri, iscrizioni, attrezzatura, vitto e alloggio nei centri Scientology durante gli studi avanzati) fino a 15.000 dollari. I costi elevati trasformano spesso i giovani scientologist in membri permanenti del sistema. Per finanziarsi gli studi avanzati accettano di lavorare nell'organizzazione per salari molto bassi — e alla fine si ritrovano alienati dalla vita esterna a Scientology.

Scientology è nominalmente una religione e la figura di Hubbard ha assunto tutte le implicazioni religiose. Nato nel Nebraska e autore del best-seller del 1950 Dianetics: The Modern Science of Mental Health, oggi Hubbard è venerato e distante. La letteratura interna parla di persecuzione. Nel 1963, agenti della Food and Drug Administration fecero irruzione nella sede Scientology di Washington e sequestrarono numerosi E-meter.

Gli scientologist ancora parlano dell'irruzione contro la "chiesa". Scientology è stata bandita dallo stato australiano di Victoria. A St. Hill in Inghilterra, dove Hubbard istituì la sede mondiale del movimento, il governo guarda a Scientology con crescente preoccupazione. Sostiene che è "socialmente pericolosa" e di recente il governo ha negato l'ingresso nel paese a numerosi partecipanti a un convegno Scientology mondiale. Hubbard stesso lasciò l'Inghilterra nell'estate del 1966 e ora vive sul Royal Scot Man, un ex traghetto passeggeri riadattato che incrocia principalmente tra i porti del Mediterraneo. Nonostante abbia affermato di aver interrotto i legami ufficiali con St. Hill, a bordo della sua nave Hubbard continua a formare e a inviare in tutto il mondo i suoi super-scientologist.

Un giornalista investigativo ha voluto toccare con mano.


UN VERO INCUBO A OCCHI APERTI

Di Alan Lévy

      
Alan Lévy

«"Clear" è il nome di un tasto di un calcolatore. Quando lo si preme, tutti i dati vengono cancellati e la macchina può essere usata per un calcolo corretto. Finché il tasto non viene premuto, la macchina aggiunge alle cifre nuove tutte le cifre vecchie, e ogni nuovo tentativo di calcolo darà risposte sbagliate.»

Questo messaggio, apparso in un manifesto gigante a una uscita della metropolitana di Manhattan, era una pubblicità di Scientology — uno strano culto su cui avevo scarsissime informazioni. Alcuni miei conoscenti sembravano conoscere persone che vi partecipavano. Scientology tuona contro la psichiatria. Scientology promette di renderti una persona migliore. E a certi livelli utilizza uno strumento che ricorda una macchina della verità. Ecco tutto quel che sapevo di Scientology. Continuai a leggere il manifesto, il cui linguaggio sembrava imbastire un messaggio strano e minaccioso:

«Chi ha risposte vecchie e fisse che reagiscono quando cerca di pensare, ottiene risposte sbagliate ai problemi odierni. Quelle vecchie risposte non sono state cancellate. ["cleared" - NdT] Rollo sta ancora cercando di venire a capo degli scatti di ira di sua madre, morta da anni. Marybelle sta ancora scappando dal vagabondo che l'aggredì quando aveva 10 anni. Perciò la soluzione di Rollo alle donne del mondo è stare chiuso in casa. E la soluzione di Marybelle a tutti gli uomini rozzi che incrocia è scappare come una forsennata. I loro amici pensano che siano un po' folli. I loro medici prescrivono pillole. Noi cancelliamo le risposte che non permettono loro di vivere.»

Cominciai a chiedermi come lo facessero, perciò, senza la minima idea in che cosa mi stavo imbarcando, iniziai un'avventura ottundente che mi portò da Manhattan a una casa di mattoni vecchia di 100 anni dalle parti di Fitzroy Square a Londra, fino a una vecchia villa georgiana di 30 stanze nel Sussex, maniero che potrebbe essere fatto passare per la sede della SMERSH.

La villa georgiana era in realtà la residenza di L. Ron Hubbard, un profeta nato nel Nebraska che negli anni '50 inventò una "scienza" della salute mentale chiamata Dianetica che fu sì un best-seller, ma venne ben presto screditata e ricomparì come una molto più sinistra "religione" chiamata Scientology.

Devo ringraziare Hubbard per il vero incubo a occhi aperti che ha messo a rischio i miei rapporti familiari e mi ha lasciato con un carico di sensi di colpa di cui non mi sono ancora liberato.

Scientology utilizza davvero un dispositivo simile a una macchina della verità, e i momenti più minacciosi della mia odissea verso "CLEAR" arrivarono quando — inevitabilmente collegato al poligrafo elettroencefaloneuromentale o in breve E-Meter Mark V Hubbard — esplorai alcuni angoli e fessure della mia psiche che vorrei tanto non avere mai toccato.

  
Org di New York

Mi trovai per la prima volta faccia a faccia con l'E-meter — il cuore elettronico di Scientology — solo dopo avere investito tre serate nell'ascolto delle conferenze introduttive. La Chiesa di Scientology di New York ha occupato il grande salone da ballo del Martinique, un hotel ristrutturato in modo pacchiano vicino al nuovo Madison Square Garden. Illuminato a giorno e circondato di specchi, questo salone-chiesa aveva un'aura di chiarezza cristallina. Lo stesso si può dire per le gigantografie del fondatore di Scientology — un tizio dall'aspetto severo ma paterno con occhi d'acciaio e un enorme cronografo al polso — appese alle pareti e in vendita a 5,50 dollari l'una. Il salone è stato riadattato con una reception, uffici, stanzini, vetrine, bacheche, un negozio di libri e un banchetto che vende cartoline del Maniero di St. Hill nel Sussex, il tutto gestito 24 ore al giorno da più di venti "PreCLEAR". Il lavoro serve a pagare ulteriori corsi e "auditing", come vengono chiamate le procedure Scientology.

Tutte quelle persone — maschi e femmine, perlopiù giovani e qualcuna di mezz'età — avevano un sorriso particolare, assolutamente sincero, che sembrava esistere a prescindere dal viso su cui era appiccicato. Il loro non era un camminare tra i vasi di palme dell'hotel: galleggiavano. I loro occhi avevano una patina di beatitudine che avrei voluto spezzare con uno schiocco di dita. Solo di tanto in tanto, quando parlavano di Scientology, riuscivo a percepire dietro alla patina un bagliore argenteo — una dedizione evangelica, direi. Tutto il resto, i dati personali da me forniti — che vivevo al Greenwich Village, che avevo una moglie e due figli, che lavoravo nella "pubblicità" (una mezza verità che offenderebbe un professore di giornalismo) provocò solo blandi riconoscimenti come "Perfetto!" o "Bello!".

Quella stessa, invidiabile serenità interiore sbocciò senza ritegno in una delle oratrici delle lezioni introduttive, una trentenne pacata, molto carina di nome Mishka O'Connor. Aveva uno stile al contempo professionale e colloquiale:

«Mio marito è un artista del vetro che è appena arrivato a CLEAR a St. Hill. E' tornato da un mese e sta guadagnando il quadruplo di quanto faceva prima — ma lavora molto meno.»

Anche Mishka era andata a St. Hill con il marito, «Ma sono dovuta tornare prima di terminare il mio processing. Mio marito sta cercando di rimettersi in affari in modo che io possa tornare in Inghilterra per raggiungere CLEAR. Poi venderà il suo studio così che entrambi possiamo entrare in Scientology a livello professionale. Sono certa che ci riusciremo, perché è davvero incredibile quanto intraprendente riesci a diventare... Mio marito sa esattamente chi è e che cosa è. Può scegliere se essere emotivamente stabile o irascibile!» Mishka fece un respiro profondo e concluse con ardore: «E' bellissimo!»

Le conferenze erano gratuite e mi fecero immergere nei principi fondamentali di Scientology e nel suo gergo, oltre a illustrarmi gli otto diversi livelli che si devono superare nel percorso verso CLEAR. Il semplice "auditing" con un E-meter mi costò 3 dollari, durò due ore e mi diede molto più di quanto mi sarei aspettato.

L'E-meter era una insignificante scatola compatta appoggiata su un tavolo al centro di uno stanzino nudo e privo di finestre dietro al salone da ballo. L'apparecchio, che funzionava evidentemente a batteria, aveva un display e una lancetta, diverse manopole di controllo e dei cavi collegati a due lattine disadorne.

«Ehi, assomigliano a lattine di birra», esclamai al mio "auditor", un uomo giallognolo di mezz'età con gli stessi tratti austeri della sua celletta di auditing.

«In realtà», mi disse lui illuminandosi improvvisamente, «erano lattine di succo V-8.»

«E funziona come una macchina della verità?», chiesi dubbioso.

«Beh, noi lo chiamiamo macchina della verità.»

Trovai le sue risposte semplicemente disarmanti. A quel punto mi fece togliere l'orologio e la fede nuziale «per impedire interferenze con metalli esterni». Mi fece sedere e afferrare le lattine, poi accese la scatola in modo che solo lui potesse osservare i movimenti della lancetta.

«Ti farò la stessa domanda due volte», mi disse. «Una volta per accertarmi che tu la capisca... poi, quando siamo entrambi sicuri che l'hai capita, te la farò di nuovo. Questa volta puoi rispondere, ma non sei obbligato. L'E-meter mostrerà come reagisci.»

Avevo precedenti penali? Ero tossicodipendente? Nelle ultime 24 ore mi ero astenuto da farmaci e bevande alcoliche come mi avevano detto? «Uhm... l'ago [lancetta] mostra una lettura su questo.»

«Beh, ieri sera stavo per prendere un'aspirina... poi mi sono ricordato di non poterlo fare.»

«Bene, ti rifaccio la domanda... Ora sei pulito.»

Avevo avuto una buona notte di sonno? Come valutavo il mio rapporto con mia moglie? Che cosa mi aspettavo da Scientology?

Non avevo previsto una domanda del genere. «Di lavorare più sodo, di lavorare meglio, di fare un lavoro migliore, fare un lavoro diverso — scrivere commedie — di essere più rilassato e un padre e marito migliore.»

«Bene. Che cosa dovrebbe fare Scientology per convincerti che ha funzionato?»

Con mia sorpresa gli risposi subito: «Dovrei scrivere una commedia di successo nel giro di un anno.»

«Grazie», replicò lui. «Ma su questo ho ancora della "carica". C'è qualcos'altro che vorresti dire su questa domanda?»

«Sì», confessai. «Sto cominciando a sentirmi terribilmente vulnerabile. E' come se mi fosse appena stato chiesto quanto vorrei per vendere l'anima al diavolo.» Il mio auditor annuì saggiamente e senza sorridere, ma non disse nulla. Così continuai: «Inoltre, la mia risposta è stata ingiusta verso Scientology, visto che nessuno di voi è David Merrick.» [famoso produttore teatrale statunitense - NdT]

  
Auditing

«Ok... ora mostra che sei pulito.»

Una "lettura" su "pensi di avere troppo di tutto?" finalmente sparì, dopo la mia ammissione che «forse qui sto inquinando la mia felicità.»

E poi: «Sei collegato a una persona soppressiva?»

Il mio auditor trasalì. «L'ago è quasi schizzato fuori dall'apparecchio», mi annunciò. Poi tirò fuori una copia malconcia dello Scientology Abridged Dictionary, me la mise davanti e mi chiese: «Sai che cosa significa "soppressivo"?»

Come avevo immaginato, una persona soppressiva è chi cerca di distruggere o danneggiare Scientology. Sapevo che Scientology aveva una reputazione di riservatezza, per cui non avevo accennato al fatto che progettavo di scrivere un articolo sulle mie esperienze. Mentre l'auditor mi rileggeva la definizione, nella mente continuavano a saltellare irresistibilmente i nomi del mio agente e del direttore con cui avevo discusso la possibilità dell'articolo. Alla fine il mio auditor disse: «Supponi di riprendere le lattine e di dirmi a chi stavi pensando.»

Reprimere i due nomi in un interrogatorio alla macchina della verità fu una lotta incredibile. Contemporaneamente avvertivo l'impulso ugualmente forte di urlare il mio stesso nome, di autodenunciarmi come un infiltrato soppressivo. Con distacco schizofrenico, mi chiesi quale dei tre nomi sarebbe uscito per primo dalle mie labbra.

Con mio assoluto stupore, il nome che feci fu quello di mia moglie. Beh sì, avevamo litigato sul tempo che stavo dedicando a Scientology. Improvvisando disperatamente gli spiegai che mia moglie non era soppressiva, quanto piuttosto preoccupata. Dopo aver detto tutto, l'auditor mi pose di nuovo la domanda sulla "persona soppressiva". Questa volta l'E-meter disse che ero "pulito".

Ciononostante, l'uomo si alzo. «Mi devi scusare», mi disse, «ma ogni volta che abbiamo una qualsiasi "lettura" a una domanda come questa dobbiamo far venire l'Esaminatore Incaricato.» Dopo meno di un minuto una ragazza robusta con gonna e maglia nera, folti capelli scuri e un accenno di baffetti entrò pesantemente nello stanzino. Mi controllò all'E-meter con la stessa domanda.

«Perché vedo ancora una piccola "lettura"?» chiese.

«Forse perché sono turbato dal fatto che il mio auditor mi ha piantato qui così bruscamente», risposi.

«Non siamo mai abbastanza attenti», mi spiegò senza calore.

Al tentativo successivo risultai "pulito" anche a lei, ma il mio auditor ancora non tornava. Mi mandarono alla reception dove attesi un quarto d'ora, poi mi accompagnarono dal Funzionario di Etica che risultò essere un giovanotto affettato con un dolcevita blu e gli occhiali alla Ben Franklin. Il suo approccio fu diverso e intimorente. Aveva una lista stampata di 20 "potenziali atti soppressivi" di cui mia moglie si sarebbe potuta macchiare: apriva o non mi consegnava la corrispondenza? Confondeva i messaggi telefonici? Ascoltava le mie telefonate? Denigrava le mie ambizioni?

Lattine in mano, riuscii ad assolverla o a giustificarla da ogni accusa. Il Funzionario di Etica disse che il mio caso «non è grave — solo una piccola rottura di ciò che noi chiamiamo Triangolo di Affinità-Realtà-Comunicazione.»

Il "Triangolo di ARC" è un punto importante del gergo Scientology. Più o meno significa che per Comunicare con successo con qualcuno si deve provare una certa Affinità, ed entrambi devono parlare della stessa cosa — Realtà. Sapevo esattamente da dove proveniva quella rottura, ma fortunatamente il Funzionario di Etica no. Dopo un'ultima verifica all'E-meter sulla "persona soppressiva", mi rimandò in auditing.

Il resto della seduta fu deludente. Anche l'esplorazione delle domande non mi creava più problemi. Mentre attendevo il Funzionario di Etica avevo escogitato un modo per battere l'E-meter, se fosse stato necessario.

La lancetta sembrava registrare lo stress emotivo e, siccome sono bravo con gli scherzi di memoria e i giochi di concentrazione, avevo esercitato la mente a concentrarsi sui musical della mia infanzia, quelli con Esther Williams, Kathryn Grayson, José Iturbi, Jimmy Durante, Lauritz Melchior, ogni volta che capitava una domanda problematica. Riuscivo a andare oltre le cose peggiori, dando solo quel tanto che volevo dare.

«Finito», disse il mio auditor. «Come ti senti?»

«Impressionato», gli risposi con tutta onestà.

«Bene. Ora non allarmarti, ma chiamerò di nuovo l'Esaminatore che dovrà assicurarsi che tu sia pronto per tornare nel mondo esterno.»

La spaventosa ragazza in nero mi fece una sola domanda: «Che benefici pensi di aver tratto da questa seduta?»

«Ne so un po' di più su me stesso», le risposi. Il che era vero, ma anche una notevole minimizzazione.

La domanda che mi pose il Registrar una volta che l'Esaminatrice se ne fu andata fu abbastanza netta: Pensavo di intraprendere un vero inizio del cammino verso CLEAR? Ormai avevo la netta impressione che immergermi maggiormente in Scientology non sarebbe stato un viaggio gioioso. Ciononostante dissi che pensavo di farlo e il Registrar mi ricordò che l'auditing "fino al Grado IV" era disponibile proprio lì nella sede di New York. Mi sarebbe costato 650 dollari.

Gli dissi che in estate progettavo di essere a Londra. "Perfetto!", rispose senza perdere un colpo. «Possiamo indirizzarti all'org di Londra e incassare una commissione. Le loro tariffe non sono molto diverse dalle nostre e sarai ad appena un'ora di viaggio da Saint Hill, che è praticamente il centro dell'universo. Dopo aver concluso il Release di Grado IV potrai andare direttamente là.»

  
L. Ron e Diana Hubbard

Nelle settimane che precedettero la partenza per l'Inghilterra appresi alcune cose su Lafayette Ron Hubbard e sulle origini di Scientology. Elron (come lo chiama il suo gregge) nacque nel 1911 a Tilden, Nebraska, figlio di un comandante della Marina Militare. A 14 anni, durante un viaggio in Estremo Oriente con il padre, "Studiò... con dei lama tibetani". Il che risultò essere un alto punto distintivo nell'educazione di Elron — che non riuscì mai a laurearsi anche se in certe occasioni dichiarò di averlo fatto. Negli Anni '30 viaggiò in America Centrale e si costruì una carriera come prolifico ("15 milioni di parole pubblicate") e popolare autore di fantascienza (Final Blackout), racconti western (Buckskin Brigades) e sceneggiature per una serie di 15 episodi. Durante la Seconda Guerra Mondiale servì come ufficiale della Marina Militare. Oggi Elron sostiene che se stesso e le sue esperienze furono alla base del romanzo, poi commedia, poi film post-bellico La nave matta di Mister. Roberts.

Frattanto, già adolescente Hubbard cominciò a formulare una serie di almeno 200 «verità auto-evidenti... in India e Cina vidi i miracoli fatti dai santoni, ma la lunga frequentazione con loro mi convinse che non sapevano bene come riuscivano a compierli. Decisi di scoprirlo partendo dalla fisica nucleare.»

Questo distillato di saggezza applicata emerse per la prima volta in un libro di 435 pagine del 1950 intitolato Dianetics: The Modern Science of Mental Health. Presentato per la prima volta nella rivista Astounding Science Fiction, Dianetics fu salutato dallo stesso Hubbard come una «pietra miliare per l'Uomo, paragonabile alla scoperta del fuoco e superiore all'invenzione della ruota e dell'arco». Scritto in modo colorito ma approssimativo, e pubblicizzato soprattutto per passaparola, nei primi tre mesi Dianetics vendette 100.000 copie e, a tutt'oggi, oltre un milione e mezzo. Si guadagnò immediatamente il primo posto nelle classifiche di vendita. Con 500.000 credenti nel suo momento di massimo fulgore, Dianetica divenne — almeno per un certo periodo — una parola di uso comune. Fu a tutti gli effetti un metodo di immediata illuminazione per chi voleva aprire studi professionali fai-da-te.

«La scoperta fondamentale di Dianetica», spiegò uno degli oratori delle conferenze introduttive, «fu l'engram, parola presa a prestito dalla biologia dove un engram è l'impressione permanente lasciata sul protoplasma come risultato di uno stimolo. Ma per gli scientologist, l'Engram è un'immagine mentale impressa su una cellula — come un microsolco su un disco — lasciata da un'esperienza contenente incoscienza parziale e un certo dolore. E' un'area esplorata da Freud, che però abbandonò per dedicarsi ad altro. Fortunatamente, Elron Hubbard ha deciso di approfondirla e di proseguire la ricerca.»

Gli engram aggrediscono l'uomo sin dall'inizio. «La nascita è una faccenda decisamente aberrativa», scriveva Elron in Dianetics. Riportando indietro un cliente con droghe e ipnosi, riuscì a diagnosticare che «la sua asma era stata provocata dall'entusiasmo dei medici nello strattonarlo sul tavolo proprio mentre lottava per dare il primo respiro.» Gli engram possono risalire all'epoca prenatale: «Mamma starnutisce, il bebé perde coscienza... Papà è preso dalla passione e il bebé ha la sensazione di essere messo in lavatrice. Mamma diventa isterica, il bebé riceve un engram.

«Papà picchia Mamma, il bebé riceve un engram...» Infine, la "Teoria non batterica delle malattie" di Hubbard sostiene che molte delle malattie umane sono engramiche, tra cui l'artrite, la dermatite, le allergie, l'asma, alcune difficoltà coronariche, i problemi agli occhi, le borsiti, le ulcere, la sinusite, le emicranie, addirittura la tubercolosi e il cancro, oltre al raffreddore comune.

L'essere umano, ci spiegò il conferenziere, ha in realtà due menti: quella Analitica, che è come un computer perfetto, e quella Reattiva, che si prende cura delle situazioni come chi cerca di scansare un taxi che sta per investirlo. A seguito di tutti gli stimoli ricevuti, la Mente Reattiva diventa una massa indistinta di engram che nutre di dati scorretti l'altrimenti perfetta Mente Analitica. L'idea di fondo è cancellare — CHIARIRE, ripulire, premere il tasto "C" — questi engram. In Dianetica questo procedimento era lunghissimo. Perciò, nelle parole stesse del conferenziere, «Elron Hubbard si chiese: perché non utilizziamo una macchina della verità per scoprire che cosa accadde dietro a tutti questi impedimenti e inibizioni? Sperimentò la sua idea, la raffinò — e oggi abbiamo l'E-meter.»

L'evoluzione da Dianetica a Scientology coincise con alcuni caotici cambiamenti radicali nella vita personale di Hubbard. Importanti psichiatri, tra cui il defunto Dott. William Menninger, denunciò l'auditing dianetico come potenzialmente pericoloso. L'endocrinologo di Manhattan che aveva scritto l'elogiativa prefazione di Dianetics ruppe con Hubbard e lo accusò di tendere a "assolutismo e autoritarismo", mentre alcuni dei suoi pazienti impazzivano. E Hubbard — dopo un caotico caso legale che lo vide rapire la sua stessa figlia — nel 1951 si liberò della seconda moglie (che durante il divorzio lo aveva definito "irrimediabilmente pazzo"), e in seguito sposò Mary Sue Whipp della Wichita Dianetics Foundation. Portò Mary Sue a Phoenix e poi in Inghilterra, dove la donna diede alla luce il primo dei loro quattro figli. La coppia si sistemò nello splendore aristocratico di Saint Hill, la proprietà di 57 acri che Elron aveva acquistato dal Maraja di Jaipur.

Negli Stati Uniti Hubbard si era lasciato alle spalle centri Scientology in 10 città. Dopo aver ribattezzato "religione" la sua teoria — una mossa che lui stesso definì "una svolta storica nel regno dello Spirito Umano" — il Fondatore liberò Scientology da numerosi lacci legali. Le regole che normano ciò che può essere fatto in nome della religione sono decisamente più lasche di quelle che normano la scienza o la medicina.

«Elron Hubbard impiegò 15 anni per trovare la prima persona CLEAR», ci aveva detto il conferenziere. «Il primo CLEAR fu fatto a Saint Hill nel febbraio 1966: era uno studente sudafricano di medicina di nome John McMaster. A quel punto tutta la tecnologia si incasellò al punto giusto e ora il processing è stato codificato. A Saint Hill stanno facendo dai 15 ai 20 CLEAR alla settimana.

«Ora possiamo aiutare le persone a liberarsi dai propri engram e dalle altre cose che impediscono loro di essere degli esseri umani ottimali. Occorrono una 60ina di ore di auditing e un corso sull'addestramento dianetico. Ora la strada verso CLEAR è molto veloce.»

A 10.000 metri d'altezza, sull'aereo che mi portava al di là del Nord Atlantico, scrissi sul mio taccuino: «Hubbard e i suoi discepoli credono chiaramente in ciò che egli dice». E aggiunsi: «PS: lo fanno anche tutti i venditori dedicati.»

  
Fitzroy Street, Londra

La Hubbard Scientology Organization (Org) di Londra occupava un venerabile palazzo di quattro piani su Fitzroy Street, appena dietro l'angolo del più alto grattacielo di Londra, il nuovo Post Office Tower di 40 piani. Dopo essermi iscritto e aver pagato la quota (ovviamente in anticipo) incontrai il mio auditor. David Dunlop era uno scozzese taciturno di una trentina d'anni che, come mi aveva confidato il Registrar, «lavora molto bene con gli americani». Durante tutto il processing indossò lo stesso, impeccabile abito grigio. Il programma che mi propose per portarmi al Grado IV — una specie di piattaforma intermedia oltre cui si trovano altri tre livelli prima di CLEAR — era decisamente pragmatico: avremmo iniziato tutte le mattine alle 9, un'ora di pausa per il pranzo e poi ancora fino alle 17.

«Ora possiamo veramente cominciare a scavare», disse David quando gli mostrai la ricevuta di pagamento. "Scavare" era la parola giusta: nel giro di pochi minuti stavamo esplorando un articolo del mio bagaglio mentale che pensavo di essermi lasciato alle spalle.

Cominciammo con ciò che David chiamò "Liberato di Filo Diretto" — un esercizio studiato per rafforzare la mia memoria e «aggiustare le rotture passate del Triangolo di Affinità-Realtà-Comunicazione». L'esercizio e quello immediatamente successivo, come appresi con sorpresa, stavano al di sotto del Grado Zero. Poi se fossimo riusciti a "maneggiare" lo Zero — che David mi disse avrebbe reso lavorabile la mia Mente Reattiva — avremmo provato il Grado 1.

Afferrai le lattine e David cominciò a ripetermi sempre gli stessi tre problemi mentre osservava il suo E-meter.

«Ricorda una comunicazione».

«Poco prima di imbarcarmi sull'aereo ho telefonato a mia moglie dall'aeroporto», gli risposi raccontandogli nel dettaglio i nostri banali saluti.

«Bene. Ora ricorda qualcosa di reale.»

Gli descrissi gli interni pacchiani dell'aereo.

«Okay. Ricorda un'emozione.»

Mio padre era morto quattro mesi prima. Il bottone premuto dalla parola "emozione" scatenò una descrizione della mia reazione sorprendentemente passiva alla sua morte.

«Ottimo. Ora ricorda una comunicazione.»

Gli descrissi la lettera ricevuta otto mesi prima, con la diagnosi fatale.

«Ok. Raccontami qualcosa di reale.»

«Cancro.»

«Ora ricorda un'emozione», disse David. Stava facendo annotazioni su un bloc notes.

«La lettera arrivò proprio mentre stavamo uscendo da una roulotte in Kentucky. Eravamo stati in vacanza. Ricordo di aver pensato che se solo fossimo partiti qualche minuto prima, non avrei ricevuto la lettera e lui non avrebbe avuto il cancro. Il che, ovviamente, è stupido.»

«Bene. Ora ricorda una comunicazione».

«Un libro intitolato American Way of Death

«Ok. Ricorda qualcosa di reale».

«La mia consapevolezza, ancor prima della diagnosi, che la fine di mio padre era vicina. Avevo comprato il libro tre anni prima, ma non lo avevo letto. Ma me lo portai dietro in quella particolare vacanza. Forse mi stavo preparando...»

Ora ero davvero nei guai. Dovevo spingere il mio treno di pensieri verso problemi più "sicuri". Nelle successive decine di serie di comandi sempre uguali, andai dai rapporti con mio padre … alle tre bozze del mio primo tentativo adulto da sceneggiatore.

Ricorda una comunicazione: «L'opinione di un bravo consigliere secondo cui erano necessarie ancora un paio di bozze prima di mostrarlo a David Merrick. Ma c'è un'altra commedia che voglio iniziare a scrivere. Ma se non resto sul pezzo, una cosa alla volta, finirò con un intero camion di commedie incomplete.»

Ricorda qualcosa di reale: «Beh, negli ultimi tre mesi la prossima commedia mi si è fatta così chiara nella mente da essere molto più reale di quella che ho riscritto tre volte.» A quel punto ero ormai così teso che David dovette ricordarmi di tenere le lattine con entrambe le mani. Ricorda un'emozione: «Anticipazione!» Stavo urlando e sentivo che un bagliore cominciava ad avvolgermi. «Sai David, quell'anticipazione di qualcosa può essere molto più eccitante e gratificante del tranquillo processo logico di tutto ciò che va come deve andare.»

La risposta di David fu: «Molto bene. Ora puoi posare le lattine.» Come avevo già sospettato, mi disse che avevo appena raggiunto "Liberato di Filo Diretto".

«Vuoi dire», gli chiesi in modo esperto, «che il mio ago è fermo?»

«Oh, no. Quando l'ago è fermo significa solo che sei pulito su una particolare domanda che ti sto facendo. Ma quando l'ago fluttua con facilità e liberamente, invece che saltellare, significa che hai raggiunto una release sull'intera faccenda.»

Nel successivo livello sotto-Zero, il "Liberato sui Secondari", i comandi ripetitivi furono Ricorda una perdita e Ricorda una emozione dolorosa o spiacevole [misemotion]. Quasi immediatamente mi sentii di nuovo invischiato nella perdita di mio padre e nell'allarmante mancanza di afflizione che sembravo provare. Mi ritrovai a rimuginare all'E-meter sul perché la morte di mio padre non sembrava affliggermi tanto quanto quella del Presidente Kennedy e di Marilyn Monroe. Tentai un po' di sociologia popolare raffazzonata sulla nostra era mobile, con il suo rapido dissolvimento dei legami familiari e su come chi vediamo sullo schermo ci sia più reale del nostro stesso sangue. Ma la risposta era più vicino a casa e molto più nel profondo. Finii per descrivere, con una spaventosa accuratezza che ancora mi imbarazza, la graduale fragilità che l'invecchiamento porta all'uomo.

Mio padre morì a 79 anni. Ma mi colpì con grande forza il fatto che in realtà l'avevo guardato morire lentamente a iniziare dai 65 anni. Appena finite queste riflessioni, David mi informò che ora ero stato liberato da "momenti di perdita e emozione dolorosa o spiacevole".

All'epoca mi sentii bene — molto bene — nella mia nuova conoscenza di me. In seguito avrei portato il peso della colpa.

"Liberato sulla Comunicazione" (Grado Zero) fu una variante dei giochi di associazione di parole che facevamo alle feste. Le due richieste alternate erano: Di che cosa sei disposto a parlarmi? e Che cosa sei disposto a dirmi a riguardo? Spaziai dal sesso a parole come commedia, film, fino a espatrio, scadenza, amicizia, pericolo e quasi altri cento argomenti prima di ritrovarmi a spiegare e giustificare un complicato progetto futuro che non interessava a nessuno salvo i miei familiari più stretti — e salvo forse chi stava mettendo alla prova la mia vulnerabilità. Lo psichiatra che consultai in seguito mi disse che «libera associazione e ripetizione sono due modi rapidi per indurre la regressione nel paziente, il quale comincia a perdere il normale controllo dell'ego».

Al termine di ogni release dovetti sottopormi a un elaborato minuetto burocratico. Il primo passo erano sempre i Servizi Tecnici, dove venivo intervistato da chiunque fosse in servizio che, tutte le volte che sembravo insensibile e indifferente, mi scrutava con grande preoccupazione e mi chiedeva se andava tutto bene.

Se una giornata di auditing finiva a metà di un grado, David mi faceva uscire in strada solo dopo avermi fatto prima concentrare l'attenzione su ognuno di cinque o sei oggetti (il pomello della porta, per esempio) nell'altrimenti nuda stanza di auditing. Mi sentivo come risvegliato da un sogno.

Il Grado I riguardò i problemi. David mi chiedeva: «Qual è il problema?» e quando io lo nominavo, mi domandava «Quali soluzioni hai trovato?». Cominciammo con i soldi e finimmo — poco dopo che l'E-meter aveva rivelato della "carica oltrepassata" sul problema del giusto castigo — con lo scoperchiare la nozione di suicidio che, come scoprii, aleggiava in fondo alla mia mente come soluzione definitiva all'irrisolvibile. Più ne parlavo, più sapevo che non lo avrei mai fatto. Presto! Liberato sui Problemi!

  
Clear come Superman

Me ne andai sollevato, ma mi chiesi che tipo di nido di vespe un auditor meno sensibile avrebbe scatenato nella mente di una persona con inibizioni o complessi diversi. Sospettai che, per quanto bene intenzionati fossero, gli auditor di Scientology erano semplicemente delle persone che studiavano Scientology, erano devote alla materia e avevano essi stessi raggiunto uno o più livelli verso CLEAR. Oltre a questo, dubitavo che avessero qualifiche speciali per rimestare nella psiche di un estraneo.

Il Grado II aveva a che fare con Overt ("atti dannosi o discutibili") e Withhold ("atti discutibili non rivelati") ed era chiamato "Liberato sul Sollievo". David mi ripeté molte volte le stesse due domande: Che cosa hai fatto? e Che cosa ti sei trattenuto dal dire? Tirai fuori un episodio dopo l'altro fino a che fui improvvisamente travolto dalla realizzazione che ciò che avevo fatto era «rendere la vita — ogni aspetto di essa, anche la più banale delle conversazioni — una battaglia costante, una specie di braccio di ferro per avere la meglio su qualcuno. Con me è sempre un o-tanto-bene-o-tanto-male, successo-o-fallimento, prendere-o-lasciare... David, credo di aver raggiunto una release, qui.»

«Sì, è così», mi rispose lui.

Sul Grado III, "Liberato sulla Libertà", mi fu chiesto di ricordare una rottura del passato del Triangolo di Affinità-Realtà-Comunicazione. Ripensandoci oggi, fu proprio questo che determinò il mio futuro di scientologist. Sforzandomi di mantenere validi i miei traumi, aprii improvvisamente un vaso di Pandora dentro di me.

Finii per parlare di un litigio avvenuto all'inizio del mio matrimonio. Stavo chiacchierando di quanto stessi bene e di quanto fossi grande, quando mia moglie fece una faccia strana. Le risposi subito, quasi scherzando: «Non mi ami più?»

«Ti amo », mi aveva risposto scegliendo con cura le parole. «Ma non sono certa che in questo preciso momento tu mi piaccia.» Le sue parole mi devastarono, anche se per poco.

David volle sapere quando era accaduto.

Ci pensai su per un momento poi gli dissi: «Nel 1958. Vivevamo a Louisville ed eravamo appena tornati da un viaggio invernale a New Orleans, perciò direi ai primi del 1958. Ed era domenica mattina — lo ricordo con precisione.»

«Bene. Allora fissiamo una data. Era gennaio? Febbraio?»

«Direi marzo.»

«Era marzo», mi disse David consultando l'E-meter. «Ora pensiamo al giorno. Era il 10? Tra l'11 e il 20? Ho avuto una lettura tra l'11 e il 20.»

«Non sarebbe più facile consultare un calendario del 1958?» Gli chiesi io. «A marzo ci sono solo 4 o 5 domeniche.»

«No, non ce n'è bisogno. E tieni ferme le lattine», mi rispose lui bruscamente. «L'E-meter lo scoprirà per noi. Era l'11 o il 15? Sedici? Diciassette? Diciotto? Diciannove? Venti? Strano, ho delle letture sul 15, il 17 e il 18.»

«Penso di saperlo», gli dissi. «Quando hai nominato il "15" mi sono venute in mente le Idi di Marzo. Il 17 è il giorno di San Patrizio, data conosciuta a chiunque sia cresciuto a New York. Ma il 18 non mi dice nulla.»

«Allora probabilmente è il 18», commentò David.

Ricontrollammo dal 15 al 20 marzo sull'E-meter. Questa volta l'unica lettura fu sul 18.

«Prima di proseguire», dissi io, «non è che possiamo controllare su un calendario se il 18 marzo 1958 era una domenica?»

«No», mi rispose lui. «Questa è una seduta. E non perdere la presa sulle lattine!»

Detto questo cominciò a rovistare in un cassetto finché trovò una "lista di verifica" in 23 parti che mi riportò a quel battibecco del 1958. Ero molto disturbato dal ricordo appena rinfrescato di quell'episodio e dalla durezza di David anche sulle risposte "Sì/No" di gran parte delle voci dell'elenco. Ma David mi disse che l'onnisciente E-meter aveva mostrato la lettura più importante su «E' stato restimolato un rifiuto della realtà del passato?»

«Certo che sì», gli risposi infervorato. «La Realtà rifiutata fui io!!»

E quello fu il Release, ma ormai avevo le mani serrate sulle lattine e lui dovette ricordarmi di rilassarmi.

«Va tutto bene?», mi chiese. «O siamo andati in overrun [abbiamo ecceduto, sforato] sulla tua Release sulla Libertà?»

"Liberato sull'Abilità", il mio addio all'auditing londinese, sembrò scialbo al paragone — anche se iniziò con il ricordo di aver pestato i piedi a una compagna di ballo e finì in modo ancora più violento con me che strisciavo al di sotto del fuoco delle mitragliatrici a Fort Dix. In entrambi i casi presi consapevolezza che la mia goffaggine, o "calcoli sbagliati", avevano ferito o messo in pericolo il prossimo — in modo particolare un sergente che era strisciato fuori per spingermi avanti al corso di infiltrazione.

In realtà, anche mentre il Registrar di Londra stava impacchettando il mio "folder" sempre più gonfio per trasferirlo a Saint Hill — il solo luogo al mondo in cui si potevano fare i livelli finali fino a CLEAR — mi resi conto che per tutta la durata del procedimento ero stato fatto sentire dolorosamente vergognoso di me stesso — per il mio indiretto amoreggiare con il suicidio; per aver trasformato la mia vita in una battaglia; per aver camminato su un'altalena a 4 anni; e, soprattutto, per aver mantenuto le distanze, senza provare dolore o offrire aiuto, nei primi dieci anni in cui avevo guardato mio padre invecchiare e morire.

Sensi di colpa su sensi di colpa; temevo che al prossimo incontro con mia madre avrei potuto trasmetterle il sentore di questa terribile verità che avevo dissepolto. Avevo in testa una sorta di tiro alla fune. Una voce che da una parte diceva: «Ascolta! Tutti invecchiano. E' morto in otto mesi, non in 14 anni. Hai fatto tutto quello che era in tuo potere fare. E non senti particolare afflizione perché fu una fine misericordiosa e hai avuto un preavviso di otto mesi.» L'altra voce, un po' più forte, sembrava dire: «Solo Scientology può salvarti — può liberarti dai sensi di colpa!» Il mio essere giornalista mi aveva portato fino a questo punto — un viaggio dentro la conoscenza di me stesso che cominciava a spaccarmi in due.

A Londra, mentre aspettavo che arrivasse il giorno dell'appuntamento a Saint Hill, successe anche qualcos'altro. Avevo sempre sofferto di tre o quattro mal di testa all'anno, ma in quei giorni mi capitò di provare fortissime e accecanti emicranie tre o quattro volte al giorno. Mi colpivano ogni volta che cercavo di riflettere sul litigio con mia moglie di domenica, 18 marzo 1958. Era come se nell'episodio stesso o nell'averlo dissepolto vi fosse qualcosa di fondamentale che la mia Mente Reattiva non voleva permettere alla Mente Analitica di scoprire. Lottavo vanamente per cercare di applicare le domande giornalistiche di routine — Chi? Cosa? Quando? Dove? Perché? Come? — alle rivelazioni di domenica, 18 marzo 1958. Non riuscivo semplicemente ad andare oltre il Quando? Invariabilmente arrivava il forte mal di testa a intercettare e distruggere la mia soglia di attenzione.

Potete accumulare tutte le prove del mondo per convincere un uomo che una droga o una pratica o una dottrina o una sigaretta gli fa male, ma quando è preso da essa, quel male dovrà scoprirlo da solo. Quello era il mio caso quando salii sul treno che mi portò a East Grintead e poi sul taxi per Saint Hill Manor. Bramavo di essere liberato da Scientology e dai mal di testa accecanti che la nuova conoscenza di me stesso mi avevano portato. Ma avevo anche bisogno di saperne di più sul significato vero degli eventi di domenica, 18 marzo 1958. Sospettavo di poter trovare entrambi solo a Saint Hill.

Il taxi svoltò su una stradina di campagna che si inerpicava sulle colline punteggiate di scooter e di macchinine a pedali, di recinti di sabbia e di altalene, e di una decina di bambini che davano da mangiare a un asino. Era tutto solare, aperto e innocente — finché un esercito di alberi si levò a fiancheggiare e oscurare la strada. Arrivati nei pressi dell'irregolare e cupo complesso del maniero la strada finì e l'autista mi disse: «Non posso portarla oltre. La reception è nel primo capanno.» Sulla villa c'era un cartello "OFF LIMITS".

La mia liberazione da Scientology arrivò quella mattina e durante il pomeriggio con una serie di episodi rivelatori.

Il Registrar aveva già pronte le carte da farmi firmare. Ma il mio contratto per i Gradi da V a VIII prevedeva che dovessi pagare 3.150 dollari invece dei 390 che mi avevano fatto intendere sia a New York, sia a Londra. «Oltre alle spese di vitto e alloggio», mi disse il Cassiere già convocato dal Registrar come testimone della firma del contratto. «Le informazioni che dice di avere avuto a Londra e a New York sono sbagliate. Queste sono le nostre tariffe, da pagare anticipatamente. Non possiamo fare credito.» E mi mostrò un listino prezzi.

Era scandaloso. Gli dissi che sarei dovuto tornare a Londra o forse a New York per risolvere la faccenda. «Visto che sono qui e per non rendere inutile il viaggio, posso fare un giro orientativo?» Armato di una spilletta a testa di cavallo che mi avevano dato dopo aver raggiunto il Grado IV e di una mappa con gli edifici in cui potevo entrare e quelli no, trascorsi il resto della giornata in esplorazione di Saint Hill. I prati erano pieni di farfalle, cavallette e persone. Dietro al maniero e intorno al pozzo dei desideri c'erano tavolini pieghevoli dove una 60ina di persone audiva un'altra 60ina di persone, con in mezzo l'E-meter. Dentro i vari bungalow si vedevano altri gruppi impegnati nell'auditing.

  
Un bambino fa i
procedimenti di "Potere"

Verso mezzogiorno comprai un panino e una bibita da una macchinetta e feci un picnic sul prato con quelli che sembravano centinaia di altri compagni scientologist. Una grassa signora, anche lei con un panino simile al mio, portava sulla maglia un tesserino con su scritto: «STO FACENDO I PROCEDIMENTI DI POTERE [Grado V]. PER FAVORE NON FATEMI DOMANDE, NON AUDITEMI NE' DISCUTETE CON ME IL MIO CASO».

Poco dopo mezzogiorno una ragazza con occhi brillanti uscì da uno dei capanni di auditing e si lasciò cadere sull'erba tra sorrisi benevoli.

«Ehi Fran!», le dissero diverse persone intorno.

«Sono appena arrivata a CLEAR!» disse lei dolcemente.

Tutti gli altri giovani le si fecero intorno, si complimentarono con lei dandole baci e pacche sulla spalla. Ne accorsero altri per fare lo stesso. Si formò un cerchio. Ne seguì un turbinio di domande entusiaste a cui Fran rispose con calma e sicurezza di sé, in un leggero accento del Bronx. Poi la conversazione morì. I suoi amici le sorrisero e lei ricambiò i sorrisi. Altre persone le passarono accanto, Fran sussurrava «Sono arrivata a CLEAR!» e i passanti le davano pacche sulle spalle, si congratulavano e proseguivano, oppure si univano al cerchio. E ricominciavano i sorrisi.

Infine, dopo un lungo e vuoto silenzio, Fran si rivolse a uno dei giovanotti del cerchio. Lo prese disperatamente per il bavero della giacca e lo implorò: «Che cos'è cambiato?»

Il senso di vuoto del suo essere arrivata a CLEAR mi colpì. Provai l'impulso di rispondere alla sua domanda con un'altra: «Che senso ha?»

Proprio dopo pranzo una bimbetta che somigliava a mia figlia di 3 anni catturò la mia attenzione. Aveva 5 o 6 anni e indossava un abitino rosso con le calze bianche — il vestito della domenica. Era molto, molto tesa. Lo stesso era sua madre, una ragazza in pantaloni e con l'accento australiano.

«Quando vai davanti all'Esaminatore», le stava dicendo la madre, «voglio che tu faccia ciò che abbiamo fatto stamattina a casa. Quando lui ti chiede se si senti Liberata, tu gli devi dire "sì", proprio come abbiamo fatto a casa.»

La bimba annuì, il che sembrò scuotere il suo corpicino irrigidito. Mentre lei e la madre entravano in un capanno di auditing, un listino prezzi che avevo visto — "Junior Dianetics: 10 dollari; Corso di Correzione per Bambini: 5,60 dollari" — mi tornò oltraggiosamente davanti agli occhi. Le due uscirono meno di due minuti dopo. L'andatura della madre era adesso svelta e orgogliosa. La figlia saltellava. Aveva compiaciuto sua madre e poteva finalmente andare a giocare — almeno fino a domani.

Depresso, mi ritirai nell'inevitabile negozio di libri Scientology dove una ragazza ossuta dagli occhi piccoli e penetranti fece qualche commento sul bel tempo: «Non era così incantevole da quando John McMaster arrivò a CLEAR. E' così da domenica...»

Le sue parole mi scatenarono un altro feroce attacco di mal di testa e, nel momento in cui mi chiesi perché, la battaglia tra la mia Mente Reattiva e la mia Mente Analitica arrivò finalmente a compimento.

«Senti!», le dissi quasi aggredendola. «Non hai per caso un almanacco o un calendario perpetuo?»

«No», mi rispose. «Non ho nulla del genere.»

«Puoi chiamarmi un taxi?»

«Lo può fare il centralino, se mi dai 4 pence. Lo faccio chiamare da loro.»

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L'unico calendario del negozio era del 1967, quando il 18 marzo era caduto di domenica. Nei 15 minuti di attesa del taxi una delle mie menti cercò di calcolare fino al 18 marzo 1958 — cosa che di solito riesco a fare in due o tre minuti — mentre l'altra cercava di urlare: «Fermati!» Quando pagai l'autista ed entrai nella libreria W.H. Smith & Sons di East Grinstead non ero ancora riuscito a risalire oltre il 1960, cosa per me inaudita.

Smith aveva un almanacco. Mi ci volle meno di un minuto per scoprire che cosa mi assillava sul 18 marzo 1958. Non era il senso di colpa per l'amore che mia moglie aveva per me. Era semplicemente che il 18 marzo 1958 era caduto di martedì, non di domenica.

Mi sembra ancora patetico, e terribilmente instabile, che il non aver svolto un compito giornalistico così semplice — in altre circostanze sarei corso automaticamente a controllare la data — possa avermi tenuto mezzo legato a Scientology, a quelle sedute di auditing così indagatrici e al dannato E-meter. Mi è ancora difficile ammettere quanto profondamente quei mesi abbiano inciso su di me. Uno psichiatria che consultai successivamente per cercare di capire che cosa mi era successo mi disse: «Lei non è stato plagiato, altrimenti non sarebbe qui a parlarmene. Ma le hanno fatto un notevole lavoro di indottrinamento e spero che riesca a riconquistare il suo equilibrio.»

Sono certo che tra i milioni di parole che Elron ha scritto ce ne sono alcune giuste per convincermi che l'Engram che ho sbloccato in quella precisa seduta di auditing accadde davvero di martedì — in un'altra vita — o che il 18 marzo venne di domenica quando ero ancora nel grembo materno. Ma per fortuna non ha più importanza.

 
 
 
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