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Lo scientologo "latente"

Riflessioni e discussione tratte dal newsgroup free.it.religioni.scientology, dicembre 2006.

 
From: <mo...@libero.it>
Newsgroups: free.it.religioni.scientology
Subject: Lo Scientologo "latente"
Date: 13 Dec 2006 03:35:28 -0800

Si è usata di recente l'espressione - scientologo "latente"- e ritengo importante approfondire il "fenomeno" magari col vostro contributo ed esperienza.

Di scientologist latenti ce n'è parecchi, ve lo assicuro. La maggior parte delle mail che mi arriva (non credo di avere il traffico postale di martini, ma è abbastanza, 2/3 nuovi contatti al mese) sono di persone che hanno a che fare con scientology tramite adepti "latenti".

Scientologo latente è chi ha frequentato Scientology, fatto corsi, ricevuto auditing (non importa la quantità), magari è stato anche staff, e che ha dovuto interrompere il rapporto più che altro per pressioni esterne (famigliari soprattutto) e/o per mancanza di situazioni economiche o sociali (legami affettivi) favorevoli per proseguire agevolmente il percorso sul costosissimo "Ponte".

Sono coloro che si staccano da Scientology con l'intento di ritornarci non appena avranno "risolto condizioni del presente", una volta quindi trovato un lavoro più redditizio, una volta trovato/a un/una partner non ostile, una volta resisi independenti dalla famiglia che osteggia l'adesione alla setta.

Queste persone diventano "latenti", stanno a lato, diventano scientologist nascosti; non praticano, non pubblicizzano la loro adesione religiosa con atti esterni (frequentare la chiesa) ma restano nell'intimo seguaci di Hubbard, legati alla sue dottrine considerandole come il proprio riferimento spirituale futuro: la loro Speranza.

Anch'io ho vissuto un lungo periodo di "latenza", proprio come ho descritto. Segretamente mi rileggevo i libri di Hubbard, ascoltavo i nastri comperati su pressione dei "giovedì" dello staff, magari mi auto-audivo con "Self Analisi", chiarivo ancora ossessivamente le parole cercando di rispondere ai bollettini sullo studio; continuavo a catalogare le persone come PTS o SP ed evitato il "Dev-T" (Developed Traffic, niente arretrati o sospesi, per far piacere a Mr Hubbard!)) sul lavoro... nutrivo il sogno di sposarmi con una ragazza "aperta" mentalmente con la quale percorrere il Ponte fino alla "Libertà Totale" senza l'opposizione (benedetta) dei famigliari... magari trasferirmi a Los Angeles o a Milano per poter rifondare una vita attorno ad un'Org potente...

Dalla posta che ricevo sento mogli, madri, compagni, amici e colleghi preoccupati per un possibile "ritorno" a scientology della persona amata. Denunciandone magari stranezze, strani discorsi sulla libertà religiosa (strani perchè forzati), a volte (e mi è capitato) attacchi di ansia, attacchi di rabbia immotivati, depressione fino ad allora mai evidenziata... "mi è reale" come direi se fossi ancora scientologo!

Il percorso è chiaro:
1- Affiliazione e frequentazione;
2-Uscita su pressione esterna;
3-Latenza;
il punto 4 è incerto... chiamiamo i due possibili bivii con 4a e 4b (Hubbard era "anche" ingegnere ricordiamocelo, qualcosa mi avrà pur insegnato!)...
4a- Realizzazione del plagio subito oppure
4b- Ritorno...

al 4a Segue di solito, dalla mia esperienza diretta e indiretta:

5a- Bulimia. Rotto il tabù di leggere materiali "entheta" segue un periodo di bulimia, di grossa fame di informazioni critiche, tutte quelle sempre negate dal plagio; ci si butta in internet e si legge con voracità il materiale critico in una continua opera di comparazione con la propria esperienza personale, è un periodo bellissimo e difficilissimo, doloroso e liberatorio al contempo, dura dei mesi...;

6a- Depressione dovuta alla distruzione della propria autostima in seguito all'esser caduti in una trappola così, perdita dei riferimenti valoriali acquisiti "se sono caduto in Scientology vuol dire che tutto quello che so e che penso è sbagliato";

7a- Rielaborazione dei valori (si tengono quelli buoni, si scartano o si correggono gli altri) e accettazione dell'errore fatto, rasserenamento... "la vita va avanti, imparo da miei errori, come tutti";

8a- Emersione "a nudo" delle Cult Phobias, fobie di estinzione dell'anima, e necessità di tappare la falla creata dal pensare che senza Scientology non ci sarà futuro... e qui le strade possono essere molteplici: diventa difficile l'adesione e la comprensione di altre religioni o filosofie perchè si è diventati ipersospettosi e si pensa che tutte le religioni siano una setta e che tutte le dottrine spirituali siano un plagio in qualche modo (opinione che ha una sua diffusione comunque), al contempo la non religiosità o la non spiritualità è difficilmente percorribile a causa delle prospettive indotte "a forza" da Scientology, che comunque (in modo distorto e fanatico, in modo distruttivo) sono prospettive di vita "eterna";

9a- Accettazione della impossibilità di conoscere con esattezza e precisione (e tramite un percorso pre-definito e certificato soprattutto) il mondo immateriale/spirituale/psicologico... presa di coscienza della nostra "mortalità"...(sradicare le promesse delle Fobie Settarie, la "carota" che attrae il somaro, in quanto installate per motivi di controllo mentale);

10a- Ricominciare a vedere il mondo con occhi nuovi, aperti a diverse e nuovissime (e spesso non certamente conoscibili) soluzioni... qualsiasi esse siano... si è definitivamente usciti dall'esperienza, ricreati, cresciuti (spesso molto).

Se invece il punto 4 è l'opzione "b", il Ritorno alla setta, le cose sono più complicate perchè non sarà mai un ritorno sereno o definitivo, si riapriranno vecchie ed enormi ferite... il percorso sarà ancora più "brutto"...

Di sicuro uno scientologo latente è qualcuno che è ancora "posseduto mentalmente" da Scientology, manca il controllo diretto è vero, ma la persona non è libera, la sua vita e tutte le sue scelte sono ancora legata a Scientology... è una situazione meno pericolosa dell'adesione effettiva, ma non meno drammatica; tutto, tutta la vita è ridotta ad una lotta interiore/esteriore, sommessa, senza nessuno che ti possa capire o ascoltare...

Se sappiamo che qualcuno è stato legato a Scientology cerchiamo di aiutarlo, di parlargli... non abbandoniamolo alla solitudine, alla sua lotta solitaria e disperata contro una pseudopersonalità terribile e ancora forte, attiva e manipolatrice, distruttiva... attenzione: possono sembrare persone attive, dinamiche, sicure di sé; anche, e soddisfatte... ma è una maschera! Io ce l'avevo... dietro alla superficie, tenuta assieme a forza (più o meno consapevolmente) c'è un logorio che prima o poi non sarà più mascherabile. Non facciamoci ingannare, chi ha fatto Scientology e non si è accorto di cosa ha subito davvero è uno scientologo latente, senza nemmeno il supporto ambientale fornito dagli altri adepti, è una persona con un conflitto interno tremendo, mi viene paura a ripensarci...


From: "cirul57" <rest.....@virgilio.it>
Newsgroups: free.it.religioni.scientology
Subject: Re: Lo Scientologo "latente"
Date: 17 Dec 2006 13:25:00 -0800

mo.....@libero.it ha scritto:

> Si è usata di recente l'espressione - scientologo "latente"- e ritengo
> importante approfondire il "fenomeno" magari col vostro contributo ed
> esperienza.

Il mio contributo, magari un po' prolisso e a volte posso risultare anche banale, ma mi piace e lo posto così, è un po' incompleto, perché da latente ho sofferto più di quanto si evince, ma forse giustamente non era tutta colpa di Scientology.

> Scientologo latente è colui che ha frequentato scientology, fatto
> corsi, ricevuto auditing (non importa la quantità), magari è stato
> anche staff, e che ha dovuto interrompere il rapporto più che altro
> per pressioni esterne (famigliari soprattutto) e/o per mancanza di
> situazioni economiche o sociali (legami affettivi) favorevoli per
> proseguire agevolmente il percorso sul costosissimo "Ponte".

Verissimo, almeno per me, ricordo che al Narconon di Civitella (primavera 1985) mi fu proposto di andare a studiare/fare corsi in America, per addestrarmi e poter tornare per gestire un Narconon. Secondo il tipo, che in quel periodo era a capo della struttura, ero stato indicato come idoneo per la mia velocità nell'attestare i pacchi e le mie doti nel tenere il gruppo sugli scopi, (sarà mai stato vero? A me piace pensare di sì, ma uno scientologo in cerca di reclute sarebbe capace di ruffianarsi anche il padreterno). Comunque sia avevo un feeling straordinario con quasi tutti.

Diverse persone più giovani di me, mi hanno confidato, sia in pubblico che in privato, che mi prendevano a modello, perché gli piaceva il mio modo di fare, naturalmente io scherzosamente li mandavo sistematicamente a cagare dicendogli che non avevano capito una mazza e che avrebbero dovuto solo pensare a non tornare in piazza, percorrendo qualunque strada che gli avesse consentito di ricominciare una vita normale.

A quella proposta io risposi che sarebbe stato bellissimo, ma mi mancavano i mezzi economici per poter affrontare il tutto ed in più avevo un figlio e una moglie che non avrei mai lasciato qui da soli. A sentire lui, erano solo dettagli insignificanti, avrei potuto andare con la famiglia perché qualcuno si sarebbe preso la briga di risolvere il tutto.

Dopo qualche giorno è venuta a trovarmi la mia Frau con mio figlio. Ero entusiasta per quel momento particolare della mia vita e più sicuro che mai che sarei stato in grado di gestirmi qualunque cosa, oltre tutto il pensiero e le difficoltà della tossicodipendenza da cui uscivo non facevano più parte di me. Passati i primi 20 giorni di crisi ero riuscito a fare entrare nella struttura anche mio fratello, nonostante precedentemente avesse affermato con tutte le sue forze che non sarebbe mai entrato in una comunità.

A tutti questi miei progetti che mi frullavano per la melona, ho trovato un intoppo dove non mi sarei aspettato di trovarlo, la mia Frau! Mi piantò in faccia un bel no deciso, proprio uno dei suoi mitici no, di quei no che non lasciano alternative, che io ben conosco. Ero un po' avvilito e incazzato, ma sapevo perfettamente che se avessi voluto andare, sarei dovuto andare da solo.

Così per la seconda volta in pochi mesi mi sono trovato a dover decidere cosa fare del mio futuro. La prima era stata circa due mesi prima di entrare in comunità, vivevo a Ferrara con l'Helene (la mia Frau) e mio figlio Mark di 4 anni, un bel giorno l'Helene stanca delle mie promesse, ha fatto le valigie e con Mark in braccio mi ha chiesto di accompagnarla alla stazione, è partita piangendo e mi ha detto che fin che non avessi risolto il mio problema droga non sarei più dovuto entrare nella loro vita.

Quel giorno ho fatto tante promesse come al solito, ma sentivo che questa volta erano più decise e forti che mai, (se la paura fa 90 io ero a 110). Avevamo una canzone che faceva spesso sottofondo alle nostre giornate, (la buona musica non ce la siamo mai fatta mancare) la canzone era di Tenco, "Vedrai che cambierà". In quei due mesi di attesa nel tentativo di trovare una comunità che mi prendesse in carico la ascoltavo spesso e mi facevo forza. A quei tempi ve ne erano poche di comunità e non era per niente facile senza una vera famiglia alle spalle, parlo di genitori che si occupassero di seguire il mio percorso per poter entrare in una struttura, sembra strano ma era così. E che cazzo!! Se avessi avuto una famiglia ben strutturata probabilmente non avrei preso quella strana piega, o no?

Tornando al tema, Scientology per sempre o tornare a casa? Ho scelto di tornare a casa e l'ho fatto anche in poco tempo, credo di essere rimasto a Civitella solo un paio di giorni, perché mi volevano far finire l'ultimo pacco di studio e fare la verifica finale, che mi sono rifiutato di fare. Nessuno al di fuori di me poteva sapere se ero pronto o meno per tornare a casa, io le verifiche alle lattine le ho sempre etichettate come cazzate, e questo mi aveva procurato alcuni problemini con il supervisore durante i corsi, un tale Scarfò, credo di ricordare che si chiamasse così, o forse era un soprannome, ma di fatto era una persona ingambissima, mi piaceva un casino, ci capivamo quasi al volo senza fare troppe chiacchiere inutili, io rispettavo la sua buona fede e lui rispettava la mia.

Dal giorno che me ne andai dal Narconon, diventai uno scientologo latente, per una dozzina di anni.

> Sono coloro che si staccano da scientology con l'intento di ritornarci
> non appena avranno "risolto condizioni del presente", una volta quindi
> trovato un lavoro più redditizio, una volta trovato/a un/una partner
> non ostile, una volta resisi independenti dalla famiglia che osteggia
> l'adesione alla setta.

A casa parlavo di Scientology come se fosse la soluzione a tutti i problemi, e se non facevo il nome della dottrina che seguivo, nei mie ragionamenti seguivo i principali dettami della filosofia scientologa, il tutto mi veniva molto facile soprattutto perché in questa regione (Alto Adige) la parola Scientology era pressoché sconosciuta. Era gioco facile infilarci delle mie idee, pur di quadrare il cerchio dei miei ragionamenti, ovvero tendevo a migliorare o evitare quelle cose che non mi erano troppo reali.

È un aspetto del mio carattere, prendo quelle cose che mi piacciono e le copio, e quando posso aggiungo del mio nel tentativo di migliorare. Ma proprio per questo uno scientologo attivo mi direbbe che questo è stato l'errore, io ritengo di no il mescolare il mio carattere ai dettami di Ron semmai mi ha allungato l'agonia, avrei dovuto, e di questo ne sono sicuro, procedere nella mia vita seguendo solo le mie idee, ma riprendersi le proprie idee dopo Scientology solo un ex sa quanto sia difficile.

>> Queste persone diventano "latenti", stanno a lato, diventano
> scientologist nascosti; non praticano, non pubblicizzano la loro
> adesione religiosa con atti esterni (frequentare la chiesa) ma restano
> nell'intimo seguaci di hubbard, legati alla sue dottrine considerandole
> come il proprio riferimento spirituale futuro: la loro Speranza.

La figura di Ron a me ha sempre inquietato un po', non avevo mai digerito tutta quella enfasi che ha voluto creare attorno a sé, tipo uffici personali mai sfruttati da nessuno, busti e foto ovunque, gadget da appendersi al corpo e via dicendo. Però dentro covavo sempre la voglia di ritornare a studiare in un'org, ma per mia fortuna qui in regione non c'era la possibilità, perché in quel periodo la mission di Bolzano era stata querelata ed aveva dovuto chiudere. Ricordo che vi feci una visita con mio fratello, manco si presero la briga di considerarci, nei locali vi erano solo persone in uniforme da marinaio, che ci invitarono ad andare a Verona.

Potete immaginare i commenti miei e di mio fratello, che se pur rispettosi di questa mega tecnologia filosofica, che ci avrebbe potuto aiutare a diventare grandi senza scazzare di nuovo strada, eravamo capaci di burlarci anche del Padreterno, (del tipo: ma cazzo!!!!... dove avranno parcheggiato? Semplice... nell'Isarco!... E se ci facciamo dare un passaggio? ... A te fanno fare il mozzo!!! E a ti lavar i pgnat, ... pistola!!)

Mi ricordo che in quel periodo mi parlava della FreeZone, ma non riusciva a trovare contatti. Il primo dato che mi aveva detto è che si trattava di un gruppo sempre di Scientology, ma che applicavano tariffe molto inferiori per protesta contro la casa madre, ma per il resto tutto era uguale, a noi sembrò una cosa normale, che una chiesa giovane avesse bisogno di alcuni ripensamenti in merito ad alcune tematiche di espansione e che poi tutto rientrasse nella normalità.

Scientology allora ci sembrava una cosa democratica in grado di auto-correggersi, bastava attendere un po' di anni e tutto sarebbe stato più organizzato, espanso, conosciuto e popolare anche nei costi. Pensavamo ai grandissimi costi di gestione con tutti quegli staff da mantenere in quelle chiese lussuose che immaginavamo. Tra l'altro sapevamo per sentito dire di un mega acquisto di un palazzo antico in centro (cos'era una bufala o esiste? quello dove sono stato io a Milano fa un po' pena dal punto di vista estetico), alla faccia dei pensieri sull'estetica di Ron, mi sa che ha mescolato lo chic imperialistico e il naif nel tentativo di avere un look post-futurista, sia nelle lussuose sedi che vedo in internet, sia nell'editoria, poi se si guardano le sedi secondarie si riscontra la banalità assoluta, niente a che vedere con l'arte e l'estetica, quasi non c'entrasse più una mazza.

In effetti è così, specchi per le allodole da una parte e gabbie per gli internati dall'altra. Figuriamoci che visione distorta avevamo. Io ancora oggi non ho capito che cavolo è la FreeZone. Ma che Scientology non è correggibile né per intero né a pezzi, mi è più che chiaro. Mi dispiace ;) per tutte e due ma è tempo perso, proprio ad insistere, la FreeZone avrà solo un'agonia più lunga ;)

> Anch'io ho vissuto un lungo periodo di "latenza", proprio come ho
> descritto.

>[...]

Per la pratica di Scientology pian piano, dopo non pochi dispiaceri e insuccessi mi misi il cuore un po' in pace, ma avevo messo tutti i libri di Scientology in bella vista in una vetrina all'ingresso di casa.

Io la vivevo come la promessa di ritornaci sopra, ed ogni volta che rientravo a casa buttavo l'occhio alla vetrina, o al quadretto appeso con la firma stampata di Ron, l'avevo ricevuto dopo aver attestato la sauna, ne andavo fiero ma mi stava sul culo che quella firma fosse solo un timbro.

Mi avevano detto che avrebbe risposto di persona alla mia lettera che gli avevo spedito dal Narconon, giustificavo la cosa solo perché lo ritenevo super impegnato con casi più seri del mio. Comunque continuavo ad applicare ragionamenti e tecniche non mie, prendevo decisioni valutando le cose dal punto di vista scientologo, in quelle volte che sapevo di non aver applicato al 100 per cento ciò che conoscevo da Scientology lo vivevo quasi come una sconfitta del mio carattere, quando in realtà è l'esatto contrario. Ma questo conflitto produce danni incalcolabili.

Nella mia "futura" depressione che ebbi nel 98-99 e primavera del 2000, il problema maggiore era riuscire a riconoscermi, ovvero se prima di Scientology ero quel che ero e sono finito nella merda, sia con le droghe prima che con Scientology stessa dopo, ora su quali esperienze valuto il da farsi in futuro per poter riuscire ad essere utile alla mia famiglia e a chi mi circonda? Se nelle varie situazioni che mi sono cacciato credendo di saperle valutare e gestire al meglio per ricavarne una vita accettabile sono finito in trappole che mi hanno sconvolto la vita, ora come ricomincio? (Ma questa è una storia che è ancora in atto e credo che se avrò fortuna durerà a lungo. Mi sono ripreso i miei sogni a modo mio, quasi come quando ero un boccia, in fondo sono sempre stato vecchio nei miei sogni, una casa con una famiglia serena, un lavoro che diverta almeno per metà e che mi dia il minimo giusto per non farci mancare l'indispensabile e se viene anche qualche cosina extra meglio ;) degli amici che mi voglio bene e degli amici da aiutare, senza troppe pretese, una vita tranquilla in sostanza.)

Prima di riuscire a digerire che sono un essere in continuo mutamento, c'è n'è voluta di fatica, perché la società in cui vivo muta velocemente, e che devo cercare di cavalcare il presente per capire meglio il mio prossimo futuro e che non saprò mai in anticipo che cavolo penserò domani ma devo proseguire con determinazione la strada, cercando di mantenere fede ai miei valori, spesso sono solo ideali irraggiungibili ma spesso sono palpabili e fisicamente vissuti, (ad esempio quando vedo i miei figli crescere come io avrei desiderato crescere, oppure amici che anche grazie al mio sostegno riescono a migliorare la loro condizione di vita e mi vogliono bene, chi come un papà chi come un fratello, adesso dovrò pure imparare a farmi volere bene come nonno, non solo dai miei nipoti, fra qualche anno la differenza di età si farà sentire maggiormente e a me spetterà solo il compito del nonno con tanti amici più giovani di me che ho e che stanno cominciando a figliare :)

Oppure come quando un amico magari lontano da me (ma non di età) come cultura e ideali mi dimostra che mi vuole veramente bene. O quelli più anziani che mi trattano come fossi loro figlio.

> il punto 4 è incerto... chiamiamo i due possibili bivii con 4a e 4b
> (Hubbard era "anche" ingegnere ricordiamocelo, qualcosa mi avrà pur
> insegnato!)...
> 4a- Realizzazione del plagio subito oppure 4b- Ritorno...
> al 4a Segue di solito, dalla mia esperienza diretta e indiretta:

Io qui ho fatto un mescolotto tipico dei miei, non potevo ritornare e ancora non mi era reale il plagio, sebbene sentissi qualche voce discordante da ciò che pensavo, sorvolavo e stavo in attesa di saperne di più. Fino a che un giorno rimisi mano ai libri per cercare di raddrizzare certe situazioni che avevano preso un andazzo da me imprevisto e non gradito, tipo insuccessi economici pur non mancandomi per niente il lavoro, anzi andava a gonfie vele, e situazione affettiva super incasinata, stava crescendo il figlio che avevo avuto fuori dal mio matrimonio, e a parte la para che la mia famiglia lo venisse a sapere da altri e non da me, non riuscivo a vederne una via d'uscita, e non riuscivo a prendere nessuna decisione in merito.

I miei cosiddetti overt reali e presunti mi stavano soffocando, ma in cuor mio non mi sentivo così colpevole di qualcosa di così grave, certo un figlio fuori dal matrimonio non è una cosa semplice da gestire, ma ancor meno gestibile sarebbe stato non occuparmene personalmente e costantemente. Sapevo che mia moglie si sarebbe incazzata come una iena, ma sapevo anche che non sarebbe mai stata con un uomo che abbandona un figlio, e del resto il sentimento è sempre stato reciproco. Tutto si può sbagliare, ma i figli sono il bene più prezioso.

Per tutto questo ripresi a studiare da solo i libri di Scientology, leggevo e cercavo di applicarmi delle regole di etica e di tecniche per maneggiare il mio lavoro, tipo la scala del tono e le condizioni, probabilmente feci un casino bestiale, perché vi erano regole per me stupide ma sapevo che dovevo seguirle e mi applicavo le condizioni molto severamente, anche l'etica mi suonava strana, con il libro di etica se lo si segue bene ci si possono giustificare cose che per me non sono giustificabili, e si deve lavorare su cose per le quali non ha senso perderci del tempo.

Qui riprendo un pezzo di Usciredascientology che mi piace

>i "latenti" sono a rischio appunto proprio perchè non hanno rimosso
>l'indottrinamento e sono ancora controllati, solo che il "controllo"
>non viene più esercitato a livello fisico/economico... devono
>"ritornare" in loro e stando fuori dalla chiesa le probabilità
>aumentano ogni giorno, ma la forza che devono contrastare e che li
>richiama a Scientology a costo della loro "vita" è forte e non è
>improbabile che possano passare guai, sia a causa dell'influenza
>psicologica dannosa, sia a causa di comportamenti spregiudicati ancora
>instillati dall'essere stati scientologist...

I falsi dati instillati con lo studiare Scientology nella mia personalità hanno prodotto più danni che benefici, un esempio: la sensazione che con Scientology tutto sia maneggiabile. Basta fare attenzione ai PTS e agli SP, all'ARC all'Etica al gradiente ecc. Maneggiare? Stà mazza... un esempio: Sebbene la condizione di PTS in un certo qual modo esiste (personalità più deboli schiacciate da personalità più forti e/o con tendenze cattive) nella vita reale non funziona proprio come sostiene Ron e soprattutto le caratteristiche SP sono un stronzata.

Seguendo le tabelle delle caratteristiche SP ad esempio si rischia di dar fiducia a persone che non la meritano, semplicemente perché non rientrano nella tabella delle caratteristiche SP, e fatalmente si cade in mano a pescecani. Come far disconnettere un potenziale PTS dal suo potenziale SP, quasi sempre un succube non troverà pace fino a che non avrà raggiunto un accordo con le persone che ritiene lo opprimano. La disconnessione è sempre una sconfitta che lascia un segno profondo nella personalità.

In sostanza, le classificazioni più o meno nette alla Scientology sono solo falsità e un comodo pressappochismo, uno strumento atto a mantenere Scientology in funzione, ma nella vita reale sono inapplicabili e dannose.

Tornando al 4a- Realizzazione del plagio subito oppure 4b- Ritorno... Io dall'85 al 96 o 97 ero latente, poi sono tornato ad acquistare ore di auditing perché mi ero fritto la melona nel tentativo di far quadrare le montagne di dati che mi ero riletto; il libro di etica non so quante volte, (ero arrivato a non gettare manco la cicca per terra in strada) Self Analisi, I Fondamenti del Pensiero, Dianetics ecc ecc..

A proposito di cicche per terra, avete mai visto davanti all'org di Padova che merdaio che c'era nel 97? Alla faccia del benvenuto, a chi arrivava lì per la prima volta poteva fare solo schifo, in effetti è la prima cosa che avevo notato.

Comunque, al mio ritorno ho notato di nuovo le stranezze che notavo nell'85 e mi dava fastidio che in tutti quegli anni i dirigenti non fossero riusciti a cambiare la situazione nonostante i loro elevati studi, non sapevo decidere se fosse colpa della dottrina o dell'incapacità di alcune persone. Questo l'ho notato anche in Slaugherdog, non so se qualcuno se lo ricorda, ma riteneva incapaci certi scient che stavano ai vertici, non la dottrina stessa. Anche Salvatore e altri che ho avuto modo di leggere, come la lettera di quella tipa. La colpa è sempre della sbagliata applicazione, sia se stai al vertice che nelle cantine, senza chiedersi come siano possibili tanti errori in una tecnica definita perfetta da suo creatore. Non è che invece delle lattine teneva le bocce di Lambrusco in mano nel crearla?

> 6a- Depressione dovuta alla distruzione della propria autostima in
> seguito all'esser caduti in una trappola così, perdita dei riferimenti
> valoriali acquisiti "se sono caduto in sceintology vuol dire che tutto
> quello che so e che penso è sbagliato";

Altrettanto perfetta, per me è stata una forte depressione, ho mollato tutto e tutti mi sentivo inutile, non più capace di essere d'aiuto a nessuno e un peso per gli altri.

> 7a- Rielaborazione dei valori (si tengono quelli buoni, si scartano o
> si correggono gli altri) e accettazione dell'errore fatto,
> rasserenamento... "la vita va avanti, imparo da miei errori, come
> tutti";

Con il 7a la storia è lunga, io devo ancora capire cosa tenere per buono. Qualcosa di buono c'è, ma mi dà fastidio affibbiarne a Ron la paternità. Certo che sono elaborazioni e scopiazzature, ma nessuno nasce imparato ;)

Mi toccherà lasciargli il merito (per alcune regole) di averle organizzate e scritte a nuovo Del resto anche dalla cacca nascon fior. Amen :)

> 10a- Ricominciare a vedere il mondo con occhi nuovi, aperti a diverse e
> nuovissime (e spesso non certamente conoscibili) soluzioni... qualsiasi
> esse siano... si è definitivamente usciti dall'esperienza, ricreati,
> cresciuti (spesso molto).

Per me è stato anche un ritrovarmi, con tutti i miei dubbi e le mie gioie, nel voler essere quello che voglio essere e quello che sono veramente, mi sono ridimensionato le prospettive rispetto a quando ero più giovane, adesso so che sono facilmente fallibile e questo spero che basti a farmi stare su con le orecchie.

Sei grande Moment

ciao
Cirul


From: <mo...@libero.it>
Newsgroups: free.it.religioni.scientology
Subject: Re: Lo Scientologo "latente"
Date: 18 Dec 2006 02:28:17 -0800

carissimo Cirul,
ti ringrazio per il tuo bellissimo, profondo e sentitissimo post, che conferma senza dubbio l'importanza di questo periodo di "latenza"...senza aver definito cos'è questo essere "latente" non si può capire l'intensità delle esperienze settarie.

A volte molti ex hanno frequentato un'org solo per pochi anni eppure ne parlano come se il tempo fosse stato ben di più... e lo è, occorre sommare agli anni di frequenza gli anni di "latenza" per comprendere appieno il tempo "di prigionia" mentale.

Capire questo fenomeno ci può far riflettere di come il plagio avvenga ad una profondità maggiore rispetto a quello dell'essere "individuo sociale" o addirittura, mi permetto di dire, dell'essere "individo psicologico"... negli anni di latenza permangono le speranze, la visione del futuro proprio e degli altri, la percezione di se stessi come "immortali" in qualche modo: un vero e proprio sistema complesso che va oltre le normali azioni e relazioni e i normali pensieri o sentimenti. Il bagaglio che un ex si deve analizzare e "digerire" è molto più "grosso", il boccone è ben più sostanzioso, si rischia l'ingozzamento... ma siamo stati o siamo costretti a farlo; qualcosa di "più grande di noi" è stato usato per tenerci sotto controllo, perciò se almeno lo scopo di quei valori e concetti diventa chiaro, non è automaticamente scontato quanto e quanti di quei valori siano da buttare e quanti da rimettere in sesto sotto una nuova luce...

Un abbraccio Cirul, spero un giorno di poter diventare saggio e "bello" (non solo fisicamente perchè quello è scontato) come te!


From: "jo" <ron.....@yahoo.it>
Newsgroups: free.it.religioni.scientology
Subject: Re: Lo Scientologo "latente"
Date: 15 Dec 2006 09:45:57 -0800

mo.....@libero.it ha scritto:

>
> Scientologo latente è colui che ha frequentato scientology, fatto
> corsi, ricevuto auditing (non importa la quantità), magari è stato
> anche staff, e che ha dovuto interrompere il rapporto più che altro
> per pressioni esterne (famigliari soprattutto) e/o per mancanza di
> situazioni economiche o sociali (legami affettivi) favorevoli per
> proseguire agevolmente il percorso sul costosissimo "Ponte".

Un quesito che mi pongo: la latenza di cui si parla può essere causata da un intervento irruento di familiari che, preoccupati si sono basati più sulla sostanza cher sulla forma al fine di far uscire il soggetto da scn? Cioè, forse a volte si agisce anche pesantemente ma non ci cerca il dialogo, di far riflettere la persona in questione o stimolarla alla ricerca di informazioni sul perché ciò che fa è sbagliato o lo può far stare male...

> Anch'io ho vissuto un lungo periodo di "latenza", proprio come ho
> descritto.

Com'è terminata la tua latenza poi? Qual è stato il modo in cui ne sei uscito?

> Dalla posta che ricevo sento mogli, madri, compagni, amici e colleghi
> preoccupati per un possibile "ritorno" a scientology della persona
> amata.

Molta gente magari quando è convinta di qualcosa innalza un muro anche a pareri contrastanti di persone vicine, spesso una scusa è "tu non conosci questo bene allora non sai certe cose" o frasi del genere senza tener conto di vivere una realtà che il primo a non conoscere bene è proprio il "latente" in questo caso, per via dell'omissione di alcuni aspetti

> 6a- Depressione dovuta alla distruzione della propria autostima in
> seguito all'esser caduti in una trappola così, perdita dei riferimenti
> valoriali acquisiti "se sono caduto in sceintology vuol dire che tutto
> quello che so e che penso è sbagliato";

Penso che questo sia un punto cruciale ed esemplificativo: si dice che scn promette il viver meglio e la cancellazione dei problemi e poi invece proprio a causa dell'affiliazione ad essa ci si ritrova senza autostima, incerti sul chi si è e svuotati personalmente

> 7a- Rielaborazione dei valori (si tengono quelli buoni, si scartano o
> si correggono gli altri) e accettazione dell'errore fatto,
> rasserenamento... "la vita va avanti, imparo da miei errori, come
> tutti";

Penso che la frase "la vita va avanti, imparo da miei errori, come tutti", la si dica molto ma molto a freddo e a problema superato, chi dedica parte della sua vita e gran parte delle sue energie a un ideale che poi si rivela essere menzognero e truffaldino non può che sentirsi colpito nel profondo

> Se sappiamo che qualcuno è stato legato a Scientology cerchiamo di
> aiutarlo, di parlargli... non abbandoniamolo alla solitudine, alla sua
> lotta solitaria e disperata contro una pseudopersonalità terribile e
> ancora forte, attiva e manipolatrice, distruttiva...

Penso che chi è vicino alla persona deve usare molte ma molta cautela nello scegliere il modo di far prendere al soggetto coscienza dell'errore o farlo meditare... l'insicurezza che il soggetto ha ma non mostra, quella di cui parli tu credo che paradossalmente se la maniera di risolvere il problema da parte delle persone care si dimostra particolarmente repressiva possa portare l'individuo a sentirsi addirittura ribelle e di giovarsi di questa fama, il rischio penso ci sia, al contrario un tentativo più ragionato può avere maggiore efficacia... la verità è che il latente in questione è "di parte" nel giudicare la setta, perchè ne è dentro, ne fa parte, si sente integrato e delle critiche ne vuol nemmeno sentir parlare, e se le sente non le prende in considerazione... quindi, è anche disinformato sulla realtà che frequenta, per questi motivi e perchè qualcun altro gli omette degli aspetti fondamentali che emergono passo dopo passo dopo che l'individuo ha già consolidato un certo feeling con scn, e lì sono dolori perché la sua fede o presunta tale si fossilizza e rimuoverla è più dura...

ciao momentaryla, ciao a tutti!
Jo


From: <mo...@libero.it>

Newsgroups: free.it.religioni.scientology
Subject: Re: Lo Scientologo "latente"
Date: 18 Dec 2006 03:06:39 -0800

> un quesito che mi pongo: la latenza di cui si parla può essere causata
> da un intervento irruento di familiari che, preoccupati si sono basati
> più sulla sostanza cher sulla forma al fine di far uscire il soggetto
> da scn? Cioè, forse a volte si agisce anche pesantemente ma non ci
> cerca il dialogo ,di far riflettere la persona in questione o
> stimolarla alla ricerca di informazioni sul perchè ciò che fa è
> sbagliato o lo può far stare male...

Sicuramente!
per me è stato così, ma come posso criticare qualcuno che innanzitutto era preoccupato di tirarmi fuori da quella roba! Voglio dire, Scientology non si pone di fronte al nuovo potenziale adepto in modo "formalmente" corretto... lo piglia e lo massacra con esercizi a contenuto ipnotico... non voglio proporre metodi altrettanto forti per far uscire, si tornerebbe alla brutalità, ma voglio dire che quell'irruenza era l'unico mezzo a loro disposizione; mia madre ha studiato fino alla terza elementare, che altri mezzi comunicativi e culturali potrebbe aver potuto utilizzare...?

E anche se li avesse avuti a disposizione siamo sicuri che il plagio scientologico non sarebbe stato più forte? spesso occorre provocare, in modo controllato e "rispettoso", mini-schock culturali o emotivi per smuovere... altrimenti vince il TR2! ;) http://xenu.com-it.net/txt/trs.htm

Guarire una ferita così non può essere fatto in modo completamente indolore, l'importante è che sia il bruciore di un disinfettante... e che sia dosato in modo da non sopraffare... comunque, al di là degli approfondimenti, la tua conclusione è corretta per me...

> Com'è terminata la tua latenza poi? Qual è stato il modo in cui ne sei uscito?

Ho cominciato a star davvero male; mi tornava senza motivo apparente di continuo in mente Scientology, ovunque e comunque... una specie di pressione "esterna" verso l'interno... per dire che anche se io mi sforzavo a non pensarci mi tornava in mente, sempre... era una pressione orrenda e sgradevole, capii che stavo vivendo una specie di "rigetto" indotto da chissà cosa; questo rigetto mi fece capire la "bruttezza" di quanto avevo inculcato... ti assicuro che a volte mi sembrava di soffocare mentalmente, era diventata chiara la dipendenza di questo mio malessere da Scientology e per alleggerire questo peso ho cominciato a cercare in internet... i dati letti non erano che la conferma di quanto mi si stava configurando nella mente comunque... i dati critici erano solo la conferma di intuizioni più o meno già sviluppate o sviluppantesi. >p>Sembra strano ma sono stato come "guidato", lo dico tranquillamente senza pretese di buttarla su chissà quale cosa, ma senza neanche minimizzare o trascurare il fenomeno. È cominciato per caso una mattina, è stato come una botta in testa, all'improvviso mentre camminavo mi capitò in mano un volantino di Dianetics, come mi era già capitato decine e decine di altre volte prima dopo il mio distacco fisico e comunicativo dalla chiesa di Brescia. E boom, una serie di percezioni a valanga, senza ordine preciso come se si fosse scaraventato nella mia testa un camion dell'immondizia!!! Da allora fui come "costretto a occuparmi" di quelle cose fino all'ultima... cominciai a disporre di un intuito molto fine per riconoscerle e "scaricarle" come direbbe un auditor...

>
> molta gente magari quando è convinta di qualcosa iinalza un muro anche
> a pareri contrastanti di persone vicine, spesso una scusa è "tu non
> conosci questo bene allora non sai certe cose" o frasi del genere senza
> tener conto di vivere una realtà che il primo a non conoscere bene è
> proprio il "latente" in questo caso, per via dell'omissione di alcuni
> aspetti

Esatto, ma non trascuriamo l'azione ipnotica dei TRs e dell'auditing... non si tratta solo di pecche caratteriali e culturali che tutti abbiamo, con Scientology in particolare c'è una vera e propria azione mentale livellante... il palgio culturale così come lo descrivi è ravvisabile persino parlando di politica o di calcio, se non di religione fra chi ha credenze diverse... il problema è quando viene utilizzata azione plagiante partendo da qualsiasi elemento del BITE... in Scientology di particolarmente morboso ci sono le azioni mentali... un sottile lavaggio del cervello... non nuovo nella recente storia umana però, ma riproposto in modo sottile e "modernizzato". Meriterebbe un discorso a parte questa domanda.

> penso che questo sia un punto cruciale ed esemplificativo: si dice che
> scn promette il viver meglio e la cancellazione dei problemi e poi
> invece proprio a causa dell'affiliazione ad essa ci si ritrova senza
> autostima, incerti sul chi si è e svuotati personalmente

Risucchiati, livellati, imprigionati... mentalmente però, vallo a dimostrare...

> Penso che la frase "la vita va avanti, imparo da miei errori, come
> tutti", la si dica molto ma molto a freddo e a problema superato, chi
> dedica parte della sua vita e gran parte delle sue energie a un ideale
> che poi si rivela essere menzognero e truffaldino non può che sentirsi
> colpito nel profondo

Ancora esatto (per me almeno...) ... nel profondo poi, nel profondissimo. Il plagio religioso non colpisce solo le abitudine sociali, non colpisce solo la mente... va al "cuore", la parte più intima di noi... l'anima...

> Penso che chi è vicino alla persona deve usare molte ma molta cautela
> nello scegliere il modo di far prendere al soggetto coscienza
> dell'errore o farlo meditare...

Sì, e non bisogna avere fretta... una persona non entra in Scientology a caso, la sua insoddisfazione è già nel pieno della maturazione e gli sbocchi sembravano non esistere... Scientology si adagia su un vissuto personale, emotivo e reale, che non ha trovato spiegazione ma che ha fermentato a lungo... rimuovere un indottrinamento vuol dire andare a toccare anche ciò che l'indottrinamento ha fortemente insabbiato e coperto... frutto di tempo e spesso sofferenza emotiva. È operazione delicatissima!

ciao Jo!
grazie per le occasioni di approfondimento.

 
 
 
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