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Scientology in Francia
 
Di Simona Serafini
 
Tratto da Avvenire, Domenica 12 Settembre 1999.
 
 
 
 
 
L'Europa contro le sette. Dopo l'ostracismo della Germania, anche in Francia esplode il «caso Scientology». Un processo a Marsiglia scatena le polemiche: come impedire attività illecite? Un rapporto accusa: non è un gruppo religioso, ma una piovra che fa affari.
 
 
Nuovi culti
 
PARIGI. «Bisogna mettere fuori legge le sette?» Questa è la domanda che si pongono i giornali francesi alla vigilia dell'apertura a Marsiglia del primo importante processo contro i sette membri dell'associazione di Scientology, accusati di truffa da alcuni ex adepti. Solo martedì scorso l'opinione pubblica è stata informata del fatto che una cinquantina di documenti raccolti e messi agli atti nel corso di un'istruttoria incominciata nel 1990 erano stati distrutti per un fatale errore dallo stesso tribunale di Marsiglia: stampati sulla Chiesa di Scientology, appunti sui membri della setta, dati contabili e due "elettrometri", cioè due apparecchi capaci - secondo la setta - di misurare le emozioni. Un'altra parte dell'istruttoria, stabilita da un giudice parigino, è già scomparsa un anno fa e a tutt'oggi non se ne sa più nulla: si tratta in questo caso di dieci fascicoli di testimonianze di cui non è stata tenuta copia, come la legge invece prescrive. Il resto del dossier è oggi conservato prudentemente in una cassaforte e l'istruttoria è stata affidata ad un altro giudice.
 
Il ministro della Giustizia, Elisabeth Guigou  [1]  che ha aperto un'inchiesta sulla questione, diffida di certe sette - in particolare di quella di Scientology - che «si fondano su circuiti economici, godono di considerevoli mezzi d'azione e approfittano di persone deboli e credule». Non solo: la Guigou crede «che bisogna impedir loro di nuocere». A questo riguardo ha risposto immediatamente Herbert Jentzsch, presidente della Chiesa di Scientology che da Los Angeles ha avvertuto: «Il ministro sarà considerato personalmente responsabile di ogni torto subito dai membri della comunità di Scientology come conseguenza delle sue dichiarazioni». La guerra è ormai dichiarata dal governo francese alla setta fondata da Ron Hubbard, di cui una commissione d'inchiesta ha valutato il budget annuali di 60 milioni di franchi Oltralpe (18 miliardi di lire) e di 90 miliardi di lire in Europa.
 
Il meno che si possa dire è che fino ad ora l'istruttoria per il processo che inizierà il 20 settembre ha proceduto con incredibile lentezza, tenuto conto dei notevoli interessi finanziari in ballo.  [2] Secondo Nikolay Fakiroff, l'avvocato che tutela gli interessi di un giovane che vuole indietro il milione di franchi (300 milioni di lire) versato alla setta, «non è stata ordinata nessuna indagine finanziaria approfondita, mentre la manna raccolta dalla setta costituisce il nocciolo della guerra». Nel novembre del 1995 la Chiesa di Scientology di Parigi fu messa in stato di liquidazione giudiziaria per non aver pagato al fisco 42 milioni di franchi di tasse arretrate.  [3] In tribunale gli aderenti alla setta presentarono un assegno, che non fu accettato per l'origine incerta dei fondi provenienti da una banca lussemburghese. Un mese dopo la liquidazione, una nuova Chiesa di Scientology aveva preso il suo posto.
 
Un rapporto parlamentare del 1983 definisce Scientology come «una setta nociva, colpevole di essersi infiltrata nelle scuole, nelle amministrazioni, nei media». Giudizio riconfermato da un nuovo rapporto nel 1988. In attesa della creazione di un Consiglio sul culto che definisca le sette dividendole in "buone" e "cattive" - ma il caso divide gli esperti, molti dei quali sottolineano i pericoli di arbitrarietà in queste classificazioni, non essendo chiara la soglia di "nocività" da attribuire alle varie denominazioni messe al vaglio -, come aveva consigliato uno studio ministeriale del 1995, la lotta a questo tipo di associazioni, si presenta lunga e dura. Il deputato francese Jean-Pierre Brard, che ha presieduto la commissione parlamentare incaricata lo scorso anno di presentare il rapporto di cui si diceva, sottolinea che il fenomeno delle sette «ha perso in spiritualità tutto ciò che ha guadagnato in mercantilismo». Il rapporto documenta numerosi reati finanziari e fiscali e giunge addirittura alla proposta di stabilire un «reato di manipolazione mentale» o di creare, presso le corti d'appello, una funzione specifica riservata ad un magistrato specializzato sulle sette.
 
Fino ad oggi, nell'impossibilità di definire giuridicamente una "setta" e di stabilire dei criteri incontestabili di "pericolosità", i governi, sia di destra che di sinistra, si sono rifiutati di creare una legislazione specifica contro le sette, preferendo avvalersi della legislazione ordinaria.
 
 
 
Scheda
 
Ma gli Usa minacciano Parigi
 
In America prevale la linea garantista. Complice il mondo di Hollywood.
 
 
PARIGI. Per gli europei - Germania e Francia in primo luogo - la Chiesa di Scientology non può essere assimilata a una religione ma a una vera e propria setta: essa rappresenta ai loro occhi una impresa che agisce a scopo di lucro, e spesso in modo tutt'altro che trasparente e democratico. Per gli americani invece, preoccupati di proteggere al massimo grado la libertà di culto nel loro paese, la Chiesa di Scientology - che conta fra i suoi adepti star come John Travolta e Tom Cruise - deve essere messa in condizioni di muoversi senza intralci. Di qui la decisione del Senato Usa di dibattere il "Religious Liberty Protection Act", una proposta di legge che intende mettere le pratiche religiose al riparo da qualsiasi interferenza governativa o amministrativa: si vuole in pratica riconoscere a chiunque il diritto di praticare la propria religione in qualsiasi luogo e in qualsiasi circostanza, a meno che le autorità locali e federali siano in grado di provare che quell'attività è contraria all'interesse pubblico.
 
La Germania è senza dubbio lo Stato che mette in atto la sorveglianza più severa e il meccanismo giuridico più repressivo nei confronti delle sette. La più importante è appunto la Chiesa di Scientology, i cui adepti oltre Reno sarebbero da 10 a 30 mila. I giornali tedeschi l'hanno ribattezzata «la setta di Hollywood» dopo che un gruppo di 34 cineasti e attori americani ha inviato una lettera al cancelliere Kohl per protestare contro la «persecuzione» di cui secondo loro erano vittima gli aderenti a Scientology, paragonati addirittura agli ebrei perseguitati dal Terzo Reich. Infiltrata in tutti gli ambienti "sensibili" dello Stato, dall'industria ai partiti, dai giornali all'amministrazione, al setta - cui si nega lo statuto di comunità religiosa e che viene definita «organizzazione politica estremista» - da anni viene tenuta rigorosamente d'occhio dalla polizia e dai servizi segreti di Bonn.
 
Ben diverso il clima negli Stati Uniti, paradiso dei predicatori di ogni razza e religione. Nel 1994 il fisco americano e la Chiesa di Scientology sono arrivati ad un accordo grazie al quale l'organizzazione, «in virtù della sua sincera pratica religiosa», può beneficiare di esenzioni fiscali.  [4] 
 
 
 
Note
 
[1] Sulle dichiarazioni del Ministro, vedi anche l'articolo È guerra tra Scientology e il ministro di giustizia Guigou. "Il Manifesto", di Anna Maria Merlo, Sabato 11 Settembre 1999.
 
[2] Scientology è sotto processo nel nostro paese da tredici anni (1986-1999). È stata condannata per "associazione per delinquere" da due distinte sezioni giudicanti della Corte d'Appello di Milano, sentenze successivamente annullate dalla Corte di Cassazione per "vizi procedurali" connessi alla natura religiosa dell'associazione, la quale è stata per l'ennesima volta rinviata a nuovo giudizio il 10 Ottobre 1997. Per approfondire, vedi la sezione Tribunali.
 
[3] Per approfondire, vedi l'articolo Niente tasse per Scientology, di Cinzia Sasso ("La Repubblica", 15 ottobre 1998). L'organizzazione evita «240 milioni di multa per aver evaso tributi per 410 milioni».
 
[4] Sulla vicenda, vedi qui e qui ("New York Times" del 9 Marzo 1997 e aggiornamento del 1 Marzo 1998 a cura del "Salt Lake Tribune").
 
 
 
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