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Viaggio nel mondo dell'etica di Scientology (seconda parte)

Di Delfi, con la collaborazione di Martini, agosto 2003.

 
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L'etica nelle organizzazioni di Scientology

Le sue funzioni
Un'organizzazione è costituita da scopi coordinati, linee e terminali. Nient'altro che questo.
(L. Ron Hubbard, HCO PL del 20 agosto 1982, "I fondamenti organizzativi")
LRH si adoperò molto per organizzare al meglio quel moto perpetuo di flussi [1] che potrebbe definirsi un'organizzazione di Scientology, il problema consisteva piuttosto nel tenerli sotto controllo. Hubbard trovò un'efficace soluzione istituendo un serrato controllo reciproco che definì in diverse occasioni come vitale per la sopravvivenza stessa dell'organizzazione.

Con un geniale escamotage investì direttamente ogni singolo terminale [seguace; est.: persona] della responsabilità di quanto gli avviene intorno, trasformandolo di fatto in un ethics officer "senza portafoglio". A questo riguardo LRH si dimostrò inflessibile, affermando categoricamente che:

Quando in un gruppo si verificano cattiva condotta e violazioni di etica, è pressoché impossibile che gli altri membri del gruppo non lo sappiano. Almeno alcuni di loro sono consapevoli dell'irregolarità.
(HCO PL del 22 luglio 1982, "Rapporti per conoscenza").
Scrisse parole che risuonano come un severo ammonimento a tutti coloro disattendono le sue disposizioni:
Ciò che rende difficile per tutti vivere e lavorare con un gruppo è la mancanza di controllo sui propri colleghi da parte dai singoli membri del gruppo.
(HCO PL del 22 luglio 1982, "Rapporti per conoscenza").
Una volta stabilita l'impossibilità che azioni classificabili come violazioni di etica potessero sfuggire all'attenzione di altri terminali, LRH scrisse almeno un centinaio di policy per regolamentare la materia, istituzionalizzando ed imponendo un articolato sistema che, di fatto, obbliga ogni singolo terminale a segnalare qualsiasi cosa possa essere vista come un possibile "out point" e, di conseguenza, attirare l'attenzione dell'ethics officer di turno. In che modo? Attraverso l'uso indiscriminato del KR [Knowledge Report, rapporto per conoscenza] da inoltrare alla "sezione di Etica" locale.

L'uso del KR non è mai facoltativo, ma sempre obbligatorio. Secondo LRH non era tollerabile fingere di non vedere ciò che avviene nell'ambiente, così codificò punizioni esemplari anche per i terminali un po' troppo distratti. Ad essi tocca esattamente la stessa pena che spetta a chi ha commesso l'infrazione che non si sono premurati di segnalare. E, per incentivare maggiormente l'uso del KR, stabilì che nessuno può essere fatto oggetto di provvedimenti disciplinari per una segnalazione che si rivelasse non veritiera, a meno che non sia possibile dimostrare inequivocabilmente la sua malafede.

E così nelle org è diventata prassi inoltrare segnalazioni di ogni genere: dalla semplice "nota di etica" ad un generico dispaccio con in bella mostra la dicitura "cose che non dovrebbero esserci", dalla "nota per compromissione del lavoro" al "rapporto per conoscenza" che specifica trattarsi di un semplice sospetto…

Una volta istituito, all'interno dell'organizzazione, un radicale e vicendevole controllo, LRH raccomandò che tutte le segnalazioni fossero dovutamente archiviate e, a tal riguardo, dispose che ogni frequentatore abituale dell'org (senza particolari distinzioni tra pubblico [2] e staff) avesse intestata una cartella personale (nella locale sezione di Etica). In essa devono essere fatte confluire le segnalazioni che in qualche modo lo riguardano, comprese tutte le note di etica che, a sua volta, si è preoccupato di scrivere. Contemporaneamente Hubbard indicò proprio in quel paziente lavoro di archiviazione lo strumento che dovrebbe facilitare, e di molto, il compito di un ethics officer:

L'archiviare è il reale punto chiave del lavoro di etica. Gli archivi fanno il 90% del lavoro. I rapporti di etica pazientemente archiviati nella cartella, una per ciascun membro dello staff, alla fine la faranno diventare piuttosto voluminosa. Quando ciò avviene, la persona è chiamata per un'azione di etica e la sua area viene appianata.
(HCO PL 31 lug. 1983, "Gli strumenti fondamentali del management", punto 18).
Alla stessa stregua andrebbe investigato anche l'intestatario di un ethics folder [cartella di etica] che non contenga nessun tipo di segnalazione, poiché è segnale che quel tizio non s'accorge mai di niente; se si fosse preso la briga di segnalare qualche irregolarità, la sua cartella ne conterrebbe quanto meno una copia carbone.

Tra i doveri di un ethics officer rientra anche l'investigare. Due sono le cose fondamentali che possono trasformare un ufficiale di etica in un novello Sherlock Holmes:

  1. disfunzioni sulle linee dell'org (out point nel gergo di Scientology).
  2. Entheta, ovvero dicerie che possono danneggiare qualcosa o qualcuno.

Se la faccenda dovesse presentare complessità tali da richiedere una verifica più approfondita, le conclusioni non spetterebbero più all'ethics officer, ma ad un "consiglio d'investigazione" costituito allo scopo il quale ha il compito di sbrogliare la matassa e pronunciarsi in merito. È bene comunque ricordare che questo organismo non ha alcun potere esecutivo, e dovrebbe limitarsi ad avvalorare o smentire eventuali ipotesi di reato. Nel primo caso la faccenda viene vagliata da una "commissione d'inchiesta" (almeno nella stragrande maggioranza dei casi). Nel secondo caso si chiude lì.


L'applicazione delle procedure di giustizia

Nell'ambiente di Scientology è abbastanza frequente incontrare persone che tendono ad attribuire all'ethics officer compiti e responsabilità che non gli competono, investendolo di un potere esecutivo con cui ha poco o niente a che vedere. Un ethics officer si preoccupa di vigilare affinché nessun terminale violi determinate regole, e si adopera per facilitare l'applicazione di procedure e normative riconducibili all'amministrazione della giustizia. Allo stesso tempo si preoccupa di far rispettare quanto deliberato nelle opportune sedi o da chi aveva l'autorità per poterlo fare, compresi i provvedimenti disciplinari eventualmente adottati nei confronti di qualche terminale; ma il suo potere esecutivo è molto più limitato di quanto generalmente si tenda ad attribuirgli.

Innanzi tutto è bene ricordare che LRH immise sulle linee di Scientology un'infinità di policy intese in qualche modo a standardizzare le procedure di giustizia, classificando ogni possibile trasgressione in quattro distinte categorie, ognuna delle quali è soggetta a determinate procedure di giustizia. Ne consegue che anche le penalità mutano a seconda della gravità dell'azione, e possono andare dalla semplice ammonizione per un "errore" involontario, all'espulsione da Scientology (con tanto di dichiarazione di "Persona Soppressiva") per chi si macchiasse di un alto crimine. Le quattro categorie sono: 1) Errori; 2) Infrazioni; 3) Crimini; 4) Alti crimini.

Una volta individuata la categoria di pertinenza ci si attiene alla procedura prescritta e, in linea teorica, sarebbe già possibile prevedere quali provvedimenti disciplinari potrebbero essere adottati. Il problema è che in Scientology la stessa cosa può essere ritenuta punibile per certe persone, e "normale routine" per altre. Sarebbe troppo complicato addentrarsi in tutti quei fattori che formano il giudizio sul comportamento di un individuo, non ultimo a causa di quel "libero arbitrio" a cui si prestano alcune policy, e che permette all'ambiente di dare l'interpretazione più confacente alle esigenze di quello specifico momento.

L'argomento è estremamente complesso e spesso causa notevoli difficoltà anche a chi è preposto a vigilare affinché tutto proceda nella direzione giusta. A tal riguardo è bene ricordare che, prima di prendere qualsiasi decisione, l'ethics officer (o chi per lui) non dovrebbe esimersi dal: a) dare un'occhiata all'ethics folder del soggetto per capire meglio con chi ha a che fare; b) verificare se quella situazione si presenta per la prima volta, o se esistono precedenti che vedano implicata quella persona; c) controllare l'eventuale presenza di "encomi" e "commendation" che potrebbero controbilanciare la mancanza, e favorire una sorta di "non luogo a procedere"; e soprattutto d) valutare le stat[istiche] del soggetto di quello specifico momento. Penso sia facile capire che, tra tutti i fattori presi in esame, quest'ultimo potrebbe rivelarsi il più determinante non solo per le decisioni da adottare, ma anche per la fattibilità di quella stessa "azione di giustizia".

Nel caso in cui l'org si trovasse in una prolungata "condizione d'emergenza", anche la più piccola infrazione potrebbe comportare sanzioni molto pesanti per lo sventurato terminale preso di mira. In quella specifica situazione, Etica ci andrebbe sempre con la mano pesante.

Ogni volta che una trasgressione assume risvolti di un certo rilievo essa diventa una faccenda per una "Corte di Etica" oppure, in casi di una certa gravità, per una "Commissione d'inchiesta" [Comm-Ev].

I suddetti organismi non sono costituiti sempre dalle stesse persone, ma possono variare di volta in volta. A far parte di questi improvvisati tribunali possono essere chiamate anche persone che fanno parte del pubblico di quell'org. In ogni caso spetta sempre ad un singolo individuo (l'autorità convocante) riunire questi organismi che, una volta espletato il loro compito, si sciolgono. Tanto una "Corte di Etica" che una "Commissione d'inchiesta" non hanno alcun potere esecutivo, e il loro compito si attiene all'accertamento della verità dei fatti, anche avvalendosi dell'ascolto di testimoni. Quando avranno stabilito come stanno effettivamente le cose ne danno un resoconto all'autorità convocante, limitandosi a qualche raccomandazione sulle eventuali penalità da adottare. Ogni decisione spetta comunque e unicamente all'autorità convocante che, in linea di massima, potrebbe anche non tenere nel dovuto conto i suggerimenti pervenuti. Gira e rigira, il potere esecutivo torna di fatto nelle mani dell'autorità convocante (che è poi la stessa persona che s'era adoperata perché fosse convocato quell'organismo temporaneo) e a lei sola spetta l'ultima parola in merito ad eventuali provvedimenti disciplinari da adottare. Se consideriamo che quasi sempre questa figura s'identifica con un executive (anche di alto livello) dell'org, le conclusioni sono facili da trarre [3].

Sarebbe impresa improba addentrarsi ulteriormente nell'analisi dei "codici di giustizia" di Scientology per cercare di illustrare le procedure adottate per favorirne una corretta applicazione, anche in considerazione del fatto che Hubbard istituzionalizzò, tanto a livello continentale che internazionale, altre figure preposte a controllare il modo in cui viene gestita la giustizia nella varie org; figure che, a loro volta, hanno la facoltà di convocare altri speciali organismi a cui spetterebbe il compito di pronunciarsi su questioni particolarmente spinose [4].


L'etica e il pubblico

Anche il pubblico di un'org attira fatalmente l'attenzione del funzionario di etica il quale, generalmente, raccoglie informazioni su ogni singola persona frequenti l'ambiente. Ogni nuovo adepto viene sottoposto ad "interviste" (con o senza l'ausilio dell'e-meter) che hanno lo scopo di raccogliere informazioni su di lui. Esse verranno utilizzate per farsi una prima idea del soggetto, per capire verso quali servizi della chiesa potrebbe essere indirizzato e per scoprire quali "bottoni" è eventualmente necessario premere per aver maggiore presa e potere persuasivo su di lui.

Quasi sempre il funzionario di etica si preoccupa d'integrare le informazioni scaturite dalle interviste con ulteriori notizie ottenute da altri scientologist con conoscenza pregressa del soggetto, i quali potrebbero conoscere particolari su alcuni aspetti della sua vita privata. Nel caso qualcosa susciti qualche dubbio o perplessità, il funzionario di etica potrebbe pretendere da questi improvvisati confidenti un resoconto scritto dettagliato, debitamente indirizzato alla locale sezione di Etica, affinché la persona possa essere adeguatamente "maneggiata" ed eventualmente corretta. Non è da escludere - accade di rado, ma accade - che il nuovo adepto debba sottoporsi ad una "verifica di sicurezza" [detta anche "confessione"] nel locale HGC [5], naturalmente a proprie spese.

Comunque sia, nessuno che frequenti l'ambiente è esonerato, e prima o poi si troverà nella condizione di dover fare una capatina in Etica. Le prime volte (generalmente non più di due) ci si limiterà a fargli leggere qualche policy tratta dal libro "Introduzione all'etica di Scientology", accertandosi che l'individuo non oltrepassi parole di cui non comprende appieno il significato. Poi egli scambierà quattro chiacchiere con l'ethics officer, dicendogli di aver capito dove ha sbagliato; infine formulerà una generica promessa di buona condotta e scriverà una "storia di successo" in cui racconta la propria "cognition" [realizzazione] [6]. Nel caso in cui il soggetto si ritrovasse di nuovo in condizione di "peccato" gli verrà probabilmente richiesto di "purificarsi" tramite un resoconto dettagliato di overt e withhold [7]. Nonostante LRH stabilisca che solo chi è sottoposto al ciclo d'azione può determinarne la fine, esso potrebbe invece protrarsi per diversi giorni, e si conclude unicamente con una verifica all'e-meter e un "F/N" [8].

È molto probabile che il resoconto scritto di overt/withhold [O/W] sia il ciclo di etica a cui, chiunque frequenti l'org, dovrà sottoporsi con maggior frequenza. Di solito questo ciclo di azione si svolge in un'apposita saletta del locale HCO [9], lontano da occhi indiscreti. Capita spesso che la persona venga invitata a mettere per iscritto tutti gli atti overt che ha commesso (e di conseguenza i withhold che inevitabilmente deve trattenere) relativi ad uno specifico ambito della propria vita, privata o sociale che sia. Succede così che quelle confessioni abbiano a che fare con irregolarità amministrative, reati di natura finanziaria, abitudini e attitudini di natura sessuale, relazioni o scappatelle extraconiugali e così via. Credo sia superfluo aggiungere che, da quel momento in poi, l'organizzazione avrà in mano informazioni di una certa delicatezza che possono potenzialmente rivelarsi più che sufficienti per tenere in scacco quell'individuo.

Una persona del pubblico che commetta azioni che possono arrecare un danno all'organizzazione (o alla sua immagine pubblica) viene di solito invitata a "risalire" determinate "condizioni" [10] che, oltre a risarcire abbondantemente l'org, contribuiscono a rassicurare l'ambiente sulle future intenzioni del soggetto in questione.

Proviamo a fare un esempio pratico per favorire una maggior comprensione. Poniamo che uno studente della locale accademia salti qualche serata, giornata o settimana di studio, perché distratto dalla bella stagione oppure da qualche hobby che potrebbe coltivare. È assai probabile che alla prima occasione venga ripreso e debba formulare una generica promessa di futura buona condotta. Ma al secondo episodio di questo tipo verrà molto probabilmente indirizzato in HCO per un resoconto di overt e withhold, O/W sicuramente attinenti lo studio e gli atti overt che si presume debba aver commesso in quello specifico ambito. Se le assenze si ripetessero è assai probabile che, espletato un passaggio intermedio troppo lungo da spiegare in questa sede, allo studente venga assegnata una "condizione di dubbio": la faccenda comincerebbe a farsi abbastanza seria.

In questo caso lo studente dovrà innanzi tutto risalire gli otto punti della "formula di dubbio", attenendosi all'esatta sequenza stabilita da LRH e sotto la diretta supervisione del funzionario di etica. Arrivato al punto N. 7 gli verrà richiesto di fare "qualcosa di tangibile" per migliorare le statistiche dell'organizzazione: gli sarà ad esempio suggerito che una donazione in denaro alla sua org sarebbe particolarmente gradita. Nel caso lo studente versi in difficoltà economiche, verrà comunque invitato ad adoperarsi personalmente in qualche iniziativa a beneficio all'organizzazione. Una volta ultimata la "condizione di dubbio" lo studente deve ancora risalire la "condizione di rischio" che, nonostante consista di soli quattro punti, si rivela spesso un gran brutto affare.

Infatti, al punto N. 3 questa formula richiede di:

Rimediare al danno che si è arrecato con un contributo personale ben superiore a quanto sia di solito richiesto ad un membro del gruppo.
L'espletamento di questo punto comporta molto spesso il dedicare un certo numero di ore di lavoro gratuito a favore dell'organizzazione, ma non è escluso che vengano sollecitate anche ulteriori donazioni intese a favorire una maggiore espansione di Scientology, oppure un coinvolgimento diretto in qualche iniziativa intesa a migliorare l'immagine di Scientology.

Generalmente queste azioni, come tutte le attività dell'organizzazione che ci si è impegnati a sostenere economicamente, vengono concordate con l'ethics officer. Quando questi riterrà che si è rimediato ampiamente al danno arrecato non rimane che l'ultimo punto, cioè chiedere ad ogni membro del gruppo di essere riammessi "sulle linee" di Scientology, cioè tornare nel gruppo a pieno titolo, purificati dei propri peccati. A tal fine si dovrà scrivere un resoconto dettagliato in cui, dopo aver fatto ammenda dei propri errori e manifestato sincero pentimento per tutti i disagi causati all'organizzazione, si racconterà in che modo si è materialmente rimediato al danno arrecato, elencando tutte le azioni intraprese nell'universo fisico a favore di Scientology, donazioni comprese. Non è obbligatorio dettagliare i propri sbagli (a volte si verificano delle situazioni che è bene non reclamizzare troppo), ma è sufficiente lasciar trasparire di quale natura potrebbero essere. Questa "liability" (così viene definita quella condizione che consente la piena riabilitazione del soggetto in questione e, di conseguenza, la fine di quel ciclo di etica) verrà fatta leggere ai membri del gruppo che, a loro volta, dovranno pronunciarsi a favore o contro la riammissione. Solo quando la maggioranza delle persone interpellate si sarà espressa favorevolmente, il funzionario di etica sospenderà il pubblico "sondaggio" e dichiarerà concluso quel ciclo di etica. Ma se la richiesta di riammissione non fosse accolta dalla maggioranza allora la "liability" dovrebbe essere ricominciata da capo, partendo dal primo dei quattro punti della "condizione di rischio".

Se si considera che questo lungo ciclo d'azione era cominciato perché lo studente si era assentato qualche volta di troppo dallo studio, è facile capire come probabilmente non ci sarà una seconda volta.

Quando una persona del pubblico si trova su un ciclo di etica viene sospesa da ogni servizio dell'org fino a quando il ciclo non è stato portato a termine. Nel caso di un membro dello staff, invece, DEVE continuare ad occuparsi delle proprie mansioni in seno all'organizzazione, salvo particolari disposizioni provenienti dagli alti ranghi.

Se la condizione inferiore riguarda un membro dello staff egli non verrà pressato con richieste di denaro, come invece avviene con il pubblico. Le sue riparazioni consistono in lavoro supplementare nella sua sezione, oppure dove c'è arretrato da smaltire. Dovrà sicuramente soffermarsi all'org ben oltre l'orario di lavoro concordato, e solitamente i membri dello staff sono già sottoposti ad orari massacranti.

Sebbene il pubblico di un'org non sia direttamente collegato ad alcuna statistica e quindi non sia soggetto a quell'asfissiante pressione esercitata sullo staff, un ethics officer sa molto bene chi tra il pubblico possa ritenersi upstat e chi invece no. Ed ovviamente i soldi versati a Scientology hanno un ruolo preponderante nello stabilire questo tipo di statistica informale. Nei confronti del pubblico non esiste la "protezione di Etica" prevista per gli staff, e quand'anche l'ufficiale di etica fosse disposto a chiudere un occhio nei confronti di chi più si adopera per il bene comune e gli scopi di Scientology, non è inusuale passare velocemente dalle stelle alle stalle - e viceversa.


Approfondimento: L'etica, le statistiche e le condizioni

Nell'universo di Scientology per "condizioni" s'intendono formule precise che regolamentano certi comportamenti in relazione a precise situazioni che potrebbero determinarsi sia in un ambito strettamente personale, sia in un contesto più ampio e direttamente correlato alla produzione propria e/o dell'unità dove si opera.

Le "condizioni" sono costituite da una serie di azioni obbligate a cui bisogna attenersi scrupolosamente, senza alterarne la sequenza prestabilita. Sebbene vengano molto spesso citate globalmente, le "condizioni" possono essere considerare di tre tipi: tre distinte categorie ognuna delle quali si prefigge obiettivi diversi.

Le prime cinque condizioni (partendo dalla più bassa: confusione, tradimento, nemico, dubbio, rischio) sono da considerarsi correttive o punitive (correttive nei riguardi di determinati aspetti comportamentali che esulano dalla produttività individuale, sebbene la produttività individuale finisca con l'influenzare anche il giudizio sul comportamento personale). A queste condizioni sono assoggettate tanto le persone del pubblico quanto i membri dello staff, e possono considerarsi a pieno titolo come cicli d'etica a sé stanti. Queste cinque condizioni sono anche le uniche applicabili al pubblico di un'org.

Le altre cinque condizioni (pericolo, emergenza, normale operatività, abbondanza, potere) possono essere definite come "stati operativi" temporanei direttamente dipendenti dalle statistiche produttive di quel momento, sia del singolo individuo che del gruppo in cui il singolo opera. Ogni membro dello staff è tenuto ad aggiornare quotidianamente le proprie statistiche attraverso una rappresentazione grafica di facile decifrazione, che raffiguri inequivocabilmente la sua produttività giornaliera; la rappresentazione deve essere fatta in modo che sia possibile compararla con estrema facilità (e proprio su quello stesso grafico) a quella delle settimane precedenti. Il trend di quella statistica determina la condizione settimanale del singolo membro dello staff, del dipartimento da cui dipende, della divisione a cui i dipartimenti appartengono, e dell'organizzazione stessa. Una buona statistica personale, di solito, costituisce un ottimo lasciapassare per Etica anche in presenza di statistiche deficitarie del dipartimento in cui si è inglobati. Nell'eventualità di una chiamata in correo, è assai probabile che nell'occhio del ciclone finiscano quei terminali che presentino grafici in discesa. A tal riguardo, lo stesso LRH fu molto esplicito nella sua celeberrima policy letter del 24 febbraio 1972, "Ingiustizia":

La miglior difesa contro qualsiasi azione di etica sono delle buone statistiche. Se non si possiedono delle statistiche personali, ci si trova in una brutta posizione e, se qualcosa va male, si diventa degli ottimi candidati come piattelli.
Il pubblico di un'org non è obbligato a tenere aggiornata alcuna statistica e, di conseguenza, non è soggetto a espletare nessuna di queste condizioni. Ovviamente si è liberi, se lo si desidera, di applicare questo sistema per conto proprio.

Infine esistono altre due "condizioni" che si differenziano sostanzialmente dalle altre perché si rifanno esclusivamente a situazioni transitorie, non riconducibili ad alcun contesto attinente alla propria etica personale né sono correlate a statistiche individuali. Si tratta della condizione di "non esistenza" e di "cambio di potere", che si limitano a codificare il comportamento a cui ci si deve attenere quando si assume un nuovo incarico, oppure si subentra ad un executive in un posto di una certa responsabilità.

Attraverso l'introduzione delle condizioni, Hubbard regolamentò determinate situazioni che possono presentarsi tanto con il pubblico quanto con i membri dello staff, stabilendo un unico criterio a cui tutti indistintamente dovrebbero uniformarsi, ethics officer compreso. In altre parole, le condizioni potrebbero essere viste come delle azioni automatiche intese a incanalare pubblico e staff verso un comune obiettivo, diventando parte integrante del progetto che si prefigge il controllo totale ed assoluto sull'org e sulle persone che la frequentano.


Note:

1. Organigramma di un'organizzazione come «combinazione perpetua di flussi», rif. HCO PL 13 set 1970, "L'organizzazione di base". Un'altra interessante definizione di organizzazione è nella HCO PL 7 marzo del 1969, "Organizzazione", che dice: «l'organizzazione è la suddivisione di azioni e doveri in funzioni specializzate.»

2. Per "pubblico" si intendo tutti gli scientologist che non fanno parte dello staff, sia studenti che persone che si sottopongono a processing.

3. A questo proposito non si dovrebbe dimenticare che gli executive di un'org cambiano spesso di ruolo, ma quasi invariabilmente si tratta delle stesse persone. Capita così che l'HES di oggi in precedenza avesse rivestito il ruolo di LRH Comm, di D/ED ancora prima, e così via.
L'autorità che convoca una "Commissione di Inchiesta", che può ignorare le raccomandazioni che essa propone e che ha il potere per decidere provvedimenti disciplinari e penalità, è sostanzialmente rappresentata da quel piccolo gruppo di persone, sempre le stesse, che svolgono le funzioni di executive scambiandosi ogni tanto di ruolo.

4. «Quello di Scientology è un sistema diverso da tutti gli altri. La giurisprudenza all'interno di Scientology è rapida ed equa, e gli Scientologist vi ricorrono per tutelare le persone oneste e produttive. La giustizia in Scientology è amministrata facendo riferimento a un insieme ben definito di codici ecclesiastici facilmente comprensibili e chiaramente delineati.» (cfr. "Che cos'è Scientology?", ed. 1993, pag. 245).

Nonostante queste parole, credo sia bene precisare che il "sistema di giustizia" di cui s'è dotata l'organizzazione è talmente complesso e cervellotico da risultare, il più delle volte, incomprensibile alle stesse persone che dovrebbero assicurarne il corretto funzionamento.

Inoltre i tempi di un'azione di giustizia sono indefinibili e soggetti a quell'effetto "fisarmonica" che consente di accorciarli sensibilmente quando si tratta di tutelare gli interessi dell'organizzazione, e allungarne la burocrazia a dismisura quando potrebbero causarle imbarazzo, riuscendo quasi sempre ad affossarle per… sfinimento della parte in causa.

Sarebbe poi paradossale definire "eque" le procedure di giustizia di Scientology. Il dizionario definisce la GIUSTIZIA come "virtù per la quale si giudica rettamente e si dà a ciascuno ciò che gli è dovuto con equità e imparzialità". In Scientology l'amministrazione della giustizia si prefigge soprattutto di salvaguardare gli interessi del gruppo, anche a discapito dei diritti della singola persona, privilegiando quella "ragion di stato" che, generalmente, si cela dietro quel «maggior bene per un maggior numero di dinamiche» a cui tutti gli scientologist, indistintamente, devono scrupolosamente attenersi. Pertanto non può definirsi tale una "giustizia" che privilegi sempre le esigenze del gruppo ignorando i diritti del singolo individuo, venendo a mancare quei requisiti d'imparzialità e di equità intrinseci della parola "giustizia". La giustizia non può essere assoggettata a qualcuno o a qualcosa, né tanto meno può essere asservita agli interessi di una persona, di un gruppo, di una comunità, di uno stato.

5. HGC: Hubbard Guidance Center, Centro di Consulenza Hubbard. Il dipartimento della Divisione tecnica di una Chiesa di Scientology che offre auditing ai preclear.

6. In breve: il "ciclo di etica" è costituito dal "chiarimento di parole" su alcune pagine riportate sul testo "Introduzione all'etica di Scientology"; terminato quel "ciclo d'azione", l'ethics officer verificherà se il soggetto ha compreso bene quanto ha letto. Il soggetto confermerà di aver capito dove ha sbagliato e formulerà una generica promessa di buona condotta, scrivendo una "storia di successo" in cui racconta la propria "cognition".

7. Per overt si intende una "azione contro sopravvivenza" e, per withhold, la sua non rivelazione. In pratica si tratta di "peccati" e di mancata "confessione" degli stessi.

8. Floating Needle: Ago libero. Un movimento della lancetta sul quadrante dell'e-meter che, secondo l'interpretazione scientologica, indicherebbe non esistere più carica emotiva sull'argomento.

9. HCO: Hubbard Communications Office - Ufficio delle Comunicazioni Hubbard. La divisione di un'org di Scientology responsabile dell'assunzione del personale, dell'indirizzamento di comunicazioni in entrata e in uscita, del mantenimento dell'etica e della giustizia tra gli Scientologist, fra il personale o nell'area. Tra i suoi compiti rientrano molte altre mansioni: gestisce direttamente la reception, si accerta che determinati cicli d'azione siano completati, esercita una funzione di controllo sulla produttività dell'org e sulle singole statistiche di ogni membro dello staff, ecc.

10. Secondo Hubbard chiunque, in qualsiasi momento, si trova in una ben precisa condizione etico/operativa. La condizione viene determinata dalle "statistiche" personali, cioè dal livello di produttività individuale. Quanto più un individuo è improduttivo, tanto più si trova in una condizione indesiderabile. Stabilita la propria condizione (che però, in caso di cicli di etica, viene "assegnata" e quindi imposta dal funzionario di etica) ci si deve attenere alla "formula" stilata da Hubbard per "risalire" alla condizione superiore, e quindi diventare più produttivi e di conseguenza più etici. Le "formule" per le condizioni inferiori possono comprendere punizioni e ammende. Si veda comunque l'approfondimento sulle condizioni in questa stessa pagina.

 
 
 
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