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Il Volto Nudo del Messia - Capitolo 3: Esploratore mancato

© 1988 Di Russell Miller

© Traduzione in italiano a cura di Simonetta Po, 2001

 
 

Gli anni successivi dal 1925 al 1929 videro il giovane Sig. Hubbard, che all'epoca aveva 14-18 anni, in veste di entusiasta viaggiatore ed esploratore. Il padre era stato mandato in Estremo Oriente e L. Ron Hubbard, sostenuto finanziariamente dal ricco nonno, passò questi anni viaggiando in Asia…

Con la morte del nonno la famiglia Hubbard tornò negli Stati Uniti, e nell'autunno del 1930 [Ron] si iscrisse alla George Washington University, dove divenne redattore associato del giornale universitario, "The Hatchet", e membro di molti club e società dell'istituto… Si iscrisse inoltre ad uno dei primi corsi di fisica nucleare tenuti in una università americana.

Appena ventenne si manteneva agli studi scrivendo, e nel giro di pochi anni si fece un nome nel mondo letterario come saggista… in quegli stessi anni universitari fu regista, nel 1931, della Spedizione Cinematografica nei Caraibi. I filmati subacquei girati durante la spedizione fornirono all'Ufficio Idrografico e all'Università del Michigan dati di inestimabile valore per il proseguo delle ricerche.

Nel 1932 dimostrò il suo vero marchio di eccezionale esploratore. In quell'anno L. Ron Hubbard, all'epoca ventunenne, ottenne una "prima" ambita. Diresse l'Esplorazione Mineralogica delle Indie Occidentali, portando a termine la prima esplorazione mineralogica completa di Porto Rico. Si trattava di un'esplorazione pionieristica all'insegna delle grandi tradizioni, che consegnava un prevedibile e accurato corpo di conoscenza a beneficio del mondo…

Mission Into Time, pubblicato dalla Chiesa di Scientology, 1973.

 

(Il racconto di Scientology degli anni 1928-1929)

La USS Henderson raggiunse Guam il 25 luglio 1928 e dovette attendere cinque giorni al largo della costa sottovento prima di riuscire ad entrare in porto. Le condizioni atmosferiche non sembravano disturbare Ron. «Quella fu la mia traversata migliore» scrisse nel suo diario. «E la migliore che avessi mai potuto sperare di avere. La Marina mi ha sottoposto ad una corte marziale illegale, a bordo c'erano nove giovani vedove e tutte le sere ballavamo, e proiettavano buoni film.»

Ron omise qualsiasi accenno alla reazione dei genitori al suo ritorno sull'isola. Dopo oltre un anno di separazione, Harry e May furono sicuramente felici di rivedere il figlio diciassettenne, ma non dovettero aver accolto con altrettanta gioia l'improvvisa decisione di abbandonare la scuola superiore. Anche se avesse accettato, non sarebbe stato possibile rimandarlo negli Stati Uniti in tempo per frequentare l'ultimo anno, per cui la madre si impegnò a farlo studiare per l'esame di ammissione all'Accademia Navale.

Nonostante la limitata esperienza come insegnante, May non sembrò lasciarsi scoraggiare dal compito di portare il figlio ribelle ad uno standard sufficientemente alto per fargli superare quell'esame, notoriamente duro e altamente competitivo. E con la servitù che si occupava di ogni faccenda domestica aveva molto tempo per dedicarsi agli studi del figlio.

Da parte sua Ron non sarebbe potuto essere più felice di sostituire l'autoritario regime del vecchio A.J. Roberts, preside della Helena High, con ciò che considerava il fascino esotico di Guam e le gentili lezioni della madre.

In ottobre gli Hubbard ebbero la possibilità di fare un viaggio in Cina a bordo della stessa USS Gold Star che, nell'estate del 1927, aveva portato Ron e May a Guam. Entrambi avevano odiato quella nave, ma l'idea di poter trascorrere 10 giorni a Pechino fece accantonare ogni riserva. Hub avvertì il figlio che avrebbe potuto accompagnarli unicamente alla condizione di continuare i suoi studi durante il viaggio. E Ron accettò prontamente.

Il 6 ottobre la USS Gold Star imbarcò trenta famiglie dirette ai porti cinesi. Come molti altri ufficiali che parteciparono all'escursione, il Tenente Hubbard accettò un "incarico temporaneo" a bordo in qualità di Assistente dell'Ufficiale di Approvvigionamento. Ron tenne un accurato diario del viaggio, come aveva sempre fatto, su uno dei registri contabili che il padre era sempre felice di fornirgli. «È una sensazione deliziosa» scriveva «sentire di nuovo sotto di me il martellare dei motori, e ascoltare lo sciabordio delle acque profonde all'uscita dal porto». In fondo alla pagina un annoiato ed elegiaco poscritto: «Prendo un'altra nave. Sarà sempre così?»

Dopo una tappa a Manila, che descrisse come «Guam più XXX e qualche fronzolo», fecero rotta verso nord e la costa cinese. Ron venne confinato ad una scrivania della cabina 9, e costretto a studiare.

La Gold Star fece il pieno di carbone a Tsingtao, attivo porto della penisola di Shantung tornato solo di recente alla Cina dopo essere stato occupato per alcuni anni dai tedeschi, e in seguito dai giapponesi. Ron fece ricerche sulla storia di Tsingao concludendo che i cinesi, con tutta la loro corruzione, erano indegni eredi del territorio poiché «non erano riusciti ad approfittare degli sforzi tedeschi e giapponesi di ripulire il loro paese». «Un cinese non riesce ad essere all'altezza» scriveva, «rovina tutto». Il 30 ottobre scriveva grato: «abbiamo lasciato Tsingao per sempre, spero.»

Il giorno seguente la Gold Star gettò l'ancora a T'ang-ku, da dove i passeggeri presero il treno per Pechino [1]. Come tutti i turisti americani in giro per il mondo si assicurarono di dare almeno un'occhiata ad ogni monumento, che Ron descrisse come «stazioni turistiche». Rimase decisamente poco impressionato dal patrimonio architettonico storico e religioso di Pechino. Trovò che il Tempio del Paradiso, probabilmente il massimo esempio di architettura tradizionale cinese, fosse «molto vistoso e costruito in modo più o meno rozzo». Il Palazzo d'Estate era «un lavoro artigianale molto dozzinale» e il Palazzo d'Inverno «non certo un palazzo, secondo me».

Il tempio del Lama, che il Governo Nazionale appena costituito avrebbe chiuso qualche giorno dopo la loro visita, era «spiacevolmente freddo e molto trasandato… le voci di chi prega sembrano il gracchiare delle rane, e i loro canti (?) sono accompagnati da un tamburo, e dal suono di un corno d'ottone».

A proposito dei palazzi Imperiali e della Città Proibita, uno aveva «un aspetto spregevole» e «non valeva la pena citare» la maggior parte degli altri. Soltanto la Grande Muraglia Cinese sembrò accendere la sua immaginazione, principalmente perché era «il solo manufatto umano visibile da Marte». Se la Cina l'avesse trasformata in una «montagna russa», aggiunse, «avrebbe potuto fare milioni di dollari l'anno».

Nemmeno i cinesi riuscirono a fare breccia nel dogmatico giovane americano. Li trovò superficiali, sciocchi, disonesti, pigri e brutali. «Quando si dice che le Razze Gialle invaderanno il mondo potete mettervi a ridere» annotava. «… [I] cinesi non hanno la previdenza né la resistenza per invadere in alcun modo nessun paese bianco, eccetto che con il matrimonio. Un marinaio americano può tranquillamente e senza sforzo mettere fuori combattimento molti musi gialli».

Non gli piacque nemmeno il clima. L'inverno dura da ottobre a maggio, scriveva, e il freddo era intenso; era così secco che in strada la polvere si accumulava fino alle caviglie, provocando «il mal di gola di Pechino», disturbo che durava tutto l'inverno. «Credo che la cosa più stupefacente che si possa vedere nella Cina settentrionale» scriveva, «sia il gran numero di cammelli. Sono di una razza molto mediocre, ma possono sopportare il freddo e portare grandi carichi, ed è l'unica cosa che interessa ai cinesi. Ogni giorno sulle strade di Pechino si vedono numerose carovane. Avanzano maestosamente, a testa alta; muovono continuamente le loro bocche fenomenali, e le gobbe ballonzolano a destra e sinistra. Per tutta la vita ho associato i cammelli agli arabi, e vedere cinesi che si occupano di questi animali mi colpisce come una nota stonata».

Prima di fare ritorno a Guam la Gold Star fece tappa a Shangai e Hong Kong, ma Ron non annotò ulteriori descrizioni, salvo un colpo finale alla sfortunata razza cinese. «Puzzano» concluse, «per tutti i bagni che non si fanno. Il problema della Cina è che qui ci sono troppi cinesi».

Durante l'ultima tappa della traversata la devozione di Ron per lo studio sembrò vacillare, e iniziò a riempire il suo diario di sinossi e racconti brevi che aveva scritto, o intendeva scrivere, per riviste come True Confession e Adventure. [In seguitò affermò di aver passato il tempo "studiando musica" e "componendo operette" - si veda questa foto - ndr]. Da queste note è chiaro che stava già pensando alla carriera di scrittore, nonostante l'Accademia Navale. Infatti dava l'impressione di aver pestato sulla macchina da scrivere per anni e concludeva una sinossi, intitolata "Armies for Rent" [Eserciti in Affitto] con una nota disinvolta che rammentava di includere «le solite implicazioni cospirative».

Come era prevedibile l'Oriente era la sua ambientazione preferita, e l'eroe invariabilmente un avventuriero bianco, come in "Servizio Segreto": «Avventura. Un lavoro fatto in un giorno. Ragazzino occasionale di Hankow. Salva delle città. Entra nei Serv.Seg. Britt. per portare a termine ordini del tipo "Giovinni a Mukden per provocare i comunisti. Giudica da solo. C13".».

Va comunque detto che nessuno dei suoi tentativi brillava per originalità: «Storia d'amore. Va in Francia. A Marsiglia incontra donna prosperosa. Lo porta nella sua camera ammobiliata dove vive fino a quando eminenti cittadini protestano. Li mette fuori combattimento e prende la prima nave per l'America dopo aver ricevuto un'eredità che aspettava da tempo.»

A pag. 119 del suo libro di racconti Ron si apprestò alla stesura di un racconto completo, anche se non titolato, che iniziava così: «Un sole pigro fece capolino all'orizzonte per gettare luccicanti stelle filanti di luce sui frangenti della risacca. La lagguna [sic] era blu e fresca. Uccelli tropicali volavano indaffarati nelle loro faccende quotidiane, e due figure giacevano sulla bianca sabbia corallina. Due figure cenciose, a qualche metro l'una dall'altra…».

La grammatica di Ron era incerta quanto la sua ortografia. Si capiva che queste due figure, un ragazzo e una ragazza, erano i soli sopravvissuti ad un naufragio. La ragazza risvegliava il ragazzo in modo tradizionale («Bob! Bob! Parlami!») al che Bob rispondeva: «Se ne sono andati, tutti andati, sono tutti morti e la nave è colata a picco».

Soli sulla paradisiaca isola deserta, la natura faceva il suo corso e i ragazzi si giuravano amore eterno, seppure completamente casto. Ma dopo essere stati salvati e aver fatto ritorno negli Stati Uniti si perdono di vista. Il racconto, interrotto a pagina 123 da qualche odiata equazione algebrica, termina con un intenso incontro nella hall di un hotel di San Francisco, in cui la coppia ride delle sciocchezze del passato.

Anche se la narrativa di Ron era ancora immatura dimostrava un evidente talento nell'arte della scrittura di racconti brevi, strutturando abilmente l'intreccio e compensando con la quantità la mancanza di tecnica letteraria.
Il giovane scrittore di fantascienza posa alla macchina da scrivere durante la visita ai genitori sull'isola di Guam, nel 1928.

 
La Gold Star fece ritorno a Guam il 18 dicembre 1928, e nelle settimane e mesi seguenti Ron scrisse decine di racconti e saggi, riempiendo un libro contabile dopo l'altro. La madre fotografò lo scrittore in erba seduto ad una scrivania del loro bungalow con le dita posate sui tasti di una grossa macchina da scrivere, benché in verità preferisse scrivere a mano con calligrafia larga e disordinata; procedendo col lavoro cancellava spesso parole o frasi, a volte addirittura pagine intere.

Come tutti gli scrittori, c'erano giorni in cui proprio non ingranava:

«Il sole era caldo, il giorno immobile, le palme di un verde intenso contornavano la spiaggia dell'isola tropicale…

« Il sole era caldo, il giorno immobile e James Thorpe, infermiere della Marina, sorvegliava il suo piccolo dominio…

« Il sole era caldo, il giorno immobile…

« Il sole era caldo e salvo il martellare monotono delle onde che sferzavano gli scogli crudeli, il giorno era immobile…»

A diciotto anni Ron era un roseo giovanotto allampanato con un gran ciuffo di capelli rossi e la carnagione lentigginosa, ma scriveva come fosse stato uno scafato uomo di mondo, un avventuriero senza pensieri, amante della vita e sempre pronto a fare a pugni. Era un'immagine creata usando la scarsa esperienza dei suoi brevi viaggi in Oriente, che dava un senso di verosimiglianza all'agitata combustione della sua fantasia. In questo modo pensò di poter filosofeggiare su «l'inaffidabile, bugiarda, crudele, mutabile, satirica Madama Fortuna», come se più volte avesse sofferto dei suoi capricci: «questa umorista tra gli umoristi, demone tra i demoni ha trascinato uomini dai loro posti al sole verso la melma dell'oblio; ha trasformato mendicanti in re; con un fischio ne ha distrutti a migliaia; ha riso di chi pensava di governare il nostro destino; e ha ammazzato abbastanza uomini da lastricare l'autostrada dell'inferno per tutta la sua ardente lunghezza».

Solo quando si occupava, cautamente, del sesso opposto l'adolescente uomo di mondo perdeva la sua sicurezza. Il racconto che iniziava così tortuosamente con "Il sole è caldo…" raccontava di un infermiere della Marina che si innamorava della sua assistente indigena. «Prese la sedia guardando maliziosamente il ragazzo, e ripiegò in grembo le mani snelle e scure. L'infermiere si rese improvvisamente conto della sua bellezza. Affondò per un momento nella profondità dei suoi occhi scuri, poi sedette sull'erba. Si sentiva in un certo senso spaventato dalla scoperta, e disse tenacemente a se stesso: è un'indigena, è un'indigena, è un'indigena».

Quando inevitabilmente caddero l'uno nelle braccia dell'altra («Vide indistintamente Marie sulla veranda, e in un attimo la sentì tra le sue braccia…») Ron sembrò incerto su come procedere. Cancellò così pesantemente le quattro righe successive fino a renderle illeggibili, poi abbandonò il racconto.

L'attenzione di Ron era talmente distratta dalle fantasiose escursioni nell'immaginazione che, forse senza sorpresa, non riuscì a superare l'esame di ammissione all'Accademia Navale di Annapolis. Fu tradito dall'odiata matematica [2]. Il padre ne fu deluso, ma era ancora convinto che Ron avrebbe potuto farcela. L'incarico a Guam del Tenente Hubbard stava per concludersi e già sapeva che la sua destinazione successiva sarebbe stata Washington DC, dove avrebbe lavorato come Ufficiale Economo presso l'Ospedale della Marina. Scoprì che la Swavely Preparatory School di Manassas, Virginia - nell'area metropolitana di Washington DC - teneva corsi speciali per i candidati di Annapolis, e dopo un lunghissimo scambio di telegrammi tra Guam e Manassas riuscì ad iscrivervi Ron per l'anno scolastico 1929-30.

Gli Hubbard tornarono negli Stati Uniti alla fine di agosto del 1929 recandosi direttamente a Helena, Montana, per una festosa riunione familiare (il ritorno non fu spinto dalla morte del "facoltoso nonno" di Ron, come suggerito dalle biografie "ufficiali", dato che Lafayette Waterbury era ancora vivo e vegeto. Morirà all'età di sessantasei anni il 18 agosto del 1931). May, che per molti aspetti aveva trovato spossante il clima di Guam, fu particolarmente felice di essere di nuovo a casa e si riempiva i polmoni della dolce aria del Montana. Quando per Hubbard venne il momento di portare Ron a Washington, decise di trattenersi ancora un po'.

Il 30 settembre Ron iniziò la scuola nel verde di Manassas. Da Helena, sulla traballante macchina da scrivere di famiglia May scrisse al figlio una lettera affettuosa, ma piena di gentili rimproveri:

«Carissimo Ron,

«Ho pensato molto a questo tuo primo giorno di scuola. Spero ti piacerà e che studierai attentamente ogni lezione. Ricorda che stai pagando per l'istruzione che ricevi, così non esitare a fare domande agli insegnanti su qualsiasi cosa non ti risulti chiara. Voglio che ti dedichi unicamente a questo impegno - frequentare la scuola e superare l'esame con il massimo dei voti. Non scrivere nulla che non sia di pertinenza scolastica. Non leggere nulla che non sia richiesto dalla scuola. Quando hai terminato le lezioni, stai all'aria aperta. Se ti attieni a queste regole ce la farai.

«Sto molto meglio con quest'aria di montagna. È un meraviglioso cambiamento rispetto ai tropici. È un vero peccato che papà non abbia potuto trattenersi e abbia dovuto tornare al lavoro così presto. L'ha fatto per te, così quando ti senti giù ricorda sempre che papà ha rinunciato alla sua sudata licenza per metterti dove ti trovi ora. Esiste un unico modo in cui puoi ripagare papà, ed è comportandoti bene. Il tuo successo è il più grande obiettivo della nostra vita…»

May proseguiva raccontando al figlio del tempo, della gita di due giorni e della trota che aveva pescato, e di Toilie furiosa perché lui non le aveva scritto. Voleva sapere se doveva mandargli gli scarponi da escursione. «Sono impaziente di sapere tutto sulla scuola…» e concludeva «Con amore, Mamma».

L'ardente desiderio del Tenente Hubbard di vedere il figlio seguire le sue orme in Marina, con tanto di diploma dell'Accademia Navale, fu ben presto infranto. Durante il primo semestre alla Swavely Ron andò dal medico lamentando una tensione ottica, e venne inviato all'Ospedale della Marina per esami. L'esito rivelò una miopia talmente forte che non c'erano possibilità di superare i requisiti fisici richiesti da Annapolis. Nel frattempo May aveva lasciato il Montana, e si erano trasferiti in una casetta di Oakcrest, Virginia, che Hub aveva preso in affitto. La sera sedevano spesso discutendo preoccupati sul futuro di Ron: l'inquietudine di Hub era fortemente esacerbata dal Crollo di Wall Street, che sembrava aver sprofondato il paese nella catastrofe.

Ron, da parte sua, non mostrava rimpianto per la mancata carriera in Marina. A Swavely era stato assunto come redattore associato della rivista mensile della scuola, il Swavely Sentinel, ed era anche occupato con le prove di Episode, una atto unico in cui avrebbe recitato il ruolo di Anatol e che il 13 dicembre avrebbe aperto la stagione teatrale. In verità preferiva di gran lunga essere redattore ed attore piuttosto che stare in Marina, anche se non l'avrebbe mai confessato al padre.

Mentre Ron era felicemente immerso nella vita scolastica di Swavely, suo padre si teneva in frequente contatto con il Segretario della George Washington University cercando di farvi ammettere il figlio. Il Tenente Hubbard venne informato che se Ron avesse avuto votazioni sufficienti presso una scuola riconosciuta - si citava la Woodward School for Boys, un istituto "preparatorio" della YMCA di Washington DC - non avrebbe dovuto sostenere l'esame di ammissione. Così nel febbraio del 1930 Ron venne iscritto alla Woodward. All'inizio di maggio interruppe gli studi per arruolarsi nel Corpo dei Riservisti della Marina degli Stati Uniti, dichiarando di avere due anni in più e affermando, per qualche ragione, di svolgere la professione di "fotografo". Sembrava non preoccuparsi minimamente per queste futili bugie, anche su documenti ufficiali, poiché sul ruolino di servizio spicca la sua firma a conferma di entrambi gli errori. La descrizione fisica riporta un'altezza di mt. 1,79, 75 chili di peso, occhi grigi, capelli rossi, incarnato rubicondo. Sei settimane più tardi venne inspiegabilmente promosso a Primo Sergente, un salto di grado stupefacente anche per i suoi standards di auto-stima [3].

L'assenza di interesse di Ron per la verità trova un esempio nell'insistenza con cui affermò di essere stato il più giovane "eagle scout" del paese. Anche quando vinse le finali del concorso Nazionale di Oratoria della Woodward, con un discorso intitolato "La Costituzione: una Garanzia per la Libertà Individuale", il giornale della scuola non mancò di informare che Ron era stato «il più giovane eagle scout d'America», sebbene non risulti chiaro che cosa avesse a che fare con l'oratoria [4].

Ron si diplomò in giugno, con grande piacere dei genitori. In una lettera che il padre indirizzò ad un'altra università (il Tenente Hubbard voleva tenere aperte per il figlio più opportunità) scrisse con orgoglio: «Ronald ha studiato giorno e notte per prepararsi ai diversi esami, che ha brillantemente superato. È mia opinione che la sua preparazione sia molto più approfondita di quanto possa fornire qualsiasi scuola superiore, e il fatto che ce l'abbia fatta nonostante tutti gli ostacoli incontrati lo rende il miglior soggetto possibile per gli studi all'università o al college» [5].

Il 24 settembre 1930 Ron venne ammesso come matricola alla Scuola di Ingegneria della George Washington University, corso di laurea in ingegneria civile - indirizzo suggerito dal padre. Fu ritratto per il Cherry Tree, l'annuario dell'università, assieme ai compagni della American Society of Civil Engineers: indossava un elegante abito con cravatta a pallini, fissava solennemente l'obiettivo, i capelli lisciati all'indietro dalla brillantina e immediatamente identificabile per le sue labbra curiosamente sporgenti, che spesso gli davano un aspetto accigliato.

Il GW Campus, nel cuore di Washington DC, era un luogo vivace e piacevole in cui stare all'inizio degli anni '30, nonostante il Proibizionismo e la peggior depressione della storia americana. Anche se i giornali erano pieni di storie di bambini alla ricerca di cibo nei cassonetti dell'immondizia, e fotografie di volti emaciati in fila per il pane, gli studenti di ingegneria civile sembravano pronti ad affrontare un futuro brillante, poiché si iniziava allora a parlare di una nuova era tecnologica, di assoluta dominazione della tecnologia e il "Grande Ingegnere" - Herbert Hoover - occupava la Casa Bianca, ad appena pochi isolati dal campus. A New York stava per essere completata la costruzione dell'Empire State Building, il grattacielo più alto del mondo, testimone della visione, della vivacità d'ingegno e delle brillanti prospettive dell'ingegneria civile americana.

Sfortunatamente si trattava di un futuro che Ron considerava con pessimismo, poiché il suo cuore non batteva per l'ingegneria e non aveva tempo per gente rispettabile come gli ingegneri civili. Mentre le lezioni si trascinavano noiosamente tra teoria della struttura e analisi di carico, l'immaginazione di Ron vagabondava per il mondo dei fumetti d'avventura, che proprio in quel periodo iniziavano ad avere un certo impatto sulla cultura di massa americana. La sua fervida fantasia era ancora popolata di spie e commissari, di pirati e signori della guerra, soldati di ventura inglesi con credenziali impeccabili e carattere di ferro, e imperturbabili cinesi a malapena credibili.

Il consiglio della madre - «non scrivere altro che roba di scuola» - venne ben presto dimenticato, e iniziò a riempire pagine e pagine di intrecci avventurosi generalmente ambientati in Oriente, buttati giù di fretta come se non riuscisse ad aspettare di arrivare all'epilogo. I suoi interessi letterari lo condussero naturalmente nella redazione del settimanale dell'università, The Hatchet, ma sebbene Ron si considerasse sufficientemente qualificato per diventare redattore tutto ciò che gli offrirono fu un posto da cronista, incarico che riuscì a mantenere per soli pochi mesi nella primavera del 1931.

Alla George Washington University Ron imparò a pilotare l'aliante. Si conquistò l'azzeccato soprannome di "Flash" e amava essere descritto come un "pilota spericolato e artista del paracadute".

Si era da poco innamorato del nascente sport del volo con aliante e dell'idea di imparare a volare, e riuscì ad usare la sua influenza al giornale per stimolare l'interesse nella costituzione di un club universitario. Il 1 aprile 1931 The Hatchet riportò che si sarebbe tenuta presto la prima riunione del George Washington University Gliding Club. L'associazione si era assicurata un importante istruttore berlinese, e si progettava l'acquisto di un aliante a motore per addestrare gli iscritti. Chiunque fosse interessato, concludeva l'articolo, doveva contattare L. Ron Hubbard presso la redazione dell'Hatchet. In seguito Ron si assicurò che le attività del club venissero raccontate con regolarità. Il 15 aprile il giornale scrisse che «numerosi studenti della GW portati per la scienza dell'aviazione e del volo a vela» si sarebbero trovati per un incontro iniziale il giorno successivo. Il 22 aprile «il Glider Club inizia l'addestramento al Congressional Airport». Il 13 maggio «I membri del Glider Club mettono in pratica la teoria di volo».

Ron adorava volare con l'aliante e passava moltissimo tempo al Congressional Airport di Rockville, Maryland, nella speranza di scroccare un volo extra e un passaggio sul vecchio Ford che trascinava in aria gli alianti. Quando si trattava di "andar su" non esitava a saltare le lezioni, e contava sui suoi compagni per farsi riassumere le lezioni che perdeva. Non era di certo il modo ideale per laurearsi in ingegneria civile.

Sebbene Ron fosse stato eletto presidente del club, il suo nome compariva di rado negli articoli dell'Hatchet e correva il rischio di essere messo in ombra dal suo vice presidente, un certo Ray A. Heimburger. L'articolo del 13 maggio, ad esempio, faceva notare che Heimburger era stato il primo a sganciare il cavo di traino in aria, ad un'altezza di 40 piedi, mentre Ron stava ancora «prendendo confidenza con l'arte di curvare in aria». Le teorie di Einstein erano un «piffero», si raccontava avesse detto Ron, «paragonate alla navigazione di un mezzo senza motore». Qualche settimana più tardi Heimburg vinse il secondo premio in una gara di atterraggio al Curtis Wright Air Show di Baltimora; un altro studente della GW si classificò al terzo posto, ma Ron non si guadagnò alcuna citazione.

Se esistevano gelosie tra il presidente e il suo vice furono dimenticare il 13 luglio quando entrambi superarono l'esame al Congressional Airport. Ron fu promosso con un punteggio di 85 - nella media - e gli venne consegnata la licenza di Pilota Commerciale di Alianti N. 385 [6]. Aveva compiuto 116 voli - prova della quantità di tempo che aveva dedicato a quello sport nei due mesi trascorsi dalla fondazione del club.

Non suscita di certo sorpresa che il successo di Ron come pilota d'aliante non corrispondesse ad altrettanto successo negli studi, e il termine del secondo semestre portò voti deludenti. Ebbe A in fisica, B in inglese, C in ingegneria meccanica, D in chimica generale e F in tedesco e calcolo. Il punteggio complessivo dell'anno fu la media del D, risultato che non fece piacere ai genitori. Erano convinti che avrebbe potuto fare di meglio.

Dopo una sonora sgridata del padre che si attendeva un poderoso miglioramento nel secondo anno, Ron lasciò Washington per trascorrere le vacanze a Port Huron, Michigan, dove aveva preso accordi con l'amico Philip Browning per gestire una scuola di volo. Browning gli insegnò a pilotare un piccolo aereo acrobatico, anche se Ron non prese mai la licenza per aerei a motore [7].

Ron era ancora a Port Huron quando in agosto apprese della morte dell'amato nonno. L'intera famiglia si riunì a Helena per il funerale - le sei "ragazze" Waterbury (Hope era morta nel 1928 dando alla luce un bambino) erano presenti con mariti e figli, e Ray era arrivato dal Canada assieme alla moglie. Lafe venne sepolto al Forestvale Cemetery, nella tranquilla prateria che si stendeva tra la città e le montagne. Immediatamente dopo il funerale Ron tornò a Washington per le due settimane di addestramento annuale del 20° Corpo di Riserva della Marina, e ricevette un giudizio di eccellenza in efficienza militare, obbedienza e sobrietà [8].

Il mattino del 13 settembre 1931, una domenica, i tranquilli abitanti di Gratis, Ohio, piccola comunità agricola della Contea di Preble, rimasero sorpresi nel vedere un piccolo biplano volteggiare in cielo ed atterrare su un campo appena fuori il villaggio. I piloti, secondo l'ammirato articolo pubblicato dal Preble County News, erano Philip Browning e L. Ron "Flash" Hubbard, «spericolato pilota e artista del paracadute».

Il giornale raccontava che i due erano stati costretti ad atterrare perché avevano esaurito il carburante. George Swisher, proprietario del terreno su cui erano scesi, doveva essere un tipo davvero flemmatico, poiché secondo il giornale le sue prime parole furono «Posso fare qualcosa per voi, ragazzi?». Dopo che lo "spericolato pilota e artista del paracadute" ebbe spiegato il problema, un gentile abitante di nome Raymond Boomershine si offrì di correre in paese per prendere della benzina.

«Frattanto» avrebbe ricordato Ron, «stava arrivando un sacco di gente. Volevano sapere se avevamo bisogno di aiuto. Rispondemmo che dovevamo girare l'aereo e nonostante fossero tutti vestiti nei loro abiti domenicali afferrarono la coda dell'apparecchio e lo girarono. Poi Raymond Boomershine tornò con la benzina e ci aiutò a riempire il serbatoio. Cercammo di pagarlo, ma rispose "nossignori", e il mio compagno disse "non sappiamo come ringraziarla". Raymond disse "se la mettete così, ho sempre desiderato farmi un giro su uno di questi cosi. Che ne dite?" E facemmo fare un giro a tutti, anche ai bambini.» [9].

Secondo l'articolo del Preble County News quella domenica ben trentasei "anime impavide" ebbero il battesimo dell'aria, poi si fece buio e i piloti non poterono ripartire. Trascorsero la notte ospiti della famiglia di Luther Kiracofe, e il giorno seguente «se ne andarono rombando verso St. Louis, verso nuove avventure.»

Il medesimo giorno in cui Ron rombava verso St. Louis, la George Washington University lo mise in "osservazione scolastica" per i pessimi voti. Quando infine fece ritorno a Washington non sembrò preoccuparsi molto del biasimo, poiché continuò a dedicare gran parte della sua energia al club, nella speranza di raccogliere denaro sufficiente per l'acquisto di un altro aereo.

Anni dopo Ron avrebbe dato una descrizione pittoresca, nella sua solita prosa vivace, del modo in cui l'ingegneria civile l'aveva deluso «Ho qualche scarsissima pagella che dimostra che ho studiato al college per diventare ingegnere civile. L'ingegneria civile all'epoca sembrava molto attraente. Ho incontrato questi tizi nei loro Stetson da Crabtown a Timbuctu, e sembravano avere una vita molto interessante. Però, troppo tardi per me, la Geological Society mi spedì su nel Maine alla ricerca del perduto Confine Canadese. Venni massacrato da sette tipi diversi di insetti, risucchiato dal fango delle paludi, nutrito a pane secco e capii immediatamente che un ingegnere civile doveva stare troppo a lungo in posti troppo desolati, così dimenticai presto i calcoli …» [10].

Alla fine del semestre successivo i voti di Ron non mostravano miglioramenti, e rimase in osservazione. Fu comunque accettato come membro del Phi Theta XI, la Confraternita dell'Ingegneria Professionale, e venne fotografato per l'annuario con smoking, cravatta nera e colletto inamidato, come se al pari dei suoi confratelli avesse l'intenzione di far carriera nelle costruzioni. La sera dell'8 gennaio 1932 Ron partecipò, assieme ad altre ottocento persone, al primo Ballo di Ingegneria, tenuto all'Hotel Shoreham Hotel di Washington.

Suonavano Red Anderson e la sua orchestra - e le canzoni famose del momento erano "Mood Indigo", "Goodnight Sweetheart", "Minnie the Moocher" e "When the Moon comes over the Mountain"; c'era anche il gruppo cabarettistico The Troubadours, diretto da un certo Trimble Sawtelle. The Hatchet elencò Ron tra i membri del comitato organizzativo, e informò che la serata era stata un successo.

Ma per Ron quel mese portò un evento molto più importante, la pubblicazione del suo primo articolo. "Tailwind Willies", sulla rivista Sportsman Pilot, descriveva le sue avventure di volo nel Midwest assieme all'amico Philip "Flip" Browning. «Avevamo tre settimane libere prima di tornare al college a sgobbare» scriveva. «Le nostre risorse consistevano in un biplano Arrow Sport, due spazzolini da denti e quattro piedi scalpitanti… abbiamo accuratamente impacchettato il nostro "bagaglio", gettato l'estintore per risparmiare mezzo cavallo di potenza, rappezzato un buco sull'ala superiore e siamo partiti per il nostro volo radente su quattro dei cinque stati del Midwest, con il vento come unica bussola…».

L'atterraggio di fortuna a Gratis evidentemente non venne considerato meritevole di citazione, forse perché sembrava non esistere scarsità di incidenti spettacolari, per non dire improbabili. Ad esempio erano atterrati a Newport per fare benzina, ma si erano impantanati in un campo. «Strisciai fuori dall'aereo per vedere se Flip riusciva ad alzarsi. Percorrendo solo metà del campo riuscì a sollevare l'infangato Sparrow, e dopo aver guadagnato una certa altezza mi passò sopra urlandomi che c'era un altro campo un po' più avanti.

«Dopo aver placato, spingendolo in una pozzanghera, uno sceriffo che voleva arrestarmi per essere entrato in una proprietà privata, saltai sul pianale di un furgoncino di passaggio e riuscii ad arrivare dove Flip era atterrato. Il secondo campo non era molto migliore del primo, e occorsero tre tentativi prima di far alzare lo Sparrow, appena in tempo per trovarci davanti i cavi del telefono. Flip buttò giù il muso, e i cavi mi passarono ad appena 30 centimetri dalla testa…»

Ogni speranza di far impegnare Ron negli studi svanì all'inizio del 1932, quando The Hatchet annunciò l'intenzione di iniziare a pubblicare una Rassegna Letteraria mensile. Nulla avrebbe fatto più felice Ron, che trovò così una ulteriore scusa per trascurare i noiosi testi di ingegneria e scrivere nuovi racconti brevi, oltre che rivedere le centinaia che aveva già scritto in cerca di qualcosa di adatto per la pubblicazione.

Era impensabile, e per quanto riguardava Ron assolutamente fuori discussione, che la Rassegna Letteraria uscisse senza un contributo di L. Ron Hubbard; infatti il primo numero del 9 febbraio 1932 pubblicò un racconto breve dal titolo eponimo di "Tah", che raccontava la storia di un ragazzino dodicenne soldato in Cina, in marcia verso una macabra morte in punta di baionetta. Si trattò chiaramente di un fortunato debutto, poiché il terzo numero pubblicò "Grounded", un'altra sanguinaria storia di Hubbard, questa volta la descrizione di una battaglia navale sul fiume Yangtze straripante di corpi decapitati, in cui un pilota di Spirfire va a finire male.

In maggio Ron vinse il concorso che la Rassegna Letteraria indì per la migliore sceneggiatura teatrale, con la commedia ad atto unico The God Smiles. Ambientata in un caffè di Tsingao, nella Cina comunista, la trama indugiava incerta tra Chekhov e la farsa, con un ufficiale della Russia Bianca e la sua amante nascosti dietro una tenda per sfuggire all'arresto da parte di un tirannico signore della guerra.

Ron fu felice di veder riconosciuto il suo lavoro, ma era ormai immerso in un progetto nuovo e impegnativo che avrebbe avuto temporanea precedenza su tutti i suoi altri interessi - addirittura sul volo a vela. Stava progettando di guidare una "spedizione" nei Caraibi.

Altri studenti sarebbero stati inclini a definirla meno pomposamente come una "crociera estiva", ma quello non era il carattere di Ron. No, non sarebbe stata nulla di meno che una spedizione in piena regola, e lui l'avrebbe guidata. Aveva già scovato un titolo grandioso - Spedizione Cinematografica nei Caraibi. Il suo discutibile obiettivo scientifico era l'esplorazione e la ripresa cinematografica «delle roccaforti e dei rifugi dei pirati nelle Antille» e «la raccolta di qualsiasi cosa venga collezionata da mostre e musei» [11].

All'origine della "spedizione" c'era la scoperta fatta da Ron e dall'amico Ray Heimburger che il grosso e vecchio schooner a 4 alberi Doris Hamlin era ormeggiato a Baltimora, ed era disponibile per il noleggio estivo. Lungo 60 metri non era mai stato dotato di motori, e per questo non era molto richiesto. Ron ebbe una lunga chiacchierata con lo skipper, il Capitano Fred Garfield, e stimò che se fosse riuscito a mettere assieme una cinquantina di studenti sarebbero riusciti a pagarne il noleggio per un'intera estate di vacanza. Dopo tutto, pensò, con tredici milioni di disoccupati negli Stati Uniti nessuno poteva nutrire grosse speranze di trovare un lavoro estivo. Non gli ci volle molto per trovare un numero sufficiente di volontari che si unissero a lui - un tributo al suo entusiasmo, alle sue capacità organizzative e abilità persuasive.

Il primo articolo sulla futura spedizione apparve sull'Hatchet il 24 maggio 1932; non era molto esplicativo, ma mostrava tutti i segni caratteristici del florido stile letterario di L. Ron Hubbard. «Contrariamente alle credenze popolari» esordiva, «i giorni della vela non sono finiti e lo spirito di avventura si rifiuta di morire - almeno nel cuore di cinquanta giovanotti giramondo che il 20 giugno a Baltimora isseranno le vele dello schooner Doris Hamlin, per andare a caccia di pirati nel Mar delle Antille…».

Secondo Hubbard, quei rifugi e roccaforti erano stati trascurati e dimenticati per secoli, e non c'era mai stato un concreto progetto per scovare i castelli di Teach, Morgan, Bonnet, Bluebeard, Kidd, Sharp, ormai ricoperti dalla giungla … «laggiù dove il sole frusta di calore le palme frondose, questo equipaggio di intrepidi gentiluomini ricostruirà lo scenario che soltanto poche centinaia di anni fa portò il terrore nel cuore del mondo - con l'unica differenza che questa volta sarà tutto a beneficio del divertimento e del guizzante nastro di celluloide. Nel tempo libero, se ne rimarrà, raggiungeranno le vette di vulcani immersi nel profondo della giungla, filmeranno pesci volanti che si librano nell'aria…».

A parte l'esplorazione e la "ricostruzione" dello scenario dei pirati (contributo alla scienza forse discutibile) gli "intrepidi gentiluomini" progettavano anche di raccogliere specie botaniche di valore, scrivere articoli per riviste di viaggio e girare alcuni cortometraggi. «Le sceneggiature verranno scritte in loco, secondo le leggende di quell'isola particolare e dopo accurata ricerca nella biblioteca della nave, che comprenderà innumerevoli e autorevoli volumi sulla pirateria».

Anche l'itinerario era intenso - nel corso della crociera di cento giorni si programmava di fare scalo in sedici porti sulle isole di Martinica, Dominica, Guadalupa, Nevis, Montserrat, St. Croix, Vieques, Porto Rico, Haiti, Jamaica, Gonave, Tortuga e Bahamas. Esploratori con maggior esperienza avrebbero verificato accuratamente la fattibilità di navigare a vela per 5000 miglia in appena 100 giorni, su un quattro alberi senza motori, ma Ron riuscì ad attingere alla smodata fiducia dei suoi ventun anni, e non avrebbe mai preso in considerazione nulla di meno ambizioso.

La spedizione dava sicuramente l'impressione di avere un sostegno imponente. Si diceva che l'Università del Michigan avrebbe fornito il supporto tecnico, che il Carnegie Institute e il Metropolitan Museum fossero coinvolti a qualche titolo, che era stato inviato a bordo un idrovolante per le riprese aeree, che la Fox Movietone e la Pathé News fossero in concorrenza per i diritti del film, e che il New York Times aveva firmato un contratto per l'acquisto delle foto. I membri della spedizione, si riceva, si sarebbero spartiti e profitti di queste diverse attività.

Sembrava che il giovane Ron Hubbard avesse messo a segno un grande colpo, e fu in questo spirito e all'insegna del più roseo ottimismo che il 23 giugno la Doris Hamlin issò le vele, con solo pochi giorni in ritardo sul previsto. Mentre lo schooner mollava gli ormeggi, dispiegando le sue grandi vele al vento per scivolare fuori dalla Chesapeake Bay, ogni uomo a bordo pensò di stare iniziando una grande avventura. Ron, dritto a prora con i capelli scompigliati dal vento, mostrava lo stesso largo sorriso dei compagni, anche se dieci degli "intrepidi gentiluomini" avevano avuto un ripensamento dell'ultima ora ritirandosi dall'impresa, e lasciando la spedizione in ciò che successivamente avrebbe sinistramente descritto come una «situazione finanziaria delicata».

A Washington non si seppe più nulla della spedizione fino al 5 agosto, quando l'Hatchet riportò che lo schooner era arrivato «in forma perfetta» a Bermuda, il 6 luglio. L'articolo faceva riferimento ad una lettera, presumibilmente di Ron, che spiegava alcune delle prime difficoltà della spedizione: «Abbiamo avuto qualche problema ad uscire dalla Chesapeake Bay, il vento soffiava come un diavolo. Poi ci sono stati due giorni di bonaccia. In seguito s'è alzata una brezza tesa che ci ha spinto piacevolmente per un po', per trasformarsi poi in burrasca e per due giorni siamo stati sbattuti come uova, e quasi tutti hanno sofferto il mal di mare. Infine è tornata la calma, e negli ultimi tre giorni il nostro bompresso ha cavalcato le onde a otto o nove nodi».

Ciò che non veniva spiegato, però, era come mai due settimane dopo aver lasciato Baltimora la Doris Hamlin fosse a Bermuda, seicento miglia in mezzo all'Atlantico e quasi altrettanto lontana dalla Martinica, primo scalo previsto. Non fu possibile conoscere la risposta fino ai primi di settembre, quando lo schooner rientrò nella Chesapeake Bay con tre settimane di anticipo sul previsto. A Baltimora il Capitano Garfield, uomo di poche parole ma con trent'anni di esperienza di mare, dichiarò amaramente che si era trattato del «peggior viaggio che abbia mai compiuto».

Anche Ron, che faceva del suo meglio per far buon viso a cattiva sorte, riuscì a malapena a nascondere il fatto che la Spedizione Cinematografica nei Caraibi era stata un disastro. Fin dall'inizio nulla era andato per il verso giusto: dopo aver lasciato la costa orientale degli Stati Uniti le burrasche avevano spinto lo schooner molto fuori rotta, e il Capitano Garfield aveva informato Ron che avrebbero dovuto far scalo a Bermuda per ripristinare le riserve di acqua dolce, poiché nei serbatoi si erano aperte delle crepe. Ron, che sapeva di avere in cassa fondi a malapena sufficienti per coprire le spese, aveva ordinato al Capitano di mantenersi in rada nel tentativo di evitare di pagare le tasse portuali. Garfield aveva rifiutato. Ne era seguita una infuocata discussione, ma l'esperto skipper non intendeva prendere ordini da un ragazzo di ventun anni, e aveva condotto la nave in porto.

Nel corso di questo primo scalo undici membri della spedizione avevano annunciato di averne avuto abbastanza, e di voler tornare a casa. Erano rimasti disgustati, spiegò Ron, «dal mare turbolento». Trapelò che anche il cuoco aveva sofferto il mal di mare, così Ron l'aveva licenziato per sostituirlo con due abitanti di Bermuda. Dopo aver pagato il cuoco e liquidato i conti per il rifornimento d'acqua, l'ormeggio e il pilotaggio, la Spedizione Cinematografica dei Caraibi rischiava di finire i soldi prima ancora di arrivare nelle Antille.

Due giorni dopo aver lasciato Bermuda per la Martinica, Ron scoprì che tutta l'acqua dolce era filtrata via, e i suoi rapporti con il Capitano si fecero ancora più astiosi. La Dorin Hamlin impiegò diciassette giorni per raggiungere la Martinica, dove attraccò precisamente un mese dopo aver lasciato Baltimora.

Non appena l'ancora colpì le acque blu della baia di Fort de France, un tempo famosa per la febbre gialla, diversi altri "intrepidi gentiluomini" abbandonarono la nave per tornarsene a casa, non più interessati ai vagabondaggi di Ron. Dopo aver raggiunto terra, Ron decise di chiarirsi con il sempre più scontroso Capitano Garfield. A seguito delle difficoltà avute con l'acqua dolce, disse, non avrebbe più dato altri soldi al Capitano. Garfield se ne andò borbottando oscure minacce.

Gli sviluppi arrivarono immediatamente alle orecchie dei sei uomini dell'equipaggio, che in precedenza Ron aveva affettuosamente definito «vecchi lupi di mare». Ritenendo che il loro salario fosse a rischio si infuriarono immediatamente, e chiesero a Ron di essere pagati per intero, e in anticipo. Il capo della spedizione, in via di rapido sgretolamento, cercò di calmarli promettendo che avrebbe inviato un cablogramma a casa per farsi mandare altri soldi.

Frattanto anche il Capitano Garfield stava inviando cablo negli Stati Uniti - contattò infatti gli armatori della Doris Hamlin informandoli che l'incasso per il noleggio era a rischio. La risposta fu immediata e inequivocabile. Garfield ricevette l'ordine di fare subito vela per Baltimora. Ron supplicò per avere un po' più di tempo, giurò che non esistevano problemi finanziari, minacciò di far causa a tutti, fece appello alla buona natura del Capitano - ma invano. Disperato, si recò a terra per chiedere consiglio al Console Statunitense di Fort de France che però gli disse che non poteva farci nulla.

La Doris Hamlin salpò l'ancora facendo vela per Baltimora senza aver esplorato una sola roccaforte dei pirati. Gli "intrepidi gentiluomini" non poterono far altro che osservare tristemente dal ponte della nave le isole che avevano sperato di visitare, mentre scorrevano loro davanti e scomparivano all'orizzonte. «Quando abbiamo lasciato la Martinica l'intero aspetto della gita era cambiato» confessò Ron. «Il morale era vicino allo zero».

Il Capitano Garfield dovette far scalo a Ponce, Porto Rico, per rifornirsi di cibarie e acqua, e Ron scese ancora una volta a terra per un ultimo tentativo di salvare la spedizione. La Direzione Portuale di Ponce lo informò che avrebbe potuto far causa agli armatori dello schooner, ma che la faccenda avrebbe richiesto mesi. Così accetto tristemente la sconfitta, e i restanti "intrepidi gentiluomini" furono controvoglia ricondotti a Baltimora.

Tornato a Washington Ron scrisse un resoconto al Washington Daily News raccontando i problemi incontrati dalla spedizione e dipingendo astiosamente il Capitano Garfield nella peggior luce possibile. Per evitare di ammettere che l'intero viaggio era stato un fallimento, concluse nel suo tono tipico che «Nonostante tutte le difficoltà, abbiamo trascorso una bellissima estate. Siamo tutti in splendida forma e abbronzati e sappiamo che pochi uomini, in questa epoca frenetica, conoscono la gioia di solcare il mare blu su un'imbarcazione vecchio stile, con null'altro che bianche vele spiegate verso l'orizzonte».

Quando il 17 settembre del 1932 Ron e Ray Heimburger si apprestarono a scrivere un articolo per l'Hatchet, La Spedizione Cinematografica dei Caraibi si era miracolosamente trasformata in una specie di trionfo. Il drastico taglio dell'itinerario venne presentato come conseguenza della lenta navigazione, delle spese impreviste e della mancanza di esperienza, ma «anche se la spedizione è stata finanziariamente fallimentare, ciononostante l'avventura e gli scopi scientifici raggiunti hanno compensato la perdita».

Tra gli scopi scientifici che si affermava di aver raggiunto si citavano la raccolta di molte specie di flora e fauna, tra cui alcune «rarissime», per l'Università del Michigan; la fornitura di filmati subacquei all'Ufficio Idrografico e «un grosso lavoro di ricerca nel campo della vita naturale, sulle diverse isole visitate». Si raccontava poi che il New York Times aveva acquistato alcune delle foto scattate nel corso della spedizione.

La vita a bordo della Doris Hamlin veniva presentata nella luce più rosea, addirittura con allusioni ad avventure romantiche a terra: «per trascorrere il tempo a bordo i ragazzi si sono divertiti con tornei di scacchi, bridge e pallavolo, mentre a terra, quando non stavano catturando squali, pescando con la fiocina o visitando luoghi incantevoli, nei vari porti venivano piacevolmente intrattenuti da señoritas dagli occhi di carbone».

Tutto sommato, concludeva il resoconto, la spedizione era stata nulla di meno che una «gloriosa avventura».

Curiosamente però non è stato possibile trovare traccia dei molti contributi alla scienza che Ron attribuì alla Spedizione Cinematografica dei Caraibi. L'Ufficio Idrografico non ha fascicoli relativi al ricevimento di filmati subacquei da quella spedizione [12], l'Università del Michigan non è riuscita a trovare nessuna delle specie raccolte e consegnate dagli "intrepidi gentiluomini" [13], gli archivi del New York Times non hanno foto della spedizione, né prove che si sia mai inteso acquistare immagini di quel tipo, e nemmeno indicazioni che il quotidiano sia mai stato a conoscenza dell'esistenza di quella spedizione [14].

Un mistero del tutto simile circonda l'Esplorazione Mineralogica delle Indie Occidentali «ricerca pionieristica nella grande tradizione», nel corso della quale si dice che Ron abbia portato a termine la prima esplorazione mineralogica completa di Porto Rico. Si sarebbe sicuramente trattato di un eccezionale traguardo per uno studente ventunenne di ingegneria civile, ma il US Geological Survey non ne sa nulla [15], come non ne sa nulla il Dipartimento Portoricano per le Risorse Naturali [16], e nemmeno il Dott. Howard, docente di geologia all'Università di Porto Rico nell'anno accademico 1931-32 [17].

Quando Ron fece ritorno alla George Washington University, dopo il viaggio nei Caraibi, scoprì che i voti ottenuti nel secondo anno erano disastrosi: B in inglese, ma D in calcolo e fisica elettrica e magnetica, e F in fisica molecolare e atomica. Forse non ne rimase sorpreso, e considerando che ormai stava velocemente abbandonando l'idea di laurearsi, non vedeva ragione di sprecare un terzo anno nello studio di materie che non lo interessavano. Al momento opportuno annunciò ai genitori che ne aveva abbastanza dell'ingegneria civile e non intendeva tornare all'università.

May e Harry Hubbard ne furono mortificati. Per come la vedevano, il figlio stata gettando una buona opportunità per intraprendere una professione rispettabile e godersi una carriera di successo; a loro sembrava un grande spreco. Ma Ron rifiutò con risolutezza di prestare orecchio alle loro suppliche di prendersi le proprie responsabilità, tornare all'università, studiare sodo e laurearsi.

Il Tenente Hubbard, convintosi infine che Ron non avrebbe cambiato idea, si mise in cerca di qualcosa di utile da far fare al figlio mentre pensava ad una carriera adeguata; era deciso a non permettergli di sprecare tempo scribacchiando racconti. All'Ospedale Navale dove prestava servizio come Ufficiale Pagatore aveva sentito dire che la Croce Rossa stava cercando volontari da inviare a Porto Rico. Il 13 ottobre scrisse al Ministero della Marina richiedendo un passaggio verso l'isola per il figlio, corroborando la richiesta con una nota: «Lo scopo per cui vorrei mandare mio figlio a Porto Rico è mettere i suoi servigi a disposizione della Croce Rossa americana, per le opere che stanno compiendo in loco». Due giorni dopo la sua richiesta venne approvata.

Il 23 ottobre 1932 Ron si presentò a bordo del cargo militare USS Kittery a Norfolk, Virginia. Tra gli altri passeggeri c'erano numerose infermiere e la moglie del direttore della Croce Rossa americana. Mentre era ancora in mare, i lettori del numero di novembre dello Sportsman Pilot vennero intrattenuti da un secondo articolo di L. Ron Hubbard, questa volta relativo alle sue bravate in veste di pilota di alianti. Descriveva «l'incubo più terribile mai vissuto» - vale a dire come al suo aliante si fosse piegata un'ala a 400 piedi d'altezza, come avesse lottato per impedire di avvitarsi e, nel momento dell'impatto, «mi si erano avvolti addosso talmente tanti cavi che per settimane non sono riuscito ad indossare un colletto». Aggiungeva modestamente che qualche settimana dopo aveva stabilito un record mondiale non ufficiale facendo volare un aliante a 80 miglia orarie per dodici minuti.

La USS Kittery giunse a Port au Prince, Porto Rico, il 4 novembre. Il giornale di bordo riporta che L. Ron Hubbard lasciò la nave assieme agli altri passeggeri, ma ormai i suoi progetti avevano preso una direzione diversa dall'opera di volontariato. Sembra che ad un certo punto tra Norfolk, Virginia, e Port au Prince Ron avesse deciso di lasciare la Croce Rossa e dirigersi verso le montagne in cerca dell'oro che, ne era convinto, doveva essere stato lasciato sull'isola dai Conquistadores.

In seguito dichiarò che aveva fatto prospezioni di Porto Rico per almeno sei mesi: «certo che i Conquistadores dovevano essersi lasciati dietro dell'oro, ero deciso a trovarlo… Dopo sei mesi o più di approfondita ricerca, dopo essermi consumato le mani, dopo aver riempito qualche centinaio di sacchi di materiale grezzo sono tornato, un fallimento» [18].

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È possibile che la sua reale motivazione non fosse tanto la convinzione di trovare l'oro, quanto il desiderio di evadere dalla noiosa morsa della Croce Rossa. Come fece notare in un articolo scritto al ritorno negli Stati Uniti, «la ricerca dell'oro sulla scia dei Conquistadores, sul terreno di caccia dei pirati nelle isole in cui ancora si respira il profumo di Colombo è una cosa romantica, e non mi pento del sudore che ho versato in quei fiumi fangosi, dei brandelli di vestiti che ho lasciato sui rami spinosi, e che il vento ha probabilmente soffiato via da tempo».

Non esiste documentazione sul tempo trascorso a sguazzare e sudare nei fiumi fangosi. Di sicuro ad un certo punto del suo breve soggiorno sull'isola lavorò come sorvegliante sul campo di un'impresa di prospezioni chiamata West Indies Minerals, ed esiste una foto che lo ritrae sconsolato, casco di midollino e mani in tasca, mentre guarda un gruppo di tre o quattro operai che scavano il fianco di una collina.

Ma se ha curato la supervisione della prima esplorazione mineralogica di Porto Rico, deve essersi trattato di un'esplorazione che non si è mai materializzata in alcun archivio. In realtà sembra piuttosto che "L'Esplorazione Mineralogica delle Indie Occidentali" sia derivata da un viaggio intrapreso su insistenza del suo infuriato e deluso padre, più una penitenza che un'esplorazione.

 

Note:

1. Giornale di Bordo, USS Gold Star

2. Ruolino di servizio, L. R. Hubbard, US Marine Corps

3. Ibid.

4. Ritaglio di giornale non identificato

5. Lettera scritta da H. R. Hubbard alla South Eastern University, 1930

6. Archivio Certificato dei Piloti, Federal Aviation Administration, 12 Maggio 1986

7. Ibid.

8. Ruolino di servizio, L. R. Hubbard, US Marine Corps

9. Preble County News, 21 luglio 1983, (ristampa dell'articolo originale)

10. Adventure, 1 ottobre 1935

11. The Hatchet, 24 maggio 1932

12. Lettera dell'Ufficio Oceanografico, Ministero della Marina, 22 giugno 1970

13. Lettera all'autore dalla University of Michigan, 23 aprile 1986

14. Lettera all'autore dal Direttore degli Archivi, The New York Times, 14 aprile 1986

15. Rapporto di Clifford Kaye, US Geological Survey, 22 giugno 1970

16. Lettera del Ministero delle Risorse Naturali, San Juan, 10 ottobre 1979

17. Lettera del Dott. Meyerhoff, 11 febbraio 1980

18. Adventure, 1 ottobre 1935

 
 
 
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