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Accadde a Las Vegas... e altre storie (prima parte)

Serie di sei articoli pubblicati dal St. Petersburg Times tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2009. Come il movimento insegue i suoi fuggiaschi, tra cui il cuoco che preparò il banchetto al matrimonio di Tom Cruise e Nicole Kidman. L'uso di investigatori privati per spiare chi se ne va, anche per 20 anni di fila. Falsi amici che si infiltrano, come fu messo a tacere Bob Minton e molto altro.
Di ©Thomas C. Tobin e Joe Childs, St. Petersburg Times, ott./nov.2009.

© Traduzione a cura di Simonetta Po, aprile 2010

 



Rincorso dalla tua chiesa: quando cerchi di lasciarla, Scientology non te lo permette

© Di Joe Child e Thomas C. Tobin, redazione del Times. Tratto da St. Petersburg Times, 31 ottobre 2009.

Per anni la Chiesa di Scientology ha rincorso e riacciuffato i membri del suo staff che cercavano di andarsene. Ex membri raccontano di come sono stati inseguiti dalla loro chiesa e trattenuti, isolati da familiari e amici e sottoposti a mesi di interrogatori, umiliazioni e lavori manuali.

Uno di essi ha raccontato di essere stato chiuso a chiave in una stanza e guardato a vista 24 ore al giorno. Alcuni fuggitivi hanno riferito di essere stati spiati per anni. Altri hanno detto che una delle condizioni per andarsene era il dover firmare delle colorite dichiarazioni giurate che poi potevano essere usate per screditarli nel caso avessero parlato pubblicamente della loro esperienza.

Il Saint Petersburg Times ha intervistato degli ex funzionari di alto rango di Scientology che coordinavano la raccolta di intelligence e sovrintendevano al recupero degli staff che se ne andavano o, come si dice nel gergo interno, "facevano blow". Dicono che la chiesa, guidata da David Miscavige, voleva contenere la minaccia rappresentata dai fuggiaschi, i quali avrebbero potuto rivelare i segreti della vita dentro Scientology. Marty Rathbun, ex funzionario della chiesa e confidente di Miscavige, ha raccontato che il leader prendeva particolarmente di mira chi lo aveva affiancato durante la scalata al potere o chiunque temeva potesse minacciare, una volta fuori, la sua posizione o la chiesa.

Quando al comando c'era il fondatore L. Ron Hubbard «non esistevano steccati», dice Rathbun. «Se qualcuno scappava, scappava e fine. Fu solo con l'inizio delle purghe di Miscavige - che crearono dei nemici i quali diventarono per lui una minaccia - che cominciò questo inquietante scenario».

Tommy Davis, portavoce della chiesa, «nega categoricamente» che Miscavige fosse al corrente o in qualche modo implicato nell'inseguimento dei fuggiaschi o nello spionaggio degli ex membri. Sostiene che Rathbun e gli altri ex staff sono dei bugiardi e che accusano Miscavige e la religione che hanno abbandonato dei loro misfatti; stanno cercando di minare la leadership di Miscavige nonostante egli sia l'artefice di una crescita senza precedenti della chiesa.

Miscavige «ha ridefinito il termine di "leader religioso"» ha detto Davis, mentre alcune delle fonti del Times sono semplicemente la «frangia estremista» dell'antiscientologismo. Il portavoce ritiene che si tratti di veri furfanti che Miscavige ha licenziato per «falsa testimonianza, ostruzione della giustizia e per avere sperperato milioni di dollari di fondi dei parrocchiani». Ha accusato il Times di "palese pregiudizio" e di giornalismo spazzatura.

«Avete in mano qualche trascurabile accusa», ha detto Davis, «Ma in realtà ciò di cui disponete sono alcune persone che hanno abbandonato una religione dopo aver commesso azioni distruttive, e che ora si lamentano di ciò che essi stessi hanno fatto quando appartenevano alla chiesa».

La storia di come la chiesa ordini e controlli il suo staff viene raccontata sia dagli inseguitori sia dagli inseguiti, da chi inviava spie e dagli spiati, da chi interrogava e da chi si ritrovava graticolato. Oltre a Rathbun abbiamo sentito:

  • Mike Rinder, che ha guidato per 25 anni l'Ufficio degli Affari Speciali [OSA] della chiesa, ufficio che si occupa di intelligence, di questioni legali e di affari pubblici. Rinder e Rathbun raccontano che mandavano investigatori privati a spiare chi ritenevano essere nemici veri o potenziali.

    Sostengono di avere fatto infiltrare un gruppo di cinque ex staff di Scientology tra cui le sorelle Gillham, Terri e Janis, due delle quattro "messaggere" originali che consegnavano le comunicazioni di Hubbard. Le due sorelle e altri scientologist disillusi raccontano di essere stati spiati per quasi un decennio.

  • Gary Morehead, per sette anni a capo della sicurezza della base internazionale della chiesa, che ha sede nel deserto a est di Los Angeles. Racconta di avere contribuito a sviluppare l'iter seguito dalla chiesa per inseguire e riacciuffare i fuggiaschi, e di averne lui stesso portati indietro almeno 75. «Ormai ho perso il conto». Morehead dice che gli staff che andavano a lavorare alla base firmavano una liberatoria che autorizzava ad aprire la loro posta. Il suo dipartimento la leggeva tutta, anche gli estratti conto delle carte di credito e altre informazioni che poi venivano usate per rintracciare chi fuggiva.

  • Don Jason, per sette anni ufficiale in seconda della mecca spirituale Scientology di Clearwater, a capo di uno staff di 350 persone. Racconta che, dopo la fuga, si riconsegnò e finì rinchiuso in una cabina della Freewinds, la nave da crociera della chiesa, dove vi fu trattenuto contro la sua volontà.
Poi c'è la storia del cuoco, di sua moglie e delle stelle del cinema.


Inverno sulle Montagne Rocciose

Tom Cruise e Nicole Kidman si sarebbero sposati la vigilia di Natale del 1990. il set: un grande chalet nei pressi di Telluride, Colorado, luogo di villeggiatura ai piedi delle Montagne Rocciose. Quell'estate la coppia aveva recitato insieme in Giorni di tuono. Lui era la superstar, lei l'australiana di belle speranze. Nel deserto a est di Los Angeles un piccolo contingente della base internazionale della Chiesa di Scientology salì sull'aereo di Cruise, destinazione Colorado. Miscavige sarebbe stato il testimone dell'attore. Ray Mithoff, scientologist veterano che aveva lavorato con Hubbard, avrebbe officiato il rito. Il pasticciere della chiesa, Pinuccio Tisi, avrebbe preparato la torta; Sinar Parman, chef a cinque stelle, si sarebbe occupato del banchetto.

Parman era entrato nella Sea Org, la forza lavoro più dedicata di Scientology, 12 anni prima. Fresco di apprendistato al Century Plaza Hotel di Los Angeles, nel 1978 e per due anni era stato lo chef personale di Hubbard (il fondatore era un gran mangiatore di carne e patate, ma gli piaceva anche il pesce).

In seguito Parman aveva cucinato per i seguaci celebri in visita al campo base della chiesa. Aveva preparato la pasta in brodo come la faceva la nonna di Kristie Alley, e l'attrice gli aveva mandato un mazzo di fiori. John Travolta gli aveva regalato una stecca di Camel per il suo compleanno. Cruise gli aveva portato un giubbotto di Giorni di tuono e gli regalava sigari cubani. L'attore aveva insistito che ministro, pasticcere e cuoco si facessero accompagnare a Telluride dalle mogli, per una vacanza.

Il Natale sulle Montagne Rocciose con Tom Cruise? Jackie Wolff, moglie di Parman, era fuori di sé dalla gioia. Quando si erano sposati quattro anni prima, la Wolff lavorava come cameriera personale di Miscavige e sua moglie Shelly. Gli stirava le camicie, preparava alla coppia colazione, pranzo e merenda e li svegliava al mattino. Adesso lavorava alla sezione personale, al reclutamento di membri della Sea Org.

Prima di partire per il matrimonio pensarono ai regali. La Wolff regalò a Cruise una novella di Hubbard. Costava 50 dollari, il suo salario di una settimana.

Cruise sistemò il contingente Scientology in un hotel di Telluride, ma il gruppo stava quasi sempre allo chalet. Parman cucinava, la Wolff appendeva decorazioni, rassettava le camere e dava una mano in cucina. I Miscavige fecero sapere che non erano graditi regali collegati alla chiesa, con un accenno agli ospiti non scientologist. La Wolff andò in città per comprare un altro regalo, un berretto nero da sci.

La vigilia di Natale, al tramonto, Cruise e la Kidman si scambiarono i voti. Gli ospiti sorseggiavano champagne Cristal, il banchetto di Parman comprendeva anche sella d'agnello. Il pomeriggio successivo la Wolff e Parman videro degli agenti di polizia sul vialetto dello chalet che cercavano di allontanare i paparazzi. Cruise si assicurò che gli agenti venissero rifocillati. Quel giorno gli sposi novelli portarono tutti a sciare. La Wolff ricorderà per sempre Cruise sulle piste, con il suo nuovo berretto nero.


Si torna al lavoro

Di ritorno alla quotidianità della base Scientology, lo splendore di Telluride cominciò ad affievolirsi. Parman racconta che la chiesa venne meno alla promessa di un extra per avere cucinato al matrimonio. Contava molto su quel denaro perché la carta di credito era in rosso: si era dovuto comprare l'abbigliamento adatto a Telluride, dove aveva dovuto pagarsi i pasti. Era molto preoccupato e si chiedeva come avrebbe potuto saldare i conti con il suo magro salario di membro della Sea Org. Non era la prima volta che pensava di aver fatto un ottimo lavoro solo per vedersi per certi versi punito. «Stavo cuocendo nel mio stesso brodo, come si suol dire».

L'impiego di sua moglie nell'ufficio personale non era migliore. I supervisori interferivano di continuo e davano ordini contrastanti. La Wolff lavorava spesso fino a notte fonda, e dormiva sotto la sua scrivania.

Sia Parman che la Wolff stavano pensando di lasciare la chiesa, ma non osavano confidarsi l'uno con l'altro. Quei pensieri erano un vero tabù: se il partner violava il codice l'altro doveva presentare un "Rapporto per Conoscenza". Se il coniuge non avesse fatto rapporto e la cosa fosse uscita durante un confessionalsarebbero stati guai per entrambi.

La Wolff sentiva che il marito era frustrato quanto lei: «Cercai di andarci sotto e quando anche lui si mostrò d'accordo fu un vero sollievo».

Hubbard sapeva che la Sea Org non era per tutti. Il 7 dicembre 1976 aveva emesso una direttiva intitolata "Partenze e permessi" su come gestire gli staff che volevano andarsene. Cercare di trattenere chi voleva andare via non serviva a nulla, aveva scritto. Ma aggiungeva che chiunque voglia andarsene deve sottoporsi a una "verifica di sicurezza" o "sec check" per proteggere sia lo staff, sia Scientology. La chiesa era consapevole dei problemi di sicurezza fin dalle sue origini quando Hubbard, e in seguito Miscavige, avevano combattuto con le indagini del governo e le cause legali.

Gli staff della chiesa telefonavano dalle cabine pubbliche ed avevano un sistema elaborato di consegna della posta per evitare che le informazioni cadessero nelle mani sbagliate. I membri della Sea Org usavano nomi falsi. Il vero nome di Rathbun non è Marty, è Mark. Morehead, il capo della sicurezza, era noto anche come Jackson.

«Veniva fatto tutto in stile CIA», racconta Parman. «Era il nostro modo di vivere».

Dopo la morte di Hubbard, nel1986, le sue direttive diventarono la bussola di orientamento. Ma "Partenze e permessi"presentava una contraddizione. Se lasciavi che la gente se ne andasse, come ordinava la direttiva, la sicurezza sarebbe stata in pericolo.

Ma se trattenevi le persone per accertarti che non rappresentassero un rischio per la sicurezza, allora potevano pensare di essere tenute prigioniere. Con l'avvento di Miscavige, dicono gli ex membri della Sea Org, la chiesa mise più enfasi sull'aspetto sicurezza. Lasciarla diventò più difficile.

Se degli staff come Parman e la Wolff insistevano per andarsene allora dovevano sottoporsi al "route out" della Sea Org, un protocollo che poteva durare anche mesi e implicava un regime quotidiano fatto di lavoro manuale e di "verifiche di sicurezza" - cioè delle confessioni atte a far emergere tutti i pensieri più intimi e a indagare sui motivi per cui il soggetto voleva andarsene.

In alternativa, gli staff potevano "fare blow", cioè fuggire via di nascosto; era la cosa più veloce, ma faceva scattare la pratica della "disconnessione" della chiesa. Se il fuggitivo non seguiva la corretta procedura di uscita sarebbe stato etichettato "soppressivo" e avrebbe perso familiari e amici membri della chiesa. Parman e la Wolff dovevano prendere una decisione.


Il capo della sicurezza

Un ulteriore ostacolo era rappresentato dalle condizioni in cui i due vivevano. Dividevano infatti con Gary Morehead e sua moglie una casetta di proprietà della chiesa. Morehead, che è stato a capo della sicurezza dal 1990 al 1997, dirigeva la squadra che avrebbe dovuto dar loro la caccia.

Morehead racconta che lui e Rathbun avevano lavorato insieme per sviluppare un "programma blow", un piano che la chiesa seguiva in caso di partenze non autorizzate, il che succedeva circa una volta al mese. Il programma aiutava a fare previsioni sulla destinazione dei fuggiaschi, a trovarli e a riportarli indietro prima che spifferassero dei segreti ai media o agli avvocati degli oppositori.

«Avevo l'ordine di scovarli, ricevevo pressioni in quel senso», racconta Morehead riferendosi ai suoi superiori. «E se non riuscivo a trovarli erano guai». Gli staff venivano mandati a pattugliare aeroporti e stazioni degli autobus; telefonavano a tutti gli hotel sulle probabili vie di fuga; chiamavano le linee aeree fingendosi il fuggiasco che voleva informazioni sulla prenotazione; telefonavano ai parenti.

L'intensità della caccia era commisurata soprattutto alla quantità di informazioni in possesso del fuggiasco, racconta Rathbun - uno dei luogotenenti di vertice di Miscavige. Rathbun supervisionava e partecipava alle missioni di recupero degli staff fuggitivi.

«Dipendeva dalla gerarchia, da quanto eri vicino a Miscavige, da quanto sapevi di lui e da quanto dannoso poteva essere ciò che sapevi» dice Rathbun, aggiungendo che il leader cominciava tutte le sue giornate chiedendo se durante la notte fossero insorti dei problemi e se nessuno era scappato. «Dovevo riferire e farmene carico».

Morehead, che riferiva a Rathbun, ha descritto i fuggitivi come dei "cannoni caricati a conoscenza". Bisognava riportarli alla base, sotto controllo, prima che facessero danni. «Potevo dare ordini a tutti gli staff necessari», dice Rathbun. «Potevo mettere in strada dieci tizi alla volta. È veramente stupefacente come di solito riuscissimo a riacciuffare i fuggiaschi prima ancora che arrivassero a destinazione». E se non ci riuscivano, aggiunge, insistevano, «per settimane, se necessario».

Morehead ha ricordato la notte del 1990 quando il membro della Sea Org Julie Caetano saltò sul furgone degli addetti esterni all'irrigazione, mise in moto e fuggì, con tre veicoli di Scientology alle calcagna. L'uomo racconta che inseguirono la donna per tre ore, superando i 150 all'ora lungo le strade delle contee di Riverside e San Bernardino fino a quando il furgone non riuscì a seminarli. Il giorno dopo la squadra rintracciò la Caetano e lei accettò di tornare. La chiesa non ha risposto alle nostre domande sull'episodio.

Mike Rinder, l'ex capo dell'intelligence della chiesa, ha detto che a volte il dipartimento rintracciava i fuggiaschi penetrando nei loro conti bancari o delle carte di credito. I numeri dei conti provenivano da Morehead, i cui agenti aprivano tutta la corrispondenza della base e si segnavano ogni informazione finanziaria. Ai membri della Sea Org veniva detto che l'apertura era necessaria per motivi di sicurezza, ma non sapevano che venivano raccolte informazioni di carattere finanziario. «Salvo gli executive di rango altissimo, non c'era persona alla base di cui non conoscessi numero del conto bancario, numero della carta di credito, numero della sicurezza sociale e data di nascita, numeri di telefono, qualsiasi cosa», dice.

Usavano anche i "fascicoli di etica" contenenti trasgressioni e confessioni dei membri del personale, oltre alla "life history" che i membri della Sea Org compilavano alla base, e in cui erano elencati tutti i lavori precedentemente svolti, tutti gli amici, tutti i rapporti sessuali avuti. Una volta rintracciato il fuggiasco, la squadra di recupero a volte usava qualche persona influente della sua vita privata per farlo tornare. Dicevano al fuggiasco che sarebbe stato "disconnesso" da familiari e amici, che il mondo esterno con tutta quella droga, i crimini e la pazzia, non era un posto piacevole. E poi il fattore decisivo: avrebbero perso l'eternità.

Scientology insegna che siamo esseri spirituali che trascendono la vita terrena e prendono possesso di una infinita successione di corpi. Solo la Chiesa di Scientology può rendere consapevoli di questo passaggio e aiutare a superarlo con successo. E questo era uno degli argomenti fondamentali quando riuscivano a localizzare il bersaglio: vai via e rischierai di perdere tutto ciò per cui hai lavorato - la tua eternità.

«Com'è che controlli qualcuno? Lo minacci su ciò che ha di più caro», dice Rinder. «Quella è la minaccia, se te ne vai. E quella è la prigione mentale in cui vieni rinchiuso».

La chiesa sostiene che Morehead e la sua squadra agivano «perché preoccupati per il benessere del membro dello staff che se ne era andato». In "Blown Offs", un bollettino pubblicato da Hubbard il 31dicembre 1959, il fondatore dice che chi se ne vuole andare lo fa solo perché ha compiuto qualche azione per danneggiare la chiesa, non ha rivelato il suo peccato ed è turbato. La sola cosa responsabile da fare è aiutarlo a ripulirsi.

Morehead sostiene che era proprio quella convinzione a spingerlo a riportare indietro i fuggiaschi. «Nel mio stato mentale la sicurezza era un fattore secondario», racconta. «Ma con il passare del tempo scopri che lo sforzo (primario) era dettato da motivi di sicurezza. Non ce ne fregava un c... della persona».


Cominciare una nuova vita

Parman e la Wolff avevano già superato la trentina e volevano rifarsi una vita subito, senza aspettare che la chiesa decidesse quando fossero stati pronti per andarsene. Un mese dopo il matrimonio Cruise-Kidman cominciarono a progettare il loro "blow" e scelsero di scappare alle prime luci della domenica mattina, quando lo staff gode di un po' di tempo libero. Sarebbe trascorsa qualche ora prima del primo appello della giornata.

Sapevano che, viste le loro mansioni, la chiesa li avrebbe rincorsi. Entrambi avevano lavorato per Miscavige, e Parman aveva trascorso molto tempo con Hubbard e con le celebrità della chiesa. Attesero che Morehead e la moglie si addormentassero, presero i loro pochi effetti personali e fuggirono via in auto. Dopo circa un'ora si fermarono a un'area di sosta per mangiare qualcosa e rilassarsi un attimo. Andarono poi dai genitori di Parman a Los Angeles, si fecero prestare 2000 dollari e presero la strada costiera verso nord. Un paio di giorni dopo, al Lago Tahoe, Parman vinse qualche centinaio di dollari alle scommesse e li perse subito, mentre la Wolff andò a fare compere. Pensava che per trovare un lavoro nel mondo non-scientologist avrebbero avuto bisogno di qualche vestito nuovo. «Entravamo nelle camere d'albergo e dicevamo "Guarda, una TV! Adesso possiamo guardare la TV!"», racconta. «Era un po' come un'avventura».

Telefonarono ai genitori e vennero a sapere che la chiesa li aveva cercati. Avevano chiamato anche le sorelle della Wolff, ma nessuno aveva detto dove si trovassero. Proseguirono per Carson City e si trasferirono a casa del cugino del patrigno della Wolff. L'uomo aveva un negozio di mobili e li assunse. La Wolff si occupava di vendite mentre il marito, lo chef, spostava mobili e caricava i camion.

«Era bello» racconta Parman. «Avevamo una qualche speranza di vita». Pensavano di essere sfuggiti alla "graticola", racconta la donna, «eravamo convinti che lì a casa del cugino del mio patrigno non ci avrebbero mai trovati».


Caccia aperta

Morehead racconta che la chiesa assunse degli investigatori privati per pedinare i parenti della coppia. «Stavano seduti lì per ore ed ore poi seguivano i familiari, ignari di avere alle calcagna degli investigatori». La sorveglianza dette i suoi frutti diversi giorni dopo e fu possibile localizzare la coppia. Alla base Morehead e i suoi non persero tempo. Quanto più i fuggiaschi restavano fuori tanto più le possibilità di portarli indietro diminuivano. Le famiglie avevano il modo di convincerli a tornare, aggiunge. Prenotarono il primo aereo in partenza dall'Ontario International Airport, avevano solo mezz'ora per raggiungerlo. «Fu la corsa in macchina più pazzesca della mia vita» ricorda oggi Morehead, che aveva a disposizione 3000 dollari per le spese. «Ma dovevamo arrivare in tempo - la compulsione era radicata fino a quel punto».

E arrivarono a Carson City.


Scoperti

Qualcuno bussò alla porta di primo mattino. Parman guardò fuori. «Ci scambiammo un'occhiata del tipo "Oh mio Dio! E adesso che facciamo?"», ricorda la Wolff. «Tremavo, ero nervosissima. Era come... "che cosa dobbiamo dire?"».

Non pensarono di non aprire la porta o di dire al gruppo di andarsene. Parman e la Wolff erano così sgomenti che reagirono con condiscendenza. Invitarono il gruppo a entrare. L'entourage di Scientology comprendeva Morehead, due agenti della sicurezza della base e due investigatori privati. La squadra consegnò i messaggi, detti "Fattori di Realtà", dei supervisori che avevano esaminato le cartelle di auditing dei fuggiaschi. I due dovevano seguirli in albergo, sottoporsi a verifiche di sicurezza e prendere in considerazione l'idea di uscire secondo le regole. All'hotel erano in attesa due auditor, uno per uno. Il loro desiderio era aiutare. La coppia accettò. Parman fu colpito dal fatto che andarsene in altro modo gli sarebbe costato l'eternità. «È quella l'esca più grossa...», ricorda oggi. «È il tuo futuro per i prossimi millenni... spingono molto su questo».

Prima di andarsene la squadra di Scientology perquisì scatoloni, borse e vestiti della coppia; cercavano eventuali fotografie fatte al matrimonio Cruise-Kidman, ma non trovarono nulla.


Il ritorno all'ovile

La Chiesa di Scientology descrive l'auditing come una forma di assistenza spirituale. L'auditor che conduce la seduta fa una serie di domande preordinate intese a localizzare immagini mentali dolorose del passato del soggetto, immagini che potrebbero limitare il suo potenziale. Il soggetto regge due cilindri metallici collegati a un "e-meter", un apparecchio che, si dice, rivelerebbe la corrente elettrica o "carica" associata agli episodi perturbanti. Esistono poi le "verifiche di sicurezza", un tipo di auditing studiato per scoprire se il soggetto ha fatto qualcosa per danneggiare il gruppo.

Una volta di nuovo alla base i due fuggiaschi Parman e Wolff si videro apporre l'etichetta di "particelle della sicurezza" e furono tenuti separati dagli altri staff in modo che non potessero contagiarli con la voglia di andarsene. Vissero per diverso tempo alla Old Gilman House, oltre la palude. A Clearwater quelli come loro vengono confinati negli alloggi degli Hacienda Gardens su N. Saturn Avenue, a volte in unità fatiscenti note come "porcilaie".

La destinazione di parecchi fuggiaschi è un programma chiamato Rehabilitation Project Force durante il quale non possono parlare se non interpellati, vengono isolati dalla famiglia e sottoposti ogni giorno ad ore di "verifiche di sicurezza". La chiesa sostiene che l'RPF è un programma volontario che mette a disposizione del membro dello staff un ambiente isolato che incoraggia la riflessione. Combinando lavoro fisico e periodi di studio religioso, verifiche di sicurezza e assistenze, gli staff ribelli possono emendarsi.

Bruce Hines afferma che l'RPF è una forma di controllo mentale. Oggi 58enne, Hines insegna fisica all'University of Colorado di Denver. Ha lasciato Scientology 6 anni fa, dopo tre decenni. Stima di avere audito staff e seguaci per circa 15.000 ore, un terzo delle quali dedicate a "verifiche di sicurezza". «Fare un sec check a un fuggiasco era semplicemente sottoporlo a interrogatorio», dice l'uomo. L'auditor annotava le infrazioni scoperte durante il procedimento, infrazioni che venivano poi affisse in bacheca oppure annunciate durante gli appelli quotidiani. «Viene data ampia diffusione a tutto ciò che riesci a scoprire. Più si tratta di succulenti schifezze, meglio è. È la dimostrazione che stai facendo bene il tuo lavoro di verificatore», aggiunge Hines. «Se la persona ha fatto blow bisogna farla passare dallo stato mentale di "Non voglio stare qui, Lasciatemi in pace. Mi state trattenendo contro la mia volontà..." a quello di "... ho danneggiato l'organizzazione. Devo fare ammenda. Per piacere fatemi restare"». Per uscire dal RPF, spiega l'uomo, lo staff deve identificare il perché quella persona È distruttiva. «Lo scopo non è scoprire le azioni dannose commesse, ma la cattiveria interiore che ti ha spinto a fare quelle cose. Ci si basa sull'assunto che sei lì perché dentro di te c'è il male. E devi sradicare quel male».

Davis, il portavoce della chiesa, dice che descrivere in quel modo i confessional è «estremamente offensivo». «Dare all'individuo l'opportunità di scaricare il peso delle proprie trasgressioni è antico quanto la religione stessa»,aggiunge.

Alla fine del 1994 un VIP uscì spiritualmente malconcio da una seduta di auditing. Hines sostiene che Miscavige lo incolpò di quel pasticcio e così si ritrovò sul RPF, dove trascorse sei dei suoi ultimi otto anni in Scientology: seduto dall'altra parte del tavolo di auditing oppure al lavoro con la squadra addetta alla pulizia dei terreni, al restauro delle vecchie case mobili e alla costruzione di capanni. Per uscire dal RPF la "particella della sicurezza" deve dimostrare che le sue intenzioni malvagie sono state estirpate. Deve dimostrare una volontà nuova, un senso di responsabilità più profondo. I membri della Sea Org lo chiamano "risorsa di autogenerazione". Hines lo chiamava "obbedienza totale".


Il momento delle decisioni

All'hotel di Carson City Parman e la Wolff furono auditi e "verificati" ogni giorno per oltre una settimana. Nei momenti liberi guardavano la TV o giocavano a carte. Dopo una decina di giorni la squadra di recupero disse loro che dovevano prendere una decisione. Tornare alla base, in questo modo avrebbero preservato l'eternità e i rapporti familiari. Oppure volevano davvero andarsene? Bene, ma avrebbero dovuto farlo secondo le regole. «Io e Sinar ci pensammo su e decidemmo di tornare alla base», racconta la Wolff. «Non facemmo nemmeno in tempo a comunicarlo che eravamo già su un aereo». A quel punto la chiesa si era sobbarcata i costi dei biglietti, dell'albergo e dei pasti di nove persone, di investigatori privati che a turno coprivano le 24 ore e altre spese. «Per quei due furono spesi un sacco di soldi» ricorda Morehead. «Veramente un sacco di soldi».


L'ammorbidimento

Prima di salire sull'aereo per la California meridionale la Wolff aveva chiamato sua madre per dirle che era ancora intenzionata a lasciare la Sea Org. Ma aveva anche intenzione di farlo secondo le regole della chiesa perché forse, un giorno, avrebbe desiderato tornare una scientologist attiva e voleva mantenersi in "buone condizioni". La donna era entrata nella chiesa 11 anni prima, quando ne aveva 25, spinta da un'amica. Ricordava ancora una visione avuta da ragazzina nell'osservare un cespuglio di rose sul vialetto di casa. «Sapevo di avere vissuto altre vite e sapevo che sarei vissuta di nuovo, ma non sapevo come fare. Avevo questa voglia di ricerca, che cosa facciamo qui, su questo pianeta?»

L'auditing di Scientology le aveva fatto riaffiorare il ricordo preciso di come era morta in una delle sue vite precedenti: una donna aveva sterzato bruscamente per evitare un'auto, la sua macchina era finita contro un generatore e lei era morta fulminata. «Quella donna ero io», racconta la Wolff. Quell'esperienza le era tornata in mente quando Morehead e la sua squadra le avevano detto che rinunciare alla sua eternità spirituale sarebbe stato un grosso errore.

Una volta di nuovo alla base, la coppia fu mandata a vivere alla Old Gilman House. Le giornate trascorrevano sui libri di Scientology o riabilitandosi con il lavoro nella vecchia serra. Se avessero infranto le regole, se si fossero confidati frustrazioni o desideri di fuga alla fine sarebbe emerso tutto nelle verifiche di sicurezza quotidiane. In un mondo di confessione costante, nessun pensiero era al sicuro nemmeno dentro la propria mente. Dopo sei mesi la Wolff si ammorbidì. «Cominci a sentirti meglio con te stessa, a provare rimorso per ciò che hai fatto. È come se avessi tradito il tuo gruppo, come potresti mai farlo?»

Un giorno Paul Kellerhaus, un agente della sicurezza della base, si sedette con lei a tavolino e le chiese di prendere una decisione. Le disse che Parman voleva restare nella chiesa. Lei era sicura di voler divorziare? «Forse fino all'ultimo momento volevo ancora andarmene» ricorda la Wolff. «Ero determinata. Non avrei cambiato idea. E poi non so, ebbi come la sensazione di "potrebbe veramente succedere, e andarsene sarebbe davvero brutto"». Scoppiò e piangere e poi disse «Ok, resto». Oggi racconta che Kellerhaus riferì la sua decisione a Parman e la usò per influenzarlo. Alla fine anche lui decise di restare.


L'uscita definitiva

Nel luglio del 1991 Parman e la Wolff ripresero il lavoro regolare alla base: lui come elettricista e lei come giardiniere. Dieci mesi dopo, per la seconda volta, decisero di cambiare vita. Non si preoccuparono nemmeno di far perdere le tracce: di buon mattino caricarono l'auto e partirono per Los Angeles. Parman portò la moglie a Disneyland per il compleanno e si trovò un lavoro da commesso nella boutique di un albergo di Hollywood. La Wolff aiutò i suoceri a ridipingere la casa e a prendersi cura delle incombenze quotidiane. Ben presto alla loro porta bussò un "supervisore del caso" per informarli che c'erano due auditor in attesa. I due accettarono di fare la procedura di uscita, ma disse che questa volta non sarebbero tornati alla base. La chiesa organizzò un programma di auditing, verifiche di sicurezza e corsi alla sua sede di Los Angeles. Alla sera tornavano a casa dei genitori di Parman.

Quella routine proseguì a cadenza quotidiana per otto mesi, dal maggio del 1992 al gennaio del 1993. «Voglio andarmene», pensava la Wolff, «Non cambierò idea». Fino a quando non trovò un lavoro che le piaceva nel dipartimento tesoreria della chiesa, «e finii per cambiare idea». Su pressioni della chiesa, la donna convinse anche il marito a restare. Parman intanto era tornato nelle grazie del gruppo e lavorava di nuovo come chef.

Poi la Wolff cambiò lavoro e cominciò a fare ricerche per i video mostrati durante i frequenti event della chiesa. Partecipò anche ad alcuni di essi - cose spettacolari con discorsi ottimistici sul brillante futuro di Scientology. I parrocchiani applaudivano e la cosa rinnovò la sua fede. Frattanto i due si stavano allontanando come coppia, e nel 1998 divorziarono.

La Wolff fuggì una terza volta nel 1999. La trovarono a casa di sua sorella e ancora una volta tornò indietro con l'intenzione di fare la procedura di uscita. Di nuovo alla base, la donna venne mandata a vivere in una roulotte vicino alla Old Gilman House. Divideva lo spazio con una compagna che era lì già da un anno. Cucinavano su una piastra elettrica e la permanenza della Wolff durò oltre sei mesi. Ricorda il capodanno del 1999, il saluto al nuovo millennio vicino alla palude. Parman, intanto, era diventato il cuoco personale di Miscavige e viaggiava spesso con il leader, che ci teneva a restare in forma. «Gli preparavo cinque diversi pasti al giorno e dovevano avere tutti una precisa percentuale di calorie, del tipo tante calorie per le proteine, tante per i carboidrati, tante per i grassi. E tutto doveva anche avere un buon sapore».

Nel 2001, durante ilfallout del misterioso decesso di Lisa McPherson, Parman accompagnò Miscavige nella sua prolungata visita a Clearwater. Fu lì, durante una seduta di auditing, che l'uomo si rese conto che i conti delle promesse di libertà spirituale della chiesa non tornavano. Un alto funzionario del Religious Technology Center, il braccio della chiesa che conosce Scientology da cima a fondo, lo aveva messo all'e-meter per scoprire che cosa ne pensasse dell'assistenza Scientology. Parman era furioso, cosa che il meter avrebbe dovuto rilevare: ma non fu così. Il funzionario guardò il suo e-meter e decise che per Parman tutto andava a meraviglia. A quel punto l'uomo si chiese: come può essere? Il giorno dopo, tra il pranzo e la cena di Miscavige, andò in città e per 1800 dollari si comprò una Honda Civic usata, poi partì. Diverse settimane dopo, di nuovo a casa dei suoi a Los Angeles, si accorse di essere seguito. Poco dopo i rappresentanti della chiesa lo avvicinarono per convincerlo a tornare. Gli dissero che c'era un auditor in attesa. Ma Parman rispose che voleva solo essere lasciato in pace. Nel 2001 firmò dei documenti in cui si impegnava a tacere sulle sue esperienze nella chiesa. Era ufficialmente fuori.

Quello stesso anno la sua ex moglie andò a lavorare sulle linee di montaggio e riparazione degli e-meter, divenendone ben presto il supervisore. Il suo personale fu dimezzato, ma lei doveva mantenere gli stessi ritmi di produzione. Racconta che spesso lavorava dalle 8,30 del mattino alle 2, 3, 4 di notte. Per la quarta volta nei suoi 24 anni di carriera Scientology la Wolff chiese di fare la procedura di uscita. La chiesa la mandò a vivere in un ranch isolato chiamato Happy Valley, dove le verifiche di sicurezza durarono per quasi quattro mesi. «Se avessi avuto il coraggio necessario sarei semplicemente scappata», dice oggi. «Ma ero terrorizzata». Confessava tutto ciò che le passava per la mente, ma l'e-meter continuava a segnalare che stava trattenendo qualcosa. «Fu veramente un incubo». Poi un giorno finalmente le dissero: «Hai finito».

La Wolff firmò una dichiarazione, datata 12 gennaio 2004, in cui si assumeva la responsabilità di tutto, la chiesa non aveva colpe. «So che quanto ho fatto violava la politica della chiesa e ha provocato dei danni» si legge nel documento. «Non incolpo nessuno se non me stessa». Prese i 500 dollari di liquidazione e andò a casa della sorella a Orange County, California.

Detta Groff, sua madre, racconta che la famiglia tratteneva il respiro temendo che tornasse sui suoi passi. Dice che la figlia ne aveva combinate troppe. «Ma era alla ricerca di qualcosa» aggiunge. «Averla di nuovo con noi fu un gran sollievo».

Alla richiesta di un commento sulla partenza della coppia, la chiesa ha detto che la Wolff e Parman continuavano a tornare nella Sea Org perché erano loro a volerlo. Ha riferito che la Wolff aveva combinato dei pasticci sul lavoro ed era stata licenziata. Parman invece esagera la sua importanza parlando di personaggi famosi per cui avrebbe cucinato.

Parman e la Wolff sostengono di avere firmato quei documenti di confessione delle loro colpe solo per essere lasciati in pace. Non sarebbero tornati ogni volta in Sea Org senza il ripetuto e non richiesto intervento della chiesa.

«Fanno sembrare come se non ci fossero mai state pressioni da parte loro», dice la Wolff. «Ma non raccontano la verità di quanto accaduto».

Parman sottolinea che alla prima fuga lui e l'ex moglie erano entusiasti all'idea di farsi una nuova vita. Avevano anche trovato un lavoro. «Dire che siamo tornati di nostra volontà... perché allora avevamo addirittura cambiato stato? Perché eravamo andati così lontani, perché avevamo voluto scomparire?»



Dopo Scientology "Voglio solo pensare alla mia vita"

© Di Joe Childs e Thomas C. Tobin, tratto da St. Petersburg Times, 1 novembre 2009.

Sedici anni dopo, Betsy Perkins ancora piange nel ricordare il giorno in cui fuggì da Scientology.

«Pensavo di stare rinunciando al mio biglietto per l'eternità», ricorda. Ora a 56 anni lavora come grafica a Dallas, e dice che ha deciso di parlare pubblicamente per offrire il suo «racconto di prima mano di vita vissuta».

La donna ha trascorso 17 anni nella Sea Org - la forza lavoro di Scientology - spinta dal mantra della chiesa secondo cui il futuro del pianeta è nelle mani degli scientologist. Racconta di una vita fatta di intense ripetizioni dei precetti di Scientology, di "etica" e di un impegno estenuante per i membri della Sea Org, chiamati costantemente a dimostrare la propria fedeltà alla chiesa. Se i superiori nutrivano dubbi sulle performance o i pensieri, gli affiliati venivano sottoposti a periodi di lavoro umiliante e di deprivazione del sonno.

Ma quando è in gioco la salvezza eterna, racconta la Perkins, arrivi a credere che ne valga la pena. Anche quando lei si rese conto di non poterne più e fuggì dalla Sea Org, era inquieta perché sapeva di aver fatto una cosa terribile. «Se fosse arrivato qualcuno a cercare di convincermi sarei tornata indietro. Lo avrei fatto volentieri», racconta. «Chiunque mi avrebbe potuto riportare dentro, con facilità... ero terrorizzata».

È nervosa mentre racconta la sua storia al telefono con il Times. «Sono seduta nel mio ufficio e sto tremando», dice.

La sua storia iniziò nel maggio 1977.

Betsy aveva 23 anni e lavorava come cameriera al Fort Harrison Hotel di Clearwater. Aveva abbandonato l'Università del Nuovo Messico per seguire nella chiesa un tizio inglese alto e biondo. Sposò Chris Byrne tre mesi dopo aver firmato il contratto da un miliardo di anni. Il 7 maggio la chiesa le disse che era malvagia.

Durante una "verifica di sicurezza" su questioni organizzative aveva risposto in modo sbagliato e la lancetta dell'e-meter del suo auditor aveva cominciato a muoversi in modo irregolare. Un "rock slam", segno che aveva delle intenzioni malvagie nascoste. I suoi superiori la mandarono sul Rehabilitation Project Force, un programma studiato per quei membri della Sea Org bisognosi di redimersi. Lei e i suoi compagni di squadra passavano cinque ore al giorno impegnati in verifiche di sicurezza e sedute di etica.

«Ti dicono che tutti i tuoi ideali, tutti i tuoi scopi, tutte le cose in cui credi sono in realtà guidati dalla tua malvagità, che sei così malvagia che devi essere allontanata da tuo marito, dal tuo gruppo, dalla tua organizzazione, da tutto». Le dissero che si trovava in una condizione etica inferiore. «Il solo modo per uscirne... è prendersi responsabilità dei propri crimini. All'epoca non sapevo quali fossero i miei crimini, salvo che in un qualche modo ero soppressiva dell'umanità».

Identificò le sue azioni malvagie, cose del tipo avere esagerato un traguardo o aver commesso una cattiva azione in una vita precedente. Durante l'assistenza imparò a «respingere le contro-intenzioni» e a liberarsi dal male. Dopo un anno e mezzo una commissione stabilì che il suo "rock slam" e quello di altri erano stati solo una lettura erronea dell'apparecchio. Tornò al suo lavoro di governante.

***

Sette anni più tardi la chiesa trasferì Betsy e Chris nella sua base di 500 acri a est di Los Angeles. Chris lavorava come agricoltore e Betsy faceva la supervisione di una classe di studio. Nel 1984 vennero sottoposti a verifica di sicurezza. Chris rivelò la sua disaffezione e Betsy confessò di averlo saputo - un "withhold", oltre che una violazione. Vennero spediti entrambi sul RPF. Amy Scobee, ex membro della Sea Org che all'epoca la controllava, ha raccontato che il primo anno lavorarono febbrilmente per restaurare una dimora signorile e approntarla per il ritorno, in una vita futura, di L. Ron Hubbard, il fondatore di Scientology.

Il programma di redenzione durò quattro anni; il matrimonio di Betsy Byrne non sopravvisse così a lungo.

La donna tornò al lavoro nell'unità marketing degli studi cinematografici della chiesa dove incontrò Shawn Morrison. I due si sposarono nel luglio del 1990.

A Natale di due anni dopo poterono godere di una breve vacanza e andarono a trovare la madre di lui a Burbank. La madre di Betsy, arrivata da Oakland, notò le profonde occhiaie della figlia. Dopo cena madre e figlia si stesero sul letto tenendosi la mano. «Mamma, presto potrei avere bisogno di te». «Va bene, fammi sapere. Per te ci sarò sempre».

***

Betsy Morrison ha segnato su un diario le ore di sonno dei tre mesi successivi. La media fu di tre ore a notte. Giornate di lavoro lunghissime, intimidazioni, minacce - alla fine chiesero pegno.

Per mantenere alta la produzione, i supervisori ricorrevano alle "verifiche di sicurezza" per accertarsi che gli staff fossero allineati alla missione del gruppo. Betsy ha calcolato che in 17 anni di Scientology è stata costretta a scrivere confessioni almeno 100 volte, e a promettere di correggere il suo comportamento non conforme. «È come riformattare un computer, cancelli il disco fisso e riparti», commenta. «Riformatti la mente dell'altro nel modo di pensare corretto».

Il procedimento enfatizza come sia necessario mettere il gruppo al primo posto, prima di se stessi, prima del matrimonio, spiega. «A questo aggiungi una deprivazione del sonno preesistente... Il tuo modo di pensare viene falsato, sei completamente spezzato, pensi di meritarti quello che ti succede, allora accetti di farti rinchiudere e di fare tutto il necessario per farti riaccettare nella squadra».

***

29 marzo 1993. Betsy non si svegliò in tempo e perse l'autobus che la portava al lavoro. Andò a cercare le guardie che di solito stavano all'ingresso del suo condominio, ma non c'era nessuno. Contò quanto aveva in tasca: 200 dollari. Preparò i suoi pochi bagagli e andò via. Al primo telefono pubblico chiamò un taxi e si fece accompagnare all'Ontario Airport, dove acquistò un biglietto per San Francisco. La madre era elettrizzata, lei angosciata. Ma aveva bisogno di dormire.

Temeva che andandosene avrebbe gettato alle ortiche l'esistenza eterna e abbandonato la missione della chiesa di "liberare il pianeta". Si stava lasciando dietro anche il marito. Ma aveva bisogno di dormire.

«Quello fu l'unico motivo per cui me ne andai. Stavo impazzendo. Fisicamente non potevo reggere ancora a lungo». La madre, Betty Jane Wilhoit, andò a prenderla a San Francisco e l'accompagnò a casa di un'amica. Nel giro di qualche giorno Betsy prese un aereo per Dallas, sarebbe stata con il padre.

Dopo qualche settimana si trovò un lavoro nel campo dell'informatica. In California intanto la madre cercava assistenza. Il 15 aprile Betsy riprese l'aereo, questa volta per Oakland. In attesa all'aeroporto, la Sig.ra Wilhoit vide due uomini avvicinarsi all'addetto allo sbarco e li sentì chiedere se Betsy era su quel volo. La donna si precipitò dentro l'aereo e fermò la figlia. «Stai qui, non ti muovere. Sono fuori che ti aspettano».

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Attesero che l'aereo si svuotasse e quando arrivò il capitano la Sig.ra Whilhoit gli disse dei due uomini allo sbarco, e che sua figlia stava fuggendo dalla chiesa. Gli addetti alla sicurezza dell'aeroporto le fecero uscire dal portellone posteriore e le accompagnarono alla loro macchina.

***

Nel rispondere alle domande scritte del Times, la chiesa ha inviato la copia di una lettera che Betsy scrisse al capo della sicurezza Gary Morehead cinque giorni dopo lo sbarco a Oakland. La chiesa fa notare che non si fa alcun accenno ai due uomini all'aeroporto. «Quell'episodio non è mai accaduto».

Nella lettera Betsy scrisse: «Non ho intenzione di provocare disturbo a Scientology. Se voi mi lasciate in pace, io lascerò in pace voi». La chiesa sostiene di «avere onorato la richiesta».


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