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Programma di purificazione: gli Stati Uniti pagano un "esperimento" Scientology sulla malattia dei veterani

Grazie al denaro dei contribuenti, una squadra di ricerca sta testando le controverse teorie di Hubbard su veterani affetti dalla Sindrome della Guerra del Golfo. © Brandy Zadrozny, Thedailybeast.com, 12 agosto 2015

© Traduzione di Simonetta Po, marzo 2018

 

L'autrice: Brandy Zadrozny è ricercatrice e reporter de The Daily Beast e si occupa di questioni sociali, scientifiche e criminologiche. In precedenza ha lavorato come bibliotecaria alle notizie per ABC News e Fox News.


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Un uomo grande e grosso è seduto in una minuscola sauna nel sotterraneo di un palazzo della zona industriale di Annapolis, Maryland e da quasi quattro ore sta sudando in sauna.

Il Partecipante N. 29 è un veterano della prima Guerra del Golfo ed è uno dei soggetti selezionati per uno studio finanziato dal governo teso a trattare la nebulosa gamma di sintomi noti come Sindrome della Guerra del Golfo. Calzoncini corti e un largo sorriso, si passa sul corpo una salvietta poi mi fa un cenno attraverso la porta a vetri: «Dai, entra anche tu!»

«Avrei dovuto terminare oggi», dice alla Dott.sa Crystal Grant, l'affabile coordinatrice del progetto. «Ma dalle gambe mi usciva ancora della schifezza, della roba nerastra. Perciò continuerò ancora per un paio di giorni per vedere se riesco a ripulire tutto.»

La stanza accanto a dove il Partecipante N. 29 sta sudando è piena zeppa di attrezzatura da palestra, un paio di cyclette e dei tapis roulant su cui i veterani iniziano correndo la loro seduta quotidiana. Secondo l'ipotesi del progetto, l'attività sportiva cardio mobiliterà le "tossine" depositate da oltre un quarto di secolo nei tessuti adiposi dei veterani, che potranno poi essere sudate via in sauna. Questa teoria sulle tossine e su come liberarsene è nota come "metodo Hubbard". Fu inventata da L. Ron Hubbard, fondatore della Chiesa di Scientology.

Tutto lo spazio di Annapolis è pieno di cimeli — foto, targhe e lettere — delle squadre di primo soccorso e bonifica dopo l'attacco al World Trade Center del 2001. Fotografie incorniciate di Vigili del Fuoco ripresi in mezzo alle macerie mentre sventolano le salviette sporche dopo aver seguito il trattamento presso il centro fatto costruire da Tom Cruise in centro a Manhattan per curare gratuitamente quei primi soccorritori ammalati.

«Vede il colore?», mi dice la Grant indicando una salvietta grigiastra appesa al muro — un reperto che, secondo lei, dimostra l'efficacia del programma per ripulire l'organismo da sudicie tossine.

La Grant scorre un album pieno di immagini di asciugamani simili. Ognuna riporta un numero identificativo. «Queste sono dei veterani della Guerra del Golfo. Vede queste macchie? Rosa, azzurre, rosse, arancioni, e questa ha degli aloni giallastri. Il colore è bellissimo, ma fa male all'organismo.»

Le salviette colorate sono solo uno dei tanti aspetti interessanti, ma controversi, di questo studio a cui nel 2009 il Dipartimento della Difesa concesse finanziamenti per 633.677 dollari. Il progetto ha subito importanti ritardi, ma ora finalmente è in dirittura di arrivo — i ricercatori dicono che i risultati arriveranno il prossimo anno, mentre la Grant riferisce che il 90% dei veterani della Guerra del Golfo sostengono di stare meglio in salute. Secondo i critici, però, gli ex militari stanno semplicemente raccogliendo i frutti della cara, vecchia ginnastica e della sudorazione; inoltre, gli scientologist starebbero progettando di usare dei risultati distorti per legittimare le ciarlatanerie di Hubbard — se non addirittura spingere per un Premio Nobel.

Presi nel mezzo ci sono i veterani e i loro rappresentanti, che si stanno facendo una domanda semplice che li lascia confusi: se un'idea riesce ad alleviare la sofferenza, ha importanza da dove viene un'idea?

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Hubbard mise a punto il suo Rundown di Purificazione — anche noto come Purif o semplicemente il Rundown — alla fine degli anni 1970 e, successivamente, nel libro Mente sana in corpo sano. Era convinto che con una speciale miscela di sauna per sudare, esercizio aerobico e niacina (cioè Vitamina 3), il Purif avrebbe permesso agli esseri umani di proseguire il loro cammino sul "Ponte", verso un livello superiore di esistenza — ma avrebbe anche ripulito l'organismo dai residui di LSD, avrebbe aumentato il quoziente intellettivo e dato ai propri seguaci l'unica speranza di sopravvivere alla Terza Guerra Mondiale. Come ipotizzò in una nota del 1980, il trattamento creava la «interessante possibilità che solo gli scientologist avranno avuto i guadagni spirituali necessari per permettere loro di funzionare in aree colpite da pesante fallout atomico.»

E' difficile ignorare la popolarità del Purif. Oltre agli scientologist, per i quali il Rundown di Purificazione è parte della pratica religiosa, la chiesa sostiene che negli ultimi 30 anni il programma ha aiutato «centinaia di migliaia» di altre persone. Anche se queste cifre fossero gonfiate — come dicono spesso i critici — Narconon, il programma disintossicante legato a Scientology che utilizza il metodo disintossicante Hubbard, vanta un centinaio di centri in oltre 30 paesi. Il Heroes Health Fund, creato dalla International Academy of Detoxification Specialists (gruppo fondato nel 1994 per promuovere la teoria hubbardiana) e rappresentato dall'ambasciatore della chiesa John Travolta, ha ampliato il suo raggio d'azione passando dai primi soccorritori del 11/9 ai poliziotti dello Utah, dai Vigili del Fuoco di Baltimora e della Florida ai bonificatori della Lusiana, fino agli attuali veterani della Guerra del Golfo.

Al cuore di tutte queste diverse manifestazioni del Purif c'è la credenza che le "tossine" — che possono essere qualsiasi cosa, dal già citato LSD ai vapori di metanfetamina o le armi biochimiche — non solo rallentino il corpo, ma appesantiscano l'anima.

«L'idea di base — ed è una sciocchezza — è che le droghe e le tossine ostacolino il sollievo che si ha con l'auditing», ci dice Chris Shelton, un ex scientologist che ha lasciato la chiesa nel 2013, dopo 25 anni di appartenenza. L'auditing è la forma di assistenza psicologica di Scientology e consiste nel riportare alla memoria cose dell'infanzia e delle vite precedenti, «fino a milioni e miliardi di anni fa», continua.

Sui forum di recensioni — come Yelp per i servizi di Scientology — i praticanti riferiscono che dopo il Rundown hanno visto migliorare la loro memoria, hanno aumentato l'autostima e sperimentato un generale miglioramento di umore. Ma Shelton, che ha letto quei racconti personali, dice che sono parte integrante del programma [il cliente è obbligato a scriverli - NdT] e li ritiene «una chiara illusione».

«Alcuni riferiscono effetti come "oh, mi sentivo un po' intontito e dev'essere stata l'anestesia che mi hanno fatto a 5 anni per un'operazione", ma spesso e volentieri parlano del nulla», spiega. «La gente sperimenta qualcosa in sauna [come sentirsi stanco o febbricitante] e lo attribuisce erroneamente a ciò che gli hanno detto che deve essere [per es. che stanno espellendo tossine col sudore].»

Prima di andare in stampa abbiamo chiesto diverse volte alla Chiesa di Scientology dei commenti per questo articolo, ma non ci hanno risposto.

Nei centri di reclutamento reali e online gli scientologist somministrano ai neofiti un test intitolato "Quanto sei intossicato?" che fa domande come: «Di tanto in tanto ti senti affaticato o privo di energie senza che ci sia un motivo apparente?» e «Soffri di mal di testa o di altri dolori cronici e inspiegabili?» Quando ho fatto il test online della chiesa, ho ricevuto un responso di grado di tossicità "moderato" — nonostante sia una trentenne sana, felice, che non assume farmaci salvo la mia dose quotidiana di vitamine. Ma i risultati raccontavano un'altra storia: potrei avere accumulato una quantità considerevole di tossine che mi fanno sentire intontita, spenta o "rigida".

Fortunatamente il sito mi ha rassicurata: «Il Programma di Purificazione può aiutarti a eliminare i fattori biochimici che inibiscono la tua libertà spirituale.»

A conti fatti dolori inspiegabili, sofferenza generalizzata e affaticamento — assieme a mal di testa, dolori muscolo-articolari, difficoltà respiratorie, perdita di memoria e problemi digestivi — rientrano nella gamma dei sintomi che costituiscono la condizione comunemente nota come Sindrome della Guerra del Golfo.

Fin dal 1994, tre anni dopo la fine della guerra, il governo federale — Ufficio dei Reduci, Dipartimento della Difesa, Servizi alla Salute e Sociali — ha speso milioni di dollari per cercare di meglio comprendere e di curare la malattia misteriosa che affligge circa il 30% dei 700.000 uomini e donne in servizio durante Desert Shield e Desert Storm.

Nei primi due anni i milioni di dollari sono andati per finanziare studi che si concentravano sullo stress, attribuendo i sintomi al disordine da stress post-traumatico. Ma nel 1997 era già iniziata la ricerca per riconoscere ciò che i veterani e i loro rappresentanti dicevano da sempre: che i loro problemi di salute dipendevano dagli effetti a lungo termine dell'esposizione ad agenti chimici accaduti in circostanze che il Dipartimento della Difesa e la CIA avevano o negato, o minimizzato.

Tuttavia, riconoscere che 200.000 veterani erano affetti da veri disturbi fisici non chiariva ancora le loro cause. In base anche a ricerche recentissime, le cause della Sindrome della Guerra Golfo possono essere tanto numerose e complesse quanto lo sono i suoi sintomi. Come possibili spiegazioni sono stati tirati in causa demolizione di armamenti, incendio e fumo dei pozzi di petrolio in Kuwait, pillole di bromuro di piridostigmina (PB) assunta dai militari contro i gas nervini, l'uso di pesticidi durante gli spiegamenti, e fattori genetici.

Vent'anni e un miliardo di dollari dopo, ancora non è stata trovata una causa definitiva e una cura adeguata.

Intanto ad Annapolis il Partecipante N. 29 e altri veterani come lui sperano che i soldi del Dipartimento della Difesa e i metodi di Scientology possano finalmente fornir loro una cura.

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Non deve stupire che alcuni veterani del Golfo si rivolgano a cure più anticonvenzionali, visto che la scienza propone loro solo un armadietto pieno di medicine. E in anni recenti poche terapie sono state fortemente contestate come quella che sta venendo testata ad Annapolis.

A New York City, il programma che usa il metodo Purif istituito da Tom Cruise per i primi soccorritori dell'11/9 sollevò preoccupazioni nei funzionari dei Vigili del Fuoco, timorosi che quegli operatori abbandonassero le cure prescritte e ignorassero i consigli dei medici che li sconsigliavano di iscriversi al programma. (Anche ai partecipanti allo studio sui veterani del Golfo è stato richiesto di abbandonare la maggioranza dei farmaci prescritti — tra cui gli antidolorifici, gli anticonvulsivi, gli antidepressivi. I ricercatori del programma insistono che lo si fa solo con il consenso dei medici personali). Intanto Narconon viene criticato perchè non assumere personale medico adeguato e perchè usa le tecniche di Hubbard invece che terapie disintossicanti di comprovata efficacia, pratiche hubbardiane che sono state incolpate della serie di decessi verificatisi nelle strutture Narconon di tutto il paese, e che hanno recentemente costretto l'organizzazione a patteggiare diverse cause per omicidio colposo.

Molti medici e accademici hanno criticato la mancanza di evidenze mediche e scientifiche dei presunti benefici derivanti da una sovraesposizione al calore della sauna e alle mega-dosi di vitamina che costituiscono il protocollo di Hubbard.

A essere obiettivi, Hubbard non fu il primo a sposare l'idea che i contaminanti possano essere espulsi con il sudore. Saune, bagni turchi e capanne sudatorie erano comuni nell'Antica Roma, presso i nativi americani e nelle società celtiche e teutoniche. La prima capanna sudatoria nota — che secondo gli archeologi che la scoprirono era usata per «la semplice purificazione del corpo, depurare l'organismo dagli scarti e aprire la comunicazione con il sovrannaturale» — fu scoperta in America Centrale e risale al 900 AC.

Ciononostante, secondo medici e tossicologi l'efficacia medica della terapia del sudore è ancora dubbia.

«Una buona dieta, sane sudate ed esercizio fisico sono salutari per tutti, e alla fine vi faranno sentire meglio», spiega Peter Orris, professore e capo del dipartimento di medicina ambientale e del lavoro della University of Illinois, che ha contribuito alla ricerca sulla Sindrome della Guerra del Golfo per conto del Dipartimento di Difesa Nazionale del Canada. Tuttavia, ha aggiunto Orris, non esistono prove che «le tossine [della Guerra del Golfo] possano essere eliminate con quel tipo di terapia.»

Anche se i frequentatori della sauna riuscissero a sudar fuori i componenti che si accumulano effettivamente nei tessuti adiposi, come le diossine, i PCB [policlorobifenili] e alcuni pesticidi — ancora non sono state trovare correlazioni tra la loro eliminazione e il miglioramento degli effetti cronici di cui soffrono i veterani del Golfo. «Non sto dicendo che alcuni di essi non possono essere eliminati, ma solo che non è chiaro se siano o meno significativi.»

Che ci dice di quelle salviette macchiate?

«Che non provano niente, ma che potrebbero provare qualcosa», risponde Orris. «Quando lavoravo vicino a St. Louis, incontrammo questo caso molto interessante in cui degli operai che lavoravano in un impianto chimico lamentavano una sudorazione giallastra che di notte macchiava la federa del cuscino. Quando alla fine ne siamo venuti a capo scoprimmo che avevano leggermente modificato la formulazione [del prodotto chimico] e le persone si ritrovavano appiccicato alla pelle un nuovo acido grasso che poi di notte sudavano nel cuscino, e che era giallo. Perciò certo, abbiamo sempre sulla pelle degli acidi grassi. E sì, è indicativo di qualcosa, ma non indica necessariamente che in un modo o nell'altro stai "disintossicando" il tuo organismo.

«Infatti ciò che fuoriesce dalla pelle è una minima parte di ciò che il corpo espelle. Feci e urine sono mezzi migliori e più rapidi.»

Fino ad ora tutta la ricerca a sostegno del metodo Hubbard è stata pubblicata da scientologist. Il che rende lo studio in corso ad Annapolis il primo del suo genere, poichè vede a capo un ricercatore non affiliato alla chiesa.

L'investigatore capo David Carpenter, professore di salute ambientale e direttore dell'Institute for Health and Environment della University of Albany, è l'uomo responsabile della ricerca di Annapolis. Usando le sue parole, ne ha «fin sopra i capelli delle controversie» — non per Annapolis, ma per i suoi altri interessi che comprendono una cosa che lui definisce "ipersensibilità elettromagnetica". Vale a dire l'idea che ci si ammali per l'esposizione a telefoni cellulari, Wi-Fi o cavi dell'alta tensione. In realtà, Carpenter ritiene che sia stato proprio il suo interesse per l'ipersensibilità elettromagnetica a convincere gli scientologist a contattarlo per affidargli la gestione dello studio sulla Sindrome del Golfo. «Mi sono fatto la reputazione di uno che non scarta le cose solo perchè è di moda scartarle», ci dice.

Lo studio di Carpenter è organizzato in modo da seguire alla lettera il protocollo di Hubbard: i soggetti arrivano e fanno attività aerobica per 30 minuti, poi da due a quattro ore in sauna, una mega-dose di vitamine, soprattutto niacina (una partecipante ha riferito che alla fine assumeva quotidianamente l'equivalente di due grosse lattine di vitamine) e qualche cucchiaiata di olio di arachidi per sostituire il "grasso tossico" con "grasso sano".

Dove finiscano i 633.677 dollari del Ministero della Difesa non è del tutto chiaro. «In base ai termini di confidenzialità previsti dai regolamenti di trasparenza del Dipartimento della Difesa, non è possibile diffondere informazioni sul budget», ci ha scritto in una e-mail Ellen Crown, vice-responsabile dei contatti con il pubblico del Comando di Ricerca e Materiale Medico dell'Esercito. Il Severna Park Health and Wellness Center, il gruppo gestito da scientologist che fornisce la terapia, addebita 2000 dollari a paziente, uno sconto sostanziale rispetto ai 3000 dollari che vengono fatti pagare ai clienti regolari — come ha riferito la Grant, coordinatrice del progetto.

Fuori dall'ufficio della Grant c'è una stanza di ristoro con un frigorifero e un armadietto per gli snack, dove i veterani possono rinfrescarsi dopo le maratone in sauna e assumere le manciate di supplementi vitaminici richiesti dal programma. Un altro armadietto metallico contiene forniture industriali di "Vitamine del Dott. Price". Sull'etichetta un sorridente Dott. Price con il suo camice bianco. (Stephen Price è uno scientologist che oltre alla sua recente escursione nel business delle vitamine, ha anche lavorato come chiropratico personale di David Miscavige, leader di Scientology, come riferiscono alcuni ex membri.)

I dosaggi di niacina e delle altre vitamine vengono stabiliti da un amministratore senza formazione medica — in questo caso un certo Joe, che Carpenter ci ha descritto come uno «Scientologist irriducibile.» In base al feedback dei partecipanti, Joe decide la quantità di ogni vitamina e minerale che è necessaria per produrre una reazione fisica indicativa che la cura sta funzionando.

In base al protocollo di studio, si comincia con 100 mg quotidiani di niacina, che vengono poi aumentati fino a 5000 mg (143 volte la dose massima giornaliera raccomandata dal Food and Nutrition Board. Il sovradosaggio di niacina provoca disagio alla pelle — rossore, prurito e caldo — brividi, disturbi di stomaco, mal di testa, capogiri, e vista annebbiata. E di fatto — come spiegato nel protocollo Hubbard e riferito dai partecipanti al programma — sono proprio alcuni di questi sintomi che gli amministratori del programma ricercano come prova del rilascio di tossine.

Alcuni dei partecipanti riferiscono di essersi sentiti dire che l'esposizione passata alle tossine «sopravvive nelle cellule», perciò liberarsi da quelle porcherie li porta a rivivere quell'esposizione. Pare che i ricercatori affermino che «quando sudi, se sei stato tossicodipendente certe particelle che si erano accumulate nei tessuti adiposi ti portano a rivivere un trip», ha ricordato uno dei partecipanti allo studio. «Se hai avuto delle ustioni da sole potresti rivedere i segni dell'abbronzatura.» (ma la scienza sembra scartare queste affermazioni — l'LSD, per usare proprio l'esempio di Hubbard, ha una emivita di poche ore e la droga viene espulsa completamente con le urine in circa 24 ore).

I 30 partecipanti allo studio sulla Sindrome della Guerra del Golfo sono stati visitati prima e dopo i trattamenti per verificare dolori, affaticamento, problemi di salute mentale, qualità della vita in generale. Per questi test i ricercatori hanno usato una specie di gruppo di controllo, hanno infatti mandato in attesa a casa per 30 giorni metà dei veterani per vedere se il fare semplicemente il test due volte avrebbe avuto effetti positivi sulla salute.

Sono stati presi campioni di sangue prima e dopo i trattamenti — e infatti gli esperti medici, compreso il capo investigatore dello studio, dicono che gli esami del sangue sono l'unico modo per misurare accuratamente se i biomarker dell'esposizione a sostanze tossiche diminuiscono dopo il Purif. Ciononostante, lo studio non ha in previsione di analizzare i campioni di sangue raccolti.

«Sfortunatamente», ci ha detto Carpenter, «l'analisi per i PCB è molto costosa. I fondi stanziati dal Dipartimento della Difesa non sono sufficienti per condurre queste analisi... ma quello resta il test definitivo per sapere se questo programma fa ciò che dice di fare.»

Per analizzare quei campioni di sangue occorrerebbero circa 90.000 dollari — fondi che Carpenter probabilmente richiederà al Dipartimento della Difesa in base al successo di questa fase dello studio. E lui si aspetta dei buoni risultati.

«A fine programma quasi tutti dicono "Grandioso, sto molto meglio" e devo dire che non ne sono sorpreso. Se anche io non fossi andato a lavorare per un mese e avessi invece fatto ginnastica e saune, con persone che mi coccolano e si prendono cura di me, anche io mi sentirei meglio», ha aggiunto Carpenter. «Credo che le persone che hanno fatto il programma siano soddisfatte. Resta da vedere se è un effetto a breve o a lungo termine.»

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La testimonianza aneddotica di una mezza dozzina di partecipanti rispecchia questa prima analisi di Carpenter.

«Mi ha restituito un po' di vita», ha detto Missi Phillis, una veterana del Kansas con una spina dorsale piena di ernie, affaticamento cronico, malattia degenerativa delle giunture, fibromialgia e un dolore generale così diffuso che, prima del trattamento, a volte trascorreva a letto l'intera giornata. «Quando devi vivere con un dolore che non ti abbandona mai, giorno dopo giorno, anno dopo anno... tutto questo il tuo corpo poi lo paga.»

La Phillis ha diretto il reclutamento dei colleghi veterani per il programma e dice che la maggioranza è migliorata. Mantiene qualche perplessità sul trattamento (ha perso ciocche di capelli e, dopo essere tornata a casa, ha avuto altri problemi di salute che non sa spiegate) e, in quanto devota cristiana, è preoccupata anche dei collegamenti tra il programma e Scientology. Dice che un addetto della chiesa l'ha aiutata a comprare il biglietto aereo per tornate a casa da Annapolis, poi l'ha avvicinata chiedendole di acquistare un libro sul metodo Hubbard (l'addetto della chiesa ha negato).

«Se un buddista o un musulmano avesse una cura per il cancro, la proverei? Certo. A patto che non mi usasse o volesse fare proselitismo. Se prendessero le mie informazioni e le usassero per promuovere la loro dottrina religiosa? Assolutamente no», ha aggiunto la Phillis. «Non ne faccio parte e nemmeno l'abbraccerei. Se avessi avuto sentore che quelle erano le loro intenzioni non avrei nemmeno reclutato tutti quei veterani.»

Ex membri della chiesa dicono però che promuovere gli insegnamenti di Hubbard è precisamente ciò che gli scientologist progettano di fare con i risultati dello studio.

«Sembra proprio che anche questo sarà un altro "studio" aneddotico, ma la chiesa ne parlerà come di una gran cosa, dirà che è stato finanziato dal Dipartimento della Difesa, citerà il nome del Dott. Carpenter della University of Albany che diventerà l'uomo-immagine del Purif », ci dice Mike Rinder, ex portavoce internazionale della chiesa e ora sua spina nel fianco, che nel 2007 lasciò la chiesa dopo aver diretto per 20 anni il suo Ufficio degli Affari Speciali. Ora cerca di convincere le persone ad andarsene. «Faranno un gran battage pubblicitario presentandolo come prova assolutamente scientifica che L. Ron Hubbard ha scoperto la salvezza per chi ha problemi di droghe e che merita il Premio Nobel. Credimi, succederà proprio questo.» [Ci provarono già nel 1982 — NdT]

Rinder indica precisamente la Foundation for Advancements in Science and Education (FASE) come esempio di ciò che la Chiesa di Scientology potrebbe stare progettando di fare con lo studio di Annapolis.

Secondo Rinder e altri fuoriusciti, FASE fu creata nel 1981 da un paio di scientologist con l'intenzione di legittimare Hubbard e la sua ricerca nei campi della scienza e dell'educazione. L'ex portavoce nazionale Robert Vaughn Young definì le organizzazioni apparentemente laiche come FASE una parte del «piano generale per infiltrare tutte queste aree, in base alla dottrina di Hubbard.»

Sebbene Hubbard fosse noto per vantarsi di avere ottenuto un Ph.D, di fatto non arrivò mai a ottenere una laurea e non aveva formazione formale in medicina o in discipline scientifiche.

Ciononostante — ci spiega Rinder — da decenni FASE sta cercando di legittimare gli insegnamenti di Hubbard con lo scopo di fondo di raccogliere contributi per la chiesa sotto forma di sussidi governativi e copertura assicurativa per i programmi disintossicanti. Rinder ci dice poi che all'interno della chiesa i programmi Purif sono considerati strumenti primari di reclutamento, e sono noti come punti di ingresso in Scientology.

«Il programma di purificazione è accusato di essere semplice ciarlataneria», continua Rinder. «Da 25 anni ormai cercano di convalidarlo, ma non ci sono mai riusciti. Intanto spingono fortemente la disintossicazione come modo per attrarre in Scientology, parlano alla gente delle tossine che avrebbero in circolo e di quelle presenti nell'atmosfera. Fanno domande del tipo "Entri in contatto con detergenti domestici? Con fumo indiretto? Fai questo, fai quello? Beh, noi possiamo aiutarti con il programma di purificazione". Ma, naturalmente, chiunque lo cerchi su Google scoprirà che [il programma] è solo una fesseria, non è reale. Alla chiesa serve qualcosa per controbattere.»

Proprio come Narconon e altri gruppi il cui personale è costituito totalmente da scientologist, e che strombazzano i metodi Hubbard affermando al contempo di essere separati dalla chiesa, anche Keith Miller, presidente di FASE, dice che la sua organizzazione tratta i dati in modo oggettivo e che la religione non c'entra niente.

Miller ha fornito al Daily Beast una lettera del 1998 di quello che all'epoca era il loro avvocato, in cui si dice che il gruppo «non è parte della Chiesa di Scientology o, per quel che importa, di qualsiasi altra chiesa o organizzazione; qualunque affermazione, rapporto o inferenza del contrario è falsa.»

«I molti medici e infermieri che hanno lavorato con noi nel corso degli anni — e, soprattutto, le grandi comunità di veterani, Vigili del Fuoco e altri prestatori di primo soccorso che volessero accedere al programma — tutti ne trarranno benefici», ha scritto Miller in una e-mail al Daily Beast, informandoci di essere all'estero. «Sono tutti motivati dal desiderio condiviso di aiutare chi soffre e chi non riesce a trovare sollievo.»

Ho detto a Miller di aver sentito che adesso che lo studio di Annapolis è completo, FASE aprirà il suo proprio programma disintossicante a ulteriori veterani del Golfo.

«Pare che alcuni di loro abbiano sentito parlare del programma e vorrebbero farlo. Se non capisco male, renderglielo disponibile dipenderà solo dalla disponibilità di fondi. Qualsiasi dichiarazione su progetti specifici o tentativi di aiutare loro o altri veterani è al momento prematuro», mi ha risposto Miller per e-mail. «In base alla disponibilità di fondi, [FASE] da anni sostiene Vigili del Fuoco e veterani che hanno fatto richiesta di poter fare il programma. Siamo orgogliosi del fatto che abbiamo contribuito a questi risultati.»

Secondo i moduli di trasparenza finanziaria resi pubblici dalla International Academy of Detoxification Specialists (IADS) — il gruppo che ha dato vita al Heroes Health Fund di John Travolta — non solo FASE ha contribuito alla fondazione di IADS, ma, nel corso degli anni, ha ricevuto pagamenti di centinaia di migliaia di dollari per gestione progettuale, coordinamento di ricerca e supporto amministrativo. Le due organizzazioni hanno anche condiviso gli stessi uffici. Dal 2009 al 2013, IADS ha raccolto 2,6 milioni di dollari per progetti di disintossicazione.

In merito allo studio di Annapolis, Miller ha fatto notare che «Il Dott. Carpenter è una delle persone più rispettate nel campo della salute ambientale. E' davvero un insulto lasciare a intendere che permetterebbe che le sue conclusioni fossero meno che obiettive. Nessuno che conosca lui o il suo lavoro direbbe una cosa del genere.»

A quanto pare però — in base ai moduli finanziari 990 — IADS ha donato alla University of Albany, datore di lavoro di Carpenter, 20.000 dollari per "ricerca su programma disintossicante". Abbiamo chiamato per conferma la IADS e la University of Albany, ma non ci hanno risposto.

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Carpenter non è l'unico che lavora allo studio sulla Sindrome della Guerra del Golfo. La sua collega di ricerca è Kathleen Kerr, medico e docente al Dipartimento di Medicina di Famiglia e Comunità alla University of Toronto. Importante scientologist di lungo corso, negli anni 1980 la Kerr compariva nella pubblicità della chiesa e, in base alla sua denuncia dei redditi, è stata presidente del Consiglio Direttivo di Narconon Toronto fino al 2011.

Nonostante non sia possibile trovare questa rivelazione nel protocollo di studio, la Kerr dice che la sua affiliazione religiosa ha poca importanza. «Abbiamo rivelato le nostre faziosità, vale a dire affiliazioni, al Dipartimento della Difesa», ci dice. «Sono molto consapevoli che esiste un legame con Scientology. Sono stati molto di aiuto perchè sanno che potrebbe essere considerato un elemento controverso.»

Kerr ha poi insistito che quando interpreta i risultati dello studio resta cieca [all'oscuro] delle identità dei partecipanti, e che non sapere quali veterani sono nel gruppo di controllo e quali nel gruppo che riceve immediatamente il trattamento dovrebbe eliminare qualsiasi dubbio sui bias di ricerca. «Vediamo solo numeri. E lo facciamo perchè sappiamo che potrebbe essere... non voglio aver nulla a che fare con l'interpretazione dei dati.»

Raymond Nickerson è professore di ricerca in psicologia alla Tuft University e un esperto di bias di conferma — l'inclinazione (cosciente o meno) al pensiero selettivo, o vedere solo i risultati che confermano l'ipotesi preesistente.

Della cecità della Kerr, Nickerson ci dice: «Certo aiuta, ma resto a disagio sul fatto che qualcuno che ha profondi interessi in certi risultati sia in posizione di controllo su quanto accade... Vorrei avere dati indiscutibilmente certi raccolti e analizzati da persone prive di interessi nei risultati.»

Carpenter ci dice di non essere stato al corrente dell'affiliazione alla Chiesa di Scientology della Kerr. «E' veramente spiacevole, perchè cercavo di mantenere questo studio indipendente. Il Dipartimento della Difesa deve aver saputo di questo collegamento, ma io non lo sapevo. E andrà certamente a influenzare la percezione di qualsiasi siano i risultati.»

Indipendentemente dai legami della chiesa con lo studio di Annapolis, non tutti sono pronti a paragonare la ricerca di Carpenter con gli altri studi sul metodo di Hubbard condotti da scientologist, studi che patiscono il campionamento ristretto e la faziosità.

«Non so da dove Hubbard prese l'idea, ma credo sia ingegnosa», dice la partecipante allo studio Bella Smith, 50 anni, che prima del programma soffriva di emicranie debilitanti (che da allora sono cessate). Non deve neppure più assumere un certo antidolorifico che le rendeva difficile pensare con chiarezza. «Qualsiasi cosa avessi in circolazione, adesso sono quasi sicura che è sparita.»

«Un'idea non è responsabile delle sue origini», dichiara Beatrice Golomb, medico e professore alla University of California, Scuola Medica di San Diego, e dal 2002 membro della Commissione di Consulenza alla Ricerca del Dipartimento dei Veterani sulla Sindrome del Golfo. Ci dice che uno studio come questo è precisamente il tipo di ricerca di trattamento creativa che la Veterans Administration dovrebbe analizzare. «La questione non è da dove proviene l'idea, ma se funziona... se la gente ha dei miglioramenti e se questi miglioramenti permangono.»

E Capenter conferma che è proprio ciò che intende scoprire. «Se [il programma] è davvero vantaggioso, se dà beneficio, allora non dovrebbe essere una cosa che usano solo gli scientologist. Se invece è solo apparenza o un imbroglio, allora anche questo deve essere verificato e denunciato.»

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Nota di aggiornamento della traduttrice:
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Dalla pubblicazione di questo articolo (agosto 2015) sono trascorsi circa due anni e mezzo. Ho cercato in Internet la pubblicazione dei risultati della ricerca, definitivamente conclusa in dicembre 2015. L'unica cosa che ho trovato è questo documento del Dott. Carpenter, datato appunto dicembre 2015, in cui alla voce "risultati" si legge:

Al momento non sono disponibili risultati in quanto tutti i test sulla qualità della vita e le funzioni neurocognitive sono presentati e stanno venendo inseriti un un data-base standard e preparati per l'analisi. Confidiamo di avere un'analisi completa dei dati nel giro di tre mesi. Quasi tutti i veterani che hanno completato il programma hanno riferito di sentirsi meglio e che la loro salute è migliorata rispetto a prima di iniziarlo. Questo, naturalmente, potrebbe essere la conseguenza del regolare esercizio fisico e dell'interesse ricevuto per tutta la durata della terapia. Ecco perchè l'analisi dei dati di follow-up di tre mesi è così importante per verificare l'esistenza di benefici a lungo termine.

Discussione:

Al momento non siamo in grado di determinare se il programma disintossicante ha prodotto effetti a lungo termine. Possiamo onestamente dichiarare di non aver rilevato significativi effetti avversi alla terapia e che i soggetti, a parte uno, sono stati contenti dei risultati e hanno ritenuto che con la terapia la loro salute sia migliorata. Tuttavia abbiamo ancora molto lavoro da fare per l'analisi dei risultati dei test cognitivi e sulla qualità della vita, oltre agli indicatori chimici clinici di salute. I campioni di sangue prelevati per l'analisi di policlorobifenili sono stati posti in un freezer a -62°C e cercheremo di ottenere i finanziamenti necessari per analizzarli. Questo sarà il test definitivo per verificare l'ipotesi che tale programma disintossicante rimuova effettivamente le tossine dall'organismo. Benchè i policlorobifenili non siano una tossina associata alla Guerra del Golfo, la documentazione esistente documenta che sono un marker di sostanza chimica tossica che viene immagazzinata nel tessuto adiposo e che sono presenti in tutte le persone a concentrazioni misurabili.

Al di fuori di questo documento, che certifica risultati aneddotici ma non chimici e clinici, in Internet non ho trovato altro. Se qualche lettore è a conoscenza di altri documenti o è in grado di fare ricerche migliori della mia, è pregato di segnalarmelo.

Simonetta Po

 
 
 
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