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Narconon: il controverso programma riabilitativo a sfondo religioso della Chiesa di Scientology

La serie di decessi nei centri Narconon statunitensi e l'ordinanza di chiusura del Narconon canadese tengono accesi i riflettori sul percorso riabilitativo made in Scientology. Rassegna stampa.

© Traduzione a cura di Simonetta Po, novembre 2012.

 


In Italia, 1984-2012

© Di Simonetta Po, novembre 2012.

Le indagini avviate a metà anni '80 dalla Procura di Milano sulle attività di Scientology riguardarono anche - e per certi aspetti originarono da - i suoi centri Narconon, di cui all'epoca si dispose la chiusura. Di particolare interesse il capitolo "Narconon" del rinvio a giudizio del 1988 ordinato dal Pubblico Ministero Guicla Mulliri. La sentenza di primo grado del Tribunale di Milano (1991) mandò assolti gli operatori Narconon indagati. La decisione dei giudici fu impugnata da tutte le parti coinvolte e seguirono due sentenze d'Appello avverse a Scientology e alle sue attività, e due annullamenti con rinvio della Cassazione. Il processo si concluse in via definitiva soltanto nel 2000, con la terza sentenza di Appello che confermò sostanzialmente la decisione dei giudici di primo grado.

Narconon Italia (http://www.narcononsudeuropa.org) riprese a operare e continua a farlo, non senza polemiche, controversie, decessi.

Ciò che Narconon Italia non può dire, però, è di non essere parte integrante della Chiesa di Scientology e di non essere un programma religioso. Esiste infatti una sentenza del 1999 della Corte di Cassazione relativa alla Comunità Narconon Albatros, che stabilì quanto segue:

[...] Se ne deve concludere che, pur ammettendo il carattere religioso della chiesa di Scientology e di quelle sue articolazioni terapeutiche che sono i centri Narconon, considerata la specifica organizzazione che li caratterizza, e la prestazione di servizi, comprensivi di vitto a alloggio, a fronte di corrispettivi più che remunerativi rispetto ai costi, quei centri devono soggiacere ai fini tributari al trattamento degli enti commerciali, sia per quanto attiene alle imposte dirette sui redditi sia per quanto riguarda l'imposta sul valore aggiunto. In altri termini, si tratta di un'attività religiosa "a pagamento", che in quanto produttiva di reddito per l'organizzazione che la gestisce non è sottratta agli obblighi tributari.[...]»
Narconon Italia non ama esplicitare ai potenziali pazienti questo suo carattere religioso e il fatto che il suo programma terapeutico trova fondamento unico nelle scritture religiose di L. Ron Hubbard, fondatore della Chiesa di Scientology. Pare non dica nemmeno che i suoi manuali, che costituiscono uno studio obbligatorio per i pazienti, sono in realtà i fondamenti stessi della religione Scientology.

A fine 2010 nuove polemiche investirono il centro Narconon di Villafranca D'Asti. «A seguito di ispezioni dei Nas e delle Unità di vigilanza delle Asl sono emerse segnalazioni relative al titolo professionale e alla competenza degli operatori impegnati nei percorsi di recupero delle persone in condizioni di dipendenza», scrisse nella sua interrogazione la Consigliera Regionale Eleonora Artesio. In quello stesso periodo, il sindaco di Villafranca emise un'ordinanza di chiusura del centro. Il Narconon si appellò al TAR Piemonte, ottenendo la revoca temporanea dell'ordinanza. Il TAR si esprimerà definitivamente (a favore di Narconon) solo nel luglio 2012. La lettura della sentenza fa pensare più a vizi di forma che di sostanza: non si contestano le irregolarità riscontrate a suo tempo da NAS e USL, ma si ribadisce che l'ordinanza di chiusura non è stata conforme al dettato di legge perciò deve essere revocata.

Frattanto, il Centro Narconon "William Benitez", a suo tempo ispezionato dagli organi dello Stato che ne avevano rilevato le irregolarità - poi segnalate al sindaco di Villafranca che ne dispose la chiusura - si era trasferito fuori regione (in Calabria) e il suo posto era stato preso dal Centro Narconon "Piemonte", una nuova Onlus costituita nell'aprile del 2010.

Particolarmente interessante è il chilometrico appello che Ugo Ferrando, portavoce e Presidente di Narconon Sud Europa e Mediterraneo, rivolge al Consiglio Regionale piemontese, postato sul blog della Consigliera Artesio e che riprendo per intero più sotto. (Non mi è stato possibile rinvenirlo da nessun'altra parte, in particolare non compare su alcuno dei molti siti Narconon italiani.)

In settembre 2012, una persona che si firma Ugo Ferrando ha commentato in questo modo (si veda anche qui in versione pdf stampata il 28 novembre 2012) i precedenti articoli da me tradotti relativi ai problemi americani del Narconon e ai decessi verificatisi oltreoceano.

I commenti di Ugo Ferrando sono molto interessanti, così come lo sono quelli degli altri utenti del forum "Etica e Verità", spazio interattivo voluto, gestito e commentato dai fedeli della Chiesa di Scientology.

Il Sig. Ferrando, per esempio, esordisce dicendo «Simonetta, sapessi quanti ragazzi hai ammazzato (consapevolmente, in questa vita soltanto) con i tuoi scritti di merda pura.» Diffondere informazioni sugli aspetti meno noti di Narconon e Chiesa di Scientology e sui decessi che si verificano nei Narconon del mondo equivarrebbe, per lui, ad "ammazzare persone". Poi mi lancia l'anatema: «Simonetta, io ti maledico per sempre e maledico i tuoi amici e gli amici dei tuoi amici.» Se io, in base alla sua visione del mondo, ho fatto qualcosa di male, ci si chiede che cosa c'entrino i miei amici e i loro amici. Ferrando parla poi di tribunali che mi condanneranno (forse mi ha querelata, come fece il suo collega presidente del CCDU della Chiesa di Scientology? Così che possa venire assolta fino in Cassazione?) e promette di aspettarmi "sulla grande porta del Dimenticatoio Assoluto", dove lui mi spingerà bene in profondità.

Alle esternazioni poco edificanti di Ferrando, replicò "Giaga", per una decina d'anni staff e auditor della Chiesa di Scientology, bene a conoscenza dei meccanismi e dell'ideologia interna e del vero ruolo di Narconon nella gerarchia ecclesiastica.

Ancora stupefacenti sono le repliche "a distanza" di Ugo Ferrando e dei suoi accoliti (anche qui, stampata pdf del 29 novembre 2012). Ferrando, con tanto di link a Narconon Sudeuropa e Mediterraneo, così si esprime:

«Una cosa ancora che la mia lingua non ha fatto ancora agli squirrel e a tutti gli amici di Scimunitta, vicini e lontani, un pernacchio che li seppellirà definitivamente fuori dall'universo:

PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR..!!!! » [neretto in originale]

Non posso affermare con assoluta certezza che l'utente che su quel forum si firma "Ugo Ferrando" sia effettivamente il portavoce e presidente Narconon Italia Ugo Ferrando, ministro di culto della religione Scientology. Posso però dire che, se si tratta effettivamente di lui, chi stesse riflettendo sull'opportunità di inviare un proprio caro nelle strutture Narconon di cui Ferrando "porta la voce" dovrebbe prendersi una pausa di riflessione. Potrebbe essere che la loro qualità sia paragonabile alla qualità espressiva del loro Presidente.

È interessante notare che il Sig. Ferrando si presenta al suo pubblico come uno dei pionieri di Scientology in Italia.



La lotta dei pazienti contro il centro riabilitativo di Scientology

© Di Nathan Baca, giornalista investigativo, 31 ottobre 2012. © Traduzione di Simonetta Po.

Caliente, Nevada - Ex pazienti e dipendenti di un centro riabilitativo del Nevada hanno cominciato a parlare apertamente di problemi di muffa e pidocchi, e della richiesta fatta ai pazienti di cercare di spostare gli oggetti con il pensiero.

Narconon, centro riabilitativo di Caliente, Nevada, privo di licenza, è collegato alla Chiesa di Scientology, ma molti genitori che vi inviano i propri figli sostengono di non esserne stati informati.

I-Team [la trasmissione investigativa della 8 News Now] sta indagando sul Narconon da quasi tre anni. Il centro si trova a un centinaio di miglia a nordest di Las Vegas, nella contea di Lincoln. È stato ispezionato di rado ed è isolato dal mondo esterno.

* * *

Justin Vandergriend, tossicodipendente da oppiacei, iniziò la terapia per cui i genitori avevano pagato 35.000 dollari. L'ha descritta come "non convenzionale". «Parlare alle pareti, sedere a cinque centimetri di distanza da un altro e fissarlo negli occhi quasi come se volessi rubargli l'anima », così ha descritto il trattamento. «E se ti muovevi, se ti mostravi reticente, irritato o cose del genere, sospendevano tutto e dovevi ricominciare da capo per altre due ore.»

Ha raccontato di aver fatto anche 42 giorni di trattamenti disintossicanti in sauna. «Dopo 15.000 milligrammi di niacina, hai veramente la pelle in fiamme.»

* * *

I libri della terapia Narconon sono stati scritti dal defunto L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology. La religione di Hubbard insegna che il corpo è infestato da spiriti alieni che lui definì thetan. [Nello specifico, body thetan, thetan corporei, N.d.T.].

Nel 1968 Hubbard scrisse che quegli spiriti risalivano a 75 milioni di anni fa, esito di una guerra civile galattica contro un governatore di nome Xenu. «A volte ti mettevano davanti un posacenere e ti dicevano "cerca di farlo levitare con il pensiero. Controlla questo posacenere" », prosegue Vandergriend.

L'alcolista in via di recupero John Anchondo è un altro ex paziente Narconon. «È una follia», racconta. «Come fai a dire a un posacenere di alzarsi? Voglio dire, suvvia.» Aggiunge che l'inevitabile fallimento del test del posacenere rallenta i pazienti. «Di dicono "flunk!"».

Una volta completato il programma, Narconon selezionò Anchondo per vendere il piano trattamentale ad altre famiglie. L'uomo racconta che il centro si propone ai genitori in modo ingannevole.

Camille, madre di Justun Vandergriend, racconta che durante la ricerca di un centro riabilitativo per il figlio chiamò numerosi numeri 800- [numero gratuito - N.d.T.] «Parlai con una ragazza che mi fece un'ottima impressione, lei mi fece telefonare da un responsabile. A mia totale insaputa, si trattava di un rappresentante Narconon.»

Una persona attualmente alle dipendenze del Narconon ha raccontato a I-Team che il gruppo ha acquistato parecchi domini Internet indicizzati in modo da comparire tra i primi di Google, domini che reindirizzano le chiamate a un centralino Narconon.

«Erano siti civetta», prosegue Anchondo. «Tutto ruotava sul fatto di farli arrivare ai nostri centralini. Se non avevano i soldi, allora li indirizzavamo altrove - ma cavolo, io ero bravo.» Anchondo racconta che si trattava di marketing costruito su menzogne. «Dicevo loro, "Guardi, lo mandi qui da noi altrimenti morirà. Non racconto bugie, ho salvato un sacco di gente." Il punto è che non capivano che si trattava di Scientology. Non potevamo dirglielo e io non riuscivo a capire perché.» Anchondo racconta che l'ordine di segretezza proveniva dalle "alte sfere".

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Caliente è quel tipo di città costruita attorno alla fermata del treno, ma dove il treno non ferma più. C'è solo una cosa che si ferma: la voglia della gente di parlare del Narconon davanti a una telecamera.

La struttura Narconon è appena a sud della cittadina, su di una collina circondata dalla campagna. I-Team ha provato a parlare con i suoi dirigenti. Kate, la prima donna avvicinata, ha rifiutato di rilasciare interviste. Il giorno dopo, un'altra dirigente ha consegnato a I Team una lettera di diffida. La troupe si è recata allora all'ex motel Caliente Hot Springs, in centro. Il Narconon l'ha preso in affitto e ci alloggia i suoi pazienti.

«La nostra stanza era piena di muffa», racconta Justin Vandergriend. «Le prime due notti, io e il mio compagno di stanza Yann siamo stati morsi dalle pulci.»

Dopo la visita di I-Team a Caliente, il Narconon ha inviato una busta alla 8 News Now contenente materiale promozionale e una lettera del direttore esecutivo che ringraziava la troupe per il tempo e l'attenzione dedicati. Il plico conteneva anche decine di lettere di testimonianza di ex pazienti. Poiché si trattava di testimonianze anonime, I-Team non ha potuto verificarne l'attendibilità.

Vandergriend ha raccontato di essere stato realmente curato non dal Narconon, ma da un altro centro disintossicante. I sorrisi e le battute di oggi della famiglia Vandergriend nascondono il dolore: la sofferenza che deriva dalla consapevolezza di aver quasi perso loro figlio, non per ciò che non hanno fatto, ma per dove avevano scelto di mandarlo.

Camille Vandergriend ritiene di avere «assolutamente» tradito il figlio.

* * *

Il Narconon non ha la licenza per gestire un centro disintossicante nello stato del Nevada, ma ha il permesso di farlo grazie a ciò che alcuni funzionari hanno definito un palese sotterfugio.



Un sotterfugio permette al centro disintossicante di lavorare indisturbato

© Di Nathan Baca, giornalista investigativo, 1 novembre 2012. © Traduzione di Simonetta Po.

Caliente, Nevada - Una struttura riabilitativa priva di licenza, legata alla Chiesa di Scientology, sta facendo affari in Nevada. Ex pazienti e dipendenti del Narconon sostengono che il centro costringe chi si iscrive al suo programma disintossicante a pratiche controverse, tra cui cercare di sollevare i posacenere con la forza del pensiero.

I-Team sta investigando sul Narconon da tre anni. L'indagine è iniziata quando alcuni genitori si sono rivolti al programma perché preoccupati di aver mandato i loro cari presso un centro disintossicante dove erano invece peggiorati. L'indagine ha fatto emergere un buco nelle leggi ispettive del Nevada.

* * *

Dal sudar via spiriti alieni al sollevare oggetti con la forza del pensiero, ciò che accade al centro riabilitativo è lungi dall'essere scientificamente accettato.

Justin Vandergriend era arrivato al Narconon per una dipendenza da oppiacei. «Posacenere, alzati. Posacenere, siediti. Spostati a sinistra, spostati a destra», ricorda della sua terapia. «C'erano volte in cui dovevi urlargli addosso e cercare di vincere i tuoi demoni interni.»

Il Narconon si trova a Caliente, 150 miglia nord di Las Vegas. Caliente è uno di quei luoghi in cui le persone non amano parlare alle telecamere di uno dei loro più importanti datori di lavoro.

I materiali del corso Narconon furono redatti da L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology. Stando ad alcuni suoi scritti del 1968, Scientology vuole liberare le persone da spiriti alieni infestanti, ricordo di una guerra civile galattica avvenuta 75 milioni di anni fa.

La famiglia Vandergriend e parecchi altri che hanno accettato di parlare con I-Team, sostengono che il personale Narconon non li aveva informati dei legami con Scientology. I Vandergriend dicono di non avere dubbi sui motivi per cui, dopo aver frequentato il Narconon, Justin ricadde nel vizio.

«Lì dentro non c'era nemmeno un medico, un infermiere qualificato», commenta Dave, il padre di Justin. «Non hanno nessuno.»

I-Team ha controllato i database statali e ha scoperto che nessuno dei dipendenti Narconon identificati possiede una licenza medica del Nevada o una certificazione per dare consulenze sulla droga, o per gestire servizi riabilitativi. I-Team ha cercato di avere informazioni direttamente dal centro, anche al suo Direttore Esecutivo Will Williams, ma le ripetute richieste di intervista sono cadute nel vuoto.

Il Narconon ha inviato a I-Team un plico di informazioni promozionali in cui si legge tra l'altro che il programma ha un tasso di successo del 76 per cento. David Marlon, direttore del "Solution Recovery Center" di Las Vegas, struttura molto rinomata, ritiene che le affermazioni di successo del Narconon siano soltanto strategie di vendita destituite di ogni fondamento. «La metà dei nostri clienti ha una ricaduta», dichiara Marlon. «Finito il trattamento, riprendono l'uso di sostanze.» Il tasso di successo di Marlon è ampiamente accettato come superiore alla media nazionale.

Ex pazienti e dipendenti Narconon dicono che l'unica qualifica richiesta per diventare un suo consulente è l'aver terminato il programma. «Volevano che restassi nella struttura e assistessi i nuovi arrivati», conferma Justin Vandergriend. «Mi chiesero anche di procacciare nuovi clienti, famiglie in stato di bisogno. Mi avrebbero pagato 1000 dollari per ogni paziente procacciato.»

John Anchondo si era rivolto al Narconon per problemi di alcolismo. Al termine del programma diventò un suo rappresentante. Dice di non aver mai visto un ispettore statale far visita al centro. «No, mai visto. Possono farla franca su qualsiasi cosa.»

Il Narconon non viene sottoposto a controllo statale perché non accetta denaro statale. Le leggi del Nevada prevedono che chiunque possa aprire un centro riabilitativo senza avere alcuna licenza specifica, a patto che non utilizzi fondi pubblici. Quasi tutte le strutture riabilitative del Nevada devono sottoporsi a severi controlli statali, salvo il Narconon.

«Siamo sottoposti a ispezioni annuali. Arrivano gli ispettori, raccolgono tutte le informazioni sui nostri dipendenti, tutte le informazioni sui nostri pazienti, fanno un accurato controllo della struttura, dell'edificio», conferma Marlon. «Abbiamo appena avuto un controllo e gli ispettori avevano una lista di controllo di oltre 10 pagine. Mi chiedo se il loro tasso di successo [del Narconon] non riguardi solo la capacità di fare soldi.»

Dave Vandergriend consiglia alle famiglie di fare una visita preliminare al centro riabilitativo in cui intendono mandare un proprio caro. «Per prima cosa bisogna fare ricerche, ma non in Internet. E poi andare a vedere di persona.» Anchondo è più lapidario nei confronti del suo ex datore di lavoro. «Direi: tenetevene alla larga. È una setta.»

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Narconon è uno dei centri riabilitativi più costosi degli Stati Uniti occidentali e il programma costa 35.000 dollari. La sua letteratura promette di salvare la vita dei pazienti, ma ex pazienti e dipendenti sono fermi nel dire che il Narconon indottrina gli ospiti a una religione che non hanno richiesto.

La Substance Abuse Prevention and Treatment Agency del Nevada informa di avere formulato una proposta per il legislatore che chiuderà il cosiddetto buco nella concessione di licenze, costringendo il Narconon a permettere ispezioni statali della struttura.



La struttura disintossicante di Norcross di nuovo sotto la lente

© Di Christian Boone, The Atlanta Journal-Constitution, 7 ottobre 2012. © Traduzione di Simonetta Po.

Patrick Desmond era stato messo all'angolo. Un anno dopo l'arresto per possesso di cocaina, il loquace ex Marine venne fermato per guida in stato di ebbrezza. Un giudice della Florida tenne conto del suo stato di servizio militare e concesse a Desmond di sostituire il carcere con un programma disintossicante residenziale. Entrò così al Narconon della Georgia, a cui i genitori pagarono 30.000 dollari per ottenere quella supervisione continua richiesta dal tribunale della Florida.

Meno di un anno dopo, il ventottenne Desmond era ancora sul programma Narconon e viveva in un condominio di Sandy Springs che ospitava alcuni tossicodipendenti. Una sera salì in macchina con due ex pazienti Narconon con cui andò in cerca di eroina. Morì per una overdose di alcol e droghe.

«Mandi lì il tuo ragazzo perché ha bisogno di aiuto», racconta Colleen Desmond, la madre di Patrick, all'Atlanta Journal-Constitution. «Pensi che si prenderanno cura di lui. Ma questo non è successo. È stato lasciato libero di fare quel che voleva.»

La morte di Desmond, quattro anni fa, ha acceso i riflettori su un decennio di indagini statali sul programma disintossicante con sede a Norcross. Lo Stato ha presentato più volte denuncie secondo cui il Narconon, autorizzato unicamente per il trattamento di pazienti esterni, stava gestendo in modo illegale una struttura residenziale.

Testimoni sentiti nella causa per danno tanatologico presentata dai genitori di Desmond accusano il Narconon Georgia di ingannare i genitori e i tribunali degli altri stati facendo loro credere di fornire quel tipo di supervisione e controllo richiesti alle strutture trattamentali residenziali. Sostengono che lo stratagemma consiste anche nell'ospitare i clienti Narconon in alloggi presi in affitto da dipendenti, ex dipendenti e correligionari della Chiesa di Scientology, il movimento frequentato da Mary Rieser, direttrice del centro riabilitativo. Per questo motivo il caso ha sollevato l'interesse dei critici di Scientology.

Lo Stato sostiene di non aver mai trovato prove sufficienti che il Narconon della Georgia stesse gestendo una struttura residenziale, sebbene parecchi suoi ispettori lo sospettassero da sempre. «All'epoca non avevamo il potere di emettere mandati, dovevamo soltanto attenerci alla presunzione di verità delle loro autocertificazioni», dichiara Nina Edidin, che dal 2005 al 2008 è stata dirigente dell'unità legale dell'Office of Regulatory Services del Dipartimento delle Risorse Umane, ora Dipartimento della Salute Pubblica.

Ma le informazioni scaturite dal caso Desmond hanno indotto lo Stato a riaprire l'indagine. La famiglia sostiene che le prove erano lì sotto il naso. Fino a pochi giorni fa, il sito ufficiale di Narconon International descriveva il proprio centro in Georgia come una «struttura residenziale a lungo termine con alloggi accoglienti...»

Trattamento non convenzionale

«Sono venuto qui e il Narconon mi ha veramente salvato la vita», dice Ji Johnson, ex cliente che ora lavora al centro di Norcross. «So per certo che se non fossi venuto al Narconon sarei morto.»

Esistono molti altri resoconti simili di ex tossicodipendenti che danno il merito del successo nella battaglia contro droghe e alcol alle tecniche non ortodosse del Narconon.

Il trattamento è basato sugli insegnamenti di L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology, sebbene secondo la Rieser il Narconon non sia affiliato alla chiesa. Fin dall'inizio, i clienti devono assumere dosi straordinarie di vitamine - al punto che lo Stato richiede che vengano informati sui potenziali rischi e firmino il consenso informato. I clienti devono anche sottoporsi a delle sedute intensive di sauna per ripulire l'organismo dalle droghe.

La Rieser sostiene che il tasso di recupero è del «70-80 per cento», sebbene siano stati proprio gli esperti medici del programma a mettere in dubbio, sotto giuramento, quelle cifre.

Quando i Desmond iniziarono a cercare un programma trattamentale per il figlio, non ebbero il tempo materiale per analizzare seriamente le affermazioni del Narconon. Il tribunale aveva dato loro 72 ore di tempo per trovare una struttura. Patrick Desmond avrebbe dovuto fare sei mesi di programma residenziale con monitoraggio continuo. Rick Desmond, padre di Patrick, in un'intervista ha dichiarato che la Rieser gli aveva detto: «Possiamo soddisfare quei criteri.» Anche Lisa Mooty, dirigente del tribunale del 18esimo circuito della Florida, ha testimoniato di avere parlato con la Rieser, la quale le assicurò che il Narconon forniva «vigilanza sulle 24 ore.»

Un racconto simile è stato fatto in aula da Randy Taylor. Un tribunale del Tennessee aveva condannato suo figlio Brad a un anno di struttura riabilitativa residenziale. «Quando feci presente [alla Rieser] quali fossero le richieste del giudice, lei mi rispose "non c'è problema"», ha testimoniato Taylor. «Mi disse "è proprio ciò che noi facciamo".»

La Rieser, direttore esecutivo del Narconon Georgia, insiste di non aver mai descritto il Narconon per ciò che non è. «Non accetterei mai consapevolmente chi è stato condannato a un programma residenziale, perché noi non lo siamo», ha dichiarato al AJC. «Quando arriva un nuovo paziente gli facciamo firmare tre o quattro volte che sono consapevoli che siamo un programma per pazienti esterni... Non so che altro potrei fare.»

Legami stretti

Tuttavia, testimonianze e altre prove presentate al processo sottolineano quanto fossero labili i confini tra il Narconon e gli appartamenti dove quasi tutti i suoi clienti alloggiavano. In una e-mail del 2008 ammessa come prova, la Rieser scriveva a una organizzazione sponsorizzata da Scientology spiegando che i rappresentanti del Narconon vendevano «il programma e anche l'alloggio.» Allison Riepe, ex collegamento legale del Narconon Georgia, ha testimoniato che, su istruzioni della Rieser, falsificò la carta intestata per rimuovere dalla corrispondenza scambiata con i tribunali e i funzionari della libertà vigilata tutti i riferimenti al "programma trattamentale residenziale".

Al momento del decesso, Patrick Desmond e altri clienti Narconon vivevano in un complesso residenziale dove la scientologist Maria Delgado aveva preso in affitto degli appartamenti. La donna ha testimoniato che per la decina di alloggi presi in locazione pagava importi variabili tra gli 850 e i 950 dollari al mese. In essi ospitava poi quattro tossicodipendenti ognuno, per una retta variabile tra i 1500 e i 1700 dollari al mese, comprensivi di pasti e spese di gestione.

Altre testimonianze mostrano che nel complesso residenziale lavoravano e vivevano anche alcuni dipendenti Narconon, e che il Narconon metteva a disposizione un pulmino per trasportare i pazienti dagli alloggi a qualsiasi destinazione richiesta. Verbali dello Stato dimostrano poi che, in marzo, 21 dei 28 clienti Narconon dichiararono a un investigatore statale la loro convinzione di essere entrati in un programma residenziale.

La Rieser ha dichiarato in un'intervista di non fidarsi delle dichiarazioni dei tossicodipendenti: «Non è che siano le persone più affidabili del mondo.» In merito ai commenti della Riepe, ha sostenuto che «quando hai a che fare con dipendenti scontenti, a loro volta ex tossici, Dio solo sa che cosa sono disposti a dire.»

Nuova indagine

Dopo l'indagine statale della scorsa primavera il Narconon ha evitato per un pelo serie sanzioni, dice David Cook, direttore del Dipartimento di Salute Pubblica. «L'ha scampata per miracolo» ma, aggiunge, lo Stato non può agire contro il Narconon sulla sola base che potrebbe aver fatto affermazioni false sulla disponibilità di cure residenziali. «C'è differenza tra gestire una struttura trattamentale residenziale e presentarsi come struttura trattamentale residenziale», ha detto al AJC. «La violazione consisterebbe nella gestione effettiva di una struttura residenziale.»

Brian McEvoy, ex pubblico ministero federale specializzato in truffe sanitarie alla Procura di Savannah, dice che l'inazione dello Stato è sconcertante. «Questa situazione giustifica un mandato per ulteriori indagini.»

Cook ha dichiarato che lo Stato continuerà a interessarsi del Narconon. «Posso dire che negli ultimi giorni pare siano emerse molte prove e certamente le prenderemo molto sul serio.»

Attenzione nazionale

I critici di Scientology hanno seguito con attenzione la causa dei Desmond, il cui processo è stato fissato per febbraio. Hanno ottenuto le deposizioni e le hanno postate in Internet, cercando di collegare il caso con i problemi della struttura Narconon ammiraglia in Oklahoma.

Lo State Bureau of Investigation dell'Oklahoma sta indagando su Narconon Arrowhead dopo il decesso di una sua cliente lo scorso luglio - il terzo in nove mesi, secondo la stampa.

I critici sostengono che le strutture Narconon sono branche di Scientology. Luke Catton, ex presidente di Narconon Arrowhead ed ex scientologist, ha dichiarato che Narconon International incassa circa un milione di dollari alla settimana grazie alla sua decina di strutture, e ne destina il 10 percento alla Association for Better Living and Education, organizzazione sponsorizzata da Scientology.

La mail del 2008 della Rieser all'organizzazione, spiegava particolari di questioni relative agli alloggi della Delgado tra cui anche l'uso di droghe e alcolici che vi si faceva, e si lamentava del fatto che un funzionario dell'organizzazione avesse preso le parti della Delgado.

La Rieser sostiene che non esistono legami con la Chiesa di Scientology e che il Narconon continuerà a cercare clienti. «Ci sto da 11 anni e penso che se lo Stato ritenesse che sto gestendo una [struttura] residenziale, avrebbe fatto qualcosa.»



Giudice impone severe sanzioni a una struttura riabilitativa di Norcross

© Di Christian Boone, The Atlanta Journal-Constitution, 8 novembre 2012. © Traduzione di Simonetta Po.

Con una mossa a sorpresa un giudice statale della contea di DeKalb ha rigettato le argomentazioni di una struttura riabilitativa di Norcross contro le accuse presentate in una causa per danno tanatologico presentata dai genitori di un ex paziente.

In un suo ordine del 5 novembre [2012], il giudice Stacey K. Hydrick ha scritto che il Narconon della Georgia «ha intenzionalmente, ostinatamente e ripetutamente fornito risposte false e fuorvianti alle richieste dei querelanti di produrre documentazione relativa alla risoluzione del caso.»

Il Narconon «ha ripetutamente mancato di produrre, e in più occasioni ha falsamente negato l'esistenza, di documenti e informazioni sensibili chiaramente rilevanti», ha scritto la Hydrick.

Ne consegue che le accuse rivolte al Narconon resteranno sostanzialmente non contraddette, il che va a tutto vantaggio dei genitori della vittima.

«Questo ordine giudiziario è un rimprovero formale di una delle parti in causa ed è formulato con parole molto taglienti, viste raramente nei tribunali americani», commenta Ron Carlson, Professore di giurisprudenza alla University of Georgia, che definisce «molto insolite» le sanzioni.

Il procedimento è stato presentato dai familiari di Patrick Desmond - morto quattro anni fa di overdose mentre era ospite del Narconon in Georgia - e accusa la struttura riabilitativa di averli indotti a credere che si trattava di un programma residenziale, benché non fosse autorizzato a ospitare pazienti interni. La causa, presentata nel maggio 2010, accusa poi il Narconon della Georgia di aver mentito al tribunale della Florida che aveva condannato Desmond a sei mesi di arresti domiciliari in una struttura riabilitativa residenziale.

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Queste accuse resteranno non contraddette al processo civile, che inizierà a metà febbraio, a meno che non venga concesso un appello, prosegue Carlson.

Gli avvocati del Narconon Georgia hanno dichiarato di «essere rispettosamente in disaccordo» con l'ordine della Hydrick. «Tenteremo ora l'unica strada possibile e cercheremo di ottenere una revisione in appello di quell'ordine», hanno dichiarato gli avvocati Steve Miller e Barbara Marschalk. L'appello, però, non potrà essere concesso senza il consenso della Hydrick.

Informazioni contenute della causa dei Desmond - di cui l'Atlanta Journal-Constitution ha riferito il mese scorso - hanno indotto il Dipartimento di Salute Pubblica della Georgia a riaprire un'indagine sul Narconon.

Da una decina d'anni lo Stato sta ricevendo esposti secondo i quali il Narconon, in possesso di sola licenza per trattare pazienti esterni, stava illegalmente gestendo una struttura residenziale. Ma gli investigatori dicono di non avere mai trovato prove sufficienti per sostenere le accuse, nonostante numerosi loro ispettori fossero convinti che la struttura di Norcross si fosse ripetutamente presentata in modo falso.

Il direttore di Dipartimento David Cook ha affermato che lo Stato non può agire contro il Narconon sull'unica base che potrebbe aver fornito informazioni false sul trattamento residenziale. «C'è differenza tra il gestire una struttura residenziale e presentarsi come struttura residenziale», ha dichiarato al AJC. «La violazione consisterebbe nell'aver realmente posto in essere una struttura residenziale.»

L'avvocato Jeff Harris, che rappresenta Rick e Colleen Desmond, ha riferito che i suoi clienti sono stati «molto contenti» dell'ordine del giudice. «Sebbene si rendano conto che esso non riporterà in vita il figlio, ritengono che serva a portarli un gradino più avanti verso la chiusura definitiva del Narconon.»



Dal Narconon Arrowhead sono partite 30 telefonate al 911 in un anno

© David Love, The Examiner, 30 ottobre 2012. © Traduzione di Simonetta Po.

Oggi dall'Oklahoma sono giunte notizie inquietanti in merito alle richieste di interventi di emergenza fatte al 911 da pazienti e personale del Narconon Arrowhead. I documenti confermano che l'ufficio dello sceriffo ha risposto a pazienti trattenuti contro la loro volontà al centro riabilitativo di Scientology di Canadian, Oklahoma.

In alcuni casi, i funzionari sono intervenuti entrando nel centro e rimanendo in attesa con gli sconvolti pazienti l'arrivo dei genitori o dello sponsor che ve li avevano inviati, così che potessero essere accompagnati via senza l'interferenza del personale del Narconon Arrowhead.

Altre telefonate di emergenza al 911 riferiscono di perquisizioni in cerca di droghe contrabbandate all'interno e di diversi incendi vicino ai bungalow. Una telefonata è arrivata da Gary Smith, Presidente di Narconon Arrowhead, che chiedeva alla polizia di arrestare una persona in possesso di droghe.

Ultimamente, Narconon Arrowhead si è guadagnato i riflettori dei media a seguito del decesso di alcuni pazienti ospiti del centro. in Georgia e Oklahoma sono state presentate diverse denuncie contro Narconon, ABLE e Narconon International, mentre altri casi giudiziari risultano pendenti.

In una recente intervista alla rivista McLeans in Canada, la CARF - organizzazione che certificò Narconon Arrowhead - ha dichiarato al giornalista Nicholas Köhler che lo status di Narconon Arrowhead è stato sottoposto a una specie di periodo di prova. Il sito web della CARF informa che "l'accredito di tre anni" del Narconon resta in essere, sebbene vincolato a "clausole".

La capienza del centro, che può ospitare oltre 200 pazienti alla volta, solleva quesiti sulla loro sicurezza e benessere. Recenti dichiarazioni di pazienti su membri del personale che commerciano droghe in cambio di favori sessuali delle ospiti sono veramente allarmanti e mettono in dubbio l'abilità dei dirigenti Narconon di controllare e monitorare il proprio personale.

Un'altra telefonata al 911 rivela di una ragazzina di appena 14 anni che ha ricevuto immagini esplicite di nudo. Sono in corso indagini per determinare se la giovane era al Narconon Arrowhead, o se le immagini sono state inviate dal centro.

Il numero di pazienti che una volta completato il programma vengono reclutati tra il personale solleva in sé preoccupazioni di carattere etico su Narconon International, che non solo giustifica, ma di fatto incoraggia questa pratica tesa al risparmio, un indubbio vantaggio finanziario.

Quanto è pericoloso Narconon Arrowhead? Gary L. Richardson, un importante avvocato di Tulsa, Oklahoma, che ha da poco iniziato un procedimento per danno tanatologico, dichiara: «La prima volta che succede qualcosa, è un incidente; la seconda è una coincidenza; la terza volta, è una tendenza. Quanti decessi ci sono stati negli ultimi 18 mesi? Il Narconon Arrowhead dice ingannevolmente ai potenziali clienti di avere un medico in servizio 24 ore al giorno. Al contrario, il medico è presente soltanto un giorno a settimana.»



Narconon Arrowhead: Conflitto di interessi?

© David Love, The Examiner, 17 luglio 2012. © Traduzione di Simonetta Po.

Nonostante i tre recenti decessi di pazienti verificatisi nel centro riabilitativo Scientology Narconon Arrowhead, la CARF (Commissione per l'Accreditamento delle Strutture Riabilitative) continua a legittimare quella struttura presso il pubblico ignaro e disperato.

A seguito di una lunga investigazione condotta di recente in Canada, il Ministero della Salute e dei Servizi Sociali del Quebec ha costretto il Narconon Trois-Rivieres a chiudere immediatamente la sua struttura e trasferire altrove i pazienti. Inoltre, il Collegio Medico del Quebec ha diffidato un medico di Montreal dall'associarsi in futuro con il Narconon. Secondo il Ministero, il Narconon è un rischio per la salute e un pericolo per i pazienti. Da parte sua e nonostante i tre recenti decessi al Narconon Arrowhead, la CARF continua a sostenerlo e a mantenergli l'accredito.

Oggetto della nostra lamentela è conoscere come mai e innanzitutto perché la CARF ha accreditato Narconon Arrowhead.

Il 20 dicembre 1991, un consiglio statale negò la certificazione al Narconon Arrowhead (formalmente Narconon Chilocco - New Life Center) concedendogli sette giorni di tempo per trasferire altrove i suoi pazienti. In quell'occasione, il Consiglio di Igiene Mentale e Servizi per l'Abuso di Sostanze dell'Oklahoma votò a intera maggioranza (6 voti a 0) il rifiuto della certificazione al Narconon Chilocco. Ritenendo il suo programma fondamentalmente insicuro e rischioso per il benessere degli ospiti, il membro del consiglio Stewart R. Beasley Jr. ordinò che i 27 pazienti presenti fossero trasferiti nel giro di sette giorni.

Stando a quanto riportato da alcuni siti web, il supervisore incaricato dalla CARF per la procedura di accreditamento del Narconon Arrowhead fu William Kent McGregor il quale non solo aveva con esso degli stretti legami familiari, ma al termine della procedura fu addirittura assunto dal Narconon di Scientology.

L'analisi dei criteri stabiliti dalla CARF per l'accreditamento dei centri riabilitativi lascia l'impressione che molte questioni siano coperte da un velo di ignoranza e potrebbero facilmente essere interpretate come corruzione, o come uno stratagemma per aggirare l'originale e giustificato rifiuto di certificazione governativa del Consiglio di Igiene Mentale e Servizi per l'Abuso di Sostanze dell'Oklahoma. La questione principale e di maggior preoccupazione, però, sono i recenti decessi di pazienti affidati alle cure di Narconon Arrowhead.



Replica di Ugo Ferrando alla interrogazione regionale del dicembre 2010

Tratto da: Interrogazione sul Centro Narconon di Villafranca D'asti

Narconon Sud Europa e Mediterraneo, Via Leoncavallo 8 - 20131 Milano
Tel. 02-3658961 Fax- 02-36589167
http://www.narcononsudeuropa.org

Ill.mo Presidente Giunta Regionale Regione Piemonte Sig. Roberto COTA;
Ill.mo Assessore alla Tutela della salute e Sanità, Edilizia sanitaria, Politiche sociali e Politiche per la Famiglia Sig.ra Caterina FERRERO;
Ill.mo Consigliere Regionale Sig.ra Eleonora ARTESIO.

Oggetto: interrogazione Consigliere Artesio/NARCONON

Il Consigliere regionale Eleonora Artesio, quale prima firmataria, ha indirizzato al Presidente del Consiglio Regionale Regione Piemonte una interrogazione ai sensi dell'art 18, comma 4°, dello statuto e art. 99 del regolamento interno, con la quale chiede alla Giunta Regionale e all'Assessore competente di riferire "in merito allo stato attuale della situazione" in relazione al Narconon Piemonte di Villafranca d'Asti.

Il testo dell'interrogazione premette due considerazioni generali su le comunità di recupero Narconon. La prima, sarebbe un "giudizio" e cioè la dubbia competenza del personale delle comunità di recupero dei Narconon, quale desunta dagli "organi di informazione" e la seconda, un "fatto storico" e cioè la notizia che, in altre parti d'Italia, l'autorità giudiziaria avrebbe disposto la chiusura dei Narconon per gravi fatti accaduti agli ospiti.

Sulla base di queste premesse, che all'evidenza contengono un giudizio negativo e preoccupato, si comunica l'esistenza, nel Comune di Villafranca d'Asti di un centro Narconon "afferente a tale rete" e che, da una ispezione dei NAS e dell'ASL, "sono emerse segnalazioni relative al titolo professionale e alla competenza degli operatori" e ricorda che "l'amministrazione regionale ha nel tempo sollecitato l'amministrazione comunale di riferimento ... ai fini del provvedimento di sospensione dell'attività".

L'interrogazione permette finalmente di illustrare al Consiglio Regione Piemonte come le due premesse generali siano basate su una malcompresione, su un equivoco e, una volta eliminato l'equivoco, inesistenti. Gli equivoci, infatti, danno una rappresentazione della realtà esattamente opposta a quella esistente. E' lo stesso insieme di equivoci e malcomprensioni che è finito per pesare, ugualmente errato, anche sull'atteggiamento assunto nei confronti del Narconon Piemonte. Una volta eliminato gli equivoci e le malcomprensioni, verrebbero insieme meno tutte le critiche e la Regione, se ritiene la droga un problema, dovrebbe essere favorevole alla presenza di un Narconon nel suo territorio e promuovere l'insediamento di altri.

Presentazione dei temi trattati

In realtà come affrontare la risposta all'interrogazione impone scelte non di immediata evidenza. La decisione di presentare gli argomenti, sia pure sinteticamente trattati, nell'ordine qui sotto indicato, avrebbe potuto essere diversa. Poteva apparire opportuno precisare subito il fondamento teorico della procedura utilizzata dai Narconon, procedura unica e diversa da ogni altra (la procedura adottata dai Narconon è chiamata "Programma" o "il Programma"), e non come ultimo argomento della memoria, ma d'altro canto, alla fine, un ordine vale l'altro.

    1. esame dell'interrogazione;
    2. una storia esemplare;
    3. storia dei Narconon;
    4. presupposti teorici.

1. esame dell'interrogazione

1.1. La situazione attuale è presto detta: con ordinanza sindacale n 7442 del 03.12.2010 il Sindaco di Villafranca d'Asti, sulla base delle indicazioni della ASL di Asti, ha disposto la cessazione dell'attività e la chiusura della struttura del Narconon Piemonte situato nel Comune nella regione San Grato, 107 (all. 1) con ricorso del 07.12.2010 depositato il 07.01.2011 (all. 2) l'ordinanza è stata impugnata e sulla sospensiva e sulla legittimità dell'ordinanza pende giudizio avanti il TAR Piemonte. Per rispetto alla funzione giurisdizionale non si entra nel merito della legittimità o piuttosto dell'illegittimità dell'ordinanza sindacale (anche se, tenuto conto della procedura adottata dal Narconon per il c.d. "recupero dei tossicodipendenti", la pretesa che in cinque giorni gli ospiti potessero sospendere il Programma ed entrare in altre comunità, non sembra essere il prodotto di una chiara comprensione della situazione dei tossicodipendenti accolti nella struttura).

1.2. Il primo equivoco, anzi, errore di fatto è tralaticio: già contenuto nella relazione dell'ASL; passa nell'ordinanza sindacale e infine... nell'interrogazione e riguarda il riferimento a precedenti solleciti ("l'amministrazione regionale ha nel tempo sollecitato l'amministrazione comunale di riferimento ... ai fini del provvedimento di sospensione dell'attività"). I solleciti, giusti o sbagliati, fondati o infondati, riguardavano una diversa associazione, cioè il Narconon W. Benitez e non riguardano invece l'associazione Narconon Piemonte.

Premesso che l'immobile di Villafranca d'Asti è di proprietà di una associazione nazionale Narconon, fino al 2007 nell'immobile ha svolto la sua attività Associazione Narconon W. Benitez. Con provvedimento ASL AT n°47/D A.T.N. del 02.07.2007, veniva negata l'autorizzazione all'Associazione ed era disposta la cessazione dell'attività. Il Narconon Benitez a dicembre di quello stesso anno si trasferiva in Calabria. Tanto avveniva quasi tre anni prima della costituzione dell'Associazione Narconon Piemonte. L'Associazione Narconon Piemonte si è costituita infatti solo con atto del 07 marzo 2010 ed è iscritta nell'anagrafe delle ONLUS della Regione Piemonte dal 1°.06.2010.

Come tutte le Associazioni Narconon si tratta di un'associazione non riconosciuta senza scopo di lucro autonoma. E' pacifico, infatti, che le associazioni non riconosciute senza scopo di lucro, pur non essendo dotate di personalità giuridica, sono autonomi soggetti giuridici come centri di riferibilità di situazioni giuridiche attive e passive e che, non si può, senza scadere nel pregiudizio, pretendere di riferire ad una associazione le sollecitazioni regionali all'amministrazione comunale, fatte per un'altra diversa associazione. Parlare genericamente di un Narconon senza farne mai il nome, crea l'equivoco di ritenere che si tratti dello stesso soggetto giuridico e svela il pregiudizio (non crediamo che il pregiudizio sia della prima firmataria, ma piuttosto di chi ha fornito i dati o redatto il testo che doveva sapere per forza che si trattava di soggetti giuridici diversi). Svela il pregiudizio, perché il riferimento non è più a questo o quel Narconon, che possono benissimo, come tutti, sbagliare o commettere errori, mentre fanno cose buone o meritorie, ma al programma Narconon in sé, un pregiudizio ideologico dunque.

Infine è evidente che, poiché proprietà privata, in quell'immobile vi sarà sempre e solo una comunità o un'attività Narconon e che, costituire in quell'immobile una comunità Narconon ed esercitare l'attività (nel rispetto delle norme di legge che riguardano la fattispecie concreta) è un diritto garantito da una serie di norme di rango costituzionale, sottratto al sindacato di tutti e soprattutto degli enti pubblici territoriali come espressione locale della cosa pubblica e così, sia della Regione, sia del Comune. Quello che difende i cittadini italiani narconiani, non sono, infatti, solo le leggi costituzionali, ma è interamente lo Stato di Diritto, concetto politico e non giuridico che determina la politica legislativa di tutte le democrazie occidentali. Le norme costituzionali attribuiscono il diritto, ma il secondo impedisce, o dovrebbe alla fine impedire, che siano violate dall'arbitrio del potere (Kelsen, Bodda, Cammarata et aliis).

1.3. Non esiste una "rete" dei Narconon. Tutti i Narconon esistenti in Italia - sono sette - sono associazioni non riconosciute senza scopo di lucro autonome, iscritte nei rispettivi registri delle associazioni ONLUS. Hanno un rapporto meramente ideologico di rappresentanza con l'Associazione Narconon Sud Europa, ente esponenziale a livello nazionale. Tutte applicano lo stesso metodo, sulla base degli stessi principi metodologici e si rifanno alla stessa concezione dell'uomo, della vita e della droga, così come risulterà meglio nel prosieguo della trattazione. Qui anticipiamo solo che il "programma" non utilizza nessuna tipo di psicofarmaco o medicina sostitutiva neppure nella fase di astinenza del tossicodipendente; non considera in nessun momento il tossicodipendente un irresponsabile; non considera la tossicodipendenza una malattia; non medicalizza i tossicodipendenti; non considera il tossicodipendente un malato; non considera il "programma", in nessuna delle sue fasi, una terapia medica; non considera colui che ha concluso felicemente il programma "guarito". Sia chiaro, tutti i tossicodipendenti accettati sul programma Narconon sono preliminarmente controllati da un medico, il programma stesso è monitorato da un medico, ma non si tratta del controllo del programma che non è medico, ma del controllo della salute dei ragazzi che venendo dalla droga hanno, soprattutto all'inizio del programma, le conseguenze fisiche dell'abuso (infra).

1.4. Tanto premesso, la prima ragione di merito dell'interrogazione sarebbe la "dubbia competenza professionale" degli operatori Narconon in generale accertata tramite quanto riferito nel tempo da "organi di informazione". Dubbia competenza quale premessa alla constatazione che in seguito ad un'ispezione dei NAS e delle unità di vigilanza della ASL presso il Narconon Piemonte vi sono state segnalazioni relative "al titolo professionale e alla competenza degli operatori che si occupano delle persone in condizioni di dipendenza".

Gli operatori Narconon che si occupano direttamente dei tossicodipendenti sono tutti graduati Narconon (persone cioè che sono passate attraverso l'esperienza della droga e grazie al programma Narconon ne sono felicemente uscite). Sono quindi i migliori operatori possibili in assoluto, anche perché non risulta che vi sia - a parte i corsi Narconon di prevenzione e di addestramento (infra) - un qualche corso di studi o una laurea o un titolo professionale qualsiasi che permetta di occuparsi di tossicodipendenti, escludendo tutti gli altri. Non è cioè un'attività riservata all'iscrizione a un albo professionale qualsiasi. Se poi la fonte della convinzione dell'impreparazione degli operatori sono stati generici "organi di informazione", possiamo essere certi, con buona pace di Walter Lipmann, che ove effettivamente tanto fosse stato sostenuto, sarebbe vero esattamente il contrario. Gli organi d'informazione per lo più hanno solo padroni e interessi e, per dirla con le durissime parole di Simone Weil o quelle, non meno dure, di Popper, sono lontanissimi dalla verità. Questo è un argomento a favore della competenza degli operatori e non contro. Soprattutto tenuto conto che i Narconon non usano medicine; non sono finanziati dalla cosa pubblica; si oppongono strenuamente alla medicalizzazione della tossicodipendenza e hanno statistiche di successo altissime per tutti quei tossicodipendenti che hanno portato a termine il Programma fino alla fine. Non stupisce quindi che la posizione degli "organi di informazione", o almeno di molti di essi, sia stata nel tempo quella che viene sia pure genericamente riferita. Gli operatori Narconon sono straordinariamente competenti, sono solo in controtendenza (infra ancora).

1.5. La seconda osservazione, quella secondo cui, in seguito a gravissime vicende, l'autorità giudiziaria avrebbe chiuso Narconon in altre parti d'Italia, non essendo un giudizio, ma un fatto è semplicemente non vera. I Narconon presenti sul territorio Italiano sono sette, sono ONLUS (il Narconon "Il Gabbiano" è iscritto all'albo regionale definitivo, degli enti ausiliari della Puglia) e sono tutt'ora tutti aperti e in funzione.

Si è fatto riferimento al 1987 perché nessuno dei Narconon preesistenti è sopravvissuto alla chiusura, al sequestro dei conti, ad alcuni arresti e allo sgombero di operatori e tossicodipendenti disposta a dicembre del 1986 dal G.I. di Milano (istruttoria formale secondo la vecchia procedura penale), nel clamoroso e grandioso processo promosso contro le Associazioni della Chiesa di Scientology. Tutti i Narconon sono stati coinvolti in forza di una bizzarra costruzione giuridica della GG.FF. secondo cui i Narconon sarebbero stati unità operative dell'Associazione Lega Civiltà Libera dalla Droga, Associazione legata, secondo il G.I., alla Chiesa di Scientology. In quell'occasione, anche tutte le associazioni della Chiesa di Scientology sono state chiuse, i conti sequestrati e alcuni staff arrestati. La causa è terminata nel 2000 con la completa assoluzione della Chiesa e il dissequestro dei conti. Sono rimaste alcune condanne individuali per reati specifici, nessuna eseguita. Per quanto riguarda la bizzarra tesi relativa alla Associazione Lega Civiltà Libera dalla Droga e ai Narconon, è franata subito, in primo grado, e senza appello.

Si è voluto riferirlo, solo per sgomberare il campo da equivoci. Per quanto chiuse non per fatti gravissimi, ma per un teorema e alla fine assolte, quelle Associazioni ovviamente non esistono più dal 1986, sono "morte" allora!

1.6. A differenza del giudizio sulla competenza degli operatori alla quale non potranno che essere opposti giudizi contrari, anche se giudizi di soggetti pubblici e pubbliche istituzioni, con riferimento all'atteggiamento più in generale dell'ordinamento giudiziario e delle istituzioni si allegano i seguenti documenti scelti, a parte il n. 3, fra i più recenti:

3. Brossura presentazione Narconon;

4. Richiesta 15.04.2010 di accoglienza definitiva di detenuto tossicodipendente presso Narconon Grifone e, in calce, decreto di autorizzazione del G. U. del Tribunale di Catania;

5. Verbale di notifica ordinanza 02.05.2010, GIP di Roma di conversione pena detentiva in carcere con arresti domiciliari presso Narconon Albatros (ex Narconon W. Benitez);

6. Decreto 28.10.2010 del GIP Tribunale Napoli, modifica arresti domiciliari presso Narconon;

7. Verbale Amministrazione Penitenziaria Napoli Secondigliano modifica detenzione in carcere con arresti domiciliari preso Narconon Albatros 23.06.2010;

8. Verbale Amministrazione Penitenziaria Napoli Secondigliano modifica detenzione in carcere con arresti domiciliari preso Narconon Falco 11.08.2010;

9. Ordinanza di accoglimento di istanza di liberazione anticipata emessa dell'Ufficio di Sorveglianza di Ancona del 16.11.10 (l'imputato aveva trascorso un periodo agli arresti domiciliari presso la comunità Narconon Astore),

10. Decreto 14.12.2010 del Tribunale Ordinario di Roma, modifica la misura detentiva con gli arresti domiciliari presso Narconon Albatros;

11. ASL Calabria deliberazione 10.10.2008, concessione in comodato gratuito immobile a Narcon Albatros (allegato contratto di comodato);

12. Trasmissione della deliberazione G.C. di Meledugno 05.11.2010 e allegata delibera votata all'unanimità a favore dell'iniziativa ecologica del Narconon Il Gabbiano;

13. Conferma idoneità programma Narconon da parte della ASL Campania 26.05.2009 Dott.ssa Montegrosso e dott. Pastore;

14. Concessione di Patrocinio da parte del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca dell'11.07.03 a favore dell'associazione Narconon per delle conferenze nelle scuole sulla prevenzione alla tossicodipendenza;

15. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto "Giovanni Paolo II" di Roma per seminario prevenzione droga del 25.11.2009;

16. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto d'Istruzione Superiore di Spilinbergo (PN) per seminario prevenzione droga del 12.10.2010;

17. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto Comprensivo Statale "Koinè" di Monza (MI) per seminario prevenzione droga del 14.10.2010;

18. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto Comprensivo Statale "A. Gramsci" di Campalto (VE) per seminario prevenzione droga del 15.11.2010;

19. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto Comprensivo Statale di Anguillara Veneta (PD) per seminario prevenzione droga del 14.10.2010;

20. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte della Scuola Secondaria "G. Robecchi" di Vigevano (PV) per seminario prevenzione droga del 29.09.2010;

21. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto Tecnico Statale "Aldo Capitini" di Agliana (PT) per seminario prevenzione droga;

22. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto Comprensivo "G. Marconi" di Concorezzo (MI) per seminario prevenzione droga del 30.11.2010;

23. Richiesta all'associazione Narconon da parte Istituto Istruzione Superiore ITIS "L. Allievi" - IPSIA "S. Pertini" di Terni per seminario prevenzione droga del 3.12.2010;

24. Richiesta all'Ordine Militare e Ospitaliero di San Lazzaro di Gerusalemme - sez. Novara da parte dell'Istituto Comprensivo Statale "P. Ramati" di Cerano (NO) per seminario prevenzione droga organizzato dal Narconon Piemonte del 21.12.2010;

25. Articolo apparso sul Bollettino dell'Ordine Militare e Ospitaliero di San Lazzaro di Gerusalemme n. 2 del 2010 inerente un pranzo benefico organizzato il 18.09.10 dallo stesso Ordine a favore del centro Narconon di Villafranca d'Asti.

Dall'esame, risulta, crediamo con chiarezza che le istituzioni anche giudiziarie si appoggiano ai Narconon e dei Narconon si fidano. Risulta che l'ASL Calabria all'unanimità ha concesso in comodato un compendio immobiliare perché fosse destinato a comunità Narconon (è il contrario di volerli chiudere); che i Narconon sono ritenuti dall'autorità giudiziaria comunità alle quali affidare detenuti tossicodipendenti o luogo di esecuzione di pene alternative; che istituti pubblici e privati, scuole, anche un Procuratore della Repubblica, ringraziano i Narconon per l'azione di prevenzione e la promuovono e riconoscono la competenza degli operatori Narconon (in all. 3); che le istituzioni ritengono i Narconon una presenza socialmente di valore, li premiano e organizzano attività sociali insieme; che, alcune istituzioni sono talmente entusiaste che sono disposte a garantire per i Narconon (in all. 3). Questo per una sola ragione: istituzioni, consiglieri comunali, Comuni, magistrati, carabinieri, ordini ... non hanno dato retta alle terze parti e tanto meno agli "organi di informazione" ... sono andati a vedere! Hanno constatato e/o hanno visto amici, conoscenti, famigliari, alla fine del programma, uscire dalla droga e tornare esseri liberi.

2. una storia esemplare

In Puglia, a Torre dell'Orso, nel comune di Meledugno, in un ex albergo poco fuori il centro abitato, opera la comunità del Narconon "Il Gabbiano". Quando è avvenuto l'insediamento, il Consiglio e la Giunta avevano formulato, sulla base delle identiche informazioni, le stesse considerazioni di inopportunità o di pericolosità che sottostanno all'interrogazione del Consigliere Eleonora Artesio, invitando il Sindaco a valutare l'opportunità di ordinare la chiusura della struttura.

Beh, un Assessore, molto giovane e soprattutto appena eletto, è salito sul suo motorino ed è andato a vedere la comunità. Non si è fidato delle terze parti o rimesso agli organi di informazione è andato a vedere. Si è presentato come un semplice visitatore e ha girato tutto il Narconon. Ha visto le stanze degli ospiti, ha visitato le saune e stato ricevuto nelle classi, dove i supervisori gli hanno spiegato cosa facevano studiare e perché lo facevano, ha parlato con i tossicodipendenti sulle varie fasi del programma e ha parlato con i negozianti più vicini alla comunità.

Alla fine si è presentato e da allora ha strenuamente difeso la comunità, convincendo uno dopo l'altro i colleghi della Giunta, i Consiglieri e il Sindaco che avere nella circoscrizione la comunità era una fortuna sociale anche economica e stabilendo con la Comunità un'iterazione che ha promosso il recupero dell'ambiente e una serie di iniziative di prevenzione che hanno praticamente eliminato nell'area il problema della droga.

Come risulta dall'allegato n. 12 ora è il Comune che ringrazia il Narconon per le sue attività sociali.

Quell'Assessore ha assunto la responsabilità della funzione: è andato a vedere e questo ha generato positività.

Nel 1986 la chiusura dei Narconon allora esistenti in Italia sulla base di un teorema bizzarro, non controllato da nessuno, se non poi dall'autorità giudiziaria, ha ributtato sulla strada da un giorno all'altro oltre duecento tossicodipendenti. Meno quelli al termine del programma, tutti gli altri sono tornati a drogarsi. E' una conseguenza del non essersi assunti la responsabilità. Ha generato negatività.

Il Narconon Piemonte dunque non può che invitare la prima firmataria dell'interrogazione, Consigliere Eleonora Artesio a lasciar perdere ogni riserva mentale e a visitare la comunità, parlare con gli operatori, con gli ospiti, farsi spiegare punto per punto l'attività ... Esiste una forza nella verità che precede ogni mistificazione, ogni terza parte, ogni "organo di informazione" .

3. storia dei Narconon

3.1. Il programma Narconon è stato fondato nel 1966 da William Benitez, a quel tempo detenuto nel carcere federale di Phoenix, negli Stati Uniti per detenzione di stupefacenti. Lo stesso Benitez ha denominato il programma Narconon = Narco non = no alla droga. Nei primi tempi si è diffuso soprattutto fra la popolazione detenuta nelle carceri nordamericane.

Il programma Narconon è un programma socio/riabilitativo indirizzato alla riabilitazione delle persone che hanno usato droghe, alcol e psicofarmaci ed usa metodologie sviluppate dallo studioso e ricercatore L. Ron Hubbard.

Benitez, infatti, in carcere aveva letto il libro I fondamenti del pensiero dello studioso dal quale aveva tratto i principi di un mai provata prima procedura di riabilitazione da droghe.

E? un protocollo di riabilitazione "drug free", che come accennato non utilizza droghe alternative, agenti farmaceutici o sostanze che alterano la mente, nel processo riabilitativo o nella risoluzione del problema della dipendenza da droghe ed alcol.

3.2. Il programma dura in genere solo da quattro a sei mesi e prevede tre fasi principali:

a. Fase dell'astinenza
La privazione delle droghe, metadone, alcol e persino di molti farmaci può causare nei tossicodipendenti una grave sindrome da privazione. La sindrome da privazione può essere così terribile da ostacolare ogni tentativo del tossicodipendente di uscire dalla droga, poiché è più facile affrontare la continua dipendenza che la tortura dell'astinenza. Generalmente l'astinenza è affrontata graduando sotto controllo la droga, diminuendola progressivamente o utilizzando droghe succedanee come il metadone.
Il Narconon, invece, ha studiato un programma di superamento della crisi di astinenza che permette al tossicomane di disintossicarsi senza provare l'agonia della sindrome da privazione.

b. Fase della disintossicazione
I residui delle sostanze stupefacenti, depositati nell'organismo, possono produrre un desiderio irrefrenabile di assumere droga; inoltre possono causare ritorni degli effetti delle droghe, anche dopo anni dalla loro assunzione. Una parte di vitale importanza nel processo di riabilitazione del tossicodipendente è l'espulsione dei residui di droga accumulati nell'organismo. Grazie a questa disintossicazione, la persona non subisce più gli effetti negativi ed indesiderati della droga assunta.

c. Fase pedagogica/educativa
E' questa l'ultima fase, la più importante e decisiva che caratterizza definitivamente il programma Narconon e ne individua i presupposti teorici.
In questa fase la persona studia una serie di corsi al fine di apprendere quella conoscenza utile ad elaborare soluzioni diverse da quelle del passato e che hanno portato all'uso della droga. I corsi che si svolgono sono i seguenti:

1.corso per migliorare l'apprendimento;
2.corso di comunicazione e percezione;
3.corso degli alti e bassi nella vita;
4.corso di integrità e valori personali;
5.corso su come cambiare le condizioni nella vita;
6.corso della Via della Felicità.

Questi corsi hanno lo scopo complessivo di aumentare la capacità di comunicare e quella di affrontare realtà difficili o spiacevoli, magari evitate nel passato proprio rifugiandosi nella droga, incrementando l'integrità personale.

I corsi servono a ripristinare il livello etico e morale e a far nascere attraverso una maggiore consapevolezza e responsabilità, una spinta interiore verso azioni positive nei confronti di se stessi, della famiglia e della società in genere.

Alla fine delle tre fasi sopra indicate l'ex tossicodipendente lascia la comunità e rientra nella società e nella comunità familiare, rimanendo peraltro in contatto con i responsabili della comunità. Il programma s'intende felicemente concluso se la persona ricostruisce la propria vita e per i due anni successivi al programma non ricade nella droga. Molti, dopo aver completato i corsi relativi, rimangono per anni nel Narconon come operatori (questa conclusione del programma è promossa dai centri - infra).

3.3. Dal 1972, oltre che in istituti di correzione e pena sia per adulti sia per minori, il programma Narconon si svolge anche in centri residenziali o comunità. Sostanzialmente le persone che svolgono il programma Narconon vivono a tempo pieno in questi centri o comunità.

Con la parola Narconon ci si riferisce anche alle specifiche associazioni di utilità sociale senza scopo di lucro che gestiscono a livello residenziale questo medesimo programma riabilitativo.

Narconon è quindi un network di oltre 150 centri di riabilitazione e prevenzione che operano in 45 diversi paesi di tutto il mondo. Il centro residenziale più vecchio degli Stati Uniti (1972) è situato nei pressi di Los Angeles. Il centro europeo più vecchio (1974) è a Stoccolma, in Svezia. In Italia il primo centro Narconon è stato aperto nel 1981 a Ronago (CO).

Nel 1981 si tenne in Italia una conferenza sul metodo Narconon usato oltre confine per la riabilitazione dei tossicodipendenti e un gruppo di persone interessate al miglioramento delle condizioni sociali del nostro paese decise di portare in Italia tale metodologia e così verso la fine del 1981 venne costituto il primo centro Narconon. Negli anni successivi e precisamente fino al 1986, il programma Narconon, sull'onda dei risultati ottenuti, si diffuse a tal punto da essere presente in Italia in dieci diversi centri.

A dicembre del 1986, come accennato sopra, tutti i centri Narconon presenti sul territorio nazionale furono chiusi, per ordine di un G.I. di Milano.

A marzo del 1987 venne costituto un nuovo Narconon denominato Narconon Fenice con sede nell'Emilia Romagna. All'inizio del 1989 a Barletta si costituì il secondo Narconon e così via di seguito, fino ad avere, sparsi in tutt'Italia, nuovamente sette centri Narconon.

Attualmente in Italia sono presenti i seguenti centri: in Piemonte, il Narconon Piemonte, nelle Marche i Narconon "Alfiere" e "Astore", in Puglia il Narconon "Il Gabbiano", in Calabria i Narconon "Falco" e "Albatros" e in Sicilia il Narconon "Grifone". Esiste a Milano anche un ente di formazione degli operatori che addestra gli operatori dei Narconon sparsi per l'Italia.

Negli ultimi anni i centri Narconon ospitano mediamente costantemente e a rotazione un numero di 600 persone che svolgono il programma Narconon assistiti da circa 120 operatori. Le prenotazioni sono superiori ai posti disponibili.

4. presupposti teorici.

L'esame è estremamente sommario, ma fa riferimento ad una letteratura estremamente vasta.

Nella seconda metà del '900 l'occidente ha conosciuto la diffusione della droga a livello di massa. Le ragioni possono essere le più varie, ma probabilmente non è un caso che questo sia seguito alla seconda guerra mondiale; all'avvento della televisione e all'esplosione dei mezzi di comunicazione di massa.

Hanno così ragione quelli che hanno indicato la caratteristica dell'epoca nella presenza di una diffusa paura per le sorti dell'umanità minacciata dalle armi nucleari; dalla degenerazione ecologia e progressiva dell'ambiente; dalla manipolazione genetica; dal c.d. scontro di civiltà e da molti altri fattori che, al di là dei giudizi morali, appaiono incombere e dall'altro, il vuoto della paura, apparentemente colmato dalla soddisfazione di bisogni materiali.

In sostanza: la fine dei valori è la fine del futuro. Rimane solo la soddisfazione di bisogni materiali promossa dalla televisione e dalla comunicazione di massa.

L'individuo di massa tende, infatti, al nulla (folla solitaria).

Il modello che ne risulta, definito post-moderno, indica una fase tormentata e di passaggio della civiltà occidentale e forse dell'umanità.

La droga si afferma in occidente come promessa chimica, meccanica, di libertà e di benessere. E' una risposta ai bisogni immediati (nella droga non esiste tempo). L'individuo con l'assunzione della droga diviene, lì per lì, più forte, più intelligente, più pronto ... più libero e meno "nulla". La droga gli assegna una identità fittizia. Pian piano divenuto tossicodipendente l'essere sparisce obnubilato dal dominio sempre più forte, arrogante e completo della droga.

E' attraverso il corpo, attraverso la materia e i processi chimici, che la droga prende il dominio sulla persona e quindi sullo spirito. L'essere alla fine muore e resta solo un corpo affamato. L'iniziale illusione di libertà si è trasformata in una prigione (la stessa illusione che ha intrappolato l'ultimo Freud).

Poiché il punto di rottura appare essere il corpo, esiste una forte tendenza alla medicalizzazione della tossicodipendenza. Ritenere cioè, al di là delle parole, il tossicodipendente un ammalato e cercare di "curarlo" soprattutto o anche o molto con trattamenti medici.

Certo ogni persona sottratta alla droga qualunque sia il metodo è una vittoria, ma i sistemi adottati hanno sempre o quasi una fase preliminare di assunzione di droga, metadone, psicofarmaci o medicine, quest'ultime non come doverosa cura delle malattie prodotte nel corpo dalla droga, ma come mezzo di disintossicazione.

In sostanza il corpo è così nuovamente enfatizzato e il meccanismo dei rapporti corpo-spirito è rafforzato dal punto di vista del corpo. Certo generalmente, i sistemi di disintossicazione contengono "anche" programmi di lavoro e apprendimento di professioni o mestieri, ma il modello che si afferma è sempre lo stesso.

Per questa ragione non sono poi molti quelli che escono definitivamente dalla droga ed è per questo che la tossicodipendenza appare un problema sociale quasi invincibile. Il programma Narconon invece basa tutto il programma sul presupposto che l'essere umano sia sostanzialmente un'anima più un corpo o, che è lo stesso, uno spirito incarnato, senza attribuire alla nozione sia di anima sia di spirito nulla di metafisico o astratto e tantomeno di religioso. L'essere umano è dunque un essere composito che, attraverso un "organo" definito mente, vive e opera nella società e nella storia. E' lo spirito che attraverso la mente dirige il corpo. La droga inverte l'ordine delle gerarchie e la materia e i suoi brutali bisogni finiscono per prevalere e finiscono per dominare lo spirito. Sono meccanismi assoluti che non hanno limiti interni e il corpo non si ferma se non con la morte fisica. Allora la morte dello spirito è avvenuta da molto tempo.

L'unico motivo per il quale un tossicodipendente cerca di uscire dalla droga è perché sente la rovina dello spirito e incombere la morte. Sente che vi è qualche cosa di profondamente sbagliato nel modello proposto dalla droga.

Il programma Narconon propone al tossicodipendente di riaffermare il valore del corretto rapporto spirito-corpo. Il mezzo è esclusivamente l'istruzione e l'educazione. La ragione per la quale nella fase dell'astinenza, quando il corpo attraverso la droga rivendica con ferocia il suo primato, non si assumano prodotti chimici di sorta, ma solo vitamine e minerali, è per riaffermare e far riaffermare dal tossicodipendente la natura strumentale del corpo e il primato dello spirito e, soprattutto, la sua responsabilità come essere. Il motivo per cui nella fase dell'astinenza è sempre presente un operatore di fianco all'ospite che lo assiste e lo aiuta 24 ore su 24 è sicuramente sì, per aiutarlo, ma è anche per riaffermate il valore sociale del modello e unire il suo spirito a quello imprigionato dalla droga del tossicodipendente. E' questa fase, la fase che, per l'operatore, uscito anche lui dal programma Narconon, rappresenta il definitivo allontanamento dalla droga. Come uno specchio alzato davanti a lui, l'operatore oggettiva il modello della droga e il suo inferno e, a quel punto, lo "conosce". Vede tutta la falsità. Per questo gli operatori Narconon sono ben addestrati e affidabili.

Si è qui usato per la prima volta il termine "conoscere" nella sua forma indicativa, perché, superata l'astinenza, eliminati i residui chimici delle droghe e con la "conoscenza" che il programma Narconon si realizza. Astinenza e saune sono assolutamente necessarie per permettere allo spirito di riprendere il controllo del corpo e così rendere possibile una specifica funzione dell'istruzione e dell'educazione. L'istruzione e l'educazione rappresentate nei sei corsi di studio mirati hanno tutte e solo uno scopo, quello di togliere le malcomprensioni, i dati falsi, le contraddizioni presenti nella vita e fornire gli strumenti per "comprendere". Porre, al posto della "finta" micidiale soluzione della droga, tutta basata su non conoscenza e non comprensione, l'esatta conoscenza e l'esatta comprensione.

In caso contrario, se si lascia sopravvivere l'insieme contraddittorio di dati falsi, di paure e l'etica dei bisogni, resta il vuoto nella vita e l'assenza di futuro, vuoto e assenza non certo riempiti dalla televisione o dagli organi d'informazione. In tal caso, rimanere lontani dalla droga può essere difficile e/o casuale.

Se quel vuoto è riempito dalla verità sulla droga, sulla propria identità e sulla possibilità di essere davvero responsabili della propria vita, allora non c'è più posto nella propria vita per la droga.

Dunque, istruzione e educazione definitivamente al posto di medicine e prodotti chimici.

Quindi "conoscenza", quella che sola conduce a quella "verità" che precede tutte le menzogne e, in particolare, la menzogna della droga. Per questo il programma Narconon funziona ed è solo la "verità" che rende davvero "liberi".

I graduati del Narconon escono dal programma, uomini.

Allegati:

1. ordinanza sindacale;
2. ricorso in opposizione;
3. Brossura presentazione Narconon;
4. Richiesta 15.04.2010 di accoglienza definitiva di detenuto tossicodipendente presso Narconon Grifone e, in calce, decreto di autorizzazione del G. U. del Tribunale di Catania;
5. Verbale di notifica ordinanza 02.05.2010, GIP di Roma di conversione pena detentiva in carcere con arresti domiciliari presso Narconon Albatros (ex Narconon W. Benitez);
6. Decreto 28.10.2010 del GIP Tribunale Napoli, modifica arresti domiciliari presso Narconon;
7. Verbale Amministrazione Penitenziaria Napoli Secondigliano modifica detenzione in carcere con arresti domiciliari preso Narconon Albatros 23.06.2010;
8. Verbale Amministrazione Penitenziaria Napoli Secondigliano modifica detenzione in carcere con arresti domiciliari preso Narconon Falco 11.08.2010;
9. Ordinanza di accoglimento di istanza di liberazione anticipata emessa dell'Ufficio di Sorveglianza di Ancona del 16.11.10 (l'imputato aveva trascorso un periodo agli arresti domiciliari presso la comunità Narconon Astore),
10. Decreto 14.12.2010 del Tribunale Ordinario di Roma, modifica la misura detentiva con gli arresti domiciliari presso Narconon Albatros;
11. ASL Calabria deliberazione 10.10.2008, concessione in comodato gratuito immobile a Narcon Albatros (allegato contratto di comodato);
12. Trasmissione della deliberazione G.C. di Meledugno 05.11.2010 e allegata delibera votata all'unanimità a favore dell'iniziativa ecologica del Narconon Il Gabbiano;
13. Conferma idoneità programma Narconon da parte della ASL Campania 26.05.2009 Dott.ssa Montegrosso e dott. Pastore;
14. Concessione di Patrocinio da parte del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca dell'11.07.03 a favore dell'associazione Narconon per delle conferenze nelle scuole sulla prevenzione alla tossicodipendenza;
15. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto "Giovanni Paolo II" di Roma per seminario prevenzione droga del 25.11.2009;
16. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto d'Istruzione Superiore di Spilinbergo (PN) per seminario prevenzione droga del 12.10.2010;
17. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto Comprensivo Statale "Koinè" di Monza (MI) per seminario prevenzione droga del 14.10.2010;
18. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto Comprensivo Statale "A. Gramsci" di Campalto (VE) per seminario prevenzione droga del 15.11.2010;
19. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto Comprensivo Statale di Anguillara Veneta (PD) per seminario prevenzione droga del 14.10.2010;
20. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte della Scuola Secondaria "G. Robecchi" di Vigevano (PV) per seminario prevenzione droga del 29.09.2010;
21. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto Tecnico Statale "Aldo Capitini" di Agliana (PT) per seminario prevenzione droga;
22. Ringraziamenti all'associazione Narconon da parte Istituto Comprensivo "G. Marconi" di Concorezzo (MI) per seminario prevenzione droga del 30.11.2010;
23. Richiesta all'associazione Narconon da parte Istituto Istruzione Superiore ITIS "L. Allievi" - IPSIA "S. Pertini" di Terni per seminario prevenzione droga del 3.12.2010;
24. Richiesta all'Ordine Militare e Ospitaliero di San Lazzaro di Gerusalemme - sez. Novara da parte dell'Istituto Comprensivo Statale "P. Ramati" di Cerano (NO) per seminario prevenzione droga organizzato dal Narconon Piemonte del 21.12.2010;
25. Articolo apparso sul Bollettino dell'Ordine Militare e Ospitaliero di San Lazzaro di Gerusalemme n. 2 del 2010 inerente un pranzo benefico organizzato il 18.09.10 dallo stesso Ordine a favore del centro Narconon di Villafranca d'Asti.
Milano, 13.01.11

NARCONON SUD EUROPA
Il portavoce
Ugo Ferrando

 
 
 
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