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"Mago o Libero?" - affiorano i ricordi

Mauro, ex Scientologist italiano. Note a cura di Harry.

Ciò che ho scritto ieri in effetti è un condensato quasi incomprensibile. 

Rileggendolo mi accorgo che l'unico punto degno di nota è il malessere finale riassunto in poche frasi emotive. 

È difficile ricordare, è difficile ripercorrere le malefatte abbandonate nella soffitta della mente. Abbandonate e mai più guardate nella speranza che marcissero per conto loro senza più tormentare.

È difficile e non l'ho ancora fatto.

Voglio farlo ora nella speranza che qualcuno possa evitare di avere i pensieri che ho io adesso, ancora e a distanza di anni.

Poco importa come sono entrato nel giro. O forse importa moltissimo perché mette a fuoco le pratiche da venditore senza scrupoli utilizzate per propinarmi una cosa che principalmente serviva solo al tornaconto del venditore stesso.

Compreso l'implant [1] (e usiamoli questi termini quando veramente significano qualcosa!) nell'organizzazione. Nel senso che i modi coercitivi equivalgono all'immersione dei tuoi ignari piedi in una vasca di cemento a presa rapida (mi viene alla mente anche l'implantologia endossea in odontoiatria...); il risultato è che non riesci a schiodarti più.

Come lo spacciatore che ti da la prima dose a bassissimo prezzo se non gratis per poterti vedere poi ritornare affamato e poter così alzare il prezzo, ormai certo della tua fedeltà.

Sì, importa. Importa il fatto che come i miei amici hanno contribuito al mio ingresso nell'organizzazione, così io ho contribuito all'ingresso di altri.

Tutti fuori, comunque, ora.

Ricordo mentre scrivo, lentamente, i nomi delle persone dell'organizzazione che ho considerato amiche. Ricordo gli stati d'animo esaltanti delle prime lezioni e dei primi seminari. Ricordo i primi pensieri stupefatti: "ma allora è vero che..."

Ricordo ancora il primo disappunto. "Ma come è tradotto male questo libro: il traduttore conosceva l'italiano?". Accettai la risposta che mi fu data ("È scritto volutamente male per significare che non è la forma che ha importanza ma i contenuti") e mi viene da ridere. Come sapere, allora, che quelle domande e i dubbi successivi avrei dovuto proporli a ben altre persone che non a quelle dell'organizzazione?

Dopo aver letto un'esilarante ed istruttiva autobiografia di Isaac Asimov in cui egli stesso descriveva di incontri cui partecipava anche un giovane scrittore non ancora affermato che sapeva suonare bene la chitarra e raccontare le barzellette, ebbi anche l'ardire di chiedere a qualcuno nell'organizzazione "Ma come mai il Grande Isaac parla dapprima bene e poi sempre peggio di questo Signore?".

Ovviamente il mio pensiero venne "maneggiato" senza troppi scrupoli e con argomenti che adesso provocherebbero solo la mia ilarità (non li ricordo ma so che è così).

E IO LI ACCETTAI COME VERI. La "testa di cozza" [2] ero io.

Ricordo che ad un certo punto mi trovai a comperare enormi quantità di libri ad uno sconto ridicolo per poterli rivendere a parenti e amici.

Gli acquirenti furono pochi, molti li regalai (e non saprei dire se furono graditi), i più li ho ritrovati in soffitta l'anno scorso e, da buon cittadino, ho approfittato in modo diligente della raccolta differenziata.

Ricordo che mi spinsero ad aprire una mission nel mio paese; fecero un incontro introduttivo e io, preparatomi all'accademia, tenni il corso base, quello della mente di cui non ricordo il titolo [3] ad una folla sterminata di due persone, amici miei, marito e moglie, che forse non avevano voluto lasciarmi solo e nei pasticci.

Ricordo che feci una quantità di plastiline [4] e mi divertii un sacco anche se ogni tanto, estraendo capelli, caccole e chissà quali altre schifezze da quella massa verdastra, la mia mente riprendeva a funzionare e mi suggeriva "CHE SCHIFO!", ma io non la ascoltavo.

Le plastiline sono un ricordo bello. Ancora oggi so fare schematici cagnolini con la mollica di pane e la mia nipotina si diverte un sacco.

... Ma i milioni che ho speso sono serviti solo a imparare a fare i cagnolini con la mollica?

Ricordo Luigi che fu mio gemello nel corso di HQS [5]. Andammo avanti e indietro da un muro all'altro come dei fessacchiotti per non so quante settimane. E non capimmo che l'unico risultato che conseguimmo fu quello di consumare (neanche tanto) il pavimento dell'aula.

Ricordo i registrar [6] più molesti delle zanzare sempre pronti a venderti qualcosa che ti serviva sicuramente. Ricordo i registrar al mercoledì (o era il giovedì) quando dovevano chiudere le statistiche e allora ti staccavano la carne di dosso per venderti qualunque cosa.

Ricordo che con un giro di amici (dell'organizzazione, naturalmente) si passavano le sere della domenica a guardare la "scatola delle immagini" come se fosse un divertimento sublime e trasgressivo. Bah! Mi stavo riducendo proprio male.

Ricordo i TRs [7] e il malo uso che ne facevano i registrar quando continuavano a ripetermi la medesima domanda e non accettavano "NO" come risposta.

Ricordo le saune e le quantità industriali di pastiglie che presi e che feci prendere a mia madre. Sì, mia madre fu contagiata da me che ero entusiasta di quello che mi stava accadendo. E si mise a regalare (ma ché vendere: REGALARE, che non li voleva nessuno, quei libri) anche lei paccate di diemesemeicc (salute!) al fruttivendolo, al panettiere, alla sorella dell'arrotino... evvai!

Ricordo le domeniche passate in casa, SOLO, a guardare il muro oltre la tivù.

Mi fu proposto di entrare nell'organizzazione definitivamente ad un salario di circa quindicimila la settimana (quando io ne prendevo seicentomila al mese)...

E IO CI PENSAI DAVVERO, FUI TENTATO DI FARLO!!!

A proposito del piurifichescion [8], ora penso che mi piacque perché si stava tutti nudi in sauna, maschi e femmine, anche ragazze che conoscevo e che, sfigatiello com'ero allora, non avrei altrimenti potuto ammirare senza velo alcuno.

Anche se non mi spiego ancora adesso come fu che un giorno si fece rivedere sulla mia mano destra una seria scottatura che mi ero procurato anni prima con un saldatore a stagno. Non ho avuto le traveggole. Ho potuto addirittura rileggere le caratteristiche del saldatore sulla pelle arrossata della mano.

Come in un telefilm della serie "ai confini della realtà".

Ricordo che gli esercizi all'e-meter [9] non mi piacquero perché non li capivo. Non sono mai riuscito a vedere un ago libero né a capire che cosa diavolo fosse.

Lo chiamavo "Mago o Libero?" e non lo capii mai (fu su quel corso, in effetti, che si consumò la mia fuoruscita).

In sostanza la mia presenza nell'organizzazione non fu drammatica come leggo che lo fu per altri, e mi considero molto fortunato. Poteva andarmi molto peggio.

Un po' più laborioso fu, invece, lasciarla. Il telefono di casa squillava continuamente e all'altro capo una persona qualunque (non mi telefonò mai qualcuno che conoscevo) mi comunicava che avevo un appuntamento alla tal'ora.

Non ci andai mai. La cosa durò per mesi. Poi, un giorno, l'amico che mi aveva portato là venne a trovarmi e mi convinse a tornare; c'era la sede nuova in centro, non potevo pensare di lasciare così tutto, eccetera eccetera.

Accettai e mi ritrovai in un angolo a scrivere le mie malefatte. Mi sentivo un emerito cretino che scriveva cose inventate (perché in effetti, a parte andarmene per sempre, non avevo fatto mai nulla contro l'organizzazione). Passò una sera, passò la seconda... e mi stufai. Mi accorsi che mi marcavano un po' stretto.

Così con noncuranza uscii dalla stanza, passo svelto, una manciata di fogli disordinati in mano, un'aria impegnata, lo sguardo costantemente oltre alla persona che mi si parava davanti come a cercarne un'altra che non trovavo e... zip... verso l'uscita. Una voce mi chiamò mentre ero sul portone ma non me ne fregai abbondantemente.

Ripresero le telefonate che andarono avanti fino a due mesi fa.

Ovviamente chiamavano casa dei miei genitori dove mia madre, anch'essa fuoruscita, rispondeva che non abitavo più lì. Per un po' fu vero ma poi mi sposai e andai ad abitare davvero altrove. Ma le telefonate continuarono imperterrite. Sei al giorno, poi tre, poi una, poi una alla settimana, poi una al mese... poi, alcuni mesi fa, la prima nella mia nuova casa. Chiesi a mia madre se avesse fornito lei il numero ma mi disse di no.

Ricevetti altre tre telefonate in cui ribadii che non ero più interessato e che non richiamassero più. Mi chiesero una dichiarazione scritta in cui affermassi che l'organizzazione non mi doveva più niente. Risposi che in base alla nuova legge sulla privacy volevo che i miei dati fossero cancellati dai loro archivi. Non li ho più sentiti.

Sarà finita veramente?

Altri ricordi torneranno e li scriverò.

Note 

[1] implant = suggestione ipnotica.

[2] Talvolta gli Scientologist dedicati vengono chiamati scherzosamente dai critici "vongole", per via di alcune credenze del gruppo.

[3] Seminario sul Corso di Anatomia della Mente Umana.

[4] La Tecnologia di Studio di Scientology prevede l'impiego di plastilina per fare dimostrazioni dei concetti che si stanno studiando.

[5] H.Q.S. = Hubbard Qualified Scientologist, corso di "Scientologo Qualificato Hubbard".

[6] registrar = reclutatore, addetto alle vendite di Scientology.

[7] Trs = Training Routines, "Routine di Addestramento alla comunicazione".

[8] Purification Rundown = "Rundown di Purificazione". Consiste in esercizio fisico, saune a temperature elevate e massicia assunzione di vitamine.

[9] E-meter = "Elettropsicometro Hubbard", un sorta di "galvanometro a pelle". Oggi (1998) viene venduto dalla Chiesa per oltre 6 milioni di lire.

 
 
 
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