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I miei anni in Scientology

Di Maria Pia Gardini, colloquio con Alberto Laggia. Ed. Paoline, ISBN 9788831533164, 14 euro, settembre 2007.

 
(presentazione tratta dal sito delle Edizioni Paoline)

Quella di “Puccy”, Maria Pia Gardini, è la storia allucinante di una donna proveniente da una ricchissima famiglia ravennate (è cugina di Raul Gardini) che un giorno decise di frequentare uno corso di Scientology, la chiesa fondata da Ron Hubbard. Da allora la sua vita si sarebbe trasformata in un inferno.

Tutto comincia a metà degli anni ‘80 quando Maria Pia, prostrata dal lutto per la morte del padre, sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua esistenza. La sua unica figlia, tossicodipendente entrata in una comunità Narconon, le propone di partecipare a un ciclo di saune purificatrici organizzate dalla stesso movimento.

Senza quasi accorgersene la donna si lascia risucchiare dal vorticoso meccanismo dell’organizzazione, fatto di gradini d’ascesi raggiungibili solo con l’acquisto di corsi sempre più costosi (da un paio a decine di milioni di lire) da effettuarsi in Italia, in Danimarca e negli Stati Uniti. Prima dell’uscita dal movimento, avvenuta nel 1994 dopo tre anni di tentativi, Puccy, donna colta che parla correntemente tre lingue, ha scalato i massimi livelli della tecnica scientologica (ha raggiunto il livello OT VIII), divenendo un alto funzionario del movimento in seno alla Sea Organization e uno dei più brillanti e apprezzati “auditor” (confessore) della chiesa, a tal punto da ottenere nel 1988 e nel 1990 il riconoscimento di Scientology quale miglior “auditor” del mondo.

In questo libro-confessione, Gardini racconta al giornalista Alberto Laggia cos’ha subito nel periodo in cui è rimasta nella chiesa dei divi di Hollywood, i retroscena di un’organizzazione conosciuta da “dirigente”, e la lotta giudiziaria iniziata anni fa per riavere i suoi denari. Una cronaca che sembra un film.

Maria Pia Gardini di Gasparro, ha lavorato nel cinema e nella pubblicità cinematografica fino al 1985, quando è divenuta adepta di Scientology. Ha vissuto per anni in Florida, a Clearwater. Nel 1994, uscita dal movimento, si è trasferita in Tunisia dove ha intrapreso l’attività di imprenditrice fino al 2002, anno del suo rientro in Italia. Vive attualmente in Toscana assieme alla nipote Camilla. È membro dell’ARIS (Associazione Ricerca e Informazione sulle Sette).

Alberto Laggia, giornalista professionista, inviato speciale del settimanale Famiglia Cristiana, per il quale scrive di attualità, politica e cultura. Già cronista dell’Ansa, è esperto di Nordest italiano. Da anni si occupa anche di cronaca ecclesiale e movimenti religiosi, oltre che di problematiche riguardanti il mondo dei minori. Su quest’ultimo tema è autore di saggi e contributi usciti su periodici specializzati.


Intervista a M. Pia Gardini

Cos’è Scientology?

Scientology è un’associazione che si definisce chiesa, ma a mio parere, non solo non lo è, ma è a scopo di lucro, visti gli esorbitanti costi per arrivare alla cima del cosiddetto “ponte verso la libertà”.

Lei si dichiara cattolica, praticante. La fede cristiana è una profonda esperienza interiore che dovrebbe dare motivazioni, forza e coraggio per affrontare le inevitabili difficoltà della vita. Come mai lei, nel momento del bisogno, ha cercato altrove aiuto e risposte?

No, non ho cercato aiuto in Scientology nel momento del bisogno, anzi, alla morte di mia figlia mi sono riavvicinata in modo totale e definitivo alla chiesa cattolica. Io volevo continuare un rapporto con mia figlia che era entrata in Scientology, e aderire era l’unico mezzo per averlo. In Scientology se un famigliare è contrario, esiste la disconnessione e io non volevo perdere mia figlia.

I sentimenti sono un grande potenziale dell’essere umano. Nel libro, in diversi punti, pare di capire come Scientology non riconoscesse affatto questo valore. Cos’è che sta più a cuore a Scientology della vita dei suoi adepti?

Che continuino a frequentare i corsi e l’auditing, quindi a pagare.

Lei come è uscita da Scientology dal punto di vista psicologico e umano?

Bene dal punto di vista umano, con il solo rimpianto di non avere più nulla e di aver perso 9 anni della mia vita.

Quanto contava il denaro nella sua vita? E ora quanto conta?

Allora ne avevo tanto e poi il denaro è secondario rispetto ad altri valori. Certo, ora per me con la mia pensione è difficile arrivare alla fine del mese.

Dopo l’esperienza vissuta sulla sua pelle, a chi oggi le dicesse che vuole entrare in Scientology, lei cosa consiglierebbe?

Consigliere di andare da un buon psicologo se ha bisogno di aiuto o dal proprio parroco se è credente. Non vorrei mai vedere nessuno fare la mia esperienza.

 
 
 
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