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Van Ruymbeke attacca Scientology
 
Di David Dufresne.
 
Libération, 1 Giugno 2000. Parigi, Francia. Traduzione e note a cura di Martini.
 
 
Di solito il seminterrato della Associazione Spirituale di Scientology Ile-de-France, Rue Jules Cesar, dietro la Bastiglia a Parigi è un luogo tranquillo. Laggiù, sotto la luce al neon, batte con calma e discrezione il cuore della macchina scientology. Scendendo le scale un piccolo corridoio conduce all'ufficio finanziario della setta, a quello amministrativo e a quello del DSA (Dipartimento degli Affari Speciali, ex-OSA, servizio privato di intelligence) e ad una stanza adibita alla "purificazione". Ovunque si vedono pile di dossier, scatole accuratamente accatastate... martedì 16 maggio questi locali sono stati testimoni di estrema agitazione. Agenti della SEFTI (Sezione della polizia che si occupa di truffa in relazione a tecnologie informatiche) sono arrivati senza preavviso. Raid. Per il culto si è trattato di un duro colpo. Parte della sua documentazione interna è stata sequestrata. E non è ancora finita. Secondo le informazioni in nostro possesso sono stati sequestrati due computers e due servers. Due servers che, secondo la fonte dietro l'irruzione, si trovavano «in una piccola stanza nascosta dietro un pannello elettrico». La portavoce del culto, Danièle Gounord, giura che ne ignorava l'esistenza.

Dossier informatici. In origine si trattava di una questione da poco. Un ex adepto protesta con Scientology. È stanco di ricevere mucchi di pubblicazioni del gruppo nonostante l'abbia lasciato da tempo, e ha richiesto di essere cancellato dagli indirizzari. Non accade nulla. L'uomo continua a riceverli. Gli arrivano lettere, una scritta a mano, e cose come Ethique et Liberté [1], versione francese della rivista Freedom, quella che nel suo numero di febbraio dichiara di essere in regola con gli archivi elettronici. Ma la setta non ha mai preso provvedimenti in relazione alle richieste dell'uomo, che presenta denuncia per "violazione della privacy" a mezzo mantenimento di archivi elettronici, per "pubblicità ingannevole" [2] e "frode".

Alcune settimane più tardi un secondo ex membro fa la stessa cosa. Le denunce arrivano all'ufficio del primo giudice, poi sulla scrivania del giudice Renaud Van Ruymbeke. Ed è a questo punto che entra in gioco la SEFTI, la mattina del 16 maggio, come confermato da una fonte giudiziaria. Scopo: controllare che cosa contengono le macchine di Scientology. Una contiene la contabilità del culto, quella delle SEL (librerie di Scientology) incaricate della vendita dei libri del defunto fondatore L. Ron Hubbard, e l'altra è collegata direttamente a Copenhagen, il centro della setta in Europa. Intanto Marc Walter, presidente dell'Associazione Spirituale di Scientology Ile de France, viene arrestato, trattenuto per un po' e successivamente rilasciato. Oltre al suo ruolo la giustizia è interessata a quello del CCDH, la Commissione dei Cittadini per i Diritti Umani [3], il cui indirizzo francese è stato per lungo tempo lo stesso dell'Associazione Spirituale, a Parigi Nord. Quel CCDH i cui fini, da circa 30 anni, sono gli stessi: attaccare la psichiatria, il nemico Numero Uno di Scientology.

Gli scientologisti, certo. Per loro il raid del 16 maggio è «molestia amministrativa», una «faccenda benigna». A provarlo, secondo Danièle Gounord, il fatto che dischetti e computers sono stati resi quattro giorni più tardi. Abituata ai procedimenti giudiziari, minimizza: «L'abbiamo vissuta come visita di routine. Nulla a confronto del raid del 1990» - quello che ha portato al grande processo di Lione, sette anni dopo [4]. «Tutti i dossier sono stati dichiarati al CNIL. Non abbiamo nulla di illegale. Se è stato dimenticato qualcosa rimedieremo. Questo è tutto».

"Dossier Dead Agent". Il problema è che con Renaud Van Ruymbeke gli scientologisti sono incappati in un magistrato le cui tenacia e severità sono diventate famose. Non è certo quindi che il loro ottimismo possa rimanere tale per lungo tempo, visto che la polizia non ha sequestrato soltanto i fascicoli degli ex adepti, ma anche altri che riguardano simpatizzanti e oppositori, firmati dal Dept of Special Affairs (DSA). La portavoce del gruppo nega.

Ufficialmente il DSA è l'Ufficio per le Pubbliche Relazioni di Scientology. Vi lavorano persone come Danièle Gounord e Jean Dupuis, i portavoce del gruppo. E persone più discrete, come i responsabili delle tasse, degli affari legali e delle indagini. Persone capaci, per esempio, di istituire "Dossier di Dead Agent", specie di biografie non ufficiali costruite attingendo ad articoli e inchieste personali, dossier usati (come dice la stessa Danièle Gounord) per screditare singoli individui. E questo è il modo in cui chi aveva parlato con il miliardario americano Bob Minton, strenuo oppositore della setta, ha ricevuto un dossier su di lui tre giorni dopo la sua visita a Parigi dell'aprile scorso [5]. Ed è come i giornalisti più virulenti hanno il diritto di essere catalogati. Il tutto viene tradotto, riassunto, e inviato alla casa madre, negli USA, con una grossa percentuale di "theta" ed "entheta", vibrazioni buone o cattive - e note con "nemici citati", "frasi chiave" ecc.

Nell'organizzazione multinazionale di Scientology il DSA è il cuore del macchinario, la parte elitaria. Nel 1990 la pubblicità interna ne ha rivelato i fini: «creare un ambiente sano in cui Scientology si possa espandere». Ufficialmente, secondo il culto, è tutto finito. È stata fatta pulizia, e le «sezioni sensibili del DSA» sono state smantellate. Vero? Secondo molte fonti il 16 maggio gli agenti di polizia hanno indagato anche su questo, nella sede sotterranea di Scientology.

 
 
Note:

1. Per leggere la rivista, disponibile nelle varie traduzioni, si consulti il sito ufficiale di Freedom Magazine.

2. Anche in Italia Scientology ha avuto di questi problemi. Si veda: «Sanzionata due volte per pubblicità ingannevole»

3. La Commissione è presente anche in Italia, con la stessa intestazione. È responsabile della pubblicazione della rivista "Diritti dell'Uomo".

 

4. A questo proposito si veda: « Setta o chiesa, dove è il confine? 1996: il dibattito al processo di Lione. Chiamati a difendere Scientology, studiosi hanno cercato di dimostrare che nulla la distingue dalle altre religioni.»

5. Un esempio di tattica di Dead Agenting (agente morto) può essere consultato qui: http://members.xoom.it/xemu/scientology/flyer.htm

La Rivista "Diritti dell'Uomo" non si sottrae al "Dead Agenting". Nell'articolo "I Baroni dei Farmaci: La salute pubblica è ancora schiava della corruzione" leggiamo ad esempio:

«La stella di Poggiolini alla fine è tramontata. Venire associati al suo nome è cosa che oggi farebbe orrore a coloro che un tempo manovravano per apparirgli al fianco, ad annuire in religioso silenzio ogniqualvolta egli concedeva il proprio “imprimatur” a farmaci inutili... ma lucrosi.

Ma chi ha raccolto l’eredità di Poggiolini? Chi è il nuovo giudice della “validità scientifica” delle migliaia di nuove droghe legali che ogni anno vengono immesse a forza sul mercato, e con quali criteri tale “validità” viene determinata?

L’uomo nuovo è Silvio Garattini. Membro del Comitato Interministeriale per le Sostanze Stupefacenti e Psicotrope e primario portavoce della Commissione Unica Farmaco, direttore dell’Istituto Mario Negri per la Ricerca Farmacologica di Milano, è lui la nuova figura che domina la scena della farmacopea in Italia.

Nell’era poggioliniana, solo le sostanze che passavano attraverso (e lubrificavano) le complesse procedure di esaminazione “tangenziale” di particolari enti e commissioni potevano godere di quell’imprimatur grazie al quale potevane essere messe in commercio.

Analogamente oggi, sotto Garattini, solo le sostanze che superano il vaglio “scientifico” ne ricevono l’autorizzazione. [...]»

Il Dott. Garattini, come tutti gli esseri umani, può commettere sbagli e in questo caso è lecito e sacrosanto muovere giuste critiche. Ma associare la sua figura a quella di Poggiolini credo non sia una "giusta critica", quanto un tentativo di screditarlo senza avanzare prove a sostegno di quanto si insinua.

Responsabile della rivista "Diritti dell'Uomo" è Fabio Amicarelli, che funge anche da portavoce dell'organizzazione di Scientology in Italia. La Commissione dei Cittadini sui Diritti Umani (CCDU) nega di essere un cosiddetto "gruppo di facciata" di Scientology.

 
 
 
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