In ottemperanza al provvedimento 08/05/2014 Garante per la protezione dei dati personali, si avvisa il lettore che questo sito potrebbe utilizzare cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche anonime. Proseguendo con la navigazione si accetta l'uso dei cookie.
     
    Psicoterapie "folli": conoscerle e difendersi

    Scopo di questo libro è far conoscere la vasta gamma di psicoterapie che vengono oggi proposte da una altrettanto ampia varietà di operatori del campo della salute mentale.

    A cura di M. Singer e J. Lalich [*]

    Estratti. Edizioni Erikson, 1998. Pag. 208, ISBN 88-7946-238-5, L. 34.000.

     
     
     
     
     

    Presentazione

    (A cura del Dott. Paolo Michielin - Professore a contratto di Psicologia Clinica presso l'Università di Padova e di Teorie e Tecniche del Colloquio Psicologico presso l'Università di Urbino).

    Il libro, come dichiarato nell'introduzione, non è stato scritto per la ristretta cerchia degli «addetti ai lavori», e cioè per gli psicologi o i medici psicoterapeuti, né più in generale per i professionisti della salute, siano essi medici o psicologi di altre specialità, medici di base, terapisti, assistenti sociali, ecc. È invece dedicato a coloro che possono aver bisogno di (o, comunque, essere interessati a) un trattamento psicoterapico e si propone di aiutarli a orientarsi nel vasto campo, nel «mercato» - per usare le parole delle autrici - degli approcci e delle tecniche psicoterapeutiche e a scegliere un terapeuta adatto, affidabile ed efficace.

    Le psicoterapie prese in considerazione sono quelle proposte in anni recenti; in generale esse si fondano sulle intuizioni e sul lavoro di un caposcuola autorevole, talvolta un leader carismatico, e sono discusse e criticate all'interno del mondo scientifico-professionale.

    I motivi per cui sono criticate e spesso rifiutate sono:

     
    1. riferimenti teorici inesistenti, vaghi o poco plausibili (almeno rispetto a teorie psicologiche);

    2. assente o insufficiente documentazione della loro utilità ed efficacia;

    3. spiegazione di molti (o di tutti) i problemi e disturbi psicologici sulla base di un'unica causa generale e, di conseguenza, proposta di una tecnica terapeutica unica e uguale per tutti i problemi e per tutti i pazienti.

     
    Le autrici, concentrandosi su queste «nuove terapie», non prendono quindi in considerazione approcci psicoterapeutici che hanno una tradizione più consolidata, sono il frutto del lavoro e della ricerca di centinaia o migliaia di psicoterapeuti, sono riusciti (anche se non tutti e non del tutto) a precisare i loro modelli teorici di riferimento e a documentare la loro efficacia. La psicoanalisi, le terapie cognitivo-comportamentali, la terapia centrata sul cliente, i metodi sistemico-relazionali non vengono presi in esame e non sono considerate nemmeno le tecniche di intervento recenti che, pur abbisognando di approfondimento e di verifica, rientrano in tali approcci.

    In realtà, alcune delle nuove terapie scontano soprattutto la loro giovinezza: stanno infatti cercando di articolare meglio una teoria di riferimento, di specificarsi in relazione ai diversi problemi/disturbi e di sottoporre a verifica i loro esiti.

    E così il lettore troverà, accomunati tra di loro, approcci come il counseling sciamanico, il rapimento da parte di alieni, le esperienze di ripetizione della nascita o della prima infanzia - che sono attivamente respinti dalla comunità scientifico-professionale o che comunque cadranno presto nel dimenticatoio, e approcci - come la programmazione neurolinguistica - che probabilmente troveranno un posto tra le terapie consolidate.

    Una parte di queste nuove terapie rischia di danneggiare il paziente anche per inadeguatezze sul piano etico e deontologico; esse, infatti, portano all'instaurarsi di una forte dipendenza dal terapeuta, incoraggiano la sua intrusione nella vita quotidiana del paziente - anche nei rapporti d'affari o sessuali - e richiedono di condividere un gran numero di convinzioni, talvolta piuttosto bizzarre (dalla reincarnazione alla possessione da parte degli spiriti o di entità aliene).

    I lettori apprezzeranno la semplicità e l'efficacia dell'esposizione, ma dovranno ricordare che molte delle realtà rappresentate sono casi estremi, non di frequente riscontro. È vero che le autrici si preoccupano di puntualizzare che la psicoterapia è un modalità di cura sperimentata, utile e in molti casi indispensabile e di precisare che gli psicoterapeuti sono «in larghissima maggioranza» persone preparate, mature, in grado di instaurare una relazione corretta e di portare a termine un intervento efficace. La proporzione di rassicurazioni ai pazienti e di rappresentazione dei rischi, dei possibili abusi, delle bizzarrie, dei danni concretamente patiti da alcune persone è, però, tanto squilibrata in questa seconda direzione che più di qualche lettore potrà sviluppare alla fine del libro un atteggiamento negativo e di diffidenza verso l'intero campo della psicoterapia.

    Atteggiamento negativo e di diffidenza poco giustificato e che la psicoterapia non merita più di altre forme di trattamento psicologico o psichiatrico. Si pensi, ad esempio, al fatto che il principio «una causa, una cura» è attualmente assai più diffuso nel campo della psichiatria biologica o della psichiatria sociale. E così viene spesso affermato che, a prescindere dalle caratteristiche di ciascun paziente, dai suoi bisogni, dal modo in cui si struttura e si esprime il disturbo, il farmaco Prozac può essere utile a tutti i depressi, o l’inserimento in una cooperativa sociale di lavoro a tutti i giovani schizofrenici. Anche in termini di rischi e di danni, non si possono dimenticare quelli, talvolta inevitabili (almeno in effetti collaterali), delle terapie farmacologiche.

    Conviene inoltre considerare che il motivo che porta alcuni pazienti a rifiutare la psicoterapia in favore della terapia farmacologica è lo stesso che può portarli a scegliere il counseling sciamanico o altri bizzarri interventi: la ricerca dl una soluzione che venga dall'esterno, rapida, che non comporti costi emotivi né richieda di fare introspezione o di mettersi in discussione.

    La persona bisognosa di psicoterapia può, dunque, sentirsi da questo libro «serenamente orientata» a scegliere il trattamento più adatto quanto una persona con l'ernia al disco lo può essere da una rassegna degli errori e delle distrazioni dei neurochirurghi e da un elenco di tecniche operatorie poco efficaci o dannose. In questo senso, la lettura dovrebbe essere integrata con la lettura di un altro testo, più completo ed equilibrato, sulla psicologia clinica e sulla psicoterapia.

    I lettori dovranno anche capire che alcune affermazioni sono volutamente provocatorie, che il merito rivendicato dalle autrici di «portare un po' di razionalità in un campo esposto alle valutazioni passionali e di parte» è condiviso dalla maggior parte di coloro che attualmente fanno ricerca in ambito psicoterapeutico e che le autrici stesse mostrano nei giudizi un'inevitabile parzialità e una qualche faziosità. Con queste avvertenze, la lettura del libro è certamente utile non solo alle persone inesperte ma anche agli psicologi e ai medici psicoterapeuti.

    A entrambi i tipi di lettori riuscirà interessante il confronto tra la realtà rappresentata, quella americana, e la realtà italiana; le differenze culturali, professionali e normative che esistono tra i due Paesi giocano certamente a nostro favore. Negli USA la psicoterapia può essere svolta non solo dai medici e dagli psicologi, ma anche da un gruppo, più o meno ampio e variegato, di «operatori sociali»; l'iter formativo in psicoterapia non è ben definito, lungo e rigoroso come in Italia. Le norme deontologiche sono vincolanti solo per i medici e per gli psicologi iscritti alle associazioni scientifico-professionali americane; se uno viene espulso da queste associazioni per gravi mancanze deontologiche può tuttavia continuare a esercitare la professione.

    Di questa situazione poco regolamentata e più libera fanno le spese ogni anno centinaia di pazienti, che vengono privati dei loro beni, indotti ad allontanarsi dalla famiglia e dal lavoro, esposti ad abusi sessuali, traumi e umiliazioni, spinti a tentare il suicidio o, più semplicemente, impegnati in terapie di nessuna utilità. Questo capita assai di rado nel nostro Paese e, quando capita, vi si può porre rimedio in modo rapido ed efficace.

    Molte delle terapie illustrate non possono, inoltre, qualificarsi in Italia come «psicoterapie» e non vengono svolte da psicologi  o da medici; è peraltro vero che possono trovare ospitalità e diffusione nell’area delle «pratiche alternative», della cultura New Age oppure nel mondo della magia o, infine, nelle sette.

    La parte forse più utile del libro è quella che incoraggia l'utente a essere più informato e avveduto, a «contrattare» attivamente con il proprio terapeuta, e fornisce a questo scopo utili suggerimenti; essa contiene raccomandazioni che meritano di essere lette anche dai professionisti, come regole per risultare un «buon» terapeuta e per svolgere una «buona» terapia.

    Senza cadere nei casi estremi esposti dalle autrici, è comunque vero che i problemi pratici, la fretta, lo stress, la presunzione, un malinterpretato senso di appartenenza a una impostazione teorico-metodologica possono talvolta portare ogni terapeuta a discostarsi da queste regole.

    Nel tentativo di riassumere le regole e di adattarle alla situazione italiana, proviamo a proporre questo elenco.

     
    1. Un'adeguata, e sufficientemente lunga, formazione in psicoterapia e un costante  aggiornamento rappresentano insostituibili garanzie di una pratica qualificata. È opportuno che il terapeuta fornisca chiare e attendibili informazioni al riguardo e comunque il paziente ha diritto di chiederle.

    2. L'approfondimento della storia personale del paziente e una corretta diagnosi psicologica e/o psichiatrica sono fondamentali premesse per ogni forma di trattamento. Il terapeuta poco interessato alla storia personale o che avvia una terapia prima di aver approfondito il problema/disturbo probabilmente non è in grado di fornire un aiuto adatto e specifico.

    3. I problemi e/o i disturbi del paziente devono essere adeguatamente concettualizzati e spiegati a lui, utilizzando una terminologia comprensibile ed evitando il gergo tecnico. Anche i concetti più complessi e specialistici possono essere, nella misura in cui è necessario, spiegati con parole semplici.

    4. Le tecniche terapeutiche utilizzate devono avere un'efficacia dimostrata da studi cIinici; questo significa che devono dare risultati migliori rispetto alla cosiddetta «remissione spontanea» (il semplice trascorrere del tempo o circostanze favorevoli della vita possono, infatti, migliorare un disturbo) e anche rispetto a una uguale quantità di attenzione e aiuto non professionale. Il fatto che questi risultati durino negli anni, senza ricadute, è un importante criterio di efficacia.

    5. Ogni trattamento deve documentare la propria efficacia e cioè la capacità di ottenere risultati con un valido rapporto tra costi (emotivi, economici, di durata nel tempo, ecc.) e benefici; l'assenza di danni e di rischi è un importante criterio di efficienza.

    6. Dalle due precedenti emerge l'ulteriore regola della specificità delle diverse forme di terapia: ognuna è più indicata per determinati tipi di problemi o disturbi e più adatta a pazienti che hanno certe caratteristiche o esprimono determinati bisogni, poco efficace ed efficiente in altri casi. Da ciò consegue che non esistono tecniche adatte a tutti i problemi e i disturbi psicologici e che si possono utilizzare, in modo uguale, con tutti i pazienti.

    7. Il terapeuta deve sempre considerare la possibilità che il paziente trovi in altre forme di trattamento un aiuto alternativo, o integrativo, più adatto ed efficace e deve informarlo dell'esistenza di queste opportunità.

    8. Il paziente ha il diritto di farsi chiarire gli obiettivi, i costi e i tempi presumibili dell'intervento; il programma di intervento deve essere periodicamente verificato e, se necessario, aggiustato.

    9. Il paziente deve valutare in termini concreti e in piena autonomia la qualità del proprio stato, il benessere soggettivo, il funzionamento sociale e i cambiamenti ottenuti dalla terapia.

    10. Vanno discusse solo le convinzioni del paziente strettamente legate al problema/disturbo; il terapeuta deve mostrare grande rispetto per le convinzioni, il sistema di valori e gli scopi personali del paziente. Analogo rispetto meritano le sue relazioni personali, le abitudini di vita, il lavoro, ecc.; il terapeuta deve evitare ogni indebita ingerenza in queste aree.

    11. Le norme deontologiche che tutelano la riservatezza, evitano ogni tipo di sopruso e proibiscono il coinvolgimento sessuale, sono parte costitutiva di una «buona» terapia.

     
     


    Introduzione

    Scopo di questo libro è far conoscere la vasta gamma di psicoterapie che vengono oggi proposte da una altrettanto ampia varietà di operatori del campo della salute mentale. Le terapie variano da trattamenti largamente riconosciuti e scientificamente fondati a metodi tradizionali ma meno scientifici, a quelli che sono stati inventati da una persona, hanno scarso fondamento scientifico e godono di poco credito tra i professionisti. Il nostro scopo è esplorare soprattutto gli approcci che rientrano in quest'ultimo gruppo.

    Le terapie descritte in questo libro sono state e continuano a essere controverse e noi non siamo affatto le uniche ricercatrici che hanno esaminato e messo in discussione queste teorie e tecniche. Definiamo alcune di queste terapie con il termine «folli» per evidenziarne il carattere controverso, non convenzionale, «fuori» e a volte per mostrare come appartengano a mode o entusiasmi passeggeri. Alcune di queste terapie scompariranno presto; altre potrebbero essere modificate perché soddisfacciano gli standard della comunità scientifica; altre potrebbero essere fatte scomparire dalle lamentele o dalle denunce dei clienti.

    Le nostre osservazioni e i nostri studi ci hanno portato alla conclusione che i clienti devono diventare molto più attenti e più consapevoli dei loro diritti quando scelgono una forma di psicoterapia o di trattamento psicologico. Hanno il diritto di chiedere: «Questa terapia è riconosciuta e accettata dalla comunità professionale? È basata su principi razionali e scientifici o è il frutto delle congetture e delle convinzioni personali di un innovatore?». Quando si ha a che fare con metodi innovativi, il terapeuta dovrebbe informare il cliente del fatto che la procedura non è ancora stata riconosciuta e accettata dalla comunità scientifica o che è oggetto di controversie tra sostenitori e critici dell’approccio. Nell'ultimo capitolo del libro si forniscono alcune linee guida e suggerimenti per valutare le terapie e i terapeuti.

    L'esperienza ci ha mostrato che questo genere di terapie folli dà tre tipi dl risultati, che vanno dall'utile al dannoso, a volte con combinazioni dei due. Il primo risultato è l'effetto placebo. In questo caso il cliente crede di essere aiutato e si può anche sentire meglio: di fatto, però, non c'è alcun motivo scientifico o alcuna pratica clinica riconosciuta che spieghi i risultati apparentemente positivi. Di conseguenza, i singoli clienti possono trarre dalla stessa procedura risultati diversi, per cui alcuni saranno convinti che sia stata di grande aiuto e altri che non lo sia stata affatto.

    Il secondo risultato è la perdita. Il cliente può finire con il perdere molto tempo e denaro seguendo falsi percorsi e guide. In alcuni di questi casi, i clienti possono cadere nelle mani di terapeuti senza scrupoli che li sfruttano; in altri possono farsi trascinare dall'entusiasmo di terapeuti poco preparati, inesperti o eccentrici e arrivare a convincersi delle proprietà curative di metodi o trattamenti Improbabili.

    Il terzo risultato è il danno. Alcuni clienti rischiano di essere danneggiati psicologicamente o in altri modi - da alcune delle terapie attualmente in voga. Ogni anno un enorme numero di persone in tutti gli Stati Uniti confidano i loro pensieri e i loro sentimenti più intimi a un terapeuta di cui si fidano, ma che a volte le abusa e le sfrutta. Quando ci rivolgiamo a uno specialista di salute mentale o a qualcuno che afferma di essere esperto in questo campo, non pensiamo al peggio; al contrario, speriamo per il meglio. Andiamo da un terapeuta con il cuore e la mente aperti. Tuttavia, ci è capitato di ascoltare testimonianze di storie come queste:

     
    Joseph si rivolse a uno psicoterapeuta perché aveva problemi di ansia e di insonnia. Il dottor P. Io indusse a credere che questi problemi fossero dovuti al fatto che era stato rapito dagli extraterrestri. Joseph si convinse di essere veramente stato sequestrato dagli alieni e iniziò a raccontare questa storia a chiunque incontrasse, compresa la parte in cui descriveva come, durante la sua permanenza sull'astronave, gli avessero infilato dei tubicini nel retto. Presto i suoi amici e colleghi si stufarono delle sue continue storie e Joseph fu licenziato perché sul lavoro era distratto e trascurava le sue mansioni.

    A Jennifer il medico consigliò di rivolgersi alla signora W., una ipnoterapeuta, per curare i suoi mal di testa da stress. Con numerose sedute di trance, la signora W. indusse Jennifer a credere che il suo corpo fosse stato invaso da circa un centinaio di uomini, animali ed entità dell'oltretomba e che questi vivessero e facessero i capricci dentro di lei. La lunga «terapia» con la signora W aggravò le condizioni di Jennifer, che tentò più volte il suicidio.

    Jake fu attratto da un annuncio pubblicitario di un week-end di sopravvivenza condotto da un terapeuta che prometteva: «Trova un nuovo e più sano Sé: non avrai più paura né ansie». Durante il week-end, Jake scopri che avrebbe dovuto partecipare a dei combattimenti contro alcune cinture nere di arti marziali. Durante la lotta serale Jake rimase ferito e riportò lesioni permanenti: ora deve seguire una lunga fisioterapia e ha perso il lavoro.

    I coniugi Johnson si rivolsero a uno psicoterapeuta per tipiche questioni matrimoniali. Il dottor T. era un sostenitore dei metodi aggressivi di espressione delle emozioni. Consegnò alla coppia delle mazze di plastica e disse loro di battersi con tutta la forza che avevano. Inizialmente i coniugi risposero timidamente, per cui il dottor T., con urla e insulti, li incitò a metterci più energia. Alla fine i due non soltanto si scagliarono con violenza l'uno contro l'altro, ma si avventarono anche sui mobili dello studio del dottor T., il quale pure ricevette qualche botta. Più tardi i coniugi Johnson si sentirono piuttosto sciocchi e decisero di non tornare più dal terapeuta. La settimana successiva, tuttavia, trovarono nella posta una fattura di 5.000 dollari per i danni causati al dottor T. e al suo studio.

    Carol, una giovane professionista, fu sedotta dal suo psicoterapeuta, il dottor K., che violò così sia il codice deontologico che la legge. Ancor prima che iniziasse la relazione, il dottor K. la sollecitò più volte a divorziare dal marito per stare con lui. A causa di questa relazione Carol perse l'affidamento dei figli e, poco dopo, il dottor K. la lasciò. Più tardi si scopri che l'uomo aveva spesso indotto le sue pazienti ad avere rapporti sessuali con lui.

    A Shari un'amica aveva raccontato che la cosa più utile per la sua vita era stata la terapia seguita al Centro di Rebirthing di Rocky Mountain Road. Essendo preoccupata per il suo rapporto con i figli adolescenti, Shari telefonò al centro per avere un appuntamento. Alla prima seduta la signora R. le disse che poteva risolvere i problemi che aveva con i figli vivendo nuovamente il trauma della sua nascita e crescendo un'altra volta, ma nel modo giusto (secondo il punto di vista della signora R.). Tutto questo sarebbe stato fatto durante un fine settimana di seduta, disse a Shari. Per prepararsi, Shari dovette spogliarsi, sedersi sulle ginocchia della signora R. e succhiarle il seno, che la signora R. aveva prontamente scoperto.

     
    Accadono delle cose talmente gravi da essere incredibili. E queste cose a volte le fanno delle persone che, teoricamente, dovrebbero essere terapeuti professionisti. Nel corso del nostro lavoro abbiamo sentito moltissime storie simili a quelle che abbiamo riportato – o peggiori – di maltrattamento o sfruttamento da parte di psicoterapeuti di  ogni genere. Una delle due autrici, Margaret, ha lavorato come psicologa clinica per cinquant'anni; l'altra, Janja, è un'operatrice e consulente nel campo dell'influenza e dell'abuso psicologico. È quindi facile immaginare che abbiamo incontrato persone di ogni genere: singolari, misteriose, violente, avide. Il lettore penserà che probabilmente ci siamo anche abituate, che siamo diventate distaccate e ciniche, ma non è così. Al contrario, desideriamo usare ciò che sappiamo e abbiamo ascoltato per aiutare chi è in psicoterapia o intende iniziarne una, mostrando alcuni misfatti e teorie assurde che si riscontrano in questo campo e mettendo in guardia i clienti riguardo alla discutibilità di certe terapie.

    In ogni ambito sociale si commettono abusi, forse anche peggiori di quelli che descriviamo in questo libro. Tuttavia riteniamo che questi soprusi, questi casi di devastante danneggiamento emozionale ed economico, di manipolazione psicologica e a volte di abuso fisico e sessuale, non debbano essere taciuti. Cerchiamo di mostrare le logiche e i comportamenti discutibili che si nascondono dietro a un'apparenza dì professionalità perché siamo convinte che la maggior parte dell'opinione pubblica, della nostra categoria professionale e dei mezzi di comunicazione non sappiano (e in alcuni casi - c'è da rabbrividire al solo pensiero - chiudano un occhio) di questi abusi che dilagano nei campi della psicoterapia e del cambiamento personale. Aggiungiamo «cambiamento personale» perché abbiamo osservato che in realtà molte cosiddette terapie hanno ben poco a che fare con i metodi riconosciuti di psicoterapia e si avvicinano invece molto a teorie scientificamente infondate di pseudopsicologia e agli approcci New Age.

    Un elemento chiave per capire cosa c'è che non va in queste situazioni è ricordare che la pratica della psicoterapia esiste da secoli, se non millenni. Esistono metodi riconosciuti di trattamento che funzionano e danno risultati positivi. Per esempio, è ormai accertato il fatto che la terapia cognitiva è efficace per il trattamento della depressione e che determinati farmaci sono utili alle persone che soffrono di attacchi d'ansia. Esistono approcci terapeutici noti e ampiamente utilizzati.

    Esistono altre tecniche di counseling, razionali e usate da decenni, che, sebbene non siano state convalidate scientificamente, rispondono ai requisiti degli standard della pratica nel campo generale della psicoterapia. Lo psicoterapeuta competente dovrebbe disporre di un repertorio di tecniche sufficientemente vasto da poter aiutare i clienti senza fare ricorso a teorie bizzarre o non dimostrate che potrebbero risultare inutili, fuorvianti o dannose.

    Molti studi recenti, per la maggior parte ispirati dall’avvento dell’assistenza e sanità managerializzata, dimostrano inequivocabilmente che la psicoterapia è efficace, ossia che in determinate situazioni determinate terapie funzionano. Queste conclusioni sono frutto di studi basati su dati scientifici e risultati oggettivi. Nel corso degli anni sono stati sviluppati metodi statistici affidabili, criteri diagnostici obiettivi e colloqui strutturati e standardizzati che ci permettono di analizzare e valutare l'efficacia della psicoterapia.

    Tuttavia, ciò che puntualmente si riscontra in certe terapie folli è una forma di sperimentazione di trattamenti e tecniche. Alcuni terapeuti, di fatto, giocano con metodi non testati. Questi terapeuti non hanno il consenso informato dei clienti, perché non li mettono al corrente dell'esistenza di approcci e metodi alternativi di trattamento, dei possibili rischi ed effetti collaterali, e del fatto che vengono sottoposti a procedure sperimentali non testate. A parte il fatto che questo tipo di interazione non è etico, vi è un inaccettabile grado di inganno. Questo, da parte del terapeuta, può essere dovuto in parte all'incompetenza o alla mancanza di una formazione adeguata, in parte all'avidità o al desiderio di gratificazione personale, e in parte a malafede. Comunque, quali che siano le motivazioni di questa condotta, nulla giustifica la sofferenza e i danni inflitti a migliaia di persone che hanno avuto a che fare con le terapie folli e chi le pratica.

    Avvertiamo perciò l'urgente necessità di mettere in guardia i clienti, e in generale tutte le persone, riguardo ai possibili rischi che può nascondere un annuncio pubblicitario che promette la crescita personale o un biglietto da visita che vi viene dato per caso, e a quanto possa essere pericoloso dare troppa fiducia a un terapeuta manipolatorio che vi alletta dipingendovi un'immagine del vostro «Io ideale».

    Inopportune o decisamente dannose, alcune terapie folli sono difficili da identificare se non si fa attenzione. È importante ricordare che non esistono cure miracolose e dall'effetto immediato e che, se qualcosa nelle interazioni con il terapeuta non vi convince, è meglio trovarne un altro.

     
     
    Terminologia

    In questo libro, i termini «paziente» e «cliente» vengono utilizzati in modo intercambiabile per indicare le persone che ricorrono alla psicoterapia, al counseling o ad altri tipi di consulenza o aiuto.

    Per comodità, il termine «terapeuta» viene usato per indicare tutte le figure professionali che forniscono servizi di trattamento psicologico, sebbene in alcuni casi non si definiscano come tali. Tuttavia, per i nostri scopi, «terapeuta» viene usato nel senso più ampio del termine, ossia come persona che fornisce un trattamento per rimuovere la sofferenza del paziente o che assiste il cliente in questo processo. In tutti i casi che descriviamo i nomi sono stati cambiati per rispettare la riservatezza delle persone coinvolte. Questi casi sono stati tratti dai cinquant'anni di lavoro come psicologa clinica di Singer, alla quale molti ex pazienti di terapie folli si sono rivolti per cercare di fare chiarezza sulla loro esperienza o per avere l'assistenza di un esperto nell'intraprendere un'azione legale contro il precedente terapeuta.

    La maggior parte dei terapeuti sono ottimi professionisti, adulti maturi che comprendono la complessità degli esseri umani e delle loro interazioni, che interpretano secondo criteri obiettivi. La ricerca ha dimostrato che la psicoterapia può funzionare e funziona, purché sia basata su metodi razionali ed efficaci e su un rapporto di fiducia tra cliente e terapeuta. Le terapie efficaci, per dare risultati positivi, in genere non richiedono il ricorso a teorie o tecniche straordinarie.

    I buoni terapeuti sono equilibrati e si rapportano ai pazienti in modo professionale e maturo. Non danno ordini al paziente né esigono la sua obbedienza, ma lo aiutano a identificare e utilizzare strategie più razionali ed efficaci per affrontare la vita. Evitano di seguire le teorie «alla moda» e rimangono sensibili ed equilibrati anche quando altri adottano i principi e i metodi più bizzarri.

    Molti pazienti sono stati maltrattati, danneggiati, delusi, sfruttati o peggio da sedicenti terapeuti. Terapie nocive sono state condotte, oltre che da veri e propri ciarlatani, impostori e guaritori di ogni sorta, anche da laureati in psicologia. Negli anni, molte pratiche terapeutiche e approcci si sono sviluppati e altri sono scomparsi. Mode, tendenze e strane terapie sono andate e venute. Oggi, però, sono più numerose che mai le terapie folli che si vanno sviluppando nel campo eterogeneo del cambiamento personale e dell'autoaiuto. Ci troviamo quindi in una nuova era della psicoterapia, e questo perché non tutti i terapeuti ricevono una formazione e una supervisione adeguate, per la carenza di osservatori obiettivi tra i professionisti del settore, per la generale insofferenza verso le critiche e la definizione di standard rigorosi, e per lo sviluppo della psicoterapia come un mercato privo di regole. A chi cerca un terapeuta o un trattamento, perciò, è quanto mai opportuno ricordare di fare attenzione.

    Con questo libro, attraverso l'esplorazione di alcuni degli assunti espliciti e impliciti che stanno alla base di diversi approcci alla psicoterapia, ci auguriamo di incoraggiare una revisione razionale di una serie di pratiche e tendenze e di portare del buonsenso in un campo che sta diventando caotico e incontrollato. Ci auguriamo anche che la lettura di questo libro aiuti il futuro cliente a essere un consumatore informato, capace di distinguere tra terapia e fantasia.
     

    Cosa c'è che non va

     
    Studente: Cos'è la scienza?

    Professore: È cercare un gatto nero in una stanza buia.

    Studente: Cos'è la filosofia?

    Professore: È cercare un gatto nero in una stanza buia e il gatto non c'è.

    Studente: Cos’è la psicoterapia?

    Professore: È cercare un gatto nero in una stanza buia dove il gatto non c 'è e trovarlo.

     
     
    «Fui mandata da uno psicoterapeuta dal mio medico di base, perché avevo dei dolori al petto, al collo e alla testa che, secondo lui, erano dovuti allo stress», racconta Glenda con pacatezza. «Avevo 38 anni e mi ero appena trasferita in un'altra città, avevo iniziato un nuovo lavoro e i miei bambini piangevano in continuazione perché avevano nostalgia dei loro amici. Mio marito viaggia molto per lavoro, per cui c'era poco a casa e non poteva aiutare più di tanto né me né i bambini. La terapeuta, la dottoressa M., non mi chiese nulla né della mia vita né di me. Disse solo che avevo bisogno di essere ipnotizzata per scoprire nei miei muscoli ricordi del mio passato. Diceva che i ricordi si depositano nei muscoli come nella mente e che l'ipnosi mi avrebbe aiutata a recuperarli. La dottoressa M. mi ipnotizzò già alla prima seduta. Aveva una poltrona con lo schienale reclinabile che diventava una specie di lettino. Mi mise addosso una coperta e spense la luce; mi disse di rilassarmi, chiudere gli occhi e darle quelli che lei chiamava “segni ideomotori” con l’indice destro per dire “sì” e con quello sinistro per dire “no”. Dovevo essere un buon soggetto, perché quando mi svegliai alla fine della seduta la dottoressa M. mi disse di avere scoperto che avevo una personalità multipla e che i miei dolori ai muscoli e alle giunture erano dovuti ai bambini dentro di me che litigavano e cercavano di imporsi. In poco tempo le sedute arrivarono a durare tre o quattro ore e le parcelle salirono alle stelle. Il suo modo per farmi conoscere questi bambini dentro di me, che lei chiamava "altri", era dirmi di andare in trance, durante la quale avrei visto un "film". Il protagonista, chiunque fosse, ero io e dovevo dargli un nome. Se ripetevo o riprendevo una storia che avevo già raccontato, la terapeuta si arrabbiava. In ogni seduta dovevo scoprire un nuovo bambino dentro di me o un nuovo episodio nella vita di uno degli "altri" che avevo già conosciuto. Mi diede da leggere un libro sui ricordi del corpo e mi ripeteva continuamente che i miei dolori erano provocati dai bambini dentro di me che litigavano così tanto che io ne risentivo. Alla fine trovammo dentro di me un ragazzo più cresciuto a cui affidammo i bambini più piccoli.

    Mio marito, i miei figli e i miei amici si lamentavano che stavo "andando fuori di testa". Ora, dopo essere stata ricoverata in ospedale per una crisi psicotica, mi raccontano che mi sedevo e parlavo come una bambina, rifiutandomi di rispondere come me stessa. Dicono che mi sedevo e mi dondolavo in avanti e indietro singhiozzando come una bambina. Ricordo che tornavo a casa dalle sedute e raccontavo storie assurde su cose che non mi erano mai successe ma che avevo visto nei "film" che la terapeuta mi faceva inventare.

    Dopo le sedute andavo a casa e accusavo i miei familiari di cose inverosimili e folli. Per esempio, dissi che la mia zia preferita faceva parte di una setta satanica cho cuoceva bambini in garage. Oppure dissi che mia madre mi picchiava e mi rinchiudeva in cantina per giorni. Dissi anche che una volta avevo aperto l'anta del guardaroba di mia suocera da cui era caduto fuori il cadavere di una donna.

    Adesso sono in terapia con uno psicologo vero che mi sta aiutando a capire cosa mi è realmente successo e perché io abbia perso il controllo della situazione Buona parte di quanto è successo bisogna farselo raccontare da mio marito e dai miei amici, perché ci sono molte cose del periodo precedente al mio ricovero in ospedale che non ricordo. Ma  il fatto di liberarmi di tutti i ricordi assurdi che ho inventato o visto nei cosiddetti film durante l'ipnosi ancora mi spaventa. A volte mi chiedo come abbia potuto credere a quella roba e ho paura di non potermi fidare di me stessa, anche se adesso non ho più a che fare con quella ipnoterapeuta e le sue idee folli da più di un anno.»


    Il caso di Glenda, che era andata da una psicoterapeuta per farsi aiutare con i suoi problemi quotidiani di stress, non è diverso da quelli di migliaia di persone che ricorrono ogni anno alla psicoterapia. La società, infatti, si è affidata a qualche forma di terapia verbale per decenni se non per secoli: è un bisogno che può essere rintracciato già ai tempi dell'oracolo di Delfi e sembra che questa necessità umana si sia fatta sempre più urgente, almeno negli Stati Uniti.

    Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la terapia e stata generalmente accettata come metodo per risolvere alcuni problemi e modificare abitudini nocive, tanto che gli Stati Uniti sono stati a volte definiti la «società psicologica» (Gross, 1978). Questo perché in nessun'altra parte del mondo la psicologia, le filosofie e i programmi di cambiamento di sé sono così popolari e diffusi. Non è più necessario che una persona abbia qualche patologia (il termine medico usato per indicare qualcosa di anormale) per cercare aiuto o consulenza psicologica: è sufficiente che si rivolga a qualcuno delle migliaia di terapeuti che propongono i trattamenti più diversi.

    Milioni di persone hanno bisogno di una buona psicoterapia e la maggior parte degli operatori che forniscono questo trattamento sono onesti e coscienziosi. Secondo una ricerca, «negli Stati Uniti ci sono più di 250.000 terapeuti accreditati e un americano su tre si è rivolto a uno di loro» (Bufler, 1995). Non si sa invece quanti siano quelli che non sono né accreditati né autorizzati, per non parlare di quelli che propongono terapie bizzarre e che svolgono attività che hanno ben poco a che fare con quanto viene gerneralmente definito «aiuto».

    Un libro pubblicato nel 1980 (Herink, 1980) descrive più di 250 tipi di terapia praticati all'epoca: da allora è probabile che il numero sia raddoppiato. Tuttavia, è mancato e manca tuttora un adeguato monitoraggio della professione in generale e una sana critica obiettiva di determinate pratiche. Per questo motivo si è assistito alla proliferazione di teorie e tecniche dubbie, spesso favorita dalla risonanza data ad alcune di esse dai mezzi di comunicazione.

    Molte nuove terapie si basano su ricerche non scientifiche e a volte sull’osservazione di soli uno o due pazienti. Di conseguenza, numerosi terapeuti e operatori del campo hanno fatto proprie nozioni alquanto improbabili e si è diffusa una varietà di tecniche bizzarre, ora ampiamente utilizzate nel ventaglio delle cosiddette terapie. Tuttavia, gli stessi terapeuti ignorano come gli approcci che adottano - i principi e le tecniche -siano fondati su miti o teorie non dimostrate.

     
     
     
    Il quadro attuale

    Quello che ci troviamo di fronte oggi è un panorama di teorie e pratiche che, secondo i loro sostenitori, possono essere utilizzate per trattare con successo un'infinita varietà di sintomi e disturbi, teorie e pratiche che vanno dallo pseudo-scientifico al ridicolo e al palesemente inverosimile. Molti terapeuti, counselor e guaritori utilizzano, tra le altre, le seguenti tecniche:

     
     
      Aromatoterapia
      lpnoterapia
      Lettura dell'aura
      Angeloterapia
      Contatto sessuale
      Cromoterapia
      Lavoro sull'anima
      Yoga
      Umoreterapia
      Regressione alle vite precedenti
      Fantasia guidata
      lpnoterapia alchemica
      Astrologia karmica
      Comunicazione con l'aldilà
      Terapia per i rapiti dagli extraterrestri
      Infusi di erbe
      Guarigioni della dea bianca
      Lettura intuitiva
      Guarigioni con i cristalli
      Lavoro sul respiro
      Lavoro sui sogni
      Lavoro sul corpo con le vibrazioni
      Creazione di miti
      Lavoro con la videocamera
      Trance
      Cerimonie rituali
      Lettura dei tarocchi
      Consulenza sciamanica
      Stimolazione con droghe (LSD e altro)
      Comunicazione facilitata
      Rebirthing
      Bagni bollenti
      Sviluppo dell'intuizione
      Galleggiamento
      Lotta
      Esorcismo
      Tour in siti sacri
     
     
    Queste tecniche, per le quali un cliente può arrivare a pagare migliaia di dollari, si propongono obiettivi come i seguenti:
     
     
      Guarigione del bambino interiore
      Liberazione dello spirito
      Eliminazione delle energie non armoniche
      Viaggi rivelatori nel passato
      Contatto con il bambino interiore
      Guarigione spirituale
      Liberazione dai condizionamenti dei genitori
      Scoperta della verità interiore
      Equilibrio dei sistemi fluidi di intelligenza
      Diventare un essere umano galattico
      Recuperare il proprio Sé mancante
      Riequilibrio delle energie corporee
      Scoperta del karma sessuale
      Viaggi sciamanici rivelatori
      Felicità eterna
      Eliminazione delle paure
      Controllo del dolore
      Recupero dell'anima
      Guarigione cosmica
      Integrazione delle vite passate
      Conoscere l'anima gemella
     
     
    Questi elenchi mostrano la varietà di offerte disponibili oggi. Come si fa a valutare se qualcosa è valido o è una perdita di tempo, se ha effetti positivi o potenzialmente dannosi?

    Questo libro esplora alcune delle idee e procedure più popolari e insensate che si sono diffuse nella nostra società, che verranno esaminate e criticate in quanto spacciate per trattamenti psicoterapeutici. Il nostro scopo è quello di evidenziare i potenziali rischi che alcuni di tali metodi comportano, compreso il sempre maggiore numero di casi di danni iatrogeni, ossia danni riportati dal paziente e provocati dal terapeuta. Desideriamo anche mettere in guardia i clienti riguardo al pericolo di finire nelle mani di questi presunti terapeuti, sostenitori di tecniche che non danno al paziente alcun beneficio, ma lo costringono comunque a pagare profumatamente lunghe e frequenti sedute.

    In particolare, sono state vittime di questo genere di terapie le donne: anziché sentirsi più forti e autonome, alcune sono diventate più bisognose e dipendenti, sono state sfruttate e abusate - psicologicamente e/o sessualmente – da terapeuti attenti solo ai propri interessi. I trattamenti suggeriti ai clienti coinvolti in terapie folli possono consistere nel fare bagni bollenti insieme al terapeuta, nell'andare a vivere con altri suoi pazienti, nell'essere inutilmente ospedalizzati o nell'essere sottoposti per lungo tempo a trance che interferiscono con la loro capacità di vivere normalmente. Alcune di queste terapie folli vengono condotte in sedute individuali con il terapeuta, altre in gruppo con altri pazienti che secondo il terapeuta hanno lo stesso problema, e altre ancora combinando le due modalità. Varie combinazioni di procedure e di esperienze vengono pubblicizzate da terapeuti di ogni genere, i quali, implicitamente o esplicitamente, dichiarano che esse danno benefici psicologici, emozionali e sociali uguali o maggiori a quelli dati dagli approcci tradizionali. Le persone che propongono queste terapie vanno dalla persona laureata, esperta, onesta e qualificata, alla persona senza alcuna preparazione. Però attenzione! Il solo fatto che alcuni terapeuti abbiano lauree e certificati vari appesi nello studio non garantisce che il loro lavoro e la loro condotta siano etici e professionali. È noto come la qualità dei servizi forniti dai terapeuti laureati possa andare dall'eccellenza alla negligenza, alla vera e propria ciarlataneria (West e Singer, 1980). Negli Stati Uniti accade che arrivino nelle città, come parate aeree della psicoterapia, gruppi di sedicenti terapeuti o guaritori che reclamizzano e insegnano i loro metodi bizzarri e poi svaniscono lasciando dietro di sé terapeuti insicuri pronti a adottare ogni teoria, anche se bizzarra o palesemente pericolosa.

     
     
     
    Chi sono i terapeuti?

    Poiché la psicoterapia nacque originariamente dalla riflessione e dai metodi della medicina, i clienti si aspettano che un terapeuta abbia una formazione nelle discipline della salute mentale. Il consumatore medio, tuttavia, può rimanere confuso dalle differenze di formazione e studi di psichiatri, psicologi, counselor e altri che si definiscono terapeuti, consulenti o guaritori. Di seguito si descrivono brevemente - in riferimento alla situazione negli Stati Uniti - le diverse figure professionali che operano in questo campo.

     
     
    Psichiatri

    Gli psichiatri hanno una laurea in medicina, ottenuta in genere dopo quattro anni di studi seguiti di norma da un anno di tirocinio. Per praticare la psichiatria occorrono quindi delle particolari qualifiche; tuttavia, il titolo «psichiatra» può essere utilizzato da qualsiasi medico senza l'autorizzazione di nessuno. Oltre a fornire diversi tipi di psicoterapia (come altri operatori della salute mentale), gli psichiatri, essendo medici, possono prescrivere farmaci.

     
     
    Psicologi

    Gli psicologi hanno una laurea in psicologia più un anno di tirocinio in psicologia clinica, che comprende il lavoro supervisionato in un servizio o in un ospedale.

    Esiste poi un folto gruppo di terapeuti che offrono consulenza e aiuto psicologico, emozionale, spirituale, professionale e finanziario. In genere queste persone non hanno la formazione descritta sopra. Questa eterogenea categoria comprende gli ipnoterapeuti, operatori che si occupano di sviluppo personale, diversi generi di «consulenti» personali, consiglieri spirituali, chiaroveggenti, medium, sensitivi e persone che affermano di comunicare con gli angeli o gli spiriti, determinati tipi di massaggiatori, e altri personaggi che sponsorizzano le loro tecniche attraverso le pubblicazioni New Age o i passaparola. Nelle loro «terapie», molti tendono a usare strumenti come l'I Ching, le rune, l'astrologia, la regressione ipnotica, le esperienze extracorporee, la chiromanzia e altri. Spesso frequentano o propongono seminari in cui promuovono tali tecniche.

    Quando ci si rivolge a un terapeuta, in genere ci si aspetta che questi analizzi la situazione, ponga una diagnosi, suggerisca un trattamento e definisca lì programma necessario a risolvere il problema. Così come una laurea non garantisce che il terapeuta sia effettivamente di aiuto per una persona, allo stesso modo non è detto che una determinata tecnica funzioni. Come nelle altre interazioni umane, il rapporto che si instaura tra terapeuta e cliente è più importante della laurea, delle qualifiche e delle altre caratteristiche del terapeuta. Analogamente, la qualità del rapporto tra terapeuta e cliente incide sull'esito del trattamento più della scelta di un particolare approccio o metodo di psicoterapia. Questo è un fatto che va tenuto presente durante tutta la lettura di questo libro, nel quale si farà più volte accenno al livello di influenza che un terapeuta può esercitare sui pazienti. Vogliamo anche puntualizzare che segnaliamo e descriviamo alcune di queste terapie non perché ci sia stato solo qualche caso di terapeuti non convenzionali o di qualche «guaritore» non qualificato che abbiano coinvolto i clienti in procedure improbabili o ridicole: la situazione è più seria. Benché non ci sia possibile nominare persone o istituzioni, numerosissime prove dimostrano che eminenti figure del campo - professori, professionisti e istituti di istruzione e formazione molto rispettati - sono largamente coinvolti in qualcuna di queste terapie folli, tutt'altro che positive o innocue per i pazienti.

    Per avere ulteriore conferma della diffusione e della popolarità di quelle che di primo acchito appaiono teorie e tecniche assurde è sufficiente una breve navigazioni in Internet. Usate un qualsiasi motore di ricerca e digitate parole chiave come rebirthing, Incontro ravvicinato, regressione alle vite precedenti, comunicazione facilitata o sciamano, e vedete cosa compare: centinaia e centinaia di siti, a cui ogni giorno se ne aggiungono di nuovi Se quello che viene pubblicizzato e discusso in Internet può essere indicativo delle tendenze generali, allora è opportuno leggere attentamente questo libro e utilizzarlo come risorsa per evitare di finire nelle mani di sedicenti terapeuti innovativi.

     
     
     
    Dov'è che sbagliano le terapie folli?

    L'incapacità del terapeuta di diagnosticare correttamente il problema del cliente o di definire un trattamento adeguato è un evento ricorrente nei casi descritti in questo libro. Il pericolo nasce spesso dall'approccio «una causa, una cura» di questi terapeuti, che ha portato molti di essi in un vicolo cieco e ha creato infiniti problemi ai clienti.

    Nella vita ci possono essere più cause e fattori concomitanti che determinano i vari disturbi emozionali e disagi che inducono una persona a rivolgersi a uno psicoterapeuta. I problemi di ciascuno sono unici. Perciò, un terapeuta dovrebbe assomigliare più a un sarto che confeziona capi su misura che non a un commerciante che vende abiti prodotti in serie. Il sarto prende le misure del cliente, discute e disegna con lui il taglio dell'abito, spiega quanto tempo occorre per confezionarlo, quante prove sono necessarie e così via, in modo che il prodotto finale vesta poi perfettamente quella persona.

     
     
    L 'approccio «taglia unica»

    Alcuni terapeuti, tuttavia, adottano un atteggiamento per il quale operano come se ci fossero una sola causa e una sola cura per tutti i problemi psicologici. Perciò applicano il loro unico approccio terapeutico a tutti i clienti che si presentano nel loro studio. Una volta uno psichiatra disse che, così come molti cuochi sono convinti che ci sia una sola ricetta per cucinare il soufflè (la loro), molti terapeuti sono convinti che ci sia un solo modo per risolvere i problemi emozionali e psicologici (il loro).

    L'attaccamento ad approcci terapeutici «taglia unica» ha spesso origine da una scarsa formazione, per cui molti studenti arrivano a conoscere e apprendere soltanto un numero molto ridotto di metodi terapeutici. La limitatezza dell'approccio sembra anche essere dovuta al fatto che, durante gli studi universitari, il tirocinio o l'inserimento nel lavoro, alcuni futuri terapeuti risolvono la loro ansia semplicemente seguendo senza discutere la teoria del supervisore più influente, più ammirato o più temuto.

    Sempre più, tuttavia, le altre fonti di approcci «taglia unica» sono i libri di pseudopsicologia, i seminari di un week-end e i corsi di «formazione» di sedicenti guru. In questi casi, i principi e le convinzioni sono spesso molto radicati, poiché il terapeuta che li propone tende a identificarsi con qualche elemento della «nuova» filosofia: essere maltrattati, rapiti, repressi; non sentirsi un/una vero/a uomo/donna; avere ricordi tristi della propria infanzia. Felici di trovare una cura immediata, questi terapeuti credono realmente che le idee «una causa, una cura» siano fondate ed efficaci. Il fatto che il terapeuta si attacchi a una determinata teoria preferita della personalità o del comportamento umano è molto dannoso per il cliente. Troppo spesso a questo non viene detto che esistono moltissime teorie psicologiche, comportamentali e della personalità, ciascuna delle quali si regge su numerosi concetti e costrutti. Una teoria, dopo tutto, è una formulazione basata su ipotesi: è una interpretazione, non una verità indiscussa.

     
     
    Affidarsi alle convinzioni e agli assunti personali

    La conseguenza di questo atteggiamento «una causa, una cura» è che le convinzioni e gli assunti personali del terapeuta vengono inavvertitamente o deliberatamente imposti al cliente. I terapeuti si aggrappano alle loro convinzioni utilizzandole come spiegazione razionale per condurre una terapia scelta arbitrariamente. Non intendiamo discutere o mettere in discussione l'esistenza degli UFO, la reincarnazione, l'esistenza degli spiriti e altre idee sottese ad alcune delle terapie descritte in questo libro. Quello che ci preme evidenziare è che alcuni terapeuti rimangono affascinati e coinvolti da sistemi di convinzioni che poi impongono ai clienti come se le idee associate a queste credenze fossero presupposti generalmente riconosciuti e accettati per il trattamento. Alcuni degli assunti più comuni riguardano i seguenti temi:

     
    1. Gli extraterrestri esistono e rapiscono regolarmente esseri umani sui quali conducono esperimenti; tutto questo è coperto dal governo.

    2. Tutte le persone hanno avuto una o più vite precedenti, alcuni aspetti delle quali interferiscono con quella attuale. Un tema secondario è che varie «entità» (umane e non), spiriti dell'aldilà, si insediano nelle persone causando loro delle difficoltà.

    3. I traumi e gli abusi subiti nella prima infanzia sono l'origine di tutti i problemi emozionali e psicologici. Tra questi sono compresi l'incesto e le altre forme di abuso sessuale, l'essere stati allevati da genitori incompetenti e «tossici», e perfino l'avere sofferto durante la traumatica esperienza della nascita. Un tema secondario è che l'abuso sessuale sui bambini, compresa la partecipazione a culti satanici, è diffusissimo.

    4. È possibile far regredire le persone al momento della loro nascita, farle «rinascere» e crescere correttamente.

    5. Manifestando le emozioni associate a esperienze passate e presenti, le persone guariscono. L'idea è che la catarsi sia terapeutica e soprattutto che il fatto di esprimere con forza la propria rabbia o il proprio dolore sia una liberazione salutare, una specie di lassativo per la mente.

    6. Vivere nuovamente le esperienze traumatiche aiuta le persone a guarire; per questo occorre ridare corpo e vita ai ricordi, siano essi reali o immaginari.

    7. Il terapeuta e il cliente possono avere rapporti sessuali, perché questo fa sentire meglio il paziente e non può in alcun modo nuocergli.

    8. Nella mente umana esiste un meccanismo che impedisce alle persone che nell'infanzia hanno subito un abuso o un trauma di ricordare questi episodi della loro vita, e ci sono tecniche che possono aiutare a recuperare questi ricordi bloccati. Man mano che l'immagine di un evento emerge in modo sempre più nitido, il trauma diventa come un film e va accettato come ricordo autentico.

    9. Il mondo è pieno di poteri magici. Tali poteri possono essere posseduti da spiriti guida e angeli, simboli e archetipi, oggetti come cristalli e bacchette, pozioni e preparati di erbe. Possono avere poteri magici anche alcune persone speciali o dotate.

     
    L'uso di tecniche semplicistiche

    Sulla base delle loro teorie preferite, alcuni terapeuti mettono a punto dei trattamenti (oppure li imparano a qualche seminario) che a volte sono terribilmente semplicistici e possono consistere in procedimenti analoghi a quelli che seguono.

     
     
    Tecnica A
    1. Sollecitato dal terapeuta, il cliente riconosce che i suoi genitori hanno avuto una pessima influenza sudi lui e che, proprio come dice il terapeuta, sua madre soprattutto era fredda e distaccata.

    2. Il terapeuta abbraccia il paziente come fosse un bambino.

    3. AI cliente viene messo un pannolino e viene dato un biberon che deve portare sempre con sé.

    4. Ora il paziente sta meglio o è guarito.

     
    Tecnica B
    1. Il cliente si rilassa e il terapeuta lo ipnotizza.

    2. Durante la trance, il paziente (guidato dal terapeuta) regredisce a una vita precedente, descrive chi è, dove si trova e cosa sta succedendo.

    3. Il cliente cerca e identifica l'evento traumatico che si è verificato durante quella sua vita.

    4. Più tardi, discutendo con il terapeuta, il cliente scopre come le esperienze della sua vita passata interferiscono con quella attuale.

    5. Ora il paziente sta meglio o è guarito.

     
    Tecnica C
    1. Il cliente cerca di ricordare il più possibile della situazione da cui hanno origine i suoi problemi.

    2. Il cliente si immagina di nuovo in quella situazione e rivive le emozioni provate.

    3. Il cliente «si sfoga» esprimendo ogni pensiero, emozione o impulso che emerge e questo lo rende spontaneo e libero.

    4. Ora il paziente sta meglio o è guarito.

     
    Nessuno di questi metodi - né i molti altri che si possono immaginare combinando queste procedure con le teorie esposte sopra - è efficace.

    Una caratteristica comune delle nuove psicoterapie, come di molte più datate, è che hanno origine da un caso - «il caso chiave». É infatti sorprendonte scoprire che quello che viene presentato come un fatto scientifico dimostrato è in realtà una teoria costruita su un solo caso, che ha rivelato al terapeuta l'«unico modo» per curare ogni psicopatologia. […]

    Purtroppo, quando un terapeuta sostenitore della «taglia unica» sviluppa un 'idea troppo ristretta della causa (o della cura) di tutti (o quasi tutti) i disturbi mentali, il paziente corre un grave rischio, perché la realtà della sua vita tende a essere ignorata e la sua storia personale viene vista e interpretata in funzione delle idee e delle convinzioni del terapeuta. Di fatto la vera terapia non ha mai inizio, perché il terapeuta è troppo intento a selezionare o reinterpretare ciò che il paziente desidera o ha bisogno di discutere. Al paziente, perciò, vengono dette tante cose, ma non gli viene fornito alcun aiuto né i suoi veri problemi vengono affrontati. In un certo senso, questi pazienti diventano elementi di un quadro che verrà poi utilizzato dal terapeuta per convalidare la sua teoria, spesso l'approccio più in voga del momento.

     
     
    L'uso di checklist inefficaci

    Per molti terapeuti, la prima fase di approccio al cliente è quella di farsi raccontare brevemente la loro storia e poi tirare fuori una delle tante checklist di sintomi utilizzate nel campo della medicina e della psicoterapia. Usando queste checklist, il terapeuta mostra al cliente come egli, presentando numerose caratteristiche tipiche di una persona che ha avuto determinate esperienze passate, evidentemente soffre del disturbo X, dovuto in genere al trauma Y. In questa procedura ci sono due aspetti discutibili:

    1. Queste checklist contengono numerosi item estremamente generici, ai quali la maggior parte delle persone risponderebbe affermativamente. Tra gli item di tali checklist troviamo esempi come: «Non mi piace parlare in pubblico», «Non mi piace andare dal dentista», «Spesso mi sento stanco». Chiunque può rispondere «sì» a molti di questi item; da essi, tuttavia, il terapeuta conclude che il cliente soffre di un particolare disturbo. Queste checklist assomigliano ai discorsi dei maghi o degli astrologi. È noto come essi mettano a punto degli elenchi di affermazioni generali in cui le persone di un certo gruppo della stessa età, sesso, etnia o livello di istruzione si possono riconoscere. Essi, inoltre, affinano le loro abilità interlocutorie in modo da evitare che la persona che hanno di fronte si renda conto di quanto sta succedendo. I proponitori delle terapie folli sembrano avere acquisito abilità simili per confondere la visione - e le idee - dei loro pazienti.

    2. Basare la diagnosi sulle risposte a una checklist non è un modo né scientifico né accettabile di analizzare il comportamento o di identificare i disturbi. In sostanza, questo approccio porta a una diagnosi «preconfezionata» e ancora una volta non tiene conto delle differenze individuali. Ponendo questo tipo di diagnosi e dicendo al cliente: «Lei presenta molte delle caratteristiche tipiche della persona che...», alcuni terapeuti finiscono con l'impostare il percorso di trattamento del paziente secondo modalità che vanno a sostenere le loro convinzioni personali e fanno questo essenzialmente abituando il cliente ad adattarsi a modelli precostituiti. Il terapeuta induce il paziente ad accettare la diagnosi, errata ma avvolta dalla sua autorità.

    In generale, le molte checklist di sintomi generici oggi ampiamente utilizzate nel campo della psicoterapia tendono a danneggiare il cliente a cui vengono somministrate, in quanto vanno più ad avallare diagnosi errate che non a suggerire soluzioni ragionevoli e produttive. Facendo affidamento sulle proprie convinzioni personali e su checklist inefficaci, sempre più terapeuti adottano quello che può essere definito come approccio del «letto di Procuste». Procuste è un personaggio della mitologia greca che, secondo la leggenda, costringeva le sue vittime a stare nel suo letto, allungandone le estremità se erano troppo corte o amputandole se erano troppo lunghe. Adattando a forza i loro pazienti alla propria teoria preferita, questi terapeuti dell'approccio «taglia unica» mostrano essenzialmente di ignorare nel modo più assoluto l'individualità dei clienti.

     
     
     
    Danni

    In alcune delle terapie folli descritte in questo libro si nota come i pazienti vengano abusati e danneggiati. Descriviamo le caratteristiche tipiche di queste terapie e i relativi effetti senza seguire un ordine particolare, in quanto le conseguenze possono essere diverse a seconda delle situazioni. tuttavia, si tratta sempre di conseguenze negative.

    - La maggior parte di queste terapie si basano su miti e fantasie, non su studi scientifici che ne dimostrino l'efficacia. I pazienti vengono indotti a credere in una specie di magia, «fede» che, una volta sviluppata, si estende facilmente a tutti gli ambiti della loro vita e della loro visione del mondo. Di conseguenza, anziché basarsi sulla logica e sul buonsenso, i clienti tendono a cercare soluzioni istantanee per ogni loro difficoltà o problema. Questo può ripercuotersi sulla loro vita quotidiana, sul lavoro, sui rapporti con i familiari e gli amici, sui loro studi, sulle loro varie attività e su altri ambiti. Una donna coinvolta in una terapia di questo genere, per esempio, anziché cercare di trovare una soluzione costruttiva ai suoi problemi con il figlio adolescente che stava entrando nell'età della ribellione, passava ore cercando di «visualizzare» una famiglia felice senza accorgersi che suo figlio stava poco a poco scivolando nella tossicodipendenza. Questo approccio di pensiero «magico» può causare ulteriori problemi quando il cliente si rende conto di avere perso il contatto con la realtà o di non essere più in grado di vivere nel mondo reale.

    - Si fa un sempre maggiore uso e abuso dell'ipnosi e di altre tecniche ed esercizi che inducono uno stato di trance, come la fantasia guidata, la meditazione, lo yoga e le tecniche di respirazione. Alcuni di questi metodi possono essere efficaci nel contesto di terapie «serie» e possono avere un notevole potere di guarigione. Quando però vengono utilizzate in modo errato o eccessivo - come spesso succede con i bizzarri e infondati approcci adottati da terapeuti poco preparati o fissati su una determinata teoria, spesso inverosimile - tali procedure possono avere effetti deleteri sui pazienti. I terapeuti folli tendono a fare largo affidamento sull'ipnosi, poiché essa rende i pazienti più suggestionabili e remissivi.

    - Queste terapie fanno spesso perdere molto tempo e denaro ai pazienti. Quando riescono a liberarsi del terapeuta folle, e quindi dopo avere già perso tempo e denaro, i clienti si trovano spesso a doverne investire altro per cominciare daccapo un'altra terapia. In genere, infatti, i problemi che li avevano portati in terapia non sono stati minimamente affrontati né tantomeno risolti e spesso la terapia folle ne ha creati di nuovi. A volte il terapeuta interrompe bruscamente la terapia quando il paziente non è più grado di sostenere la spesa delle sedute. Mettere fine improvvisamente alla terapia, soprattutto se questo succede per insistenza del terapeuta, può avere effetti deleteri per il paziente.

    - In alcuni casi i pazienti sono indotti a fare propri dei principi religiosi o spirituali verso cui prima non avevano alcun interesse e che potrebbero essere contrari al loro sistema di valori. Sebbene il cliente cercasse una psicoterapia, di fatto viene portato a una conversione religiosa. Per esempio, il fatto di essere indotti a credere che si sono vissute più vite in passato significa sostanzialmente accettare il concetto di reincamazione, presente nella maggior parte delle forme di induismo ma non accettato dalle altre religioni. Adottare all'improvviso questa convinzione nel corso della terapia può causare al paziente profondi conflitti interiori e impedirgli di riconoscere le vere cause delle sue difficoltà.

    - Molte terapie folli si fondano su idee errate riguardo alla memoria e alla possibilità' di rievocare ricordi. I terapeuti che non conoscono bene la memoria e il suo funzionamento tendono a trasmettere ai pazienti informazioni scorrette o del tutto inverosimili e in alcuni casi arrivano a confondere i veri ricordi del cliente Ad alcuni pazienti, per esempio, viene fatto credere che siano stati rapiti dagli extraterrestri, un «ricordo» che essi non avevano prima di incontrare il terapeuta e di sottoporsi a numerose sedute di ipnosi. Partendo da questo, i clienti possono ritrovarsi con altri «ricordi» e sviluppare una visione completamente diversa della loro vita e del loro passato, il che può portarli alla rottura dei rapporti con la famiglia e gli amici, i quali, come spesso succede, possono smentire queste loro «scoperte».

    - Moltissimi pazienti vengono danneggiati con abusi sessuali, fisici ed emozionali. Veniamo a conoscenza di alcuni di questi casi quando il cliente riesce a sottrarsi al terapeuta e lo denuncia. La maggior parte di queste cause, tuttavia, viene composta in via extra-giudiziale, per cui non se ne viene a sapere nulla: il terapeuta non viene «smascherato» pubblicamente né viene sospeso dall'esercizio della professione. Alla peggio, prende una bacchettata professionale sulle dita.

    - Molti pazienti non vengono aiutati a diventare più felici o più capaci. Al contrario, sono sempre di più le persone sole e tormentate che rimangono invischiate in terapie interminabili o che, finita la terapia, stanno peggio di prima. Come abbiamo già detto, possono ritrovarsi ad avere anche problemi nuovi creati proprio dalla terapia, problemi che vanno da gravi difficoltà psicologiche al completo isolamento dalla famiglia. In alcuni casi si persuadono di avere vissuto storie personali diverse da quelle reali, fantasiose o tragiche. Una donna, per esempio, era stata convinta dal terapeuta che in passato era stata una prostituta e che perciò ora meritava di ammalarsi di AIDS e morire.

    - Molte persone coinvolte in terapie folli perdono la speranza e la fiducia verso i terapeuti e gli altri professionisti dell'aiuto. Uscite da una terapia sbagliata, queste persone a volte non cercano aiuto, di cui potrebbero invece avere bisogno. Questo può portarle a vivere in uno stato di angoscia cronica, perché non riescono a capire chiaramente cosa non abbia funzionato nella terapia e per certi aspetti si sentono responsabili del fallimento.

    Purtroppo regna un allarmante lassismo tra gli operatori della salute mentale circa il monitoraggio delle procedure, l'informazione e l'educazione dell'opinione pubblica riguardo a cosa costituisca una buona terapia, cosa sia il comportamento negligente da parte di un operatore, e cosa sia - o cosa confini con - la ciarlataneria. Non viene prestata sufficiente attenzione alla condotta (illecita, dannosa, o semplicemente folle) del terapeuta incapace, furbo o impreparato.

    Quando apriamo il giornale vediamo consigli sui film belli da vedere, i buoni libri da leggere, i cibi sani da mangiare, ma non troviamo alcuna indicazione per valutare l’efficacia di una terapia. Un autore (Begin, 1963) ha osservato che «non esiste un equivalente della Food and Drug Administration che controlli l'efficacia delle terapie e dei terapeuti e che vieti la propaganda scorretta o le pratiche dannose nel campo della psicologia. Le procedure di selezione nelle università, gli ordini professionali e le leggi dello Stato aiutano, ma non esercitano sufficiente controllo sulla personalità e i metodi del terapeuta. Fino a quando le cose staranno in questo modo, il cliente dovrà fare molta attenzione».

    Nei prossimi capitoli vedremo alcune terapie in cui i pazienti possono rischiare di imbattersi. Alcune di esse, come il reparenting, vengono praticate da un decennio, altre si sono affermate negli ultimi anni e altre ancora sono assolute novità. Nella realtà, sicuramente il numero e la varietà di terapie folli che vengono praticate vanno ben oltre a quelle descritte in questo libro, ma ci auguriamo che questi esempi servano al lettore per iniziare a riconoscere le caratteristiche della psicologia dilettantesca e proteggersi da teorie e tecniche potenzialmente pericolose.

     
     
     
    Note

    [*] Gli autori:

    Margaret Thaler Singer: Psicologa clinica e Professore al Dipartimento di Psicologia della University of California, Berkeley, da oltre cinquant’anni si occupa di pratica clinica, ricerca e formazione. È autrice di più di cento articoli ed è stata insignita di numerosi premi, anche dalla American Psychological Association, per il suo lavoro di ricerca.

    Ianja Lalich: Consulente per l'aiuto alle vittime di plagio e abuso psicologico da parte di sètte e sedicenti carismatici, è autrice di numerose pubblicazioni e coordinatrice di gruppi di aiuto per persone che fuoriescono da situazioni di abuso psicologico.

     
     
     
    INDICE