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Scientology colpisce ancora?

Di Susan Hansen.

Articolo tratto da American Lawyer, Giugno 1997. Traduzione a cura di Martni.

Quando è arrivata la fine per la vecchia Cult Awarness Network, è arrivata in fretta. L'Ottobre scorso, seduta nel tribunale fallimentare federale di Chicago in attesa dell'inizio dell'asta, Cynthia Kisser, direttore esecutivo della CAN, ha lottato per restare calma. La Kisser, che aveva passato gli ultimi nove anni alla guida della CAN sforzandosi di informare il pubblico sulle sette pericolose, quel giorno sperava di non dover pagare troppo per riacquistare le proprietà del gruppo. E nemmeno desiderava molto, afferma - soltanto la possibilità di far uscire la fallita CAN dai dispiaceri comperando il marchio commerciale, la casella postale, il numero di telefono della linea d'aiuto e i marchi di servizio, in modo da poter concludere in maniera decorosa.

In tribunale, tuttavia, vi era un altro partecipante all'asta - Steven Hayes, membro della Chiesa di Scientology. E Hayes, un avvocato arrivato direttamente da Los Angeles per partecipare, aveva altri progetti.

La licitazione partì a $10.000. La Kisser ne offrì 11.000, Hayes rilanciò di 1000 dollari. I due raggiunsero rapidamente i 15.000. La Kisser offrì 17.000, poi 19.000. Ma quando Hayes offrì ulteriori 1000 dollari la Kisser si ritirò. "Basta" disse a Philip Martino, l'incaricato per la vendita fallimentare. Da lì in poi fu tutto un lavoro di carte. "Accetto l'offerta di $20.000 del Sig. Hayes" annunciò seccamente Martino. "Documenteremo il tutto domani, con un ordine del tribunale."

Si è trattato dell'evento conclusivo, se non il clou, della strana storia dell'abbattimento della Cult Awarness Network.

Oggi è stata costituita ed è al lavoro una nuova Cult Awarness Network. Il gruppo ha mantenuto il vecchio nome, la linea telefonica d'aiuto, e l'indirizzo postale di Chicago, ma ha un nuovo notiziario e un consiglio direttivo nuovo di zecca. E, secondo la Kisser e gli inorriditi sostenitori, la Chiesa di Scientology - l'arcinemica della vecchia CAN - è ora fermamente al comando. I sostenitori di Hayes, nel frattempo, levano alti i loro calici per il colpo messo a segno. Per anni, sostengono, la vecchia CAN ha diffuso bugie odiose e immorali su Scientology e altre "minoranze religiose". Ora la nuova, reincarnata e - insiste Hayes - multi-denominazionale CAN fornisce "informazioni accurate" ponendo fine alla "calamità", come la chiama, dell'eredità di fanatismo religioso della vecchia CAN.

Se la vendita del nome della CAN è avvenuta in un attimo, la sua presa di potere era di fatto in preparazione da anni. Una volta una rivista di Scientology aveva descritto la Kisser, ex direttore esecutivo della CAN, come "la madre del serpente", ed esistono pochi dubbi sul fatto che i seguaci di Scientology avevano preso di mira l'organizzazione no-profit di Berrington, Illinois, molto prima della vendita fallimentare. A partire dal 1991 la CAN ha dovuto difendersi in circa 50 cause civili presentate da Scientologisti di tutto il paese, molte delle quali con argomentazioni che parevano copie carbone ed erano state redatte dallo stesso studio legale di Los Angeles, Bowels & Moxon. Gli Scientologisti hanno inoltre presentato alle commissioni statali per i diritti umani di tutto il paese dozzine di esposti per discriminazione, richiedendo l'impiego di ancora più avvocati. La valanga di procedimenti ha fatto vacillare il network. Nel 1994 la CAN, che gestiva un budget annuale di circa $300.000, fu scaricata dai suoi assicuratori e doveva agli avvocati decine di migliaia di dollari.

Da allora la CAN è stata sbatacchiata tra un tribunale e l'altro in modo umiliante. Nel 1994 una causa chiave, un caso di diritti civili che accusava un volontario della CAN di aver avuto responsabilità nel rapimento di un uomo di Washington in un tentativo fallito di deprogrammazione, risultò essere più di quanto l'esperto team legale della CAN potesse trattare. Risultato: una condanna da $1,875 milioni per danni che ha costretto la CAN a chiedere la protezione del tribunale fallimentare e che, alla fine, ha messo tutto il suo patrimonio nel blocco d'asta e nelle mani dello Scientologo Hayes.

L'ex direttore esecutivo Kisser e i suoi difensori ora sono in subbuglio, affermano che gli Scientologisti rispondono alla linea telefonica d'aiuto - e si comportano nello stesso modo in cui, sostengono, Scientology ha manipolato la corte. "È come se la Operation Rescue avesse assunto il controllo della Pianificazione Familiare" protesta Herbert Rosedale dello studio legale Parker Chapin Flattau & Klimpl di New York. "È una grossa frode ai danni del pubblico."

Come Rosedale altri avvocati di una manciata di grossi studi - Arent Fox Kintner Plotkin & Kahn di Seattle, Preston Gates & Ellis di Washington e Mayer, Brown & Platt di Chicago - hanno accumulato centinaia di ore pro bono nella corsa al salvataggio della vecchia CAN. Attualmente stanno lavorando per bloccare i sostenitori di Scientology che cercano di mettere le mani sugli archivi della CAN - archivi che elencano i nomi di chi ha presentato esposti contro Scientology e altri gruppi. Stanno anche facendo appelli per cercare di riottenere il nome della CAN. Ma vista la batosta che ha preso, la vecchia CAN non ha molto da salvare. "Scientology si è prefissa di distruggerci" si lamenta la Kisser "Avevano il denaro per farlo e hanno spinto, spinto e spinto finché non ce l'hanno fatta."

Kendrik Moxon, il noto avvocato di Scientology che ha giocato un ruolo chiave nell'abbattimento della CAN, non è dispiaciuto. "Supponete che nella vostra comunità vi sia una malattia, e che la malattia venga sconfitta. Il dottore responsabile della creazione del siero che ha ucciso la malattia dovrebbe essere lodato o criticato? Il fatto reale è che il serpente ha ucciso se stesso" insiste Moxon "il serpente si è divorato da sé e giace sulla strada."

Scientology era l'ultima cosa che Henrietta Crampton aveva in mente quando aiutò a fondare il gruppo di sostegno che alla fine divenne la CAN. Era il 1973 e la Crampton, residente da sempre in California, era la madre preoccupata di una ragazza diciannovenne, Kathy, entrata in una setta di Seattle denominata Love Family [Famiglia dell'Amore]. In una delle sue poche lettere a casa Kathy disse ai genitori che ora aveva molti nuovi fratelli e sorelle e non avrebbe più avuto bisogno di comunicare con la famiglia. "Era come un sogno" afferma la Crampton, che ricorda la corsa frenetica a Seattle per vedere Kathy, rinvenuta con il volto coperto di ferite. "Non potevo credere ai miei occhi."

Dopo quella visita la Crampton e il marito tentarono disperatamente di scoprire tutto il possibile sulla Love Family, e cercarono disperatamente il modo di riportare a casa la figlia. Tutto questo li portò in contatto con un gruppo informale di genitori con figli irretiti dalle sette. La Crampton e Bill Rambur, un uomo di San Diego la cui figlia era stata reclutata da un gruppo conosciuto come I Bambini di Dio, decisero di dare al gruppo una struttura più formale. Nel 1974 i due cominciarono ad organizzare incontri regolari. Il gruppo fu chiamato "Citizens Freedom Foundation" e iniziò a pubblicare un notiziario.

Quando la Citizens Freedom Foundation (CFF) iniziò ad operare la Crampton a malapena conosceva la Chiesa di Scientology. Non sapeva nulla su L. Ron Hubbard, lo scrittore di fantascienza che aveva fondato il gruppo all'inizio degli anni '50, e ancora meno sapeva del complicato sistema di credenze di Scientology che essenzialmente sostiene che gli esseri umani hanno bisogno di essere ripuliti (chiariti) da forze negative chiamate "engram" - un processo che richiede terapia multi-livello intensiva (e spesso costosa) conosciuta come "auditing", insieme ad una serie di corsi di Scientology. I dirigenti della CFF iniziarono a ricevere telefonate e lamentele su Scientology. L'ex direttore della CFF Priscilla Coates ricorda che alcuni erano genitori allarmati, preoccupati dal fatto che i figli chiedevano con insistenza migliaia di dollari per pagare corsi di Scientology. Altre telefonate riguardavano familiari che, dopo l'ingresso in Scientology, avevano "disconnesso" (interrotto ogni contatto) da genitori e fratelli. La CFF, che nel 1985 cambiò il suo nome in Cult Awarness Network, divideva le informazioni con tutti i suoi membri e faceva rapporto su centinaia di gruppi, puntualizza la Coates, tra cui Scientology era uno dei tanti.

I seguaci di Hubbard finirono comunque per attirare una attenzione particolare - se non altro per l'insistenza nel cercare di minare il lavoro della CFF (e più tardi della CAN). La Crampton racconta che le loro tattiche giunsero al punto da mandare infiltrati di Scientology come volontari negli uffici del suo gruppo e distribuire volantini e opuscoli falsi (e altamente polemici) a suo nome. La Coates aggiunge che, con quella che sarebbe poi divenuta una pratica standard, gli Scientologisti iniziarono anche a organizzare picchetti agli incontri della CAN e ad accusare lei e altri suoi membri di essere nazisti. Karin Pouw, una delle portavoci della Chiesa di Scientology, ammette che gli Scientologisti hanno fatto dimostrazioni contro la CAN ma nega l'esistenza di una campagna di molestie coordinata. Gli ex dirigenti della CAN soffrono di "un caso estremo di paranoia" afferma la Pouw. "L'intera storia è piena di bugie."

In ogni caso la Coates afferma che la maggior parte delle stramberie di Scientology non erano "prese molto sul serio". Ma all'inizio del 1991, racconta, le sue tattiche cominciarono a farsi più aggressive. L'ufficio nazionale della CAN e le affiliate locali iniziarono a ricevere centinaia di lettere di Scientologisti che chiedevano di entrare nel gruppo. "Si poteva quasi leggere la mano di chi c'era dietro" ricorda William Rehling, membro della CAN ed ex pubblico ministero statale della Cook County a Chicago. "Si stavano preparando a far causa." [la CAN rifiutò le domande temendo un tentativo di infiltrazione -  n.d.t.]

Tra il 1991 e il 1993 Scientologisti individuali depositarono presso tribunali statali e federali di Illinois, California, Minnesota, New York, Oregon, Massachusetts e Washington, D.C. circa 50 cause contro la CAN. In una sola settimana del 1992, racconta l'ex direttore esecutivo Kisser, il gruppo fu colpito da almeno otto cause individuali. Essere citati diventò una routine. "Bussavano alla porta, aprivo, e c'era un messo che consegnava una causa" ricorda la Kisser, che poi inviava le carte via fax ai suoi avvocati e all'assicurazione.

Sebbene le cause fossero state presentate da singoli Scientologisti, quasi tutti i querelanti accusavano di discriminazione usando spesso un linguaggio identico basato su una o due affermazioni: o era stata loro negata l'appartenenza ad uno dei gruppi locali affiliati CAN, oppure l'ammissione al convegno annuale. Inoltre quasi tutti i querelanti erano rappresentati o assistiti dallo stesso studio di Los Angeles: Bowles & Moxon.

Anche l'avvocato Eric Lieberman, che attualmente sta difendendo sia Bowels & Moxon che Scientology in una causa presentata dalla CAN per l'esercizio dell'azione penale per motivi illeciti, ammette che la chiesa aiutò a sostenere finanziariamente e coordinare i procedimenti contro la CAN. Ma Lieberman, socio dello studio legale di New York Rabinowitz, Boudin, Standard, Krinsky & Lieberman, nega che ci sia stata qualsiasi strategia precostituita per prendere di mira la CAN. Moxon, Scientologista da lungo tempo, afferma di essere rimasto coinvolto perché querelanti individuali l'avevano cercato per la sua esperienza in cause legali per discriminazione religiosa. La ragione per cui le cause erano così simili, spiega, è semplice: quasi tutti i querelanti avevano sofferto il medesimo danno. "Le cause sono state presentate da Scientologisti [singoli] vittime della CAN, tutto qui."

L'avvocato californiano Daniel Leipold, socio del Hagenbaugh & Murphy di Glendale, California che ha difeso la CAN in una trentina di cause, non ne è convinto. "Dovreste essere una specie di vegetale per non vedere che ogni cosa fa parte di un piano." Sostiene che tutto è divenuto ancora più chiaro quando ha iniziato a sentire le testimonianze dei querelanti e ha scoperto che alcuni di loro, prima di fare causa, non avevano neppure fatto richiesta di entrare nella CAN. Altri, ha detto, non avevano idea di chi stesse pagando gli avvocati o come quegli avvocati fossero stati contattati.

Leipold, come altri legali occupati in azioni giudiziarie contro Scientology, sostiene che per lungo tempo Moxon ha fatto da punto di riferimento nelle campagne orchestrate dalla chiesa contro i suoi nemici. Moxon, infatti, lavorava nell'unità che si occupa di pubbliche relazioni e aspetti legali e di intelligence del gruppo, il Guardian's Office - successivamente divenuto Office of Special Affairs (OSA) - all'epoca del tristemente noto furto ai danni degli uffici dell'Internal Revenue Service e del Dipartimento di Giustizia alla metà degli anni '70. Anche se le autorità federali non hanno mai accusato Moxon di atti criminali né lo hanno citato in giudizio, egli viene menzionato in un accordo volontario per la presentazione di prove in tribunale per "aver ricevuto l'ordine di fornire al governo campioni di calligrafia falsi" nel tentativo di ostacolare l'inchiesta sulle irruzioni.

L'accordo, che non dice che Moxon sapesse che i campioni di calligrafia erano fasulli, fu firmato da nove imputati Scientologisti come parte del patteggiamento. Moxon insiste che le affermazioni fatte su di lui nell'accordo del 1979 sono false.

Mentre l'attuale studio legale di Moxon, Moxon & Bartilson, riporta un indirizzo di Glendale, California, Leipold sostiene che questi in realtà è uno dei legali interni di Scientology. Elliot Abelson, consigliere generale di Scientology, conferma che gran parte del lavoro di Moxon è collegato a Scientology, e che mantiene anche un ufficio al quartier generale della chiesa su Hollywood Boulevard. Insiste comunque che né Moxon né altri legali di Scientology stiano facendo altro che proteggere i diritti religiosi del gruppo. "Scientology viene attaccata da anni" afferma Abelson. La politica della chiesa in materie legali, aggiunge "non è porgere l'altra guancia ma proteggere se stessi in modo aggressivo."

La Kisser, ex direttore esecutivo della CAN, afferma di non essere ancora sicura su che cosa esattamente condusse alla valanga di cause degli Scientologisti. Una teoria è che i dirigenti di Scientology fossero infuriati per le sue dichiarazioni alla rivista Time che nel Maggio del 1991 pubblicò un reportage devastante per il gruppo dal titolo "Scientology: la Setta dell'Avidità". Secondo la Kisser e la professoressa di psicologia dell'Università di Berkley, California, Margaret Singer, un altro membro da lungo tempo del consiglio, dopo la pubblicazione di quell'articolo gli attacchi di Scientology contro la CAN si fecero sempre più dirompenti. Raccontano che al convegno del 1992 di Los Angeles la CAN dovette addirittura assumere guardie private perché, tra le altre cose, gli Scientologisti bloccavano ai membri l'accesso agli ascensori dell'albergo e avevano cercato di seguire gli oratori fin nelle loro stanze. Nella sua deposizione del Marzo 1994 Randy Franklin, un ufficiale di polizia di Los Angeles che all'epoca fu tra le guardie assunte dalla CAN, ha testimoniato che un certo numero di Scientologisti, dopo essere stati allontanati dal convegno, avevano anche insultato e molestato verbalmente membri della CAN. La portavoce di Scientology, Pouw, concorda che alcuni Scientologisti avevano cercato di iscriversi al convegno nella speranza di "dialogare" con la CAN, ma nega che sia avvenuta ogni altra forma di disturbo. "Sembra una bugia assolutamente offensiva della CAN."

In ogni caso le pubblicazioni di Scientology come la rivista Freedom non mancavano di rndere esplicito il loro disprezzo. Un numero del 1995, per esempio, titolava in copertina "CAN: la serpe dell'odio, dell'intolleranza, della violenza e della morte" e all'interno la comparava ad un "gruppo di odio nella tradizione del KKK e dei neo-nazisti." Lo stesso numero ripeteva ancora l'accusa che, prima di diventare direttore esecutivo nel 1987, la Kisser era stata una ballerina topless in un nightclub di Tucson, Arizona - un'affermazione che la Kisser definisce "ridicola".

La Kisser, nel ricordare che la CAN raccoglieva circa 20.000 richieste di informazioni l'anno, sostiene che il gruppo, nonostante gli attacchi, continuava il lavoro. Poi l'infinita serie di cause presentate dagli Scientologisti creò problemi molto più gravi. Nel 1991 la CAN contrattaccò con la presentazione di una causa per esercizio illecito dell'azione penale a carico di Bowles & Moxon e della Chiesa di Scientology. Ma quella causa - che la CAN perse nelle corti inferiori e al momento di andare in stampa è ancora pendente presso la Corte Suprema dell'Illinois - non portò alcun beneficio ai suoi sempre crescenti costi legali. Nel 1993, dopo essere stata rifiutata dagli assicuratori, la CAN iniziò a cercare donazioni. Ma per quel periodo stava pagando circa $10.000 al mese per parcelle, e la Kisser afferma che i potenziali donatori erano riluttanti a sostenere finanziariamente un gruppo che spendeva in avvocati quasi tutti i suoi introiti.

La Kisser dice che all'epoca in cui Bowles & Moxon presentarono la causa definitiva, nel Gennaio del 1994, sulla carta la CAN era già in fallimento.

Quella causa del 1994, il caso Scott, era diverso dagli altri. Il querelante, un ragazzo di 22 anni della zona di Seattle, Jason Scott, non era Scientologista ma uno stretto Cristiano Pentecostale. E questa volta la CAN non era l'unica imputata.

Chiaramente Scott, che nel 1991 era stato rapito in un fallito tentativo di deprogrammazione, offrì ai suoi legali una serie drammatica di fatti su cui lavorare.

Le circostanze che portarono al rapimento di Scott sono per lo più incontestate. Katherine Tonkin, madre di sette figli e risposata due volte dopo la nascita di Jason, nel 1989, alla ricerca di una influenza stabilizzante sulla sua famiglia, era entrata nella Life Tabernacle Church di Bellevue, Washington, una piccola congregazione dei Pentecostali Uniti. Ben presto scoprì che gli "standard di santità" della chiesa - niente televisione o cinema; niente pantaloni, maniche corte o gioielli per le donne - erano troppo autoritari e nel giro di un anno lasciò la congregazione. Jason e i suoi due fratelli minori, Matthew di 13 anni e Thysen di 16, rifiutarono di seguire la madre che, come successivamente testimoniò, iniziò a preoccuparsi seriamente perché i leader della chiesa stavano lavorando attivamente per metterle contro i figli.

Le preoccupazioni della Tonkin crebbero all'inizio del 1990 quando i due figli più grandi andarono a vivere con le famiglie di due dei leader della chiesa e Matthew si trasferì dalla nonna. Confusa sul da farsi la Tonkin telefonò all'unità di crisi di Seattle e le fu dato il numero di Shirley Landa, una volontaria della CAN locale. Landa, sentite le preoccupazioni della Tonkin sulla chiesa, le diede un ulteriore riferimento - Rick Ross, un esperto di sette di Phoenix che si era già occupato di 200 deprogrammazioni. La Tonkin chiamò Ross che, nel Dicembre del 1990, si recò a Seattle.

Delle tre deprogrammazioni di cui si occupò Ross solo quella di Jason fu problematica; dopo tutto aveva già 18 anni e successivamente avrebbe testimoniato che il mattino in cui i tre assistenti di Ross lo afferrarono, gli misero le manette e lo spinsero in un furgone lui aveva urlato che non avevano alcun diritto di rapirlo. Quanto accadde in seguito rende la testimonianza ancora più vivida. Il ragazzo continuava a urlare e i suoi rapitori gli chiusero la bocca con del nastro adesivo; lo spinsero sul pavimento del furgone e lo portarono in una casa sulla spiaggia, una zona deserta della costa di Washington, a quattro ore di macchina. Per cinque giorni Ross costrinse Scott a guardare video sulle sette religiose e cercò di fargli rinunciare alla Life Tabernacle Church. Alla fine Jason decise di dire a Ross e ai sui assistenti quello che volevano sentirgli dire. Quando il gruppo uscì a pranzo Scott fuggì dal ristorante e andò alla polizia.

La CAN era responsabile del rapimento di Scott? La CAN sostiene solo mezzi legali per far uscire la gente dalle sette, dichiarano la Kisser ed altri membri del consiglio, e non avrebbero mai consigliato consapevolmente una deprogrammazione forzata. Inoltre il riferimento a Ross era stato dato alla madre di Scott da una volontaria della CAN. Quando Jason Scott presentò la sua causa civile presso la corte distrettuale degli Stati Uniti di Seattle, all'inizio del 1994, accusò la CAN, insieme a Ross e a due dei suoi assistenti, di aver cospirato per violare i suoi diritti civili. Scott afferma che inizialmente non pensava seriamente di fare una causa civile. Ma durante il processo penale per il rapimento un avvocato lo chiamò e cominciò a convincerlo ad iniziare un procedimento civile. L'avvocato, Marcello Di Mauro, era un associato della Bowles & Moxon di L.A.

"Apparve dal nulla" ricorda Scott, ora venticinquenne, durante l'intervista del Marzo scorso in un ristorante a due ore a nord di Phoenix. Afferma che poco dopo avergli telefonato Di Mauro arrivò da Los Angeles, lo portò fuori a pranzo e gli parlò con eccitazione dei "milioni di dollari" che gli avrebbe portato far causa alla CAN. Quando Scott riaccompagnò Di Mauro all'aeroporto Sea Tac di Seattle aveva ormai preso una decisione. "Mi sventolava queste carte davanti dicendo "rappresento questa gente che ti farà avere i soldi", qualcosa tipo "firma qui e siamo a posto." (Di Mauro non ha risposto alle numerose telefonate che gli abbiamo fatto per avere i suoi commenti).

Scott non incontrò Kendrik Moxon, il legale che avrebbe di fatto gestito il caso, se non mesi più tardi. "Non sapevo niente di lui" afferma Scott ricordando il loro primo incontro. Moxon gli disse che nel passato aveva fatto qualche lavoro per Scientology. Ma Scott sostiene di essere stato solo vagamente consapevole della battaglia legale che Moxon stava portando avanti contro la CAN e aggiunge di aver appreso che Moxon era uno dei legali più attivi della chiesa - e che ha un ufficio nel quartier generale di Scientology - solo dopo il processo. Moxon insiste che Scott era perfettamente consapevole della battaglia contro la CAN - infatti, asserisce, questa fu la ragione per cui Scott assunse Bowles & Moxon.

L'avvocato difensore della CAN, Mary Steele socia della Davis Wright Tremaine di Seattle, raccolse il caso Scott quando il socio principale che se ne stava occupando lasciò lo studio.

Steele, che era stata informata in dettaglio su tutte le cause che gli Scientologisti avevano iniziato contro la CAN, si convinse che Scientology era anche dietro il caso Scott. Pensava che fosse importante che la giuria sapesse della ruggine di vecchia data tra Scientology e CAN, ma poco prima dell'inizio del processo, alla metà del 1995, il giudice distrettuale John Coughenour decise che non poteva portare come prova nulla che riguardasse Scientology. "Disse che la Chiesa di Scientology non avrebbe dovuto essere citata in nessun modo, forma o colore" ricorda la Steele.

Moxon, da parte sua, contesta che se Coughenour avesse deciso altrimenti sarebbe stato un "terribile errore legale". La chiesa Pentecostale Unita, non Scientology, pagava le spese del processo, afferma Moxon, e aggiunge che ogni accusa che lui stesse perseguendo qualche più vasto programma di Scientology è "solamente un'altra bugia della CAN". Nathaniel Urshan, sovrintendente generale della United Pentecostalist Church International, nega che la sua chiesa abbia pagato le spese. Ma Moxon fornisce una copia non firmata di una lettera del Marzo 1995, apparentemente scritta da Urshan, che invita i ministri della chiesa a raccogliere fondi per il processo Scott.

La Steele cercò di ottenere che l'intero caso CAN fosse risolto con un patteggiamento. La CAN, contestò, non solo aveva una articolata politica contraria alla deprogrammazione non volontaria, ma la Kisser e gli altri membri del consiglio non erano neanche al corrente che la volontaria Landa avesse fatto riferimento a Rick Ross, quindi il gruppo non poteva essere ritenuto responsabile. La richiesta di rigetto non convinse il giudice Coughenour. La Steele aveva anche preso in considerazione l'idea di portare la CAN su un procedimento separato, ma era pessimista sul fatto che avrebbe potuto avere successo in una causa civile. La sua strategia, invece, fu di cercare di separare la CAN dai suoi co-imputati - Ross e gli altri che avevano rapito Scott. La strategia di Moxon fu esattamente contraria. Quando i nove membri della giuria si radunarono nel tribunale federale del distretto di Seattle, alla fine di Settembre nel 1995, fece di tutto per collocare la CAN al centro del complotto.

Il collegamento con Shirley Landa fu cruciale. Moxon martellò sul fatto che la volontaria della CAN Landa aveva istigato il rapimento indirizzando la madre di Scott a Ross, un deprogrammatore molto noto. Inoltre Moxon fece notare che la Landa, uno dei membri fondatori della CAN, fu la prima persona che Ross chiamò dopo il suo arresto per il rapimento Scott, nel Gennaio del 1991. E, sottolineò alla giuria, anche dopo aver scoperto che la Landa aveva fatto riferimento a Ross la CAN le permise di rimanere come volontaria.

La testimonianza di Anson Shupe, professore di sociologia alla Indiana Univerity - Purdue University, gettò sulla CAN una luce ancora peggiore. Shupe, che dichiarò di aver passato 20 anni a studiare la CAN, disse alla giuria che "il movimento anti-sette" aveva una lunga storia di attacchi a gruppi religiosi anticonvenzionali, e i dirigenti della CAN avevano una lunga storia di sostegno a deprogrammazioni forzate. L'ironia era, sostenne, che gli attivisti antisette, nelle loro deprogrammazioni, usavano le stesse tecniche di reclutamento di cui accusavano le sette che criticavano - privazione della libertà di movimento e informazione dell'individuo.

"Sta dicendo che il movimento anti-sette è una setta?" chiese Moxon durante l'esame diretto. "Sì, per certi aspetti" rispose Shupe.

Nel contro esame la Steele portò Shupe ad ammettere che la letteratura della CAN vietava esplicitamente a rappresentanti, membri del consiglio, e staff pagati ogni coinvolgimento in deprogrammazioni non volontarie. Ma la Kisser, che sostiene che Shupe è un noto "apologeta delle sette", afferma di non capire ancora perché gli fu concesso di testimoniare come esperto.

"Se non gradivano la sua testimonianza, perché non hanno obiettato?" si domanda Moxon. Shupe è "il massimo esperto di movimenti anti-religiosi" del paese, insiste, ironizzando sul fatto che il team di difesa della CAN fu "così intimorito dalla sua testimonianza che non riuscì a spiccicare parola."

Di fatto la Steele aveva cercato di impedire l'apparizione di Shupe in veste di esperto - il giudice Coughenour aveva però ritenuto che la giuria doveva decidere da sola sulla credibilità di Shupe - e i verbali dell'udienza dimostrano che la Steele sollevò due obiezioni specifiche quando Shupe prese posto. La Steele ammette che al rigetto delle obiezioni lasciò che Shupe dicesse quel che aveva da dire. Per lei un problema più grande di Shupe era il denaro. La CAN, rammenta, non poteva permettersi testimoni esperti - e neppure di pagare il biglietto aereo a più di due membri del consiglio che testimoniassero al processo. "Non potevamo impegnarci tutti per questo processo", e aggiunge che quando iniziò era chiaro che il suo studio, il Davis Wright, non sarebbe stato pagato.

La Steele si lamenta anche del fatto che l'elemento chiave della difesa della CAN - la questione della rappresentanza, o se la CAN doveva essere ritenuta responsabile per le azioni di una volontaria non pagata - non è uno di quelli che gioca necessariamente bene con una giuria, e ammette che in aula lo stile sdegnato di Moxon ebbe molto successo e risultò efficace per il caso. Alla fine, il 29 Settembre 1995 dopo un'intera settimana di testimonianze e un giorno e mezzo di camera di consiglio, i nove giurati decisero all'unanimità che tutti gli imputati dovevano essere ritenuti responsabili per il rapimento Scott, a cui venne assegnato un risarcimento di 4,875 milioni di dollari. La parte della CAN fu stabilita in $875.000 più un milione di dollari di multa. Il giurato Irma Mae Erickson, infermiera di Seattle, racconta che mentre non tutti i giurati erano convinti che i dirigenti della CAN fossero a conoscenza del riferimento a Ross "pensavano però che la CAN dovesse essere ritenuta responsabile."

"Penso che tutti noi sentissimo che [gli imputati] erano collegati" ricorda il giurato Joseph Bodnar. Moxon, dice, "sembrò aver messo insieme un sacco di pezzi."

La CAN annunciò immediatamente di voler ricorrere in appello, ma aveva poco più di un mese prima che Moxon, l'avvocato di Scott, potesse incassare il risarcimento e aveva un bisogno disperato di evitarlo. Ai primi di Ottobre la Steele presentò una mozione per differire la sentenza e richiese a Coughenour di dare alla questione precedenza assoluta. Coughenour rifiutò il rinvio. Inoltre la CAN non aveva le migliaia di dollari necessari per un rinvio con cauzione, e Coughenour rifiutò la richiesta della Steele di permettere alla CAN una cifra minore. Per la metà di Ottobre una CAN in preda al panico decise che il fallimento era l'unico modo per evitare l'intera confisca delle sue proprietà, e il 19 Ottobre 1995 presentò richiesta presso il Capitolo 11 del tribunale fallimentare di Chicago.

La CAN credeva che il tribunale fallimentare le avrebbe offerto una sponda per trovare il tempo per proseguire il proprio appello del caso Scott nel Nono circuito. Ma l'appello, gestito "pro bono" dalla Gates & Ellis di Seattle, si trascinò per mesi - in parte perché Moxon, che rappresentava Scott, il principale creditore della CAN, si oppose alla liberazione di fondi che avrebbero potuto permettere di coprire i costi dell'appello; e gli avvenimenti nel tribunale fallimentare finirono presto per sopraffare la CAN.

David Brown, l'avvocato di DesPlaines, Illinois, che la CAN aveva assunto per condurla attraverso le pratiche del Capitolo 11, aveva 120 giorni giorni per stabilire il piano di ricostituzione del gruppo. Le settimane però passavano e i membri del direttivo della CAN scoprirono che, anche se Brown aveva perso qualche ora per presentare a Moxon un vasto numero di richieste di informazioni sul patrimonio della CAN, non aveva fatto praticamente nulla per programmarne la ricostituzione (Brown si e' rifiutato di parlare del proprio lavoro per la CAN).

La CAN sostituì Brown con Benjamin Hyink, legale associato alla Hyink & Scannicchio di Chicago. Hyink riuscì ad ottenere una estensione per i piani riorganizzativi ma il compito era probabilmente condannato in partenza, visto che la CAN aveva $50.000 in contanti e doveva ai creditori, compresi Scott e diversi studi legali e una casa editrice, più di 2 milioni di dollari. O almeno così pensava Moxon, che presentò una montagna di documenti per far rigettare il fallimento. La CAN, sostiene, non poteva sperare di pagare i debiti e stava semplicemente cercando di allungare i tempi. "L'intera faccenda del fallimento" dichiara "era simulata."

Moxon non fu l'unico a discutere per il rigetto. Anche Roman Sukley, che era stata incaricata della supervisione del fallimento della CAN per conto dell'ufficio curatore di Chicago, aveva detto al giudice della corte fallimentare Ronald Barliant di non credere che la CAN potesse riuscire a presentare un programma riorganizzativo. E infatti, quando nel Marzo del 1996 Hyink alla fine presentò lo schema - che proponeva di dare subito a Scott circa $20.000 (meno dell'1% sul dollaro) e di pagare circa il 47% sul dollaro agli altri creditori, in un periodo di tre anni - il giudice Barliant rifiutò. Avendo di fronte la prospettiva di essere anche rigettati dal fallimento, nel Giugno del 1996 la CAN optò per rivolgersi al Capitolo 7.

Non fu una scelta piacevole. A differenza della riorganizzazione prevista dal Capitolo 11, un fallimento da Capitolo 7 significava che la CAN avrebbe dovuto rinunciare al controllo delle sue proprietà a favore di un curatore che avrebbe dovuto supervederne la liquidazione. Al momento di eleggere il curatore permanente, Moxon, come legale di Scott, il più grosso creditore della CAN, ebbe la maggioranza dei voti. Scelse Philip Martino, socio della Rudnick & Wolfe di Chicago che si era occupato di decine di fallimenti federali (Moxon dice di aver optato per Martino su consiglio dell'assistente fallimentare locale, David Lervin della Lervin & Stein di Chicago, che gli disse che Martino aveva un'ottima reputazione.)

Ben presto Martino si occupò di inventariare gli uffici della CAN in preparazione dell'asta. Sembrava che non vi fosse molto per cui affaticarsi: la CAN possedeva alcuni classificatori, una fotocopiatrice, uno scanner, diversi computer e un saldo attivo di $50.000. Aveva inoltre proprietà intangibili come il nome commerciale, la casella postale e la linea telefonica d'aiuto, insieme agli archivi contenenti centinaia di gruppi di cui la CAN si era occupata nel corso degli anni - e quelli, come risultò in seguito, erano proprietà scottanti.

Il 23 Ottobre dello scorso anno [1996], la mattina dell'udienza che autorizzava l'asta, l'aula del giudice Barliant era gremita di avvocati.

La Kisser e il legale della CAN, Hyink, affermano che non erano sicuri che l'asta si sarebbe tenuta quel giorno, ma erano ottimisti sul fatto che, quando il momento fosse giunto, la Kisser sarebbe riuscita ad acquistare i marchi commerciale e di servizio in modo da andare tutti in pensione. Sostiene che il curatore Martino l'aveva indotta a crederci circa un mese prima della vendita, quando l'aveva sollecitata a presentare un'offerta per il nome della CAN. Puntualizza anche che nell'informativa d'asta emessa da Martino il 16 Ottobre c'era scritto che "non ci sono offerenti per la proprietà" eccetto lei stessa (Martino ha rifiutato di commentare la storia, ma sostiene che la Kisser "ha una realtà diversa" dalla sua).

Le cose non andarono come la Kisser e Hyinks si aspettavano. Come inizio, Martino annunciò al giudice Barliant di voler tenere la vendita immediatamente dopo l'udienza. E, ancora più importante, c'era un altro offerente per le proprietà della CAN - l'avvocato Steven Hayes, lo scientologo che lavora con l'ex collega di Moxon, Timothy Bowles, alla Bowles & Hayes di Los Angeles.

Anche se la Kisser e Hyink furono probabilmente sorpresi dell'improvviso interesse di Hayes, sicuramente quel giorno non dissero molto. La Kisser espresse la sua preoccupazione sul fatto che il nome della CAN potesse venire usato per "defraudare o confondere il pubblico" ma proseguì aggiungendo che "non stava necessariamente sostenendo che [questa] fosse una ragione per impedire" la vendita. Martino fu ancora più diretto: "Giudice, non mi sono mai trovato coinvolto in un caso…in cui un gruppo vuole acquistare qualcosa perché pensa che abbia valore in quanto con esso vuole fare X, e un gruppo vuole comprare qualcosa perché con esso vuole fare l'opposto di X." Dichiarò comunque alla corte che non gli interessava il destino del nome. "Il mio compito è di raccogliere denaro" disse "e quel che ne vorranno fare dopo averlo acquistato sono affari loro."

Nel piazzare l'offerta vincente, Hayes, come afferma il legale d'appello della CAN David Bardin della Arent Fox di D.C., fece un "affare tremendo". Non solo i suoi 20.000 dollari comprarono nome, logo, linea del telefono e attrezzatura dell'ufficio, gli diede anche i diritti su almeno 15 cause vinte dalla CAN, compreso sentenze per spese legali e processuali come quelle intentatele contro da Bowels & Moxon che la CAN aveva vinto e che, secondo la Kisser, valevano almeno $100.000.

Dopo la vendita, Hayes concesse la licenza su nome e linea telefonica d'aiuto della CAN ad un gruppo di Los Angeles appena costituito chiamato Foundation for Religious Freedom, che ora gestisce la nuova CAN. Hayes, che dice di aver raccolto i $20.000 da "amici", nega che i dirigenti di Scientology abbiano pagato per comperare il patrimonio della CAN o che stiano controllando il gruppo in qualche modo. Sebbene due dei cinque membri del consiglio della fondazione siano Scientologisti, Hayes fa notare che il presidente, George Robertson, è un Battista mentre gli altri due sono un Buddista ed un praticante di una religione "new age". Invece di "sputare odio" come faceva la vecchia CAN, afferma che la nuova CAN sta ora fornendo vera informazione su tutti i gruppi religiosi e fa "un sacco di cose interessanti". Robertson, presidente del nuovo consiglio della CAN, fa notare che il gruppo pubblica un nuovo notiziario - un numero recente mostra un titolo scintillante "Scientology: Finalmente la Storia Interna" - e sta lavorando per sviluppare un nuovo codice etico. Per la vecchia CAN, afferma, "il succo era che qualsiasi gruppo era una setta, e affermavano fosse una setta. Noi vogliamo essere una associazione interconfessionale auto gestita" e prosegue dicendo che la nuova CAN invita "tutti i gruppi religiosi" a partecipare.

Ma gli ex membri del consiglio insistono che la nuova CAN - o, come la definiscono, la "CAN fasulla" - non è altro che un gruppo di facciata di Scientology. La Kisser per esempio sostiene di conoscere Robertson molto bene, e afferma che faceva regolari apparizioni alle manifestazioni anti-CAN insieme agli Scientologisti e ha una "lunga storia di molestie" contro l'ex CAN. "[Robertson] è dentro Scientology fino alle orecchie", dice la Kisser.

"Sono bugiardi, sono bugiardi da sempre" controbatte Robertson. "Noi [la nuova CAN] facciamo semplicemente quanto occorre fare."

Il lavoro di Robertson sta portando a qualche resistenza. Per un po' la vecchia CAN può aver avuto problemi a saldare i debiti, ma recentemente ha avuto migliore fortuna trovando assistenza legale gratuita. E due nuovi studi legali - Arent, Fox di Washington e Parker Chapin di New York - si sono uniti nella lotta per cercare di convincere il tribunale distrettuale dell'Ilinois ad annullare la vendita. L'appello ha sollevato molte obiezioni che vanno dal modo in cui è stata condotta l'asta al fatto che sia stato venduto il nome della CAN - per non parlare del comportamento del curatore del fallimento Martino, socio della Rudnick & Wolfe. L'avvocato della CAN Bardin della Arent Fox per esempio, nella sua nota d'appello contesta il fatto che Martino non aveva informato dell'asta tutti i creditori della CAN, come richiesto dalla legge. Ancora peggio, ha detto alla corte, Martino ha deliberatamente mancato di rivelare che Hayes aveva avanzato un'offerta per le proprietà della CAN un mese prima dell'asta - una omissione che definisce "collusione" tra Martino, Moxon e Hayes. Se l'offerta di Hayes fosse stata resa nota prima, dice Bordin, la CAN avrebbe sicuramente protestato per il potenziale uso improprio del suo nome e la vendita avrebbe potuto essere meno "affrettata". "Finta neutralità" ha scritto Bardin nell'appello contro la vendita fallimentare, "il curatore Martino ha condotto la vendita di proprietà selezionate per dare all'acquirente il più possibile di quanto desiderava - a sufficienza per defraudare il pubblico - ad un prezzo di base di favore."

Nello scenario presentato da Bardin non è chiaro quel che Martino avrebbe sperato di ottenere. Bardin fa notare che Moxon aveva fatto eleggere Martino come curatore, e sostiene che Martino potrebbe essersi sentito obbligato a fare quanto Moxon desiderava. Rosedale della Parker Chapin avanza l'ipotesi che Martino potrebbe aver avuto altri motivi che "non erano chiari. Scientology è abbastanza grande e ricca da aver offerto incentivi" - come promesse di lavoro futuro - "a qualsiasi studio legale di Chicago."

Martino ha rifiutato di commentare dicendo soltanto che la nota del 3 Marzo del giudice Barliant che approvava la domanda parla da sola. In quella nota Barliant affermava di ritenere che Martino avesse dato adeguato avviso di vendita, aggiungendo che trovava "a dir poco bizzarro che la CAN, dopo aver deciso il capitolo del codice Fallimentare, si lamentasse che il curatore mettesse in vendita il suo patrimonio." Non trovava neppure che Martino fosse stato di parte. "La CAN semplicemente allude a complotti tutte le volte che il curatore ha colloqui o scambi di corrispondenza con una delle parti che la CAN ritiene avversarie." ha scritto Barliant. "La corte non può accertare il pregiudizio sulla base di sentito dire o allusioni."

Moxon, da parte sua, insiste che le accuse di collusione sono ridicole. "La CAN cercava di sollevarne una davanti al tribunale" per comperare la proprietà "con una canzone" rincara Moxon, e quel piano "è fallito."

Bardin però discute del fatto che in ultima analisi la vendita del nome della CAN non è mai stata valida; per evitare di imbrogliare il pubblico la legge sui marchi di impresa richiede che il trasferimento di un dato marchio debba essere accompagnato da proprietà come elenchi di clienti e donatori, e beni immateriali come la reputazione di qualità della ditta - e l'insieme di queste cose costituisce l'avviamento dell'impresa. Nel caso della CAN Bardin fa notare che questo avviamento non è mai stato messo in vendita - e critica il fatto che il giudice Barliant del tribunale fallimentare ha coscientemente tralasciato sia la legge sui marchi di impresa che le protezioni concesse alla CAN dal Primo Emendamento, lasciando proseguire la vendita del nome. Rosedale della Parker Chapin ha sollevato gli stessi punti in un amicus brief presentato per conto di un alleato della vecchia CAN, l'International Cult Educational Project. "L'appropriazione indebita" del nome della CAN dovrebbe essere annullata come fatto di politica pubblica, ha scritto Rosedale. "Il problema e la sua risoluzione interessano ogni gruppo di pubblico appoggio che può essere perseguitato dai suoi nemici."

Lo Scientologista Hayes afferma che Bardin e gli altri avvocati della CAN stanno estrapolando pezzetti di statuti sui marchi di impresa "ignorando completamente" altre leggi inerenti il caso. "Sono follie", dice delle argomentazioni sull'avviamento sollevate da Bardin. Stanno cercando di "creare un problema" aggiunge Moxon e "sono completamente confusi."

Il nome della CAN non è l'unico patrimonio in ballo. Per anni il suo personale ha presentato esposti e raccolto ritagli di giornale su centinaia di presunte sette pericolose, e se Moxon e gli avvocati della vecchia CAN si trovano d'accordo su un punto è proprio che queste informazioni - ora contenute in circa 300 cartoni immagazzinati in un locale affittato dal curatore - sono una proprietà di valore. Il curatore aveva originariamente pensato di inserire gli archivi della CAN nel blocco d'asta e Moxon afferma che almeno 30 gruppi che vanno dalla Unification Church ai seguaci di Lyndon La Rouche erano interessati alla licitazione. I dirigenti della CAN però hanno protestato sostenendo che quegli archivi contengono centinaia di nomi di chi ha fornito informazioni o presentato esposti. Vendere gli archivi avrebbe costituito una grossolana violazione della privacy ed esposto innumerevoli individui a potenziali molestie.

La rete di sostenitori della CAN si è raccolta e ha inondato l'ufficio di Martino di lettere e telefonate - alcune delle quali minacciavano azioni legali contro lui e la Rudnick & Wolfe nel caso avesse messo all'asta gli archivi. Martino ha cercato di stendere un accordo che avrebbe escluso i nomi e ogni altro dato sensibile. Ma dopo mesi di tentativi di raggiungere una proposta funzionale ha deciso che le spese per le azioni legali minacciate sarebbero state superiori alla cifra che gli archivi avrebbero potuto raggiungere. In Gennaio ha deciso di rendere gli archivi al consiglio direttivo della vecchia CAN - decisione appoggiata dal giudice Barliant.

Moxon ha appellato la decisione sostenendo che il curatore non aveva raccolto la possibilità di portare decine di migliaia di dollari nelle casse della CAN. Fa notare che la Fondazione per la Libertà Religiosa, i direttori della nuova CAN, per quegli archivi avevano offerto $75.000 - archivi che, come sostiene Moxon, sono pieni di ogni tipo di "scheletri" che dimostrano i passati legami della CAN con rapimenti illegali e deprogrammazione. Il punto è, sostiene, "che la CAN può intimidire il curatore al punto da impedirgli di mettere in vendita la proprietà di maggior valore". "Io sono un creditore" dichiara Moxon che afferma di dover ancora incassare un milione di dollari di onorari per il caso Scott. "Voglio essere pagato."

Moxon non sta ricevendo troppa solidarietà da Scott, che oggi è rappresentato da un nuovo avvocato - Graham Berry dello studio Musick, Peeler & Garrett di Los Angeles.

Si tratta di un ennesimo colpo di scena della storia del fallimento della CAN. Scott si dice ora convinto di essere stato un "pegno" del "gioco globale" di Scientology. Pensava che Moxon stesse lavorando per il suo interesse ma che dopo aver vinto la causa, nel Settembre del 1995, Moxon iniziò ad evitare le sue telefonate. Quando riusciva a parlargli, aggiunge, questi era sempre più noncurante su quando Scott avrebbe effettivamente visto i soldi. "Era una tortura" si lamenta Scott "avere $4,85 milioni più interessi - l'ammontare dei danni - e non vedere un penny."

Scott, che dopo la sentenza aveva abbandonato il suo lavoro di pulitore di moquette, afferma che non gli è stato offerto un centesimo dei $20.000 che il curatore fallimentare ha ricavato dalle proprietà della CAN. Qualche settimana dopo la vendita, rammenta, verso la metà di Novembre del 1996, disse a Moxon di essere stanco di aspettare e di voler vendere la sentenza. Moxon gli rispose che la sentenza non valeva nulla. "Era come se mi dicesse 'scordatela e cercati un lavoro'" racconta Scott "e vai avanti con la tua vita".

Moxon nega di aver mai detto che la sentenza era priva di vaolre, o di aver evitato Scott. "Probabilmente l'ho chiamato un centinaio di volte" dopo la sentenza, insiste Moxon. Ammette di aver consigliato a Scott di tornare al lavoro, ma insiste che si trattava di un consiglio. "Che cosa c'è di male a consigliare a un giovanotto di trovarsi un impiego?" chiede "si dovrebbe essere produttivi e non scansafatiche."

Ai primi di Dicembre Scott ha sostituito Moxon con Berry. Questi un "litigioso" anti-sette già coinvolto in una mezza dozzina di casi contro Scientology, era destinato a scatenare fuochi d'artificio - e infatti Moxon iniziò immediatamente ad accusarlo di aver rapito Scott. All'epoca questi viveva in Arizona dopo aver appianato i problemi con la madre. Sostiene che a metà Dicembre era sul vialetto d'ingresso di casa di sua madre e stava aggiustando il suo furgoncino quando arrivarono Moxon e un uomo che non conosceva. Moxon gli disse di essere preoccupato, ma quando Scott gli assicurò di stare benone e di voler semplicemente cambiare avvocato. Moxon lo informò che "aveva preso la decisione sbagliata." Scott afferma che prima di andarsene Moxon gli disse "Sei stato rapito e ti hanno lavato il cervello, vero?" Qualche minuto più tardi l'uomo che lo accompagnava tornò per consegnargli copie di una richiesta di tutela che Moxon aveva presentato ad un tribunale di Washington. La petizione presentata il 10 Dicembre richiedeva che Scott fosse messo sotto tutela perché dopo aver cambiato avvocato si era accordato per commutare la sentenza da 3 milioni di dollari vinta contro Ross con un indennizzo di $5000 - una azione che, secondo Moxon, "costituisce una prova inconfutabile di una persona che soffre di qualche forma di incapacità."

Sia Scott che Berry sono sorpresi che Moxon abbia addirittura potuto pensare ad una incapacità di questo tipo. Moxon si difende dicendo che era sinceramente preoccupato per la sicurezza del suo cliente, e che non riusciva a contattarlo. Poi, ricorda, ricevette questa "comunicazione assurda" da Berry che gli diceva di aver rilevato il caso Scott e che questi si era accordato con Ross per meno dell'1% sul dollaro. "Non potrei immaginare una pazzia più grande" afferma Moxon.

Moxon si dice soddisfatto che Scott ora sia abbastanza razionale per curare i suoi affari. Il 4 Aprile ha abbandonato il procedimento per la tutela, e meno di due settimane più tardi Scott ha venduto per $25.000 la sentenza da $1,875 milioni contro la CAN ad uno Scientologo di nome Gary Beeny, rappresentato da Moxon. Se non altro l'acquisto ha assicurato che Beeny (ed il suo avvocato Moxon) avranno molta influenza nel proseguo della battaglia per gli archivi della CAN ed altre proprietà ancora da destinare (come la causa del 1991 che la CAN fece contro Moxon e Scientology) visto che ora è Beeny, e non più Scott, il maggior creditore della CAN. Da parte sua Scott afferma che voleva semplicemente ricavare qualcosa dalla sentenza. "Volevo farla finita" sospira "ho semplicemente fatto quel che dovevo fare."
 
Ma la battaglia non è finita. A Marzo Moxon ha inviato a Berry una richiesta di arbitrato (insieme ad una minaccia di querela) per recuperare le parcelle del caso di rapimento - un'azione che ha scatenato altri fuochi. I due avvocati hanno già presentato esposti reciproci (Berry accusa Moxon di non avergli girato tutta la pratica del caso Scott; Moxon dice che Berry non ha informato Scott dei suoi legami con la CAN. Entrambi negano le accuse dell'altro). Berry, secondo cui il suo cliente sta seriamente pensando di querelare Moxon per, tra le altre cose, negligenza professionale, afferma che la richiesta di Moxon per le parcelle non è altro che molestia. Moxon controbatte sostenendo che Berry ha fuorviato Scott. "Jason avrebbe potuto ricavare un sacco di soldi" dice "Sfortunatamente ha deciso di ascoltare le bugie di un partigiano."

Nel frattempo Scott afferma di non poter aspettare la fine delle battaglie legali e di dover continuare la sua vita. Se da una parte è contento di aver ricavato un po' di soldi dalle sue traversie si sente però uno stupido per il modo in cui è stato usato. "Di fatto non ero io in causa con la CAN - era Scientology. Sono stato ingenuo, ho cavalcato l'onda di quel che volevano che facessi." Naturalmente il cambiamento di Scott arriva troppo tardi per essere d'aiuto alla vecchia CAN. Il gruppo sta ancora appellando la sentenza, sta ancora lottando per gli esposti di persecuzione contro Scientology, e sta ancora cercando di far annullare la vendita del tribunale fallimentare. Inoltre la sua reputazione, ora, è stata talmente caplestata che la Kisser dice che il suo unico obiettivo è recuperare archivi e nome in modo da poter fare una morte dignitosa.
 
Questo destino avrebbe potuto essere evitato da una migliore difesa legale. L'avvocato della CAN, Bardin, sostiene per esempio che il gruppo avrebbe potuto rivolgersi al tribunale fallimentare nel momento in cui fu investito dalla marea di cause, il che l'avrebbe messo in una posizione molto migliore per controllare i procedimenti. Ma la CAN non aveva assistenza o consiglieri esterni per aiutarla in questo tipo di decisioni. E, come fa notare Rosedale della Parker Chapin, una volta che il gruppo è arrivato al tribunale fallimentare è stato colto assolutamente impreparato. La CAN, afferma Rosedale, "credeva molto ingenuamente che se porti un cappello bianco sei un bravo ragazzo, e qualcuno lassù ti aiuterà."

Alcuni dei membri fondatori della CAN stanno ora parlando di cercare di riassociarsi sotto altro nome. Ma è improbabile che questo avvenga in tempi brevi, e la co-fondatrice Crampton afferma di essere preoccupata per i genitori con figli nelle sette che al momento non sanno a chi rivolgersi.

La linea telefonica di aiuto della vecchia CAN squilla ancora. Il presidente della nuova CAN, Robertson, afferma che la sua organizzazione riceve 500-600 chiamate al mese - solo il 2% relative a Scientology - e sta costituendo una rete di volontari che fornisca assistenza alle famiglie. Robertson ammette prontamente che alcuni gruppi (come l'Heaven's Gate) sono potenzialmente distruttivi. Ma sostiene che, a differenza del suo predecessore, la nuova politica "tipo camera di commercio" della CAN non avrà deprogrammatori come referenti, e non darà adito a rapimenti. "Il rispetto della vita umana sarà la maggiore priorità" si vanta.

Alla fin fine lui e gli altri dirigenti della nuova CAN insistono che la vecchia organizzazione ha semplicemente avuto ciò che si meritava. E Moxon afferma di sentirsi felice di aver fatto la sua parte. La vecchia CAN "non esiste più perché si trattava di un gruppo di odio che distruggeva le famiglie" dichiara "e sono molto orgoglioso di quel che ho fatto."

 
 
 
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