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Autunno 2015: Scientology a processo in Belgio

Prende avvio il procedimento che vede imputati 12 dirigenti e due associazioni della Chiesa di Scientology con accuse che vanno dalla truffa all'abuso della professione medica, fino all'associazione criminale

Cronaca di © Jonny Jacobsen, novembre 2015
© Traduzione di Simonetta Po, novembre 2015

Scientology a processo in Belgio

Di Jonny Jacobsen, 24 settembre 2015

Dal 26 ottobre al 27 novembre prossimi una corte penale di Bruxelles processerà 12 persone e due organizzazioni Scientology belghe per delle accuse legate alla truffa. Il caso riunisce due diverse indagini sul movimento, alcuni elementi delle quali risalgono al 1997. Se Scientology sarà ritenuta colpevole, per l'organizzazione sarà la prima condanna in Belgio.

In qualità di giornalista faccio ricerche e scrivo sul movimento da oltre 20 anni. Ho riferito con dovizia di particolari la battaglia legale francese terminata dopo oltre quattro anni nell'ottobre 2013, quando la Suprema Corte ha confermato le condanne del 2009 a due organizzazioni Scientology per truffa organizzata. Potrete trovare gli articoli sul processo sul mio blog Infinite Complacency (qui in italiano).

[A seguire, alcuni estratti di un articolo di Jacobsen per The Bunker del 1 novembre 2015 ­ NdT]

Questo caso presenta una sfida particolare poiché non ci sono più i querelanti. A meno che non si presenti qualcuno all'ultimo momento, nessuno salirà sul banco dei testimoni per raccontare storie strazianti di ciò che ritiene di aver patito in Scientology. E dal punto di vista del giornalista, ciò significa che non ci saranno avvocati solidali che condividono con lui i dettagli del caso.

Se è vero che i querelanti [originali] possono aver raggiunto un accordo o essersi ritirati per altri motivi, ciò non significa che il pubblico ministero e la corte non possano utilizzare quanto essi avevano testimoniato agli investigatori. Ne abbiamo avuto qualche assaggio in tribunale quando il giudice ha presentato agli imputati alcune prove a sostegno delle accuse contro di loro.

Presente è una decina di avvocati della difesa, alcuni per rappresentare i singoli imputati altri per le parti che potrebbero essere interessate nel caso il movimento fosse condannato e privato dei suoi beni. Sono persone intelligenti, argute e molte di loro cortesi all'eccesso: ma non sono particolarmente disposte ad aiutare un giornalista. Servono gli interessi dei loro clienti e non quelli del Quarto Stato.

Al processo di Parigi del 2009, il capo del collegio giudicante considerò importante leggere un riassunto degli eventi descritti, cosa che diede alla stampa un punto di appoggio sul caso. Qui sarà più difficile. Il giudice e gli avvocati hanno familiarità con il caso, ma noi non sempre abbiamo un quadro chiaro di quanto viene discusso in aula, così a volte è difficile collegare i puntini. Non che si stia volando alla cieca: diciamo che a volte c'è scarsa visibilità. Ma devo contare principalmente su ciò che ascolto in aula.

Una parola sulla mia decisione di non riportare i cognomi degli imputati. Sebbene abbia il diritto legale di farlo, ho notato che la grande maggioranza dei colleghi presenti ha deciso di non farlo. Ho chiesto a un paio di loro, molto generosi nell'aiutarmi. Mi hanno detto che qui è convenzione attendere fino alla condanna.

Poiché la questione importante è l'organizzazione e non i singoli imputati, ho deciso di rispettare l'usanza locale. I miei resoconti non vogliono gettare vergogna sulle persone, non voglio che diventino una versione online della gogna. L'idea è piuttosto quella di arrivare al cuore del dibattito.

[...]

Alcuni dettagli sul sistema belga, che come avrete ormai capito è molto diverso da quello anglosassone. Il giudice non siede in alto, quasi un arbitro tra l'accusa e i legali della difesa. In Belgio il ruolo del giudice è di arrivare alla verità ponendo domande agli imputati per confrontare le prove che ha nel fascicolo d'accusa con le spiegazioni che gli vengono date.

Il giudice Yves Régimont ha uno stile frizzante e informale ed è bravo a mettere a suo agio i testimoni nervosi. Ma se ritiene di non avere avuto una spiegazione soddisfacente può continuare a fare domande in modo incessante. Sembra sinceramente interessato a comprendere, a dare agli imputati ogni possibilità di contestualizzare ciò che gli stanno dicendo nel quadro più preoccupante che dice di cogliere dal fascicolo d'accusa.

Il che non significa che a volte la difesa non abbia suggerito, nei termini più rispettosi, che il giudice ha superato il limite del persecutorio. In più di un'occasione uno o l'altro dei legali della difesa ha cercato di farlo recedere. Dopo tutto, durante l'interrogatorio più di un imputato è scoppiato a piangere.

Il lavoro di ricerca e traduzione di questo e dei numerosi articoli collegati ha comportato molte ore di impegno volontario. Contribuisci a difendere questo sito e il suo importante ruolo informativo offrendo una pizza a chi ha lavorato anche per te.

Il giudice ha espresso una certa solidarietà, ma ha anche spiegato che può fare il suo mestiere in due modi: con un sincero tentativo di cercare di arrivare al cuore della questione parlando con l'imputato che ha davanti, oppure fare le cose à la Flamande, alla fiamminga, cioè identificare l'imputato, chiedergli che cosa ha da dire sulle accuse a suo carico e poi passare all'arringa difensiva.

Il giudice ha messo quindi le sue carte in tavola e i legali della difesa hanno riconosciuto che, avendo dato ai primi imputati la possibilità di spiegarsi, ora diventa difficile passare a un approccio più sbrigativo. Il che dal nostro punto di vista è ottimo, altrimenti fino alla requisitoria del pubblico ministero avremmo avuto un'idea scarna dei dettagli delle accuse. [...]


Scientology denuncia l'imbroglio del processo belga

di Jonny Jacobsen, 24 ottobre 2015

Qualche giorno prima dell'inizio del processo che la vede imputata per truffa, estorsione e associazione a delinquere, Scientology ha denunciato ciò che ritiene siano stati anni di molestie giudiziarie in Belgio. In una sua dichiarazione, la Chiesa di Scientology del Belgio ha sostenuto che il caso non è altro che discriminazione religiosa e ha giurato di combattere su ogni punto.

Due organizzazioni Scientology e almeno 11 membri di alto livello andranno a processo lunedì, quando i procuratori belgi accuseranno Scientology di essere un'organizzazione criminale.

Venerdì un comunicato della Chiesa di Scientology belga ha dichiarato: «Non solo la Chiesa nega ogni accusa a suo carico ­ che riguarda i diritti più fondamentali di tutti gli scientologist ­ ma intende denunciare i gravi abusi che hanno contraddistinto questi 18 anni di molestie giudiziarie.»

Il processo, che si terrà al Palais de Justice di Bruxelles, scaturisce da due diverse indagini che alla fine sono state unificate. La prima risale al 1997, quando le autorità cominciarono a indagare per possibile truffa e violazione di fiducia in base alle denunce presentate contro il movimento da alcuni ex membri. Il 30 settembre 1999 la polizia irruppe negli uffici Scientology di Bruxelles, mentre funzionari francesi conducevano un'operazione simile a Parigi, su richiesta della polizia belga.

Nel 2007 la procura formulò le sue accuse contro diversi singoli individui e due organizzazioni Scientology: la Chiesa di Scientology del Belgio e il suo Ufficio Europeo degli Affari Pubblici e Diritti Umani. Entrambe sono registrate come onlus.

Ma il caso si impigliò in una disputa presso la Chambre de Conseil, che deve decidere se esistono prove sufficienti per portare il caso in tribunale.

La seconda investigazione prese il via dopo che nel 2008 l'Actiris, l'ufficio di collocamento regionale di Bruxelles, presentò denuncia sostenendo che Scientology aveva usato false offerte di lavoro per cercare di reclutare nuovi membri.

L'11 aprile 2008, la polizia fece irruzione negli uffici Scientology di Uccle, un sobborgo della capitale, sequestrando centinaia di documenti.

Le accuse dell'attuale processo riguardano truffa, estorsione, associazione a delinquere, falsificazione e utilizzo di documenti falsi, violazione della privacy, abuso della professione medica. Quest'ultima accusa riguarda il "Programma di Purificazione" Scientology, una cura che alcuni medici hanno criticato come potenzialmente pericolosa. Il programma, messo a punto dal fondatore di Scientology L. Ron Hubbard, combina esercizi aerobici e lunghe sedute in sauna, con assunzione di massicce dosi di minerali e vitamine.

Nel corso degli anni i legali di Scientology hanno presentato una serie di rimostranze legali sul modo in cui era stata condotta l'indagine. Nel 2007 la Chiesa di Scientology del Belgio sostenne in tribunale che le dichiarazioni pubbliche della Procura non avevano rispettato la presunzione di innocenza, pregiudicando qualsiasi futuro processo. Quando nel 2008 la corte belga rigettò la contestazione, la chiesa si rivolse alla Corte Europea dei Diritti Umani. In settembre 2013 la corte di Strasburgo decise che il ricorso era prematuro in quanto non potevano dire che il processo era stato influenzato da pregiudizi prima ancora che fosse celebrato. La corte sostenne poi che per giudicare le dichiarazioni della Procura, Scientology si era troppo affidata agli articoli a stampa, aggiungendo che «... era decisamente possibile che quegli articoli non riflettessero con accuratezza le sfumature dei commenti in questione.»

Scientology ha cercato di fermare il procedimento su svariate basi procedurali. Ma il 10 dicembre 2014, la Cour de Cassation del Belgio ha respinto le sue richieste aprendo così la strada al processo.

In una dichiarazione di venerdì, il portavoce di Scientology Eric Roux ha detto che era «incomprensibile e inaccettabile» che la comunità Scientology belga fosse sottoposta a tale trattamento discriminatorio, «quando aspira unicamente a una cosa: praticare la propria fede liberamente e pacificamente.

«Gli scientologist non hanno dubbi sul fatto che la corte farà il suo lavoro con integrità e lungimiranza così che, proprio come in Italia e Spagna, dove siamo stati fatti oggetto della medesima campagna di accuse che si sono dimostrate false, la loro buona fede venga riconosciuta e le bugie dette su di loro spariranno sotto la luce della verità.

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«Gli scientologist del Belgio formano una comunità di onesti cittadini e lavoratori, contribuiscono alla società belga e vogliono vedere rispettato il loro diritto di libertà di coscienza e religione e di non-discriminazione.»

Si prevede che il processo si svolgerà in 13 udienze fino al 27 novembre davanti ai giudici della 69a chambre du tribunal correctionel de Bruxelles. Se una o entrambe le organizzazioni Scientology saranno ritenute colpevoli, sarà la prima volta che il movimento viene condannato in Belgio.

Nel 2009 una corte di Parigi ha multato per centinaia di migliaia di euro due organizzazioni Scientology per truffa organizzata. La Corte di Cassazione francese ha confermato le condanne nel 2013, e nel 2014 la Corte Europea dei Diritti Umani ha rigettato il ricorso di Scientology.


Processo, Giorno 1: Denaro & Etica

Di Jonny Jacobsen, 26 ottobre 2015

Il processo a due organizzazioni di Scientology e a 12 suoi membri è iniziato lunedì in un'aula molto affollata. L'attenzione si è incentrata su come il movimento disciplinasse i suoi membri e come raccogliesse denaro. La stampa si è presentata in forze per ascoltare i dettagli delle accuse contro gli imputati, accuse che vanno dalla truffa all'estorsione, all'associazione per delinquere, e c'erano solo posti in piedi.

La prima degli imputati a salire sul banco dei testimoni è stata Anne-France H., ex tesoriere della Chiesa di Scientology del Belgio.

Anne-France, che oggi ha 47 anni, ha spiegato che diventò scientologist ancora adolescente, dopo aver conosciuto dei membri ed essere rimasta impressionata da come applicavano le loro credenze e dal modo in cui si occupavano dei loro figli. La sua situazione familiare non era buona, così lasciò casa sua molto presto. Aveva accantonato gli studi in biologia e farmacia per dedicarsi al lavoro per Scientology, aveva sempre fatto parte di un gruppo, ha spiegato: «... e mi sono resa conto che quanto facevano era davvero buono.»

Yves Régimont, presidente della giuria di tre giudici assegnati al caso, le ha fatto domande sulle leggi interne di Scientology. Una cosa che lo aveva colpito, ha detto, era che il fondatore del movimento aveva messo a punto un complesso sistema di regole che elencano una pletora di infrazioni, con le corrispondenti sanzioni. Ciò che lo ha colpito, ha detto, era come le persone potessero essere punite semplicemente per pochi minuti di ritardo a un corso.

«Il Sig. Hubbard sembra aver previsto tutto», ha commentato riferendosi al fondatore del movimento, morto nel 1986. «Avete un codice penale con infrazioni e sanzioni.» Ha poi fatto notare che gli scientologist hanno la consuetudine di denunciarsi a vicenda in caso di infrazioni.

«Personalmente non ho avuto quell'esperienza», ha risposto l'imputata. Ma era un po' come a scuola. «È una questione di rispetto» ha aggiunto spiegando che se arrivi tardi crei un problema al tuo "twin", il tuo compagno di studi.

Il giudice Régimont le ha anche fatto domande sul test della personalità noto come Oxford Capacity Analysys (OCA), un elenco di 200 domande spesso presentato ai potenziali membri.«Alcune di queste domande sono estremamente personali, estremamente private», ha fatto notare.

Le risposte alle domande vengono elaborate da un programma che fornisce un'analisi della tua personalità. «Si può essere o meno d'accordo», ha detto Anne-France. «Puoi dire "non sono d'accordo" e finisce lì.» Ma per quanto la riguardava, «se non avessi trovato Scientology forse oggi non sarei qui.» Ciò che altri avevano trovato nella Chiesa Cattolica, ha spiegato, lei lo aveva trovato in Scientology. L'auditing di Scientology, il sistema terapeutico del movimento, l'aveva aiutata molto. «Era come parlare con un prete o un amico.»

«Mi piaceva l'atmosfera della chiesa», ha continuato. La trovava conviviale. Così aveva iniziato a collaborare di più e alla fine aveva firmato per un contratto di lavoro di due anni e mezzo. «Sapevo che si trattava di volontariato fin dall'inizio», ha spiegato. Aveva lasciato la chiesa nel 2005 per motivi di salute, mantenendo l'amicizia con i suoi ex colleghi Scientology ed era ancora convinta che Scientology le avesse fatto molto bene.

Il giudice Régimont è tornato al periodo in cui lavorava come tesoriere. Anne-France ha spiegato che c'erano due conti separati: uno per la vendita di libri e altri beni, uno per la vendita di servizi. Entravano 5000 euro alla settimana, ha spiegato, e il 30% andava per le commissioni sulle vendite. Ha negato che i membri dello staff avessero l'obbligo di reinvestire quelle commissioni in Scientology. La donna ha fornito un'analisi dettagliata di dove andava il denaro, ma il giudice Régimont è sembrato più interessato all'ordine gerarchico del network delle organizzazioni Scientology: da Bruxelles alla sede europea di Copenhagen, al centro di Saint Hill, East Grisntead, Inghilterra, fino agli uffici Scientology di Los Angeles.

E lei quanto aveva speso in Scientology? Le ha chiesto. Circa 10.000 franchi belgi (250 euro), gli ha risposto la donna. Consultando il fascicolo, il giudice le ha ricordato la tessera della International Association of Scientologists (IAS), per cui aveva pagato tra i 30.000 e i 35.000 franchi belgi (9.900 euro). Ha fatto notare che la IAS sembrava ricevere cifre imponenti. Anne-France ha risposto che non sapeva nulla della situazione internazionale.

Sorgente Potenziale di Guai

Il pubblico ministero Christophe Caliman ha iniziato il suo interrogatorio facendo domande su di un "rapporto di etica" presentato contro uno scientologist che non poteva pagare il suo corso. «Ciò che mi interessa è che cosa ti succede quando non puoi pagare i debiti.»

Anne-France non ha saputo rispondere su questo caso particolare. «è successo molto tempo fa», ha detto. Non ha nemmeno saputo fornire una spiegazione di che cos'è un "maneggiamento PTS" (Sorgente Potenziale di Guai). è stato allora chiamato a chiarirlo un altro imputato, Stéphane J., un ex presidente della Chieda di Scientology del Belgio.

Il maneggiamento PTS, ha spiegato, «... è un corso per scoprire quali sono le fonti dei problemi e che cosa fare a riguardo.» Perciò un PTS è chi rappresenta un problema per sé, ma soprattutto per la Chiesa di Scientology? Ha chiesto il giudice Régimont.

Chi è PTS porta scompiglio non solo a se stesso, ma anche agli altri, alla famiglia, agli amici, ha spiegato Stéphane.

«Ecco che ci stiamo avvicinando al nocciolo del problema», ha commentato il giudice. «Viene considerata PTS quella persona che fa di tutto per dissuadere qualcuno dal restare in Scientology?», ha chiesto all'imputato. Stéphane ha chiarito: no, il PTS è lo scientologist collegato a una persona del genere.

(Qui c'è una spiegazione da un sito Scientology: «Sorgente potenziale di guai (abbreviazione "PTS", dall’inglese Potential Trouble Source): una persona che è in qualche modo collegata a una persona soppressiva e che ne subisce sfavorevolmente l’influenza. Viene chiamata sorgente potenziale di guai perché può attirare guai a non finire su se stessa e sugli altri.»)

«Quindi la persona PTS deve seguire un corso per fronteggiare questa minaccia?» ha domandato il giudice. «No», ha risposto Stéphane. «La prima cosa che si fa è aiutarla a risolvere la situazione con l'aiuto di un funzionario di etica.»

« Per me è troppo complicato», ha commentato il giudice. «Non ho un interprete di scientologese.» Ci ha provato di nuovo: supponiamo di avere un marito indignato dai corsi Scientology che sta facendo sua moglie. Madame è PTS. Che cosa fate, allora? Vi sbarazzate del marito?

«Lei cercherà di cambiare atteggiamento», ha risposto Stéphane.

«Vedete? Sto facendo progressi», ha detto il giudice.

«Lei vuole continuare in Scientology, lui... vuole che lei lasci la Chiesa di Scientology», ha proseguito Stéphane.

«Quindi deve scegliere tra la famiglia e Scientology», ha continuato il giudice. «E questa è una scelta sua oppure è qualcosa che le propone il suo auditor?» Se il "maneggiamento" non fosse in grado di risolvere la situazione, l'auditor presenterebbe alla donna la scelta tra lasciare la Chiesa di Scientology o la sua famiglia? «Riesce a immaginare una situazione in cui la Chiesa di Scientology richiede a qualcuno di scegliere tra la chiesa e la famiglia?» ha incalzato il giudice.

«è Madame che decide», ha risposto Stéphane.

Ma questo fa parte dell'arsenale di Hubbard, ha detto il giudice. Sì, ha risposto Stéphane, è però uno scenario estremo. «Non ho mai consigliato nessuno di lasciare la famiglia. Cerchiamo di fare di tutto per risolvere la situazione.»

Il pubblico ministero Caliman ha ripreso l'interrogatorio di Anne-France H. Quali sono le conseguenze del mancato pagamento dei corsi Scientology? Ha chiesto. E ha voluto sapere che cosa significa essere messi in una condizione di Emergenza. «Non è quel che succede quando non si seguono le regole?»

Sì, ha risposto la donna, ma non ci sono conseguenze.

Il giudice Régimont le ha ricordato che è accusata di essere membro di un'organizzazione criminale. Come la fa sentire?

La donna è scoppiata a ridere. Assunse l'incarico di tesoriere perché non c'era nessun altro disponibile. Per quanto riguarda l'associazione criminale, «non c'era alcuna intenzione di imbrogliare nessuno.»

«Ma supponiamo», ha proseguito il giudice, «che la corte ritenga che l'organizzazione globale non sia troppo cattolica... », ha riformulato, «... troppo corretta. La sua posizione è quella di "ero solo una pedina, stavo solo facendo il mio lavoro"?»

«Ho fatto il mio lavoro in buona fede», ha risposto Anne-France. «Come membro attivo, il mio intento era aiutare il prossimo.»

E aveva un superiore? A parte Hubbard.

«Abbiamo un organigramma in cui ognuno ha il suo ruolo», ha risposto la donna.

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«Durante l'indagine qualcuno ha detto che non c'era gerarchia», ha ribattuto il giudice. «Che tutti seguivano le regole stilate da Hubbard. Alcuni hanno detto che non c'erano dei capi.»

«Perché le regole erano quelle di Mr. Hubbard», ha replicato l'imputata. «Ma c'era una supervisione a quanto veniva fatto.»

Il giudice Régimont ha fatto mettere agli atti un'annotazione: «Madame conferma di essere stata subordinata a certe persone...», ma c'è stata obiezione dalla difesa, così ha riformulato. «Era sotto la supervisione di certe persone.»

Essendosi ormai fatta l'ora di pranzo, l'udienza è stata aggiornata al pomeriggio.


L'"Etica gentile" di Scientology

Di Jonny Jacobsen, 27 ottobre 2015

Con l'inizio della seduta pomeridiana di lunedì, alla sbarra è stato chiamato un ex presidente della Chiesa di Scientology.

Vincent G., 48 anni, abito grigio chiaro, ha mostrato molta più sicurezza di sé di chi lo aveva preceduto al banco degli imputati. Le sue risposte al giudice Régimont sono state cortesi all'eccesso: ma si è attenuto alla sua visione di Scientology nonostante un interrogatorio pressante e acuto.

Vincent G. ha negato di appartenere a un'associazione criminale e ha respinto tutte le accuse. Ha cominciato con lo spiegare come era rimasto coinvolto in Scientology: era il 1990 e lui un giovane studente di chimica e microbiologia. «Avevo un amico con cui non andavo sempre d'accordo», ha spiegato. «Un giorno arrivò e qualcosa [in lui] era cambiato: mi disse che aveva incontrato dei tizi con cui aveva fatto un corso di comunicazione.

«Il giorno dopo andai alla Chiesa di Scientology e feci alcuni corsi, ma trovai anche un gruppo, un vero gruppo, e la cosa mi piacque.» Decise di diventare staff abbastanza velocemente.

Il giudice gli ha chiesto se i corsi che fece erano a pagamento.

«Sì, qualche migliaio di franchi belgi», ha risposto.

«E la cosa non la infastidì?»

L'imputato ha spiegato che aveva studiato materie simili per anni, sia a scuola che all'università, ma di aver di gran lunga preferito ciò che aveva appreso in corsi Scientology come "Vincere gli alti e bassi della vita". «Il fatto che mi avessero chiesto un contributo mi parve irrilevante.»

Aveva lavorato come supervisore del corso: «E' una figura che si assicura che lo studente possa avanzare» ­ poi si era addestrato come auditor, la persona che conduce la terapia in stile Scientology.

E ora era ancora un membro attivo? Gli ha chiesto il giudice Régimont. Assolutamente, ha risposto Vincent, a Losanna. E in quanto membro dello staff non deve pagare per i servizi?

«Comprendo la sua domanda», ha risposto. Aveva consultato il fascicolo dell'indagine, aveva ascoltato l'udienza della mattina che aveva posto molta enfasi sui servizi a pagamento di Scientology. Ma poco tempo prima, in qualità di Ministro di Scientology, aveva celebrato un matrimonio in Francia, gratuitamente.

«Un grandissimo numero di servizi è gratuito», ha spiegato Vincent, «Naturalmente, se osservi solo le fatture vedrai solo i servizi a pagamento.» è possibile studiare a casa per corrispondenza, ha proseguito, così come ci si può addestrare in Scientology usando un foglio di lavoro.

«Per cui è possibile essere scientologist senza spendere un soldo», ha concluso il giudice. Certo, assolutamente possibile, ha confermato Vincent. Proprio qualche giorno prima aveva incontrato un amico che non vedeva da 20 anni il quale gli aveva detto di essere scientologist, ma inattivo.

Vincent ha riassunto i suoi diversi ruoli in Scientology. Aveva iniziato lavorando per un anno nella libreria prima di trasferirsi negli Stati Uniti per un altro anno. Tra il 1994 e il 1999 aveva lasciato lo staff per occuparsi della sua azienda, prima di rientrare in una posizione più elevata.

A quel punto aveva assunto la responsabilità della Divisione Uno e Due delle attività della chiesa, e lavorato anche come funzionario di etica: parte del suo compito era assicurarsi che tutti facessero il loro lavoro nel modo migliore. Poi nel 2000 era diventato presidente della Chiesa di Scientology di Bruxelles, « ... e ho fatto del mio meglio per fare le cose nel modo corretto.»

Mentre era presidente della Chiesa era anche il suo leader religioso, come richiesto dalla struttura legale di una associazione no-profit (onlus).

Da chi riceveva gli ordini? Gli ha chiesto il giudice Régimont.

«Come direttore, ricevevo ordini di istruzione da Hubbard.»

Il giudice non è riuscito a trattenersi. «Non da Hubbard!...». Dopo tutto, il fondatore di Scientology è morto nel 1986.

«Ci sono i suoi scritti», ha spiegato Vincent. «Si diede molta pena di mettere per iscritto le sue credenze.» Hubbard aveva voluto assicurarsi che tutto fosse stato piegato in dettaglio così che i servizi fossero consegnati in maniera ortodossa.

Che cosa significa il bisogno di espandersi? Ha chiesto il giudice controllando il fascicolo.

«Scientology è una religione molto moderna», ha spiegato Vincent. «E forse è questo il motivo per cui è pesantemente fraintesa.» Perciò uno dei modi per diffondere il suo messaggio è distribuire volantini e vendere libri.

«Espansione significa più membri, e quindi più denaro?» gli ha chiesto il giudice. Sì, ha risposto Vincent. E lui riceveva questo messaggio da una qualche "alta" entità? Gli ha domandato scherzosamente il giudice. No, per niente, ha risposto Vincent: benché scn possegga la nozione di Dio come presente nella Ottava Dinamica.

«Mi assunsi la responsabilità di assicurare che le cose andassero bene», ha aggiunto. «Non ricevevo alcun ordine mistico da Los Angeles.»

«Ma lei deve pur avere le istruzioni attraverso degli ordini», ha insistito il giudice.«Oppure fa quello che lei ritiene siano le istruzioni di Hubbard?» Riceve ordini dal centro europeo in Danimarca, per esempio?

No, ha risposto Vincent: per lui era una semplice questione di applicare ciò che era scritto nelle opere di Ron Hubbard. Ha spiegato che nel periodo in cui non era attivo in Scientology aveva gestito la sua azienda, perciò sapeva come prendere delle decisioni.

Il giudice ha voluto sapere se le quote venivano imposte dall'alto. E che cosa succedeva se, per esempio, la gente smetteva di frequentare, o l'affluenza si interrompeva..

«Quello grazie a Dio non è mai successo», ha risposto Vincent. Era una situazione ipotetica che faticava a immaginare.

E che cosa ci dice dell'etica Scientology? Ha voluto sapere il giudice. Si ha l'impressione che per ogni cosa esista un modo prescritto per farla ­ e un elenco prescritto di sanzioni per ogni infrazione, si tratti di essere stato maleducato o di non aver ascoltato un auditor. E tutto finisce in un dossier personale. «Come si incastra tutto questo con la missione di dare aiuto alla gente?» ha chiesto il giudice Régimont.

«Sarei d'accordo con lei se questo fosse il caso, se fosse quanto è successo», ha replicato Vincent. Aggiungendo però: «In 25 anni da scientologist non ho mai visto il tipo di cose di cui lei parla.»

Il giudice Régimont ha obiettato che stava tutto nel fascicolo di indagine, comprese le lettere direttive di Hubbard. Lui [Vincent] poteva pensare che non facesse parte di Scientology, ma le denunce presentate da diverse persone suggerivano il contrario.

Vincent è rimasto fedele alla sua linea. «Etica è una serie di regole per aiutarti a sapere come vivere e lavorare in armonia in un gruppo», ha spiegato. Era tutto spiegato negli scritti di Hubbard. Per quanto riguardava le sanzioni citate dal giudice, erano state prese fuori contesto.

«è qualcosa di molto gentile, progressivo, ed è studiata per aiutare le persone a progredire verso i livelli superiori», ha spiegato. «Se prende un caso fuori contesto giungerà a conclusioni sbagliate. Ma se prende l'insieme dei casi, ottiene un quadro del tutto diverso... L'Etica è solo una piccolissima parte di Scientology.»

Gli dispiaceva di non essere stato osservato mentre lavorava nel suo "ambiente naturale", ha aggiunto. «Si possono comprendere quei dossier solo se li si considerano nell'insieme.»

«Quindi queste centinaia, queste migliaia di dossier sono solo poche tessere di un mosaico e noi non abbiamo compreso la storia nel suo insieme», ha detto il giudice Régimont senza nascondere il proprio scetticismo. Che si trattasse o meno di una parte di un mosaico, ha aggiunto, dopo aver guardato l'elenco dei reati contestati era comunque un mosaico grave.

Vincent ha cercato di spiegare i diversi gradienti dell'etica con un esempio. La prima volta che si arriva in ritardo a un corso il supervisore potrebbe semplicemente fare l'atto di guardare l'orologio; la seconda volta potrebbe fare un'osservazione; ma la terza dovrebbe prendere la persona da parte e metterla davanti al problema. E a quel punto, ha aggiunto, si raggiungerà un accordo affinché quella persona arrivi puntuale.

Ma quella persona sarebbe espulsa? No, ha risposto.

Il giudice non è sembrato soddisfatto.

«Mettere tutto nei fascicoli di etica è assolutamente necessario?», e ha voluto sapere qual era il significato di tale tipo di dossier. Non era forse una specie di fedina penale con le punizioni che aumentano ogni volta? Ha suggerito. «E se qualcuno desidera andarsene c'è lì il fascicolo a dire: "attenzione, abbiamo un dossier su di te".»

No, per niente, ha risposto Vincent. «Anche io ho un fascicolo di etica. Contiene anche cose positive», cose che lo mettono in buona luce. «Ci sono un sacco di cose positive.»

Come il fatto di aver denunciato un altro studente per essere arrivato in ritardo? Ha suggerito il giudice. «Scusi se mi dilungo su questa cosa, ma dopotutto è rivelatrice. L'atto di denunciare qualcuno in quel modo è normale?»

«Non ci interessano i pettegolezzi», ha risposto Vincent. «Se vedi qualcosa che non è giusto fai rapporto e ogni rapporto è in copia, così si evitano i pettegolezzi. Sono quelli a creare una brutta atmosfera. Nel libro Introduzione all'Etica di Scientology [scritto dal fondatore L. Ron Hubbard] c'è un capitolo sulle obiezioni alle note di etica che, se non sono giustificate, vengono distrutte.»

E chi lo decide? Ha chiesto il giudice. Il funzionario di etica, è stata la risposta.

«Allora diventa una parte [della questione] e allo stesso tempo un giudice!»

«Il sistema è del tutto trasparente», ha insistito Vincent. «Chiunque può controllare leggendo i libri.»

Ma non era forse vero che i fedeli non possono accedere ai loro fascicoli di etica e di preclear? Ha domandato il giudice. E poteva l'imputato fornire un esempio delle cose buone che si possono trovare in un fascicolo di etica? Vincent ha citato un'occasione in cui aveva distribuito l'opuscolo Scientology La Via della Felicità. «Quella è una cosa positiva che si troverebbe nel mio fascicolo di etica», ha spiegato.

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«Perciò una cosa positiva è fare ciò che ci si aspetta che si faccia», ha commentato il giudice. E qualche altro esempio? Denunciare qualcuno per essere arrivato in ritardo?

Vincent ha protestato: [il giudice] non lo aveva proposto come elemento positivo, come l'esempio che lui [Vincent] aveva fatto.

«Ma è nel fascicolo di indagine», gli ha fatto presente il giudice. «Prima ho parlato di fedina penale: lì non ci sono elementi positivi.» Hanno continuato a controbattere per un po', ma il giudice Régimont non è sembrato soddisfatto del tentativo dell'imputato di ritrarre il fascicolo di etica in una luce più positiva.

Tessere del mosaico Scientology

Di Jonny Jacobsen, 28 ottobre 2015

È proseguito l'interrogatorio di Vincent G., un ex presidente della Chiesa di Scientology del Belgio. E ogni volta che si è cercato di focalizzarsi su elementi specifici del caso, l'imputato ha invitato la corte a mettere le cose nel loro giusto contesto, a guardare il quadro di insieme che non aveva colto.

Il giudice Régimont gli ha chiesto quanto aveva speso in Scientology. Vincent ha detto che tra il 1994 e il 1999 ­ quando non era staff e doveva pagarsi i corsi ­ aveva pagato circa 15.000 euro per servizi. E anche donazioni.

Il giudice però ha suggerito che c'erano state anche delle donazioni alla International Association of Scientologists (IAS) di importi decisamente superiori.

«Tutto è relativo», ha risposto Vincent.

Il giudice si è mostrato interessato alla IAS e ai suoi collegamenti con la Chiesa di Scientology del Belgio. Vincent ha spiegato che la IAS era stata istituita da Hubbard per riunire gli scientologist di tutto il mondo. Ogni chiesa di Scientology è indipendente, ha spiegato, ma la IAS portava una certa coesione, aiutava a legarle.

Mentre la Chiesa di Scientology esiste per promuovere gli scritti e la filosofia del suo fondatore L. Ron Hubbard, la IAS esiste per aiutare la società, ha detto Vincent. Lo fa promuovendo campagne antidroga e sostenendo il lavoro dei Ministri Volontari di Scientology, attivi per esempio a New York subito dopo gli attacchi dell'11 settembre. La IAS sostiene anche Criminon, un programma di riabilitazione per carcerati. «Sono collegati a Scientology ma totalmente indipendenti dalle chiese, che applicano gli scritti di Hubbard.»

«E quando sei scientologist, devi essere membro della IAS?», ha domandato il giudice. «E' automatico?» Non necessariamente, ha detto Vincent.

Ma sembrava che un sacco di scientologist ne fossero membri, ha ribadito il giudice: quindi oltre a pagare per corsi e materiali, pagavano anche la tessera IAS, il che faceva sembrare che pagassero due volte.

Incalzato dal giudice, Vincent ha detto che in 25 anni aveva donato alla IAS circa 40.000 dollari (sulle prime aveva detto euro, per poi correggersi). Ma la tessera non è obbligatoria, ha ripetuto.

Il giudice Régimont ha poi fatto domande sul "Rundown di Purificazione", un programma messo a punto dallo stesso Hubbard per ripulire l'organismo dalle tossine: consiste in sessioni di corsa, assunzione di quantità crescenti di vitamine e minerali e sedute in sauna.

Il Programma è indispensabile per uno scientologist?

Vincent ha spiegato che Scientology ha il cosiddetto Ponte della Libertà Totale: il Programma di Purificazione è uno dei gradini di quel ponte.

E quanto costa? Sui 2000 euro, ha risposto Vincent.

Come mai si devono assumere dosi così importanti di vitamine e minerali? «I loro effetti non sono insignificanti e la gente ha dei problemi», ha detto il giudice Régimont aggiungendo che certo, alcuni hanno detto che dopo averlo fatto si sono sentiti molto bene. Ma in ogni caso ci si stava spostando in ambito medico (l'abuso di professione medica è una delle accuse che sta affrontando la Chieda di Scientology del Belgio).

«Ho fatto il programma e sto bene», ha replicato Vincent descrivendo poi la routine seguita: cominciava alle 13,00 con 20 minuti di corsa poi entrava in sauna ­ che era sui 60-65°, si è affrettato ad aggiungere ­ poi doccia e ripetizione del procedimento fino alle 16,00. Hubbard scrisse che il programma aiutava a sudare via le tossine trattenute per periodi di tempo molto lunghi dall'organismo, e ha citato un esempio personale di ciò che pensava di aver sperimentato. Aveva rivissuto la sensazione di un'anestesia dentale somministratagli quando aveva 15 anni, che durante il Programma era stata sudata via.

Il giudice Régimont si è mostrato scettico. Dopo aver stabilito che Vincent aveva fatto il Programma a 23 anni, non riusciva a capire come un anestetico assorbito tanti anni prima potesse essere stato eliminato durante il procedimento. E poi c'erano i costi: Vincent non pensava che 2000 euro fossero eccessivi per qualche grammo di vitamina e alcune ore di sauna?

In realtà le vitamine vanno comprate a parte, ha detto Vincent. Ma per quanto riguarda i costi del Programma, lì si entra nel soggettivo: fa parte delle sue credenze [religiose].

«Ah! Le vitamine e i minerali sono a parte?!», ha esclamato il giudice. Poi è tornato alla questione del test della personalità usato da Scientology, noto anche come test Oxford Capacity Analysis (OCA). Gli investigatori avevano parlato con persone che si erano presentate al centro Scientology e la prima cosa che si erano sentiti chiedere era di riempire questo questionario. Régimont voleva saperne di più sul suo ruolo all'interno del movimento.

Il test, ha detto Vincent, è un modo per mostrare alle persone come sarebbero potute migliorare. Ma, ha aggiunto, i nuovi arrivati potevano benissimo cominciare con un libro o un film introduttivo.

Perciò c'era il test della personalità, poi il grafico con i risultati elaborati da un computer; poi facevi un corso, poi il Programma di Purificazione, ha detto il giudice, ancora turbato dal suo prezzo. «Perché pagare tutti quei soldi quando una sauna costa 25 euro?»

Vincent ha spiegato che il Programma non era qualcosa che facevi appena entrato in Scientology, ma dopo aver fatto alcuni corsi: forse dopo un anno o due. Era parte della progressione in Scientology.

«E' un percorso progressivo?», ha chiesto il giudice, «Oppure si viene guidati per mano?»

Vincent ha respinto tutti i suggerimenti che la gente fosse spinta a fare le cose. «E' vero ciò che è vero per te», ha detto citando uno dei motti di Hubbard. Aggiungendo poi: «Se sei l'unico che ci crede puoi facilmente passare per pazzo.» Lui aveva avuto la fortuna di osservare di prima mano che cos'è Scientology e quali effetti ha. «Gli scientologist sono del tutto vigili e autodeterminati», ha sostenuto. Non erano affatto quegli zombi che vengono a volte dipinti.

Dopo una breve pausa il pubblico ministero Caliman, documenti alla mano, ha ripreso le domande. E la temperatura ha cominciato subito a salire.

Ha iniziato tornando a una questione già toccata dal giudice: gli acquisti in Scientology sono liberi, o la gente viene spinta a farli?

Naturalmente gli acquisti sono liberi, ha risposto Vincent. «Come sarebbe possibile contribuire senza avere la volontà di farlo? Non capisco proprio.»

Caliman ha cominciato a citare uno delle migliaia di documenti Scientology sequestrati durante l'indagine. Il documento sembrava una discussione interna su come convincere qualcuno a comprare più corsi e la terminologia usata non era certo ecclesiastica. Si parlava di usare i risultati del test della personalità per "maneggiare" le persone e "chiuderle" affinché pagassero; di insistere per «accompagnarle al regging » [acquisto] del Ponte. Si citavano persone non presenti sull'elenco del telefono e l'ordine era di andarle a prendere e far loro comprare un "pacco di auditing", « ... e poi chiuderle per tutto l'auditing del Ponte.» Non dovevano lasciarle andare via fino a che non avessero lasciato tutti i dati per ottenere un prestito, continuava la nota.

Caliman ha poi citato una direttiva di Hubbard il cui succo era che prima ci si fa dare tutto il contante disponibile, poi li si accompagna ad accendere un prestito per il resto.

Vincent ha riconosciuto la sua firma sul primo documento, che però doveva essere contestualizzato. Ha spiegato che lo aveva scritto a mo' di "lista dei desideri" per le settimane a venire, il gradino successivo sul Ponte della Libertà Totale delle persone citate. «Questo documento non ha altro uso se non tener presente che la gente progredisce sul Ponte.

«E' formulato male», ha ammesso, e non in un linguaggio religioso. Ma era stato scritto a beneficio dei fedeli, alcuni dei quali erano in aula. Ha aggiunto che aveva controllato in archivio: nessuna delle persone citate in quel documento aveva comprato nulla nelle settimane successive.

A questo punto è intervenuto il giudice Régimont. Che cosa significava la frase: «Dovete strapazzarlo...?»

Di nuovo Vincent ha ammesso che la formulazione era pessima. Sarebbe stato meglio dire «Dovete fargli venire l'acquolina in bocca...»

«Il che significa costringere, fare pressioni», ha commentato il giudice.

«Nessuno è mai stato costretto», ha replicato Vincent. «E' sempre una scelta personale.»

Il giudice Régimont non è sembrato convinto. «Questo sembra piuttosto un elenco di persone che hanno raggiunto un certo livello... e dovete farli spendere di più. Non è davvero una questione di libera scelta di questa gente.»

«Naturalmente è la persona che sceglie di farlo o non farlo», ha insistito Vincent. Ma come ogni altra chiesa, anche Scientology doveva affrontare gli imperativi economici: le bollette andavano pagate.

«Bene ci stiamo arrivando», ha ribattuto il giudice. «Dobbiamo parlare di questo.»

«Il Ponte della Libertà Totale richiede un certo numero di passaggi», ha detto Vincent. Religioni diverse hanno modi diversi di raccogliere denaro: alcune chiedono una decima del 10% sulle entrate del fedele, per esempio. Il sistema finanziario di Scientology è completamente diverso. Ma fare o non fare quei corsi restava pur sempre una scelta individuale.

«Non è un po' contraddittorio?», ha chiesto il giudice Régimont riferendosi ancora alla discussione precedente su quanto costa praticare Scientology. «E' un po' una religione per ricchi», ha suggerito.

«Puoi farla gratuitamente», ha insistito Vincent.

«In teoria», ha replicato il giudice.

Il pubblico ministero Caliman ha poi ripreso l'interrogatorio. «Che cosa succede quando qualcuno chiede un rimborso? Lo si considera in modo favorevole o viene visto come un atto soppressivo?» (Gli atti soppressivi sono le violazioni più gravi del sistema di etica di Scientology).

«Nessuno dei due», ha risposto Vincent. «Ma non ho mai dovuto fare un rimborso.»

Il giudice Régimont è intervenuto di nuovo. Si potrebbe dire che in Scientology più si paga, più si sale velocemente? Non necessariamente, ha risposto Vincent.

Il PM Caliman ha fatto riferimento a un documento in cui un funzionario Scientology rispondeva a una richiesta di rimborso. Il funzionario diceva che la richiesta [della controparte] era un atto soppressivo e che se non l'avesse ritirata sarebbe stata mandata su a AOSH (Organizzazione Avanzata di Saint Hill). Il che, ha fatto presente Caliman, suonava molto come se la richiesta di rimborso fosse accolta con la minaccia di essere "dichiarato soppressivo" ­ nemico di Scientology ­ ed espulso. Quali erano le «gravi conseguenze» citate nella lettera?

Vincent ha detto di non poter commentare perché nel periodo in questione non lavorava lì. Ma in termini generali: «Personalmente non mi sembra corretto in base all'applicazione del codice etico. Per aiutare qualcuno in etica c'è un insieme di fattori da tenere in considerazione.» In quel caso gli sembrava che le linee guida di etica non fossero state rispettate.

Consultando un altro documento, il PM ha fatto domande su uno screzio avuto nel 1999 con Jacky Vaquette, un collega, quando Vincent lavorava come funzionario di etica. Vincent aveva convocato Vaquette per un colloquio di etica perché l'altro non aveva svolto il compito che gli era stato assegnato. Vaquette aveva risposto chiaro e tondo che non aveva intenzione di presentarsi. Caliman si è chiesto se il problema non fossero tanto le infrazioni, ma le direttive che le creavano.

Vincent ha risposto ancora una volta che è una questione di prospettiva. «Etica dovrebbe essere vista come un insieme», ha sostenuto. «Se togli un episodio dal suo giusto contesto, avrai solo una tessera del mosaico.» In merito a Vaquette, «è vero che avemmo uno screzio, ma ora andiamo d'accordo.»

Caliman, sempre riferendosi ai suoi documenti, ha insistito. Vincent aveva convocato una commissione di inchiesta, una specie di udienza disciplinare Scientology contro Vaquette, in cui aveva richiesto ad altri scientologist di scrivere dei "rapporti per conoscenza" contro l'accusato ­ di dire a Scientology che cosa sapessero di Vaquette. E chiunque non lo facesse, continuava il documento, sarebbe stato considerato complice e ci sarebbero state delle "sanzioni".

«Ecco una tessera del mosaico», ha detto Caliman. «Qual è il significato di questa richiesta generale alla denuncia?» O non era forse, come aveva scritto una volta Hubbard, "mettere una testa sulla picca"? L'ultimo commento ha provocato brontolii di protesta degli avvocati difensori.

«Non vi fu nessuna commissione di inchiesta e Jacky tornò sulla retta via», ha detto Vincent aggiungendo che Scientology ha dei modi per risolvere questo tipo di disaccordi. Inizialmente Jacky si era rifiutato di seguire questo sistema, «... poi decise che non valeva la pena giocare a quel gioco, e tornò sulla retta via.»

«Ma nel leggere quel documento», ha proseguito Vincent, il PM aveva scelto di sottolineare gli aspetti più negativi della faccenda.

Il giudice Régimont è intervenuto di nuovo: «Lei continua a dare una presentazione diversa di ciò che è scritto. "Non è quello che intendevamo dire".» Forse allora si dovrebbe fare più attenzione a ciò che si scrive. Agli investigatori il significato di quei documenti era sembrato abbastanza chiaro, ha aggiunto. «Oppure continuerà a dire che "non è quello che intendevamo"?»

«Jacky si rifiutò di fare qualcosa», ha replicato Vincent. «Fu applicata l'etica fino a che le cose non tornarono alla normalità.»

Caliman ha ripreso l'interrogatorio. Era entrato nello staff di sua volontà?

«Faccio sempre le cose di mia spontanea volontà», ha risposto Vincent. Poi, forse innervosito dal ritratto dell'etica Scientology fatto dall'accusa, ha offerto un aneddoto personale per mostrare quanto lo avesse riportato sulla giusta strada. Quando gestiva la sua azienda aveva presentato una dichiarazione dei redditi falsa. Ma una volta considerata la questione in termini scientologici ­ una volta applicata l'etica su se stesso ­ aveva scritto all'ufficio delle entrate per autodenunciarsi.

Per il giudice però tutto questo è parso irrilevante. «Lei non è accusato di aver truffato il fisco», gli ha fatto presente, «ma è accusato di aver truffato un certo numero di persone.»

Vincent aveva scelto la sua vita in Scientology, ha detto Régimont. Ma non tutti scelgono di stare nel movimento e sembra che alcuni abbiano avuto grandi difficoltà ad andarsene.

«Non credo che possa prendere a esempio tre o quattro persone su migliaia», ha ribattuto Vincent.

«Quindi allora sono dei bugiardi?», gli ha chiesto il giudice.

«No, sono degli insoddisfatti», ha replicato l'imputato. «Può ascoltarli, ma deve ascoltare anche le migliaia di scientologist soddisfatti.»

Caliman, il pubblico ministero, è intervenuto nuovamente. «Non ha risposto alla mia domanda. La gente entra nello staff di sua volontà?» E ha fatto riferimento a un altro documento in cui sembrava che una scientologist fosse stato scelta per il reclutamento. L'ordine del documento diceva che doveva essere "maneggiata" da un funzionario di etica per entrare nello staff.

La donna in oggetto era in aula, ha replicato Vincent. «Non posso rispondere al posto suo.» Ma riferendosi al documento, ha ammesso: «Avremmo potuto essere più chiari.»

Il giudice Régimont ha cominciato a perdere la pazienza: «Qui stiamo parlando francese, non scientologese.» Ogni volta che un passaggio di un documento era stato letto in aula l'imputato aveva replicato che era formulato male, che non voleva intendere quello, ha continuato il giudice. Bene, debitamente annotato. Ciononostante, come sua abitudine nei punti significativi dell'interrogatorio, il giudice ha dettato un'osservazione al cancelliere seduto alla sua destra. In certi documenti, ha detto, i termini sono sfortunatamente formulati e non significano necessariamente... ciò che il Signor Pubblico Ministero pensa significhino, ha terminato la frase Xavier Magnée, una specie di leggenda nel mondo legale belga. L'eminence grise è uno dei pezzi da novanta del grosso arsenale degli avvocati della difesa.

Il legale di Vincent, Maître Pierre Monville, ha iniziato il contro-esame. L'imputato aveva dei rimpianti sul tempo speso in Scientology?

«Sono totalmente responsabile delle mie azioni», ha risposto lui. «Prendo le mie decisioni e me ne assumo le responsabilità.»

«Quindi per lei», ha detto il giudice, «le accuse di estorsione, truffa, abuso della professione medica e violazione della privacy sono sciocchezze. Immagino sia questa la sua posizione.»

Vincent ha espresso la sua preoccupazione per la linea seguita dall'accusa in questo caso (in precedenza aveva già espresso il suo shock per il fatto che la polizia, durante l'indagine, aveva sequestrato un alto numero di informazioni personali sui membri di Scientology: le cartelle dei preclear che contengono dettagli intimi delle sedute di aterapia, o auditing, e le cartelle di etica).

Tutte le chiese hanno i propri metodi di auto-finanziamento, ha ripetuto: per esempio, la Chiesa Cattolica ha accumulato una ricchezza considerevole.

«Penso sia una somma equa, comunque!», ha commentato il giudice Régimont. Ma Scientology non stava andando così male considerando la sua relativa giovinezza. Si stava riferendo alle foto contenute nel fascicolo delle inaugurazioni di palazzi imponenti.

Il suo punto però, ha continuato Vincent, era che la Chiesa di Scientology poteva vivere solo grazie alle contribuzioni dei suoi membri.

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Si era pentito di qualcosa? No, ha risposto l'imputato. E non pensava nemmeno di essere controllato da Scientology. La sua chiesa aveva il suo modo di fare le cose e poteva anche sembrare strano, diverso dalle altre religioni. Ma c'erano anche parecchie similitudini.

Il Maître Adrien Masset, che difende l'Ufficio Europeo Scientology degli Affari Pubblici e i Diritti Umani, è intervenuto. «La questione dei finanziamenti della chiesa è stata sollevata da molte giurisdizioni diverse con risultati innegabilmente chiari. Dobbiamo giudicare una chiesa moderna in modo diverso dalla Chiesa Cattolica.»

«Qui stiamo parlando di un sacco di soldi», ha commentato il giudice. Maître Masset s'è detto non del tutto d'accordo. «Stiamo parlando di una chiesa che è una religione, e se non lo tiene presente allora non sta cogliendo il punto.»

E con questo s'è chiuso il primo giorno di processo.

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