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Scientology: Sogni rubati (Capitolo Sedici)

© Di Jeff Hawkins, 2009. Tratto da Counterfeit Dreams

© Traduzione a cura di Simonetta Po per Allarme Scientology, dicembre 2009. Tutti i diritti riservati.

 
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Glossario dei termini

Capitolo Sedici: Nove vite (seconda parte)

All'arrivo trovai Cathy ad accogliermi. Mi abbracciò stretto. «Sapevo che stavi tornando» sussurrò. Era aprile 2003 ed ero appena tornato alla Base dopo quattro mesi di esilio al Big Blue di Los Angeles.

Mi stupii di vedermi riaccettato alla Base come se non fosse successo niente. Cominciarono a chiamarmi "Nove Vite". Tornavo sempre. Del resto quello era il motto della Sea Org, giusto? We Come Back.

Durante la mia assenza non era successo assolutamente niente per il marketing delle conferenze. Niente progetti per nuove pubblicazioni, niente scrittura o design delle nuove pubblicità. Era come se tutto fosse rimasto congelato. Miscavige aveva ordinato l'istituzione di una Lecture Marketing Team. Yael non ne avrebbe fatto parte - scoprii che aveva fatto blow.

Una sera ci dissero di presentarci tutti alla MCI per una riunione il cui unico scopo era nominare una Squadra Marketing Conferenze - e "conformarsi" all'ordine del COB. Chiesero volontari e capii di non avere scelta - perché sennò mi avevano richiamato da LA? Mi feci avanti e tra centinaia di staff i volontari furono circa una dozzina. Alla fine il campo si restrinse a quattro persone: io, Dan Koon, Mariette Lindstein (ex staff di RTC che ora lavorava alla CMU) e Cebron Walker (uno staff del LRH Personal Public Relations Bureau). Dopo un controllo minuzioso la nuova Lectures Marketing Unit venne approvata. Il capo sarebbe stato Dan, e io il copywriter.

Ancora una volta c'erano degli event in arrivo e dovevamo decidere che cosa pubblicare. Il primo era quello del 9 maggio - l'Event dell'Anniversario di Dianetics. Decidemmo per una serie di conferenze che Hubbard aveva registrato nel 1951, intitolate Conferenze della Valutazione Umana, che avrebbero accompagnato il libro Scienza della Sopravvivenza. Per l'Event dell'Anniversario del Viaggio Inaugurale della Freewinds optammo invece per uno dei primi Congressi di Hubbard. Mi misi all'opera con il lavoro di scrittura.

Mi ordinarono anche di rifare il Rundown di Purificazione. Lo avevo già fatto due volte, ma si decise che la radice di tutti i miei "problemi" era lì. Avrei semplicemente dovuto continuare a farlo fino a che non mi fossi ripulito da tutte le tossine e l'LSD, diventando un bravo membro dello staff della Base.

Un giorno Miscavige venne in ispezione alla CMU e si bloccò di scatto in mezzo della stanza, indicandomi con il dito. «Che cosa ci fa lui qui?» domandò. Mi scortarono immediatamente fuori. Non potevo più stare fisicamente nella CMU. Con una delle loro soluzioni demenziali venni messo a lavorare con il mio computer e tutti i miei materiali in un ufficio del seminterrato di CMO. Avrei lavorato da lì, semplicemente non potevo stare nella CMU altrimenti avrei «turbato il COB».

Un giorno tutta Gold fu convocata alla MCI per una riunione speciale e obbligatoria. Al nostro arrivo c'erano già tutti gli exec di Gold, di CMO Int e di RTC. Nella stanza c'era uno strano cerchio di sedie. Mi ordinarono di sedermi. Scoprii presto che le sedie erano per i "piantagrane" di Gold - praticamente chiunque a Gold non facesse nulla, non sottoponesse nulla al COB, non producesse nulla. Erano quelle le persone che «provocavano problemi sulle linee del COB» - praticamente tutti quelli che stavano sulle sue linee. C'erano anche Dan e Mariette.

Ogni "piantagrane" doveva alzarsi di fronte al gruppo e confessare i suoi crimini, descrivere "la base criminale operativa" o "op" che stava usando per dar torto a Miscavige e sabotare i suoi progetti. L'atmosfera da circo romano era ben oltre quanto avessi mai sperimentato in precedenza. La folla voleva il sangue.

Uno ad uno dal cerchio si alzarono i "piantagrane" cercando di dire qualcosa, qualsiasi cosa, per saziare quella smania di sangue. «Non è abbastanza!» gridava qualcuno. «Avanti, dicci i tuoi veri crimini!». Vidi più d'uno spezzarsi. Jim Mortland, uomo che rispettavo e a cui volevo bene, fu portato via in lacrime.

Infine venne il mio turno. Cercai di dire qualcosa ma venni messo quasi subito a tacere. Clark Morton, un tizio muscoloso del Cine Props Department, si alzò e urlò: «Dai su, dicci i tuoi veri crimini!» Clark era un ex executive di CMO, ora declassato a trovarobe per Cine. Nello sbraitare era diventato violaceo in volto. Sentii alzarsi una voce dietro di me: «Quello è il tizio che ha mentito a LRH!» Era Nathan Story, un exec di Gold. La folla invocava il mio sangue.

Ai primi di settembre 2003 venni di nuovo scaricato. Mi portarono al "Int Ranch", proprietà a circa otto miglia dalla Base chiamata assurdamente "Happy Valley". Era stata usata come campo di detenzione RPF per la Base, ma Miscavige aveva chiuso il RPF Int e mandava tutti a LA. Da allora la Valle Felice era quasi deserta salvo che per una piccola squadra di manutenzione diretta da una bionda di nome Rikki Drake. Rikki era la RTC Rep di Clearwater all'epoca del flap di Lisa McPherson. Spedita via di corsa da Clearwater e sequestrata al Ranch, da allora non poteva parlare con nessuno. Entrai nel piccolo gruppo degli altri scaricati che stavano rimettendo in sesto il Ranch per i futuri candidati in arrivo. Scoprimmo infatti che erano previste almeno altre 60 persone, Miscavige stava facendo pulizia alla Base.

Dan Koon non aveva saputo nulla del mio licenziamento e quando lo scoprì fece scoppiare un casino riuscendo a farmi tornare alla Base. Lasciai il Ranch proprio mentre da lì stava arrivando un autobus pieno di gente.

Restai un mesetto nel mio ufficio nel seminterrato, cercavo di scrivere ma il resto degli staff di Gold mi evitava. Poi a metà ottobre, senza motivo apparente, venni rimandato al Ranch - che adesso era pieno di gente, tutti in tenuta da lavoro e tutti pronti per essere cacciati. Nessuno conosceva la sua destinazione. Non sapevamo se ci avrebbero smistati in un'altra organizzazione Scientology o scaricati definitivamente dalla Sea Org. Nessuno sapeva niente.

Cominciarono a mandarci degli scatoloni con le nostre cose. Dovevamo setacciare tutto, gettare quello che non volevamo tenere e assicurarci che tutti i "materiali confidenziali" venissero eliminati - tutto quello con sopra l'indirizzo della Base, le foto della Base ecc. Convocarono in ufficio uno ad uno per la consegna della dichiarazione di "Persona Soppressiva". Hubbard aveva ordinato che chi veniva scaricato dalla Base doveva essere dichiarato Soppressivo.

Supponendo che sarei stato scaricato dalla Sea Org mi dimisi di mio. Ero terrorizzato al pensiero di non rivedere più Cathy.

Mi mandarono a fare il taglialegna assieme ad altri due tizi, Jason Bennick e Micky Estrada. Jason era un omino irascibile, un ex CO di Gold. A un certo punto era stato uno dei favoriti di Miscavige, ma adesso era caduto in disgrazia. Mickey era stato il batterista dei Golden Era Musicians.

Sulla proprietà erano stati abbattuti diversi alberi morti e noi dovevamo tagliarli e poi spaccare la legna che sarebbe stata venduta per i caminetti. Usavamo mazze e cunei oppure l'ascia, a volte una motosega. Era un lavoro fisico molto duro e divertente e mi rimisi in gran forma. Jason e Mickey erano parecchio simpatici, sul lavoro ci raccontavamo un sacco di barzellette e ridevamo. A un certo punto accennai a Jason che mio nonno mi chiamava "Jeffer", che nel suo forte accento del Tennessee suonava come "Jeffa". Gli piacque moltissimo e da quel momento in poi tutti presero a chiamarmi "Jeffa".

Un giorno Jason, Mickey e alcuni altri scomparvero improvvisamente. Succedeva proprio così, la gente scompariva. Poi una settimana più tardi, ai primi di dicembre, mi dissero di preparare i bagagli e di salire su un pulmino con un gruppetto d'altri. Stavo andando via - non sapevo dove.

Il viaggio fu parecchio lungo, prima verso LA, poi dentro LA, poi imboccammo la 5 verso nord e prendemmo a salire per una strada di montagna, miglio dopo miglio. Sembrava che non dovessimo mai arrivare. Alla fine ci fermammo in quello che sembrava un ranch, la notte era gelida. Venimmo spinti dentro uno dei bungalow dove un gruppo di persone era rannicchiato accanto al fuoco. «Jeffa!» disse una voce.

Jason mi spiegò che cosa stava succedendo. Ci era stata data "una ultima possibilità" al "PAC Ranch" nelle montagne di Santa Clarita, California, a un'ora di macchina da LA. Il Ranch era servito come convitto per i bambini Sea Org, per tenerli fuori dai piedi dei genitori che dovevano concentrarsi sul lavoro. Ma adesso i bambini erano cresciuti e la scuola era stata chiusa. La chiesa stava considerando un paio di opzioni: vendere la proprietà oppure trasformarla in un centro riabilitativo Narconon. In caso di vendita la proprietà andava ripulita e sistemata. In caso di trasformazione in Narconon bisognava fare un progetto di fattibilità e ottenere il permesso dalla contea. Noi avremmo fatto entrambe le cose.

Il mattino successivo riuscii a dare un'occhiata al Ranch. Era annidato a 1200 metri di quota nel Bouquet Canyon, a poco più di un chilometro dalla omonima Riserva. Faceva un freddo cane ma era molto bello - e lontano, molto lontano dalla Base. Cominciammo tutti a rilassarci un po'. Come purgatorio non era male.

Al Ranch eravamo circa 35. La sola supervisione della Base era un MAA di nome Chris Guider che si faceva vedere circa una volta alla settimana. Per il resto eravamo soli. E, cosa straordinaria, non avevamo restrizioni - potevamo andare e venire come volevamo, andare in città per i rifornimenti e cose del genere. In quel nuovo spirito di libertà chiesi che dalla Base mi mandassero la mia auto e Chris me la portò la volta dopo. È stupefacente che nessuno abbia fatto "blow", ma prendevamo sul serio quella "seconda possibilità".

Jim Mortland assunse la leadership. Era stato Estates Secretary di Gold - la divisione che si occupa di terreni, manutenzione edifici e costruzioni della Base, e sapeva come gestire un progetto del genere. Il suo Ufficiale Organizzativo era Sarah Blythe, con esperienza in progettazione architettonica, design e costruzioni. Jim e Sarah mi piacevano, erano cordiali e disponibili. Era chiaro che non ci sarebbero state urla, strepiti, abusi.

Mettemmo in piedi una organizzazione rudimentale - tre delle donne vennero messe alla "cambusa" - preparavano i pasti. Il resto si divise in due squadre. Alla mattina ripulivamo la proprietà. Alcuni abbattevano la boscaglia e radunavano i rifiuti, altri riparavano l'impianto elettrico e idraulico. Al pomeriggio lavoravamo sullo studio di fattibilità del Narconon.

Stavo già pensando a una nuova carriera in Scientology. Non avevo intenzione di tornare alla Base. Mi ero già interessato di architettura e mi sarebbe piaciuto continuare. Sapevo che a LA c'era un grande studio che disegnava i locali di tutte le nuove org. Forse avrei potuto approfondire lo studio e andare a lavorare lì. Ne parlai con Sarah, volevo fare la progettazione architettonica necessaria per il progetto di fattibilità.

La Progettazione Edifici venne assegnata a tre di noi: io, Jacquie Kenenaar e Cynthia Coleman. Cynthia era stata una dei miei artisti alla CMU. Ci saremmo occupati della progettazione e organizzato una presentazione per la contea.

Avevo ancora qualche soldo e ordinai per posta un bel portatile Dell. Jacquie e Cynthia fecero altrettanto, aggiungendo anche una stampante. Mi procurai anche del software adeguato per il disegno, l'AutoCAD. Sarah riuscì a farsi mandare un programma dall'ufficio architetti di LA, usato per i modelli 3D degli stabili. Si chiamava AutoVis, una versione tridimensionale di Studio Max con un sacco di funzioni utili. Non sapevo nulla di quel programma ma ero determinato a imparare. Ci organizzammo decisamente bene - tutto a nostre spese.

Arrivò Natale e passò, ancora una volta senza Cathy. Avevo ordinato per corrispondenza alcuni regali per lei, che le feci avere. Alla vigilia di Natale Chris era arrivato con una grossa sporta di regali da parte di mia moglie - più che altro leccornie natalizie e indumenti caldi, e apprezzai entrambi.

Scrivevo a Cathy tutte le settimane, le mandavo le foto che facevo al Ranch, a volte qualche poesia ma non ricevevo mai lettere sue. In seguito scoprii che anche lei mi scriveva ogni settimana ma non ricevette mai le mie missive. Le nostre lettere si impilavano in un raccoglitore dell'ufficio della vigilanza nel seminterrato del Building 36. Frattanto Cathy, naturalmente, stava ricevendo pressioni per divorziare, ma rifiutò.

La nostra routine di lavoro cominciò a prendere il ritmo giusto. Al mattino, quando faceva molto freddo, lavoravamo nel bosco. Al pomeriggio ci dedicavamo al progetto Narconon. Alla sera studiavamo. Io mi impegnavo sul programma AutoVIS.

Riuscimmo a procurarci delle mappe topografiche del Ranch che scannerizzammo e ci diedero l'idea dell'estensione della proprietà. Ma non avevamo le piante degli edifici esistenti e per prima cosa misurammo tutto. Con quelle misurazioni e con l'AutoCAD feci delle proiezioni accurate di tutti gli edifici, fortunatamente il programma era facile da usare. Altri membri della squadra calcolavano il numero degli edifici necessari per aprire un Narconon e poi facemmo una seconda serie di piante per mostrare l'estensione degli stabili esistenti, e dei nuovi.

La proprietà sarebbe diventata la vetrina del Narconon per la California Meridionale, parte del progetto comprendeva perciò un grande centro convegni/informazioni/auditorium da costruire vicino all'ingresso. Ne feci una pianta e anche un modello 3D al computer. Lo concepii come una sorta di grande rifugio di montagna in tronchi.

Avevo iniziato a studiare l'AudioVIS ai primi di gennaio e nel giro di quattro settimane ero diventato esperto. Progettai un 3D decisamente sofisticato del Centro Informazioni, completo di muri a secco, vetri, rifiniture in legno e metallo. Adoravo quel lavoro. Volevo farne la mia nuova carriera nell'ufficio architetti della chiesa. Ero sicuro che in qualche modo Cathy mi avrebbe raggiunto a Los Angeles.

Stranamente però arrivò l'ordine di rifare il Purification Rundown. Al Ranch non avevamo le strutture adeguate e ogni giorno andavo in macchina a LA per le cinque ore quotidiane del programma. Veniva con me un certo Wolfi Frank, tedesco, che doveva fare auditing tutti i giorni. Alla sera lavoravo.

Completammo la presentazione e Ken Hoden (anche lui nella nostra squadra) la portò alla contea. Molto dopo aver lasciato Scientology venni a sapere che il progetto era stato approvato ma che la chiesa era ora in lotta con i residenti locali che non volevano avere un Narconon nelle vicinanze. E non fu mai costruito.

Ai primi di febbraio Sarah mi chiamò nel suo ufficio. Aveva appena parlato al telefono con Chris Guider. «Che ne diresti di tornare alla Base?» mi chiese.

Con sua grande sorpresa, e anche mia, cominciai a piangere. «No» riuscii a dire alla fine. «No, non voglio tornare laggiù». Sarah disse che mi capiva e che avrebbe avvertito Chris.

Ma certe decisioni non dipendevano certo da me. La sera dopo Jim mi raggiunse di corsa per dirmi che dovevo subito saltare in macchina e correre subito alla Base per una riunione. Cercai di obiettare ma non si potevano contestare gli ordini. Chiunque gli avesse consegnato il messaggio lo aveva terrorizzato, e Jim mi tallonò fino a che non salii in macchina e uscii dal cancello.

Imboccai la vecchia Pearblossom Highway che attraversa il deserto, poi superai il Passo Cajon sulla 15. Avevo un sacco di tempo per pensare. Parte di me era terrorizzata all'idea di tornare alla Base. Ma l'altra pensava alla donna meravigliosa che mi aspettava e guidando nella notte la visione di Cathy ebbe il sopravvento sugli altri pensieri.

Entrai alla Base verso le undici di sera e venni accompagnato di volata nella sala conferenze del Building 36, dove attesi per un'oretta. Alla fine si aprì la porta ed entrò David Miscavige - da solo. Era una cosa insolita - normalmente era accompagnato da un grosso entourage.

«Hai sentito che Dan Koon ha fatto blow?» mi chiese. Scossi la testa.

«Sì, se l'è svignata in gennaio» aggiunse, «così sono disponibile a prendere in considerazione l'idea di avere scaricato il tizio sbagliato».

Miscavige mi fece l'elenco di ciò che gli serviva. Era ancora infiammato sulle conferenze di Hubbard su CD - era la sua priorità più alta e perciò la priorità più alta della Base. La prima da pubblicare doveva essere "I Fondamenti" o "Pietre Miliari" - il titolo non era ancora stato deciso. Erano conferenze che avrebbero ognuna accompagnato un libro particolare di LRH, c'erano una decina di queste combinazioni libro-conferenza. Riprodurre le lezioni su CD e fare il packaging era abbastanza semplice ma ogni serie di conferenze doveva essere accompagnata da un opuscolo con saggi scritti in quel periodo, oltre che una introduzione per ogni serie. Miscavige voleva che di quelle introduzioni mi occupassi io. Bisognava fare ricerca e dovevano essere ben scritte, dovevo spiegare la storia di Scientology e gli sviluppi tecnici che avevano portato a quella particolare serie di conferenze. Dan aveva iniziato il lavoro ma se ne era andato. E avevano richiamato me. Un'altra chance di gloria.

Appena terminata la riunione corsi a cercare Cathy e ci abbracciammo a lungo. Adesso viveva in un dormitorio ma riuscimmo in fretta a riavere la nostra vecchia stanza. Mi organizzai una scrivania alla CMU. C'era un nuovo Lecture Marketing Officer, Rick Cruzen. Rick era alla Base da sempre e aveva lavorato in molti settori, quasi sempre all'Audio. Era un tipo in gamba, con la reputazione di saper risolvere i problemi. Era lieto di avere il mio aiuto e cominciammo a lavorare insieme all'uscita dei CD.

Il giorno dopo Miscavige arrivò alla CMU e prese il suo solito posto sulle cartelline appiattite, con tutti gli staff e i diversi executive dall'altra parte. Ci informò dei suoi abituali pettegolezzi: «Avete sentito che cosa succede lassù al PAC Ranch?»

Saltò fuori che Jim Mortland e Sarah Blythe avevano una "out-2D". Era stato Jason a scoprirlo e a fare rapporto. Miscavige mi incolpò per non essermene accorto e per non avere fatto io stesso rapporto. Ci disse che erano stati tutti mandate sul RPF, tutti nessuno escluso. «Te la sei cavata per un pelo».

La Base sembrava deserta. Nell'ultimo anno c'erano stati un sacco di licenziamenti, adesso non c'erano più di 350 staff. Al suo massimo ne aveva avuti quasi mille, ora eravamo ridotti a un terzo. Miscavige continuava a parlare di «tagliare i rami secchi» e di «sbarazzarsi degli SP». Aveva anche minacciato di chiudere la Base del tutto. Scoprii che CMO International e Executive Strata erano confinati - non potevano andare a casa. Erano lì già da tre mesi. Dormivano sotto le scrivanie e facevano la doccia nel garage. Si diceva che Miscavige li avesse «dichiarati tutti SP» e stessero elaborando i loro "passi dalla A alla E" nella sala conferenze di CMO Int. I "passi dalla A alla E" sono quelli che devono fare gli SP per riabilitarsi. Miscavige aveva anche messo tutti su "lavoro MEST", ripulire le fosse settiche sul lato orientale della proprietà.

Aveva detto a CMO Int e a Exec Strata che "non esistevano sull'organigramma". Mi sembrava strano perché entrambe le organizzazioni c'erano da anni ma DM insisteva che l'organigramma era sbagliato e lui non ne aveva approvato uno nuovo. Per cui passavano ore e ore a revisionare l'organigramma e a sottoporlo a Miscavige, che regolarmente respingeva qualsiasi cosa gli sottoponessero. Intanto gli aveva detto che nessuno era sul posto, proprio perché non esisteva un organigramma. La cosa andò avanti così per anni. Marc Yager, Guillaume Lesevre e Mike Rinder passavano un sacco di tempo "su ponti". Li vedevamo giù alla "palude" vicino a OGH a ripulire la boscaglia in tuta da lavoro. Al momento degli event venivano tolti dai decks, fatti esercitare e messi di fronte alle telecamere a leggere il gobbo. Sono sicuro che il pubblico Scientology non aveva idea del perché erano così abbronzati.

Anche RTC era stato decimato. Tutto il suo staff, salvo quello personale di Miscavige, era stato improvvisamente retrocesso a CMO International. Tra loro anche executive veterani come Greg e Sue Wilhere e Norman Starkey. Adesso stavano tutti a CMO Int in un guazzabuglio di "senza posto". Al vertice di Scientology non c'era più nessun executive salvo una persona - David Miscavige. Era lui, era solo, era incontestato e incontrastato, la sua parola era legge.

Io continuavo a lavorare e scrissi le prime quattro introduzioni richieste. Un giorno il COB arrivò alla CMU e, come solito, tenne corte sulle cartelle appiattite. Cominciò a tuonare contro di me: «questo è il tizio che ha sabotato tutte le uscite dei CD!» proclamò. Pretese di vedere quello che stavo facendo. Gli portai le quattro introduzioni, che lui scaraventò sul bancone.

«Posso scaricarti di nuovo, sai» sbraitò. «Andrai a girare hamburger da McDonalds!»

«Sissignore» balbettai.

«Sissignore? Sissignore?» urlò. « Tu vuoi essere scaricato? Portatelo via di qui!»

Gerald Duncan, il Capo MAA, mi afferrò e spinse giù negli uffici di HCO dove venni chiuso in una stanza con l'ordine di cominciare a scrivere i miei crimini. Qualche minuto dopo arrivò qualcuno di corsa da CMU: «Presto, ti rivogliono su subito!».

Corsi su. Miscavige era ancora lì, circondato dal gruppo ma tutti stranamente tranquilli. Stava leggendo le mie introduzioni e facendo annotazioni.

«Sono decisamente buone» disse alla fine, come se nulla fosse successo. «Ho fatto delle note sulle cose da sistemare ma sono ben fatte». Mi porse i documenti.

Ero salvo - almeno per il momento.

Cominciai a lavorare febbrilmente per completare il resto delle introduzioni richieste. Ero uno del gruppo sul "programma del COB", vale a dire restare alzato fino a notte fonda e poi tornare a mezzogiorno. Di solito ci convocavano per una riunione con Miscavige nel tardo pomeriggio o alla sera, e la cosa poteva protrarsi per ore. Revisionava il lavoro fatto e di solito ne faceva coriandoli, poi ordinava che cosa bisognava fare. «E lo voglio sulla mia scrivania per prima cosa domattina». Visto che le riunioni spesso non terminavano prima di mezzanotte tornavamo subito al lavoro.

Per me divenne usuale tornare a casa mentre Cathy si alzava. Poi se ero fortunato dormivo qualche ora e prendevo l'autobus di mezzogiorno per la Base, pronto per un altro round. Per tutto il 2004 non dormii più di 4 ore al giorno, forse meno.

Non sapevi mai come sarebbe finita una riunione. Nel corso di una pausa nei Lower Lodges Miscavige mi schiaffeggiò ripetutamente, poi si avventò su Marc Yager e lo buttò a terra. Una volta stava facendo un giro al "Building 50" - quello di RTC - con un gruppo di executive. L'edificio era quasi deserto. Stava dicendo che un giorno ci avrebbe fatto trasferire CMO International e mentre ci spostavamo da un ufficio all'altro descriveva che cosa si poteva mettere in ogni stanza. Nell'uscire mi passò davanti e mi sferrò un pugno in pieno stomaco. «Riesco a sentire l'odore di PR nere lontano un miglio» disse. Cercai di replicare ma non riuscivo a respirare.

In mezzo al Building 50 c'era un vasto cortile coperto alto due piani. Miscavige ne fece una sorta di sala conferenze privata per vantarsi del suo testosterone. Gli piaceva mettere assieme tutti i progetti ricevuti, impilarli sui tavoli e dire: «Guardate qui di quanta roba mi devo occupare. In questa Base devo portare io tutti gli hat!». Al contempo però insisteva per vedere tutto e controllare tutto, solo lui poteva dare l'approvazione finale.

A una di quelle riunioni sollevò di peso dalla sedia Mike Rinder e lo gettò a terra. Mike, come molti altri exec di CMO Int, aveva cercato di accattivarsi i suoi favori impossessandosi di alcuni dei "Fondamenti" per "maneggiarli". La cosa veniva vista come un cammino di redenzione - ma molto più spesso era un cammino verso la catastrofe perché Miscavige cestinava tutti i loro sforzi. Una delle sue punizioni preferite era far correre gli executive intorno al Building 50, a volte mandava a correre tutti i presenti - 25 o 50 giri intorno allo stabile.

Un'altra punizione era il "fuori bordo". Il trasgressore veniva portato in piscina e i MAA lo gettavano dentro completamente vestito. Dopo il 2000 quello fu l'unico uso della piscina. Naturalmente qualsiasi punizione comminata dal COB veniva subito replicata in tutta la Base, per cui i "fuori bordo" e i "giri di corsa" divennero la norma. Una sera eravamo tutti al Castello per un'adunata di Gold e al primo rifiuto di un mio lavoro venni mandato a fare 15 giri intorno all'edificio, che era enorme. Qualcosa come tre chilometri. Avevo le scarpe da città, non ti permettevano di mettere quelle da jogging.

Il piede sinistro si scorticò completamente, faceva un male cane. Nelle poche ore a casa cercai di fasciarmelo alla meglio e poi tornai al lavoro. La sera dopo mi sentivo strano e febbricitante e mi trascinai già alla MCI per vedere di mangiare qualcosa, ma svenni sul pavimento. Mi trovò una delle guardie. Arrivai dall'Ufficiale Medico con la febbre molto alta l'infezione rossastra che stava salendo lungo gamba. Restai in infermeria per una settimana, e poi fui costretto a camminare con le stampelle. Naturalmente venni accusato di «Far sentire in torto il COB» che mi aveva ordinato di correre.

A dicembre il COB era a LA e ordinò a un gruppo di raggiungerlo. C'erano tutti gli executive chiave, Marc Yager, Giullaume, David Bloomberg, Norman Starkey e tanti altri. Fecero partire anche me e Rick Cruzen, e Michela e Manu della CMU. Manu adesso era il CO CMU. Miscavige lavorava nel palazzo di ASI su Hollywood Boulevard e ci disse di prendere possesso del pian terreno. Era una follia. Avevamo tutti un lavoro da fare e ci mandarono camionate di roba con l'occorrente. L'ufficio era un casino infernale. Facevamo lunghe e offensive riunioni con DM in cui tutti cercavano freneticamente di fare qualcosa. Era una tipica e colossale perdita di tempo e Henning Berndorff approfittò dell'occasione per prendermi a pugni diverse volte.

Durante una riunione Miscavige disse a me, Michela e Manu che eravamo licenziati in tronco, sbattuti per strada. Ci alzammo e uscimmo dalla porta principale, direttamente in strada. Poi le porte si aprirono di nuovo e gli altri ci rincorsero per riportarci dentro. «Che cosa pensavate di fare, andandovene?» chiesero. «Dovete avere di sicuro dei crimini!». Per me era veramente troppo difficile da capire. Fui felice quando alla fine ci riportarono alla Base.

Stranamente però ci concessero una mezza giornata di libertà per le compere di Natale. Con Cathy andammo al centro commerciale di Cabazon. Sapevo che non ci avrebbero mai dato libero il Natale e fingemmo che Natale fosse quel giorno. Comprai a Cathy tutto quello che desiderava, vide un abito da 500 dollari che le piaceva - le dissi di prenderlo. Ce ne andammo un po' a spasso e poi ci fermammo per un caffè. Era la prima volta che trascorrevamo assieme qualcosa che assomigliava a un giorno libero. Sarebbe stata anche l'ultima.

Cathy era felice. Alla fine avevano approvato la sua richiesta di diventare Port Captain di Gold, vale a dire che avrebbe gestito le pubbliche relazioni e i rapporti con le comunità, la cosa che amava più fare.

Terminai tutte le introduzioni ai "Fondamenti" e cominciai i "Congressi", cioè i grandi event di Hubbard, un week end intero di lezioni. Ce n'erano una ventina. Per riuscire a finire in tempo il COB mise al lavoro tre persone a tempo pieno - me, Rick Cruzen e il biografo di LRH, Dan Sherman. Nel corso degli anni avevo lavorato con lui a fasi alterne, sarebbe dovuto essere il "Biografo Ufficiale di LRH" ma non c'era nessuna biografia in arrivo. Dan lavorava soprattutto sui "Ron's Magazines" - agiografie sulla vita di Hubbard - oppure scriveva i discorsi del COB.

Miscavige ci voleva vicini e fece attrezzare un ufficio d'angolo del Building 50. Il suo staff personale fu contento di vederci, «l'edificio era così vuoto» dissero. Era vero: salvo Miscavige e il suo staff personale non c'era nessuno. Una grossa scatola vuota.

Quando lavoravamo fino a notte fonda lo sentivamo sbraitare nella sua sala conferenze privata nel cortile interno, mentre arrostiva qualche executive. Non riuscivamo a capire le parole, solo i suoi ululati rimbombanti nell'edificio vuoto, come un animale idrofobo intrappolato nelle profondità di un grande labirinto.

I rapporti tra me e Miscavige, che non erano mai stati buoni, peggiorarono. Mi ritrovai presto escluso dalle riunioni. Quando arrivavo, diceva: «Portatelo fuori di qui!» e venivo scortato via per «non turbare il COB». Una volta si voltò verso Rick e mi indicò dicendo: «Guarda questo tizio. Vorrebbe prendermi a pugni. Vorrei che lo facesse, così potrei veramente scaricarlo».

Tutto arrivò infine a compimento dopo una riunione particolarmente fastidiosa del febbraio del 2005 quando decisero che meritavo un "fuori bordo". Mi permisero di cambiarmi e di indossare una tuta blu da lavoro, poi mi accompagnarono al lago. Era presente anche Danny Dunegan della vigilanza in caso "succedesse qualcosa". Dopo tutto ero un uomo di 58 anni, era una notte di metà febbraio nel deserto, e il lago era gelido. Camminai sulla passerella e il MAA mi diede una spinta. Non mi aspettavo che l'acqua fosse così fredda. Annaspando per respirare guadagnai la riva e mi tirarono su, zuppo e tremante. Mi rimisi l'uniforme e tornai alla CMU. Manu, il CO CMU, mi disse che Rick Cruzen era su al Building 50 con il COB. A quel punto il MAA venne a dirci che tutti dovevano "mettersi in sicurezza" (andare a casa) SUBITO. Era un ordine del COB! Gli autobus si sarebbero trattenuti fino a che non fossimo stati tutti a bordo. Io e Manu non sapevamo che fare. Se ce ne andavamo con Rick ancora in riunione con il COB ci mettevamo nei guai. Ma potevamo anche metterci nei guai se non avessimo obbedito all'ordine del COB di andarcene. Alla fine l'autobus ebbe la meglio.

Ci affollammo sulle vetture, i soli posti vuoti erano quelli in fondo. Poi sentimmo che Miscavige era uscito dal Building 50 e stava facendo una ispezione per accertarsi che fossero tutti sugli autobus.

Apparve all'improvviso e cominciò a scendere lungo il corridoio, scrutando le facce. E alla fine mi vide seduto dietro.

«Lo sapevi che ero ancora in riunione con Rick Cruzen?» mi chiese. «Sissignore».

Si rivolse a tutto l'autobus. «Vedete questo? Vedete il livello di responsabilità con cui ho a che fare? Lui sa che sono in riunione con il suo senior e ha deciso di andare a casa!» Il pubblico impaziente fece gli appropriati rumori di disgusto e di virtuosa rabbia.

«Sono stufo di avere a che fare con degli idioti» disse. «Ogni membro dello staff della Base deve andare a casa questa sera e prendere una decisione, se vogliono diventare veri membri della Sea Org oppure no». E uscì a lunghi passi dal bus. Io e Manu fummo fatti scendere tra un coro di parolacce. Dopo un po' di discussione tra gli exec di Gold, ci spinsero di nuovo sul bus per andarcene a casa.

Cathy era già arrivata. Mi diede un'occhiata a capì che era successo qualcosa.

«Che c'è?» mi chiese.

Cercai di spiegarle che prima mi avevano gettato nel lago, poi gli eventi sul bus. Lei non riusciva a capire di che cosa stessi parlando, sono certo che le sembravo mezzo matto. Alla fine fece l'unica cosa che poteva fare per calmarmi - mi disse di pulire l'appartamento. Lavoro MEST, il solvente universale.

Riordinai distrattamente casa. Eravamo arrivati al capolinea. Dovevo ripulirmi una volta per tutte.

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Domani, domani sarà un altro giorno, un coraggioso nuovo giorno. Mi sarei purificato. Avrei confessato tutto, tutto di tutto. Avrei raggiunto gli angoli più oscuri e reconditi della mia anima, l'essenza stessa del mio essere, dragato e vomitato ogni mio odio segreto, ogni vile perversione e feticcio, ogni pensiero malvagio. Mi sarei ripulito per sempre, sarei uscito dal mio "ostinato esilio volontario" e ne sarei riemerso un essere brillante e trionfante, un membro Sea Org perfetto, un cittadino ideale di quella nuova Base, quel nuovo mondo a misura di Miscavige dove non si dubita mai, non si critica mai, non si sbaglia mai, sguardo d'acciaio, lavoro indefesso verso la meta di un Pianeta Chiarito, un perfetto mondo Scientology in cui ogni cittadino marcia fiducioso in ranghi perfetti verso un futuro nuovo e brillante, sempre fedele, sempre dedicato, sempre OT... Non riuscivo a prendere sonno. Nel buio la mano di Cathy trovò la mia e la strinse forte. Credo che anche lei percepisse, a par mio, che non ci sarebbe stato nessun nuovo inizio.

Era la fine.

 
 
 
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