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Il Diario delle Molestie: Capitolo 11, il crollo

La giornalista Paulette Cooper, autrice del libro Lo Scandalo Scientology del 1972 (prima grande inchiesta giornalistica sul movimento dianetico), racconta le molestie subite dagli agenti dell'organizzazione di L. Ron Hubbard.

© Di Paulette Cooper, 1982. 
© Traduzione di Simonetta Po, primavera 1998.

In estate [quella in cui fui messa sotto accusa, a seguito delle macchinazioni di Scientology] il senso di ansia, paura, disperazione ecc. divennero costanti e incontrollabili. 

Cominciai a svegliarmi improvvisamente da brutti incubi nel mezzo della notte (se la sera non avevo bevuto abbastanza da mettermi fuori combattimento), sudata fradicia, sognando spesso di prigioni, campi di concentramento e orfanotrofi. 

Ero così terrorizzata e ansiosa al pensiero di quello che stava accadendo [nessuno credeva alla mia innocenza, dovevo affrontare un processo per qualcosa che non avevo fatto, il caso sarebbe stato seguito da vicino dalla stampa, e ogni cosa che avessi detto o fatto sarebbe finita sui giornali], che spesso rimanevo alzata tutta la notte (a fumare, e talvolta a bere ancora di più), mi appisolavo verso le sei del mattino per poi svegliarmi in preda a nausea acuta (che in quel periodo fu cronica) e ad un forte attacco d'ansia verso le 9, quando Jay [il mio avvocato] mi avrebbe probabilmente telefonato per comunicarmi notizie legali ancora peggiori (in certe occasioni dovevo aspettare fino a due settimane per sapere qualcosa di nuovo, e temevo ogni momento di sentire squillare il telefono). 

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Provavo una nausea costante, e da Maggio fino a Ottobre circa riuscii a forzarmi di mangiare un uovo o due al mattino, e poco meno di mezzo litro di succo di [pomodoro?? Non capisco - NDT] alla sera. Fumavo quattro pacchetti di sigarette al giorno, a volte di più. 

Verso Giugno non mi limitavo più a bere di sera, alla ricerca di quelle ore di sonno che mi erano  assolutamente necessarie. Cominciai a bere tutte le volte che mi sentivo ansiosa, vale a dire da quando mi alzavo dal letto. E dal momento che la vodka (anche mezza bottiglia al giorno) non mi liberava dall'ansia, la mescolavo con valium di contrabbando. E cercavo di mettere da parte tutto il valium che potevo, per usarlo prima del processo, se mi fossi resa conto di non poter sopportare una prova tanto umiliante. 

 
 
 
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