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Il Diario delle Molestie: Capitolo 9, l'arresto

La giornalista Paulette Cooper, autrice del libro Lo Scandalo Scientology del 1972 (prima grande inchiesta giornalistica sul movimento dianetico), racconta le molestie subite dagli agenti dell'organizzazione di L. Ron Hubbard.

© Di Paulette Cooper, 1982. 
© Traduzione di Simonetta Po, primavera 1998.

Il 9 maggio 1973 venni accusata di tre capi d'imputazione penali, due per aver mandato le minacce di attentati dinamitardi per lettera, e una per falsa testimonianza dopo aver negato il fatto (e aver sostenuto che pensavo fosse stato Meisler a mandarsele [lo Scientologist di New York che si occupava di PR e di me!]). 

Ogni capo d'imputazione prevedeva una pena detentiva fino a 5 anni (15 anni in totale), e una multa di 5.000$ (15.000$ in totale). 

Non dimenticherò mai il 19 maggio (quando mi dichiarai non colpevole), la terribile umiliazione di subire la contestazione d'accusa e lo stare in quella grande sala di tribunale con tutti quei criminali, e poi essere condotta giù per le scale con i detenuti per le foto segnaletiche, la rilevazione delle impronte digitali e l'arresto (tuttavia l'arresto si rivelò migliore di quanto temessi, perché nei due mesi precedenti ero stata terrorizzata dall'idea di essere scortata in prigione davanti agli altri condomini, mentre scendevo nell'atrio del palazzo dove vivevo - il che sarebbe stato estremamente umiliante, dopo l'imbarazzante lettera minatoria [vedi Capitolo 4]). 

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E non scorderò mai quanto soffrii quando aprii la busta contenente l'accusa: "Gli Stati Uniti d'America contro Paulette Marcia Cooper". Il mio primo pensiero fu "200.000.000 di persone contro di me??". E stetti male pensando a quanto avevo lavorato duro da ragazzina per diventare cittadina americana [1], e quanto avesse sempre significato per me... e tutto per vedere ora il mio Governo rivoltarsi contro una persona innocente. 

 
 
 
Note del 1997

[1] divenni cittadina Americana - ero originaria del Belgio - due anni dopo essere arrivata in America come parte di un "pacco" di adozione/cittadinanza. Avevo studiato duramente per imparare l'inglese (fino al mio arrivo in America parlavo solo francese), in modo da poter rispondere, all'udienza, alle domande sugli USA in inglese. 

 
 
 
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